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Primi testi scritti in castigliano
Isolamento culturale dei regni settentrionali esclusi dagli effetti della riforma carolingia l’area settentrionale della penisola iberica risulta povera di testi volgari che possano essere paragonati, per maturità e complessità, a quelli prodotti in altre regioni romanze
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Primi testi scritti in castigliano
- parole o brevi locuzioni che si insinuano nei testi latini, in genere documenti di diritto privato (testamenti, donazioni, compravendite) - testi pratici - glosse il più delle volte il ricorso al volgare non denota una precisa consapevolezza del suo uso (cfr. invece testi complessi come i Giuramenti di Strasburgo e la Sequenza di Sant’Eulalia)
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Nodicia de kesos scritture di uso pratico di ambito monastico come inventari e note di spese Nodicia de kesos quasi interamente in volgare León, Archivo de la Catedral, n. 852 sul verso di un atto riguardante una donazione fatta all’abbazia di San Justo y Pastor (León) nel 959
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Nodicia de kesos Il testo registra i consumi di formaggio del monastero di san Justo nel Léon, scritto da un certo frate Semeno Datazione probabile: poco prima dell’anno 1000, forse 980 In un caso come questo non abbiamo un uso consapevole del volgare
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Nodicia de kesos (1.ª columna) Nodicia de / kesos que / 3 espisit frater / Semeno: In labore / de fratres In ilo ba- / 6 celare / de cirka Sancte Ius- / te, kesos U; In ilo / 9 alio de apate, / II kesos; en qu[e] / puseron ogano, / 12 kesos IIII; In ilo / de Kastrelo, I; / In Ila uinia maIore, / 15 II;
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San Millan
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Santo Domingo de Silos
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Glosse Emilianensi Si tratta di 145 glosse, cioè di traduzioni che spiegano parole o minime frasi latine Nelle Glosse Emilianensi, presenti nel ms. Real Academia di Madrid, 60, proveniente dalla Biblioteca di San Millán, singoli termini o brevi passi di alcuni testi a carattere religioso sono tradotti nelle espressioni corrispondenti in castigliano a coloritura navarro-aragonese è possibile che il glossatore fosse bilingue e che il basco fosse la sua lingua materna le Glosse sono di una mano del secolo XI, probabilmente della prima metà
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Glosse Silensi il glossatore appone 368 glosse su un Penitenziale copiato in un codice della seconda metà del X secolo (ms. Londra, British Library, Add ) traduce tutti i termini o i sintagmi per lui incomprensibili in un latino più semplice o in volgare Le glosse sono databili agli inizi del secolo XI A differenza della Nodicia de kesos, si ha un uso consapevole del volgare Le Glosse Silensi, come le Emilianensi, attestano che almeno «nella coscienza degli ignoti monaci glossatori, il sistema linguistico latino e quello neolatino appaiono due entità ormai distinte» (Meneghetti)
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Glosse Emilianensi
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Glosse Emilianensi Con ajutorio de nuestro Dueno, dueno Christo, dueno
Salbatore, qual dueno get ena honore et qual duenno tienet ela mandatione cono Patre cono Spiritu Sancto enos sieculos de los sieculos, facanos Deus Omnipotes tal serbitijo fere, ke denante ela sua face gaudioso segamus. Amen. Con l'aiuto di Nostro Signore, Cristo Signore, Signore Salvatore, il quale Signore regna in onore, il quale signore ha il potere con il Padre, con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli, ci renda Dio Onnipotente tale servizio affinché possiamo trovarci davanti al suo volto gioioso. Amen. (testo e traduzione Asperti) Dittongamento nuestro < NŎSTRUM dueno, duenno < DŎMINUM sieculos < SAECULOS tienet < TĔNET Conservazione di -s finale pl. Sieculos < SAECULOS
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La povertà di testi letterari delle origini provenienti dalla Penisola iberica attesta la reale mancanza di opere scritte in lingua volgare?
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Al- Andalus terra bilingue
Al-Andalus (nome dato dagli arabi alla penisola iberica) bilingue Arabo lingua dei dominatori, della cultura e dell’amministrazione La lingua dei Mozarabi era differenziata in dialetti lessico prevalentemente arabo, presenza di molti termini latini, tratti morfologici romanzi lingue delle comunità ebraiche: ebraico (non per l’uso comune) e mozarabo (poi castigliano)
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Cultura dei mozarabi I mozarabi più colti sono bilingui, parlano il mozarabo materno e l’arabo Il mozarabo e il latino, utilizzato dagli esponenti della gerarchia ecclesiastica, sono in ogni caso considerati meno prestigiosi dell’arabo La cultura dei mozarabi è profondamente influenzata dalla lingua e dalla civiltà dell’Islam
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Cultura dei mozarabi L’arabizzazione dei cristiani è fino a un certo punto favorita dalla tolleranza con la quale i musulmani di Spagna trattano coloro che credono in una religione monoteista verso la fine del IX secolo la situazione cambia perché assumono il dominio del meridione iberico gli Almoravidi, fondamentalisti, che cominciano a trattare in modo intollerante i cristiani parecchi si rifugiano nei regni del nord
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Le jarcas ('uscita') alcune preziose tracce di un’antica lirica romanza, in volgare mozarabico, sono conservate grazie a testi poetici scritti in caratteri arabi (o ebraici) provenienti dalle regioni meridionali della penisola Si tratta delle jarcas, che attestano l’impiego anche letterario del volgare mozarabico Ogni jarca rappresenta la clausola finale (da due a otto versi) di una muwaššaḥ
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Le jarcas La muwaššaḥ è un genere poetico di provenienza arabo-andalusa attestato nella penisola iberica a partire dal IX secolo, poi rapidamente diffusosi in tutto il mondo arabo La scoperta di questi testi risale al 1948 quando il semitista Samuel Stern ne pubblicò una ventina
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Le jarcas Circa sessanta testi databili tra la metà dell’XI sec. e la metà del XIII Tutti sono contenuti all'interno delle muwaššaḥ Lo schema di base di questo genere di poesia strofica è del tipo AA, bbbAA (AA), cccAA (AA), dddAA (AA) etc. C’è un preludio AA che viene costantemente ripetuto nella parte finale di ogni strofa (la cui prima parte è composta da un tristico monorimo con rima diversa in ogni strofa); il preludio poteva anche essere ripetuto come un ritornello
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Le jarcas Questa parte ripetuta è la jarca, posta in bocca ad un personaggio diverso dal poeta, per lo più una donna è scritta in una lingua diversa dall'arabo classico, il dialetto appunto mozarabico La gran parte contengono anche parole arabe o ibride arabo-romanze
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Le jarcas la jarca documenta, quindi, l'esistenza di una lirica volgare pre-trovatoresca e pre-cortese secondo alcuni studiosi da questa lirica arcaica discenderebbe sia la poesia musicale castigliana d'intonazione popolareggiante (i villancicos, simili alle jarcas) sia le cantigas de amigo galego-portoghesi, sia la poesia pre-cortese di ambito galloromanzo
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