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IL RESPIRO.

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Presentazione sul tema: "IL RESPIRO."— Transcript della presentazione:

1 IL RESPIRO

2 La FUNZIONE RESPIRATORIA ha lo scopo di far giungere alle cellule l’O2 necessario e di allontanare la CO2 Essa comprende: UNA FASE POLMONARE: L’aria espirata nell’albero respiratorio raggiunge l’alveolo respiratorio e l’O2 in essa contenuto viene trasferito ai globuli rossi del sangue; UNA FASE EMATICA durante la quale l’O2 viene trasportato dai globuli rossi ai tessuti; UNA FASE TESSUTALE che inizia con gli scambi gassosi fra sangue e tessuti e comprende i processi OSSIDO-RIDUTTIVI cellulari.

3 FUNZIONE RESPIRATORIA
La respirazione in condizioni normali consta di movimenti anatomici di INSPIRAZIONE E DI ESPIRAZIONE La meccanica di questi movimenti richiede, talvolta, l’intervento di MUSCOLI ACCESSORI INSPIRATORI (sternocleidomastoideo e scaleni) o ESPIRATORI (addominali) ma in genere si svolge in maniera relativamente armonica e costante

4 ESPIRAZIONE > INSPIRAZIONE
Il rapporto tra espirazione ed inspirazione e di 1,2:1 L’espirazione è seguita dalla pausa di APNEA L’espirazione è passiva e la retrazione polmonare, associata e conseguente, determina la DEPRESSIONE DI DONDERS, cioè la pressione negativa in cavità pleurica

5 L’ATTO DEL RESPIRO comprende quindi due fasi:
INSPIRAZIONE ED ESPIRAZIONE L’INSPIRAZIONE sostenuta dalla contrazione dei MUSCOLI INTERCOSTALI e del DIAFRAMMA, che provoca un aumento del volume del cavo toracico; il polmone attratto dalla PRESSIONE NEGATIVA ENDOPLEURICA si espande seguendo i movimenti della gabbia toracica e l’aria atmosferica viene così aspirata entro l’albero respiratorio. Si tratta di una FASE ATTIVA che tuttavia si compie involontariamente

6 L’ATTO DEL RESPIRO comprende quindi due fasi:
INSPIRAZIONE ED ESPIRAZIONE L’ESPIRAZIONE: è condizionata dal rilasciamento dei muscoli inspiratori con conseguente diminuzione di ampiezza del cavo toracico e della pressione negativa endopleurica; il polmone non più attratto dalla pressione negativa endopleurica, per la sua elasticità si retrae. Si tratta di una FASE PASSIVA che nella respirazione normale non richiede l’intervento dei MUSCOLI ESPIRATORI

7 LE CARATTERISTICHE DEL RESPIRO
Le caratteristiche del respiro includono IL TIPO LA FREQUENZA IL VOLUME IL RITMO

8 TIPO DI RESPRO Si distingue: RESPIRAZIONE DI TIPO COSTALE o TORACICO
Tipica delle donne e dei bambini. In questo tipo di respiro prevalendo l’azione dei MM INTERCOSTALI e degli ELEVATORI DELLE COSTOLE si muove soprattutto la parte superiore della gabbia toracica, l’addome restando quasi sempre immobile

9 TIPO DI RESPIRO RESPIRAZIONE DI TIPO ADDOMINALE O DIAFRAMMATICA
In questo tipo di respirazione è il DIAFRAMMA il muscolo maggiormente interessato. E’ il tipo di respiro che si ossrva nell’uomo. N.B. LA COMPONENTE COSTALE diventa prevalente, sia nell’uomo che nella donna allorchè si ha un aumento volontario o no degli atti della respirazione

10 TIPO DELRESPIRO Si può avere un RESPIRO COSTALE
IN CONDIZIONI PATOLOGICHE PUO’ VERIFICARSI UNA INVERSIONE DEL TIPO DI RESPIRO FISIOLOGICO NEI DUE SESSI NELL’UOMO Si può avere un RESPIRO COSTALE Quando la motilità diaframmatica è ostacolata ( pericardite, pleurite, epatosplenomegalia) Quando aumenta la pressione endoaddominale (ascite, voluminosa neoplasia addominale, peritonite essudativa) In caso di paralisi del diaframma (lesioni del nervo frenico)

11 TIPO DI RESPIRO NELLA DONNA Si può avere un RESPIRO ADDOMINALE
Per lesioni polmonari alte Nel torace in atteggiamento inspiratorio (enfisema polmonare) Per lesioni dell’innervazione dei mm. Intercostali o anchilosi delle articolazioni delle coste

