Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
III e IV lezione di TIMOLOGIA: emozione e sistemi timici
Prof Carluccio Bonesso
2
Infrastruttura dell’emozione
Le emozioni, come ogni altra funzione interattiva, possiedono un’infrastruttura che ricalca frattalmente le caratteristiche generali dell’interazione. La timologia descrive l’emozione come un meccanismo di adattamento, la cui funzione è di mettere in relazione interattiva i bisogni dell’organismo con l’ambiente. Per svolgere la sua funzione ogni emozione è dotata di un’infrastruttura tropico/edonica specifica, dotata di espressività.
3
Il tropismo (da trépein volgere), è la spinta attrattiva o repulsiva, di avvicinamento o allontanamento, l’edonia (edoné = piacere), è il piacere o il dispiacere, dolore collegato ad ogni sentimento. La specificità e l’espressività hanno la funzione di rispondere ad un input specifico al bisogno corrispondente e a comunicarlo.
4
Attorno a questa infrastruttura primitiva si è sviluppata ogni nuova emozione con la specializzazione di nuove interazioni fra bisogni nuovi emergenti e stimoli diversi. Contemporaneamente le emozioni hanno sviluppato progressivamente anche un feedback specifico attraverso l’espressività, la quale comunica lo stato interno ed informa gli altri. Gli studi antropologici documentano come le espressioni collegate alle emozioni siano uguali in ogni cultura.
5
Relazione ed azione Il flusso interattivo dell’emozione è descritto nelle fasi di: input, valutazione, attivazione e output, che determinano i due momenti fondamentali: input-valutazione attivazione-output . L’inter-azione è l’agire-fra, cioè ciò che passa dinamicamente fra due poli in relazione: qualunque azione dentro qualunque relazione. L’input-valutazione è il momento della relazione e l’attivazione-output il momento dell’azione.
6
Il termine relazione ci rimanda a quel fenomeno originale che genera un rapporto, un incontro, un’interazione tra due variabili. Ogni organismo vivente è imprescindibilmente immerso in un ambiente con cui non può che essere in relazione. Nessuno è mai sospeso nel vuoto. Aria, luce, terra, acqua, temperatura, gli altri, le regole, la cultura ecc. ci contengono e ci circondano interattivamente sempre.
7
E alla relazione segue l’attivazione/output, cioè l’azione, la quale è il movimento che interviene intenzionalmente sull’ambiente. L’intenzionalità è fornita dalla relazione e l’azione mira ad attuare la finalità. Il rapporto che c’è fra relazione ed azione definisce l’assioma fondamentale dell’interazione che afferma: “non vi è azione senza relazione e la relazione precede sempre l’azione”.
8
Ogni comportamento include sia l’azione che la relazione: meglio si direbbe che è generato dall’interazione dei due sistemi, per cui comportarsi è sempre interagire. Le scienze classiche procedono attraverso la scomposizione dell’oggetto di studio nei loro elementi costitutivi e nelle loro funzioni. Purtroppo l’oggetto è maggiore e ben più complesso della somma delle parti, alle quali non può essere ridotto e identificato.
9
Funzionalmente non c’è differenza fra Hitler e Gandhi
Funzionalmente non c’è differenza fra Hitler e Gandhi. Dal punto di vista dell’anatomia, della biologia, della neurologia e d’altre scienze Hitler e Gandhi sono indifferenti. Anche in timologia fin qui abbiamo scomposto prima in funzioni timiche e poi in relazione ed azione l’attuarsi della timia. Ma la coerenza fra i sistemi ci dice d’un livello più complesso proprio dell’interazione, dove Hitler non può essere confuso mai con Gandhi.
10
Entro la sequenza dell’emozione il momento della relazione precede
e determina il momento dell’azione, mentre diversamente nell’interazione i due sistemi convivono e più che sequenziali sono invece profondamente coerenti fra loro, le due facce dell’interazione.
11
Si tratta di coerenza analoga alla coerenza quantistica, dove i processi non seguono una logica deterministica, ma l’estensione immediata delle caratteristiche a tutte le dimensioni che partecipano al processo coerente. Il modello causa/effetto non è sufficiente a spiegare la coerenza timica.
12
Il sistema emotivo omeostatico arcaico
All’inizio c’erano l’omeostasi ed il movimento, si potrebbe esclamare! Infatti secondo l’evoluzione delle interazioni e della comparsa delle relative strutture biologiche, per prima si svilupparono l’omeostasi ed il movimento con le biologie di riferimento specifiche delle strutture più arcaiche del cervello. Secondo la binarietà della saturazione/carenza.
