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V ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE
Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza
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V Assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza In ogni tipo di relazione è in gioco il potere e, a seconda di come esso viene gestito, la relazione può essere COMPLEMENTARE SIMMETRICA
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V Assioma: La relazione complementare
In una RELAZIONE COMPLEMENTARE A e B sono su posizioni diverse, uno è up (guida/domina), mentre l’atro è down (segue/è dominato) Questo tipo di relazione si basa sulla differenza In una stessa relazione le posizioni up e down possono anche essere interscambiabili a seconda del contesto. Capita che una coppia si suddivida le aree di dominio e sottomissione nella propria vita relazionale.
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V Assioma: V Assioma: La relazione complementare
“Nonno, tra te e la nonna chi comanda?” (…) “Ti spiegherò, ma ora dimmi: quando tu e tuo fratello ballate lui ti comanda?” “No, Nonno, non mi è mai sembrato che lo facesse. Pietro mi guida” “Cosa vuol dire?” “Vuol dire che mi segnala cosa farmi fare, quale passaggio vorrebbe che io eseguissi, per poterlo fare insieme” “E a te non sembra che in questo modo sia lui a comandare, dato che decide quale passaggio eseguire?” “No, Nonno. A me non sembra e, credimi, non sembra nemmeno a lui” “Perché ridi?” “Rido perché rivedo delle cose, delle scene di quando balliamo, ma non so dirtelo… Quando Pietro mi guida è come se mi chiedesse di eseguire qualcosa che lui vuole fare con me e che, per giunta, può fare proprio grazie a me. No, Nonno, non mi sembra proprio che Pietro mi comandi (…). Ma dimmi, Nonno, dimmi di te e della Nonna” “Beh, la Nonna ed io ci alterniamo nella guida. In alcuni campi guido io, in altri lo fa lei. Quello dei due che non guida segue e segue nel senso che hai raccontato tu, non subendo, ma diventando essenziale per portare a compimento ciò che si è intrapreso” (Daria Mingarelli, Ballare la differenza, Youcanprint, pag 61-62)
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V Assioma: La relazione complementare
In molti casi, il contesto svolge un ruolo determinante nell’imporre relazioni di tipo complementare e nella definizione delle posizioni up e down (quindi nella gestione del potere). A scuola è chiaro che l’insegnante debba mantenere una posizione up mentre gli studenti siano down, così come tra dirigente e impiegati di un’azienda
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V Assioma: La relazione complementare
Il contesto formale Spesso le relazioni complementari si strutturano in quanto tali per la natura del contesto in cui hanno luogo. Generalmente, più il contesto è formale, più è caratterizzato da vincoli oggettivi e ufficiali relativamente alla gestione dei ruoli e del potere. Una caserma, un ufficio, una scuola, sono tutti ambiti gerarchizzati dove le mansioni manageriali e decisionali vengono ricoperte da figure specifiche e riconosciute. L’attribuzione del potere non avviene attraverso un processo di “contrattazione” e accordo informale tra le parti, come succede in famiglia ad esempio, ma tramite procedure, regolamenti e requisiti predeterminati.
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Rispettati (o modificati, ma in condivisione)
V Assioma: La relazione complementare Il contesto informale Nelle situazioni informali generalmente non esistono indicatori oggettivi a delineare chi debba assumere la posizione up e chi quella down (come tra coniugi o amici ad esempio) e sono le singole parti a dover decidere come definire i ruoli, che devono essere: Condivisi Rispettati (o modificati, ma in condivisione)
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V Assioma: La relazione complementare
La particolarità della relazione complementare consiste nella necessità che A accetti il Sé di B (e viceversa), poiché solo accettando il suo Sé egli gli potrà esserne complementare (Se A non riconosce B come padre, non potrà relazionarsi a lui come un figlio)
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V Assioma: La relazione complementare
In una relazione complementare efficace e funzionale i soggetti si riconoscono e accettano vicendevolmente, accettano e condividono i ruoli reciproci anche nelle fasi di cambiamento
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V Assioma: La relazione simmetrica
A e B sono sullo stesso piano, con lo stesso potere. Questo tipo di relazione si basa sulla minimizzazione della differenza. In una relazione simmetrica sana A e B nutrono rispetto e fiducia reciproca, confermando continuamente i rispettivi Sé
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V Assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza Laddove il contesto non fornisce regole e/o indicazioni precise, in una relazione sana è presente, in modo alternato, sia l’aspetto complementare che quello simmetrico, in momenti e ambiti diversi. I modelli di relazione simmetrica e complementare, infatti, si possono stabilizzare a vicenda svolgendo, nel cambiamento da uno stato all’altro, un’importante funzione omeostatica (equilibratrice)
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Comunicazione patologica connessa al quinto assioma
Cosa fa si che in una relazione la complementarietà o la simmetria di una relazione possa degenerare scatenando il conflitto?