12 RIENTRAMENTI INSPIRATORI
N.B. DURANTE I NORMALI ATTI RESPIRATORI NON SI APPREZZANO RIENTRAMENTI INSPIRATORI DELLA PARETE TORACICA Negli individui magri nella respirazione forzata si può rilevare un rientramento degli ultimi spazi intercostali, limitatamente alla prima fase dell’inspirazione, in rlazione ad un aumento della pressione negativa intratoracica e al non perfetto sincronismo tra espansione della parete ed espansione del polmone (FENOMENO DI LITTEN) è patologico quando è monolaterale)

13 RIENTRAMENTI INSPIRATORI
IN CONDIZIONI PATOLOGICHE SI POSSONO AVERE RIENTRAMENTI INSPIRATORI In regione sopra o sottoclavicolare Al giugulo Spazi intercostali bassi (fibrotorace, atelettasia) Epigastrio (stenosi laringotracheale o bronchiale, bronchite spastica, enfisema polmonare

14 PROFILO RESPIRATORIO INCROCIATO DI WENCKEBACH

15 PROFILO RESPIRATORIO INCROCIATO DI WENCKEBACH
Una riduzione od abolizione del movimento respiratorio in avanti della parete inferiore dello sterno dell’epigastrio si può avere per aderenza tra PARETE STERNALE E PERICARDIO (ACCRETIO PERICARDICA): nella inspirazione si proietta in avanti soltanto la parte superiore dello sterno, mentre la parte inferiore e l’epigastrio restano fissi.

16 LA FREQUENZA DEL RESPIRO
E’ in funzione dell’ETA’, SESSO, PESO CORPOREO etc. TACHIPNEA: Aumento della frequenza degli atti ventilatori nell’unità di tempo, con riduzione dei volumi dinamici polmonari (“respiro superficiale”), o con scarsa riduzione dei volumi dinamici polmonari. E’ secondaria all’IPOSSIEMIA comunque verificatasi

17 LA FREQUENZA DEL RESPIRO
BRADIPNEA: Riduzione del numero degli atti respiratori al minuto con o senza aumento dei volumi dinamici polmonari. E’ in genere sempre dovuta ad un rallentamento dell’attività del centro bulbare. Evoca in genere danni al sistema nervoso centrale, ipertensione endocranica, meningiti, intossicazioni esogene (barbiturici, oppio, alcool) ed endogene (uremia, diabete), stati di shock POLIPNEA: Aumento dei volumi dinamici polmonari

18 COORDINAZIONE ED INTEGRAZIONE CARDIO-POLMONARE
La COORDINAZIONE ED INTEGRAZIONE CARDIO-POLMONARE si esprime, perifericamente, nel rapporto costante tra FREQUENZA DEL POLSO ed ATTI RESPIRATORI di 4/1; infatti 72/18 (che sono rispettivamente la frequenza media del polso e del respiro) = 4/1

19 IL VOLUME RESPIRATORIO
Il VOLUME RESPIRATORIO esprime la quantità di ARIA VENTILATA (VOLUME CORRENTE), di cui 150 ml occupano lo spazio morto e sono inutilizzati

20 VOLUME RESPIRATORIO VOLUME CORRENTE: La quantità di aria che viene ventilata in un normale atto respiratorio. Rappresenta pertanto la quantità di aria inspirata durante una inspirazione tranquilla. NEL SOGGETTO NORMALE: 500 ml Aumenta nello sforzo e nella lieve insuff. respiratoria La VENT POLMONARE si esprime in lt/min correlando il volume corrente con la frequenza respiratoria. Con un volume corrente di 500 ml ed una frequenza respiratoria di 16 atti/min, la ventilazione polmonare sarà pari a 8 LITRI / MINUTO. A questo equilibrio corrisponde un VOLUME D’ARIA NEI POLMONI e NELLE VIE AEREE detto CAPACITA’ RESIDUA FUNZIONALE (CRF)

21 VOLUMI RESPIRATORIO I VOLUMI POLMONARI INSPIRATORI ED ESPIRATORI variano quando il soggetto esegua ATTI INSPIRATORI e/o ESPIRATORI FORZATI VOLUME DI RISERVA INSPIRATORIA (VRI): è la quantità d’aria che può essere introdotta con una inspirazione forzata; sommando il VOL CORRENTE al VOLUME DI RISERVA INSPIRATORIA si ottiene: LA CAPACITA’ INSPIRATORIA (CI): cioè la quantità di aria che può essere introdotta nelle vie respiratorie e nei polmoni mediante una inspirazione massima.

