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Classi 5AL e 5BL 2016/2017 A.Gentileschi Studiare da pagina 62 a 75

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1 Classi 5AL e 5BL 2016/2017 A.Gentileschi Studiare da pagina 62 a 75
TETTONICA A PLACCHE Classi 5AL e 5BL 2016/2017 A.Gentileschi Studiare da pagina 62 a 75

2 DENSITA’, MASSA E ATTRAZIONE GRAVITAZIONALE

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4 L’INTERNO DELLA TERRA: TRE STRATI CONCENTRICI
La Terra mostra una struttura interna a strati concentrici. CROSTA: spessa 6-7 km sotto gli oceani e 35 sotto le terre emerse MANTELLO: arriva fino a 2900 km ed è la parte intermedia NUCLEO: INTERNO ed ESTERNO. Ha un raggio di 3400 km La struttura dipende dall’attrazione gravitazionale. Quindi gli strati con densità maggiore si trovano al centro della terra, mentre la loro densità diminuisce spostandosi verso l’esterno. NUCLEO -> è lo strato più denso MANTELLO -> strato intermedio CROSTA -> «galleggia» sul mantello

5 I TRE STRATI: LA CROSTA La crosta è un involucro rigido con spessore tra i 35 km (terre emerse) e i 6-7 km (oceani). E’ separata dal mantello da una superficie di discontinuità sismica detta della Moho. Immediatamente sotto la crosta terrestre troviamo una parte del mantello solido. Tutta questa parte viene chiamata LITOSFERA (CROSTA TERRESTRE + MANTELLO SOLIDO )

6 I TRE STRATI IL MANTELLO
Il mantello si estende dalla Moho per 2900 km dov’è presente un’altra discontinuità sismica, la superficie di Gutenberg. La temperatura sale da alcune centinaia di gradi presso la crosta fino a 3000°C vicino al nucleo. Anche la pressione aumenta. Il mantello è formato principalmente da silicati verso l’esterno e ossidi all’interno. L’ASTENOSFERA è uno strato del mantello situato tra i 70 e i 250 km di profondità ed è formato da materiale parzialmente fuso. Al di sotto della discontinuità le rocce del mantello sono completamente solide.

7 I TRE STRATI: IL NUCLEO NUCLEO INTERNO -> SOLIDO
Il NUCLEO ha un raggio di circa 3500 km quindi quasi metà di quello terrestre (6371km). La parte esterna è molto più fluida, mentre la parte interna è solida. Il punto di passaggio è chiamata discontinuità di Lehmann. La parte interna è solida per via dell’enorme pressione ed è composto principalmente da FERRO, NICHEL ed elementi più leggeri INTERNO -> SOLIDO NUCLEO ESTERNO -> LIQUIDO

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9 CROSTA TERRESTRE CONTINENTALE OCEANICA CROSTA DIFFERENZE:
La crosta continentale è più spessa di quella oceanica. E’ quasi 5-10 volte maggiore La crosta continentale è formata da rocce di ogni età fino a circa 4 miliardi. Sui fondali oceanici hanno 200 milioni di anni. Le due croste hanno densità differente. Quella oceanica è più densa.

10 LE DORSALI OCEANICHE La crosta oceanica presenta due tipi di strutture molto importanti sia per le loro dimensioni sia per l’attività geologica ad esse associata: si tratta delle dorsali oceaniche e delle fosse abissali La CROSTA OCEANICA si rinnova e si consuma incessantemente. Si rinnova nelle dorsali e si consuma nelle fosse abissali. Esempi di Atolli e magnetizzazione

11 DORSALI E FOSSE OCEANICHE
Le dorsali oceaniche compongono un sistema di rilievi sommersi che supera i km di lunghezza. La più estesa è la Dorsale Medio-atlantica, che ha un andamento approssimativamente da nord a sud ed emerge dall’Oceano Atlantico in corrispondenza dell’Islanda. Il lungo allineamento delle fosse abissali costeggia il bordo occidentale del Pacifico, dallo stretto di Bering fino alla Nuova Zelanda; altri gruppi sono presenti al largo dell’arcipelago indonesiano. La fossa più profonda è la Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico occidentale.

12 FOSSE ABISSALI : CONVERGENTI CONT/OCE
Sui fondi oceanici, oltre alle dorsali, esistono altre strutture caratterizzate da intensa attività: sono le fosse abissali. Strette depressioni, lunghe migliaia di kilometri, molte delle quali superano i 10 km di profondità. Il vulcanismo associato alle fosse è altamente esplosivo, e sono anche sede di intensa attività sismica.