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Una delle parti non riconosce il Sé dell’altra
Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida La prima degenerazione del V assioma si verifica nelle situazioni di complementarietà rigida Una delle parti non riconosce il Sé dell’altra
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B (figlia)“Io sono così”
Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida La relazione complementare tra A e B richiede necessariamente che A riconosca e accetti il Sé di B (e viceversa), quindi: B (figlia)“Io sono così” A (madre)“Io ti vedo così”
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B (figlia): “Io sono così”
Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida Se A non accetta la definizione di Sé di B e non la riconosce, le due immagini non coincidono (l’immagine che B ha di sé e l’immagine che A ha di B): B (figlia): “Io sono così” A (madre): “Io ti vedo così”
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Cosa succede in questi casi?
Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida Cosa succede in questi casi? Avviene una disconferma di B da parte di A, A non vede B così come B si vede Perché la relazione possa continuare ad esistere, A chiede a B di assumere una posizione a lui complementare che non corrisponde all’immagine che B ha di sé stesso B si trova di fronte ad un dilemma
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Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida
Se B rifiuta, imponendo ad A la propria immagine di se stesso, la relazione è potenzialmente compromessa (Se A non lo riconosce non gli può essere complementare) Se B accetta si trova ad assumere un’immagine, nella relazione, che non corrisponde a quella che egli ha di sé, accettando così la definizione che A dà di lui (il modo in cui lo vede), con il rischio di perdere se stesso, di una scissione dal proprio Io
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B (figlio) “Sono grande” A (madre) “Sei piccolo”
Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida Come visto nell’esempio, una situazione tipica di relazione patologica è quella tra madre e figlio, dove le definizioni di sé ad un certo punto non corrispondono più (la relazione non si adegua al cambiamento) B (figlio) “Sono grande” A (madre) “Sei piccolo” In questi casi si sviluppa un forte senso di frustrazione e/o disperazione in una o in entrambe le parti
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Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida
Cosa fare dunque? Tutte le relazioni, non solo quelle tra genitori e figli, sono soggette a cambiamento. La natura di ciascun individuo vive in un continuo stato di ridefinizione più o meno importante. Ridefinendo se stesso, ogni soggetto può sentire il bisogno o l’istinto di ricontrattare il proprio ruolo e i margini di confine, relativamente alla gestione del potere, nell’interazione con l’altro
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Prima degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una relazione di complementarietà rigida
Sviluppare un certo grado di consapevolezza relativamente a questo aspetto della comunicazione, favorisce la possibilità di: Mantenere sempre viva l’attenzione sulla nostra percezione del sé di coloro con i quali interagiamo, imparando a ridefinire le immagini attraverso l’esperienza della vita in comune ed evitando, il più possibile, di vincolarle alla rigidità dei nostri schemi di lettura, nuclei di verità e narrazioni dominanti. E’ fondamentale essere flessibili nella definizione dell’altro e nella gestione dei ruoli e del potere, considerando il cambiamento. Mantenere sempre viva l’attenzione sul grado di corrispondenza tra l’immagine che possediamo di noi stessi e il relativo feedback che riceviamo nell’interazione con gli altri. Laddove riscontrassimo segnali di asimmetria, la metacomunicazione diventa fondamentale. Abbiamo infatti messo in luce che se le reciproche visioni del sé non sono congruenti, l’attribuzione dei ruoli e la gestione del potere possono scatenare veri e propri drammi.
