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Il patto di stabilità e crescita e il debito pubblico in Italia

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Presentazione sul tema: "Il patto di stabilità e crescita e il debito pubblico in Italia"— Transcript della presentazione:

1 Il patto di stabilità e crescita e il debito pubblico in Italia
Corso di Politica Economica – 2016/2017 Prof.ssa Cristina Brasili Laurea in SVIC Il patto di stabilità e crescita e il debito pubblico in Italia

2 Debito/PIL nei paesi dell’UE - 2004

3 Deficit-PIL nei paesi dell’UE - 2004

4 Il patto di stabilità e crescita
Mantovani A., Mattarin L, Economia dell’integrazione europea, Il Mulino, Bologna 2008 (cap 5 pp ) Il patto di stabilità e crescita fu firmato a Amsterdam nel 1997, come parte integrante di quello dell’Unione europea I principi cardine del patto erano: Rispettare un deficit pubblico vicino al pareggio o in surplus, nel medio termine. Non superare il deficit annuale del 3% del PIL Tranne nei casi di una recessione eccezionale e improvvisa (maggiore di 0,75% del PIL) Le sanzioni previste per chi sfora il 3% Preavviso di infrazione (early warning) e rientro nell’anno successivo Deposito non remunerativo del 0,2% del PIL (più 0,1% per ogni percentuale in più di sforamento)

5 Il patto di stabilità e crescita
Rischi Il paese indebitato ha maggiori difficoltà a collocare il proprio debito (maggiori tassi di interesse) Il rischio paese non dovrebbe contagiare gli altri paesi, anche perché alla BCE non è permesso salvare un paese prossimo alla bancarotta (no bail-out) I problemi I paesi non sono andati verso il pareggio del bilancio Difficoltà di mantenere elevati saggi di sviluppo del PIL

6 Il nuovo patto di stabilità
Stabilito dal Consiglio europeo del marzo 2005 Minore rigidità nel rispetto del 3% del deficit annuale Minore crescita rispetto al potenziale o crescita negativa Misure temporanee per riforme strutturali (effetti negativi di riforme, pensioni o sanità) Rientro più flessibile e contrattato con le autorità europee Prescrizioni di medio termine Il rientro del deficit deve tenere presente l’andamento del ciclo economico e delle misure una tantum Il rientro può essere dello 0,5% all’anno con un bilancio in pareggio fissato per il 2011 (per quasi tutti i paesi)

7 Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010
Proposto dal Consiglio dei ministri Ottobre 2010 Maggiore rigidità nel rispetto del deficit e rientro dal debito pubblico Sanzioni quasi immediate One contentious question (among many) was the degree of “automaticity” in imposing sanctions on the spendthrift. The hawks wanted punishment to be inflicted more or less on the say-so of the European Commission, the EU's civil service; it should be a technical decision, unclouded by political considerations. Ministers could only block sanctions if they could muster a qualified majority (with votes weighted according to the size of countries) against it. Prescrizioni di medio termine Potenziare il sistema di sorveglianza dei bilanci Definire procedure di valutazione ex ante “Semestre europeo” di sorveglianza dei bilanci e sull’agenda economica di ciascun paese

8 Obiettivo di medio periodo:
“Fiscal Compact” Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione economica e monetaria (2 Marzo 2012) Obiettivo di medio periodo: Regola del pareggio di bilancio, con uno scostamento dal deficit strutturale dello 0,5% del PIL Il rientro del Debito prevede una riduzione di un ventesimo all’anno (1/20) dello scostamento del rapporto Debito/Pil del Paese dal 60%. E’ richiesta la regola del pareggio del bilancio a livello costituzionale Il pareggio di bilancio è stato introdotto nella Costituzione il 20 Aprile 2012, con legge costituzionale n.1/2012

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10 La finanza pubblica e il debito pubblico
Dott.ssa Arianna Moschetti

11 La finanza pubblica e il debito pubblico
Da studiare Politica Economica e Macroeconomia Vittorio Valli e altri, paragrafi 7.6, 7.7, 7.8 (2010), Ed. Carocci La finanza pubblica e il debito pubblico Dott.ssa Arianna Moschetti Da pag 10 a pag 13 E da pag 21 a pag 45 Da leggere: Mantovani A., Mattarin L, Economia dell’integrazione europea, Il Mulino, Bologna 2008 (cap 5 pp )


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