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Una realtà da conoscere
Il lavoro minorile Una realtà da conoscere
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I dati e la classificazione
Secondo i dati ILO (l’Organizzazione Internazionale del Lavoro), oggi nel modo ci sono circa 200 milioni di bambini che lavorano. Alcuni collaborano normalmente al lavoro della famiglia o sono impiegati in contesti di lavoro informale, per premettere loro di far fronte alle spese scolastiche e ai bisogni primari delle loro famiglie. 1° LAVORO MINORILE Molti altri invece lavorano in condizioni inaccettabili, sfruttati e privati della possibilità di ricevere un'educazione e un’istruzione oltre che dei diritti umani fondamentali, e soprattutto di vivere un'infanzia serena. Di questi 200 milioni, circa 126 milioni sono esposti a forme di lavoro particolarmente rischiose, che mettono in pericolo il loro benessere fisico, mentale e morale. 2° SFRUTTAMENTO MINORILE
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3° PEGGIORI FORME DI SFRUTTAMENTO MINORILE
Ma il dato peggiore è che circa otto milioni di minori sono sottoposti alle peggiori forme di sfruttamento: schiavitù, lavoro forzato, sfruttamento sessuale, traffico di stupefacenti e non ultimo l’arruolamento come bambini soldato in milizie armate.
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Le cause del lavoro minorile
Mancanza di accesso all’istruzione Povertà Particolari condizioni di vulnerabilità Domanda di lavoro minorile
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Mancanza di accesso all’istruzione
Ci sono molte ragioni per cui i bambini non vanno a scuola bensì al lavoro: l’istruzione elementare in molti Paesi non è gratuita e non sempre è accessibile a tutti i bambini. Nei Paesi dove esiste un’offerta educativa, l’istruzione può non essere di qualità o può essere povera di contenuti. Nei casi in cui l’istruzione sia troppo costosa o qualora i genitori non la ritengano valida, si preferisce mandare i bambini al lavoro piuttosto che a scuola.
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Povertà Le famiglie povere hanno bisogno di soldi e i bambini solitamente contribuiscono al reddito familiare nella misura del 20-25% (un quarto del reddito familiare). Poiché le famiglie povere spendono la maggior parte del reddito in generi alimentari, è chiaro che il reddito prodotto dal lavoro dei bambini è fondamentale alla loro sopravvivenza. Tuttavia, non è corretto dire che la povertà causa necessariamente il lavoro minorile. La realtà è molto più sfaccettata: in molte famiglie povere, almeno un bambino viene mandato a scuola; ugualmente, va detto che mentre in alcune aree dei Paesi più poveri il lavoro minorile è un fenomeno molto diffuso, in altre regioni ugualmente povere non lo è.
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Particolari condizioni di vulnerabilità
Le famiglie in cui il reddito basso lascia poco margine per affrontare l’incidente o la malattia di un adulto, o per far fronte a un evento come l’abbandono da parte di un coniuge o il divorzio sono molto vulnerabili. Spesso queste famiglie sono indebitate o sul punto di indebitarsi e tali condizioni costituiscono sovente l’origine del lavoro minorile in condizioni di asservimento, vale a dire la vendita vera e propria di un bambino allo scopo di ripagare il debito contratto dalla famiglia.
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Domanda di lavoro minorile
I datori di lavoro preferiscono assumere i bambini perché “costano meno” degli adulti, ma soprattutto perché costituiscono una forza lavoro remissiva che non cercherà di organizzarsi per ottenere protezione e sostegno. In sostanza, i bambini sono più facili da gestire perché sono meno consapevoli dei loro diritti, meno ribelli, più obbedienti, più affidabili e meno assenteisti.
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Conseguenze del lavoro sui bambini
L’impatto di un lavoro fisico pesante, quale portare carichi pesanti o essere costretti a assumere posture innaturali durante l’attività lavorativa, possono causare deformazioni o disabilità permanenti nel fisico ancora in crescita di un bambino. È stato inoltre riscontrato che, rispetto agli adulti, i bambini subiscono più velocemente gli effetti negativi dell’esposizione alle sostanze chimiche e alle radiazioni e che sono meno resistenti alle malattie. I bambini sono inoltre molto più vulnerabili degli adulti agli abusi fisici, sessuali e psicologici: dunque, vivere e lavorare in un ambiente in cui vengono avviliti e oppressi determina in essi danni psicologici devastanti.
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Settori con elevate percentuali di bambini lavoratori
AGRICOLTURA, settore molto pericoloso per l’esposizione alle intemperie, il lavoro troppo pesante per il fisico ancora in crescita e gli incidenti (come le ferite da utensili taglienti), l’esposizione a sostanze chimiche tossiche. MINIERE, CAVE, FORNACI, FABBRICHE di abbigliamento, di articoli sportivi, di tappeti, di giocattoli, LABORATORI di sigarette e di fiammiferi. PICCOLO COMMERCIO, SERVIZI DOMESTICI, SELEZIONE E RACCOLTA DEI RIFIUTI. PROSTITUZIONE e PORNOGRAFIA, nell’ESERCITO
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I Paesi L’Asia è il continente dove il lavoro minorile non solo è numericamente maggiore, ma rappresenta un vero modello produttivo. Sono più di 122 milioni i minori di età compresa fra i 5 ed i 14 anni economicamente attivi. L'Africa Sub-Sahariana è la regione con la più alta incidenza di minori economicamente attivi. Le stime mostrano che il 26,4% dei minori (circa 50 milioni di bambini lavoratori) di età compresa tra i 5 ed 14 anni svolge un lavoro.
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I Paesi dell'America Latina ed i Caraibi sono quelli dove i dati riguardanti il lavoro minorile risultano in rapida riduzione. Il numero dei minori lavoratori nella regione è sceso di 2/3 durante gli ultimi anni. Nell'Europa dell'Est e nelle regioni del Mediterraneo, 5 milioni di bambini sono vittime di sfruttamento nei luoghi di lavoro.
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Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia – Art. 32
Gli Stati riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.
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video http://www.didadada.it/Il-lavoro-minorile.htm
lavoro/4890/default.aspx
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