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Seconda degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una degenerazione del potere nella relazione complementare Se A si trova in posizione up può abusare del proprio potere, a detrimento di B che si trova in posizione down. Verosimilmente, B metterà in atto meccanismi di difesa per sfuggire dall’abuso di potere da parte di A. Questo farà sentire A minacciato e lo porterà ad incrementare ulteriormente il potere su B in modo da tenerlo sotto controllo. Ci si addentra così in un escalation dove il crescere del potere è direttamente proporzionale alla perdita di controllo Si verifica anche la situazione opposta, ovvero A che, benché si trovi in posizione up, non è in grado di esercitare il proprio potere su B, perdendone il controllo
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Seconda degenerazione del V Assioma: Quando si verifica una degenerazione del potere nella relazione complementare Cosa fare dunque? La degenerazione del potere (sia verso la sopraffazione che la sottomissione) innesca, generalmente, meccanismi reattivi che hanno come risultato quello di accentuare la l’alterazione di partenza, in un senso o nell’altro. Sviluppare consapevolezza rispetto a questa caratteristica della comunicazione favorisce la possibilità di interrompere il meccanismo degenerativo. Nei casi in cui ci si trovi coinvolti in una qualche forma di abuso di potere, sia in posizione up che down, è fondamentale evitare di reagire all’altro attraverso un comportamento del medesimo genere ma con verso opposto. Interrompere il meccanismo degenerativo richiede lo spostamento della relazione in uno spazio diverso dove, attraverso la metacomunicazione, la definizione degli obiettivi e dell’interesse comune, sia possibile ripristinare/contrattare una sorta di equilibrio.
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Terza degenerazione del V Assioma: Quando nella relazione simmetrica vengono a mancare fiducia, rispetto e accettazione reciproca, e non esistono limiti o cornici di riferimento La relazione simmetrica si fonda sull’uguaglianza e richiede mutuo rispetto, fiducia ed accettazione. Se tra A e B si sviluppa un certo livello di competizione e non ci sono limiti di riferimento (regole imposte dal contesto, limiti istituzionali, ideologici, morali, ecc) si entra in un’escalation che parte dal conflitto e può degenerare in comportamenti estremi di follia e pericolo
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Terza degenerazione del V Assioma: Quando nella relazione simmetrica vengono a mancare fiducia, rispetto ed accettazione reciproca, e non esistono limiti o cornici di riferimento Se A e B non provano più fiducia reciproca e viene a mancare il rispetto. A o B, oppure entrambi, rifiutano l’altro. Si verifica così uno stato di guerra perenne
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Terza degenerazione del V Assioma: Quando nella relazione simmetrica vengono a mancare fiducia, rispetto ed accettazione reciproca, e non esistono limiti o cornici di riferimento Cosa fare dunque? La relazione simmetrica, soprattutto in contesti informali, può difficilmente prescindere dall’accettazione reciproca del sé dei soggetti coinvolti. Sviluppare consapevolezza relativamente a questo aspetto della comunicazione favorisce la possibilità di focalizzare l’attenzione sia sulla nostra visione dell’altro che sulla sua di noi, considerando come un rifiuto di aspetti importanti della sua/nostra natura potrebbe costituire un elemento di potenziale elevato rischio per la relazione, che deve, pertanto, essere affrontato e gestito sia attraverso la metacomunicazione che la messa in luce dei limiti individuali di possibile accettazione reciproca.
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Consapevolezza e metacomunicazione come strumenti chiave
Quando ci si trova in una situazione conflittuale , è fondamentale: Fermarsi ad osservare cosa stia accadendo e come ciò che accade sia reso possibile; Metacomunicare, ovvero imparare a comunicare sulla relazione, sul modo di comunicare ed interagire.
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