22 VOLUMI RESPIRATORI VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIO (VRE): definisce la quantità d’aria che può essere ulteriormente eliminata mediante un’espirazione forzata. VOLUME RESIDUO (VR): la quantità d’aria che dopo l’espirazione massima all’interno degli alveoli e delle viee aeree è il VOLUME RESIDUO e rappresenta la quota d’aria non ulteriormente ventilabile.

23 VOLUMI RESPIRATORI CAPACITA’ VITALE (CV): il volume d’aria eliminato durante un ciclo ventilatorio massimo, cioè mediante un’espirazione forzata preceduta da un’inspirazione massima rappresenta la CAPACITA’ VITALE ed è la somma tra CAPACITA’ INSPIRATORIA (CI) e VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA (VRE). CAPACITA’ POLMONARE TOTALE (CPT): la capacità vitale con aggiunto il volume residuo costituisce la CAPACITA’ POLMONARE TOTALE (CPT) e cioè la massima quantità d’aria che può essere contenuta nelle vie aeree e negli alveoli.

24 VOLUME RESPIRATORIO Tra le indagini atte a valutare la MECCANICA RESPIRATORIA, particolarmente per ciò che concerne la PERVIETA’ BRONCHIALE e l’ELASTICITA’ TORACO-POLMONARE, molto utile è la PROVA DI ESPIRAZIONE FORZATA DI TIFFENAU-PINELLI che permette il calcolo della CAPACITA’ VITALE e del VOLUME ESPIRATORIO MASSIMO SECONDO (VEMS) Il VEMS rappresenta il volume massimo d’aria che può essere emessa in un secondo mediante un’espirazione forzata massima successiva ad una inspirazione forzata

25 VOLUMI RESPIRATORI Una volta calcolato il VEMS viene rapportato alla capacità vitale onde trarne il valore percentuale INDICE DI TIFFENAU = VEMS/CV X 100 VALORI NORMALI = 70-80%

26 IL RITMO Il RITMO RESPIRATORIO è tipicamente e regolarmente intervallato da PERIODI DI APNEA di durata costante. Normalmente esso consta di 4 tempi: INSPIRAZIONE BREVISSIMA PAUSA INSPIRATORIA ESPIRAZIONE PAUSA RESPIRATORIA (APNEA) che dura 1/5 della durata totale dell’atto respiratorio

27 RESPIRI PATOLOGICI Respiro di Cheyne-Stokes
E’ caratterizzato dal progressivo incremento di ampiezza degli atti respiratori seguita da una progressiva diminuzione di ampiezza degli stessi e poi da un intervallo di apnea; dopo il periodo di apnea l’accumulo nel sangue di CO2 riesce a stimolare nuovamente il centro respiratorio

28 RESPIRI PATOLOGICI Respiro di Cheyne-Stokes
Il Respiro di Cheyne Stokes è un fenomeno fisiologico durante il SONNO REM, ma al di fuori di questa evenienza è riconducibile ad una diminuita eccitabilità del centro respiratorio da danno cerebrale CAUSE: In condizioni che ritardano il trasporto di gas dai polmoni all’encefalo (insufficienza cardiaca grave) Lesioni cerebrali diffuse Intossicazione da oppiacei

29 Scheme of the relative prevalence and importance of obstructive (OSA) and central sleep apnea (CSA) according to heart failure severity. With increasing impairment in cardiac function there is an increase in CSA prevalence.

30 Central sleep apnea with Cheyne-Stokes respiration (CSA-CSR).

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32 RESPIRO DI KUSSMAUL Il respiro di Kussmaul è caratterizzato da una profonda e rumorosa inspirazione, da una pausa inspiratoria, da una espirazione breve e da una pausa espiratoria assai prolungata. E caratteristico di: Alcuni stati di acidosi

33 RESPIRO DI BIOT E’ caratterizzato dal succedersi di PERIODI DI RESPIRAZIONE NORMALE a PERIODI DI APNEA. Esprime una grave sofferenza del centro respiratorio (meningiti, encefaliti, tumori cerebrali, edema cerebrale) ed ha un significato prognostico altrettanto grave.

34 RESPIRO DISSOCIATO o ATASSOCINETICO DI GROCCO
Dipende da incoordinazione costo-frenica cioè dal mancato sincronismo fra la contrazione del diaframma e dei muscoli della parete toracica. E’ di prognosi severa perché denunzia un profondo turbamento bulbare

35 LA RESPIRAZIONE STERTOROSA
Il nome deriva da STERTOR = RUSSARE. E’ una respirazione rumorosa e spesso accompagnata da rantoli (rantolo della morte) predittiva di fine imminente


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