13 DORSALI E FOSSE OCEANICHE

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15 ESPANSIONE DEI FONDALI OCEANICI
Secondo l’ipotesi dell’espansione dei fondi oceanici, il rilievo delle dorsali è sostenuto dalla risalita di materiale caldo nel mantello; l’inarcamento della litosfera provoca la formazione della rift valley, lungo la quale del materiale fuso risale e alimenta il vulcanismo basaltico della dorsale. La quantità di magma che fuoriesce lungo le dorsali si divide in due rami, che si allontanano in direzioni opposte rispetto alla dorsale. Come conseguenza, in superficie i due fianchi della dorsale, trascinati da questi movimenti profondi, si allontanano a partire dalla rift valley: il movimento non lascia un vuoto, perché altro magma risale e forma nuovi ammassi di rocce. Davanti a un continente (o un’altra crosta oceanica) la crosta oceanica affonda. Questo incurvamento verso il basso della litosfera determina la formazione di una fossa abissale. Nella sua discesa la litosfera incontra zone a temperature e pressioni via via più elevate e comincia a fondere. Una parte risale in superficie dove alimenta l’attività vulcanica che si manifesta a una certa distanza dalle fosse. La discesa della litosfera, lenta ma inarrestabile, avviene con violenti attriti, che si manifestano come terremoti. Questo lento movimento è chiamato subduzione. Una conferma dell’espansione dei fondi oceanici viene dal fatto che l’età del «pavimento» oceanico, cioè dello strato di basalto sotto i sedimenti, è tanto più antica quanto più ci si allontana dalle dorsali.

16 LA TETTONICA DELLE PLACCHE
La teoria più geniale e completa sugli spostamenti dei continenti, nota appunto come deriva dei continenti, venne proposta nel 1912 dal tedesco Alfred Wegener. Wegener ipotizzò che 200 milioni di anni fa vari lembi di crosta continentale, ora separati, fossero uniti in un «supercontinente», la Pangea, circondato da un unico oceano. La Pangea si sarebbe poi smembrata in più parti (Americhe, Eurasia, India, Australia, Antartide), che si sarebbero allontanate tra loro, secondo un meccanismo chiamato deriva dei continenti. Purtroppo essa non convinse a proposito delle forze responsabili degli spostamenti, per cui venne da molti contrastata. Fu ripresa con successo soltanto negli anni Sessanta del Novecento. In quegli anni, i dati e le osservazioni sui fondi oceanici portano alla formulazione della teoria della Tettonica delle placche, un modello globale in grado di spiegare i principali fenomeni geologici del pianeta, come la formazione dei bacini oceanici e delle montagne, la distribuzione e le caratteristiche dei vulcani e delle fasce sismiche.

17 LA TETTONICA DELLE PLACCHE
Secondo questa teoria la litosfera è suddivisa in circa 20 PLACCHE, delle quali sette sono decisamente più estese delle altre. Le placche litosferiche possono essere formate: esclusivamente da litosfera oceanica; prevalentemente da litosfera continentale; da porzioni di litosfera dei due tipi.

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19 LA TETTONICA DELLE PLACCHE
I bordi delle singole placche, chiamati margini, sono distinti, a seconda dei movimenti relativi, in tre tipi. 1. I margini costruttivi corrispondono al movimento di divergenza tra placche; sono le dorsali oceaniche. DIVERGENTI 2. I margini distruttivi corrispondono al movimento di convergenza tra placche; sono le fosse oceaniche. CONVERGENTI 3. I margini conservativi sono le faglie trasformi, lungo le quali i lembi di litosfera scorrono uno a fianco dell’altro, in direzioni opposte. TRASFORMI

20 CONVERGENTI CONTINENTALE

21 CONVERGENTI OCEANICA

22 FORMAZIONE DI UN NUOVO OCEANO
AFRICA – GREAT RIFT VALLEY

23 LA TETTONICA A PLACCHE CONFERMA LE FORMAZIONI TERRESTRI

24 PUNTO CALDO Zone più calde del mantello che risalgono fino alla crosta. Quasi in superficie, a pressioni più basse, fonde.

25 IL MOTORE DELLE PLACCHE
La Terra al suo interno è calda - parte del calore conservato alla sua formazione - reazioni nucleari in elementi radioattivi ( uranio, torio, ecc..) OVVIAMENTE, gli elementi radioattivi non sono distribuiti in modo omogeneo. Il FLUSSO DI CALORE varia da luogo a luogo della superficie terrestre. La differenza di temperatura provoca l’instaurarsi di MOTI CONVETTIVI. Le PLACCHE LITOSFERICHE in qualche modo rispondono a questi movimenti.

26 MOVIMENTI CONVETTIVI

27 BUONO STUDIO RAGAZZI


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