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ECO: aliaesing nel ritorno venoso sistemico Gmed 4.5 mmHg

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Presentazione sul tema: "ECO: aliaesing nel ritorno venoso sistemico Gmed 4.5 mmHg"— Transcript della presentazione:

1 ECO: aliaesing nel ritorno venoso sistemico Gmed 4.5 mmHg
DILATAZIONE PERCUTANEA DI STENT NEL CALZONE VENOSO SISTEMICO SUPERIORE IN PAZIENTI AFFETTI DA TGA PALLIATA SECONDO MUSTARD M. Saitta*; A.Basile°; A. Privitera*; F. De Luca *; M. Patti °; G. Pongiglione! * U.O.C. Cardiologia Pediatrica P.O. Ferrarotto -Catania ; ° U.O. Radiologia Invasiva P.O. Ferrarotto-Catania ; !Dipartimento di Cardiologia Pediatrica Ospedale Bambino Gesu’ Roma BACKGROUND: la maggior parte dei pazienti affetti da trasposizione semplice delle grandi arterie, sino alla fine degli anni 1980 venivano trattati con switch atriale secondo tecnica di Mustard. La complicanza più frequente a lungo termine è la stenosi dei neo ritorni venosi sistemici e polmonari, ampiamente descritto in letteratura. Il trattamento delle stenosi emodinamicamente significative prevede la dilatazione del baffle venoso e posizionamento di stent per via percutanea. In due nostri pazienti, di età rispettivamente di 31 anni e 30 anni, affetti da dTGA palliati con tecnica di Mustard, in seguito al riscontro di stenosi del tunnel cavale superiore era stato, precedentemente, posizionato uno stent, nel primo all’età di 27 anni e nel secondo all’età di 18 anni. Paucisintomatici è stata riscontrata al follow-up una nuova stenosi intrastent emodinamicamente significativa RMN: restringimento e flusso ridotto a livello dello stent si è proceduto in entrambi pazienti, in anestesia locale, tramite accesso venoso giugulare destro, eco-guidato a valutazione emodinamica invasiva ECO: aliaesing nel ritorno venoso sistemico Gmed 4.5 mmHg Ottenuta la conferma angiografia della stenosi intrastent nel ritorno venoso sistemico superiore e con registrazione di gradiente pressorio superiore a 4 mmHg in entrambi i pazienti che presentavano, anche, revers flow sulla vena azygos. Si è quindi proceduto a dilatazione degli stent rispettivamente nel 1° paziente a 20 mm e nel 2° a 16 mm con palloni Numed ad alta pressione. Il successivo controllo angiografico ha dimostrato la regressione della stenosi, mentre il rilievo pressorio documentava l’azzeramento del gradiente CONCLUSIONI: la ristenosi a distanza nei condotti venosi sistemici trattati precedentemente con stent in pazienti palliati secondo Mustard sembra essere dovuta alla formazione di peeling di fibrina favorita dalle basse pressioni del flusso nella zona già trattata. La procedura di redilatazione è comunque relativamente semplice ed eventualmente ripetibile fino al massimo consentito dallo stent precedentemente impiantato


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