13
A quel livello la dinamicità e la binarietà sono espresse dalla chemiotassi delle protoemozioni dell’attrazione/repulsione e dai feedback trofici (dal greco τροϕή, nutrimento) e/o riproduttivi (specificità) della primitiva coppia emotiva della soddisfazione/insoddisfazione.
14
Modello di flusso infrastrutturale
ATTRAZIONE: avvicinamento SODDISFAZIONE: (saturazione) potenziamento tropico tropismo edonia INSODDISFAZIONE: (carenza) inibizione tropica REPULSIONE: allontanamento
15
Si tratta di quel andare alla ricerca in modo più o meno organizzato e più o meno abile verso ciò che è funzionale alla sussistenza fisiologica e alla riproduzione. In ciò l’essere animale guidato dall’attrazione si avvicina, contrariamente la repulsione lo allontana. Questo sistema primitivo è presente negli animali più evoluti a livello omeostatico.
16
Specifico dell’attrazione è tutto ciò che è commestibile, buono, gradevole, appetivo, attraente,
anche agli effetti della riproduzione, mentre nella situazione opposta si ha la repulsione per tutto ciò che è contaminante e tutto ciò che è repellente.
17
Schema riassuntivo del sistema emotivo omeostatico arcaico
eutimia Infrastruttura cacotimia Attrazione e soddisfazione (saturazione) emozione Repulsione e insoddisfazione (carenza) Protropico: avvicinamento, attrattiva, curiosità, aspettativa, gioco … Tropismo Antitropico: allontanamento, evitamento, rigetto, nausea... Protrofico: il gradiente è determinato dal coefficiente di soddisfazione sensoriale. Trofismo (edonia) Antitrofico: il gradiente è determinato dal coefficiente di insoddisfazione sensoriale. Input: oggetti o sostanze commestibili, soggetti sessualmente eccitanti, gioco; eccitazione dei bisogni fisiologici di sussistenza, crescita e riproduzione; Soddisfazione: stati fisiologici di appagamento. Specificità Input, oggetti o sostanze contaminanti o repellenti; eccitazione dei bisogni di sussistenza e di preservazione fisiologica; Insoddisfazione: stati fisiologici di carenza. La novità, il benessere e l’appagamento. Criterio protoassiologico di opportunismo biologico La mancanza di novità, di benessere, di appagamento e la repellenza. Avvicinamento, ricerca, esplorazione, gioco, incorporazione. Output Allontanamento, distanziamento, evitamento e rifiuto.
18
In neurobiologia, sebbene il tropismo della ricerca sia diverso da animale ad animale e da bisogno a bisogno, il sistema che attiva le azioni tipiche dell’annusare, toccare ed esplorare, anche oralmente, il seeking (Solms Turnbull), è presente in tutti gli animali e si attiva anche nell’eccitazione sessuale e in tutti gli stati attrattivi, nel gioco e nelle forme di aggressività fredda predatoria.
19
Appetiti, predazione e gioco hanno basi neurologiche in comune.
Quando il seeking si attiva, probabilmente su segnalazione del sistema omeostatico per un bisogno, un’inquietudine spinge a cercare, ad andare, ad esplorare, a mettere in moto il tropismo.
20
Naturalmente al contatto con gli stimoli esterni accade qualcosa che per essere compreso deve far riferimento ai sistemi di memoria, alle esperienze precedenti che forniscono le rappresentazioni degli oggetti e garantiscono all’organismo l’adattamento e l’apprendimento di ogni nuova esperienza.
21
Come in tutti i sistemi di apprendimento, il meccanismo di “ricompensa”, che dà la soddisfazione o l’insoddisfazione, assume la funzione di feedback dell’attrazione/repulsione, i quali stanno alla base dell’apprendimento e sono infrastrutturali ad ogni emozione. Il sistema infrastrutturale tropo-trofico è talmente arcaico che potrebbe non sussistere più come sistema a sé stante puro e semplice, perché l’evoluzione lo ha sicuramente complessificato e adattato ad ogni forma di vita animale.
22
Forse lo si può ancora riscontrare in forme animali primitive pluricellulari. Certamente nelle forme di vita più evolute rimane annidato alla base del funzionamento dell’omeostasi, talché si può parlare di sistema di flusso dell’omeostasi situabile nei funzionamenti del tronco cerebrale. Spetterà ai neurobiologi ricercarne le forme, mentre agli effetti della comprensione del comportamento umano tale problema rimane significativo per comprendere il modello timologico dell’emozione e della motivazione.
23
Piano cartesiano del sistema arcaico
Avendo ogni emozione le due variabili infrastrutturali, possibilmente quantificabili, del tropismo e dell’edonia trofica, si può quindi disegnare ogni sistema timico come un sistema cartesiano con l’edonia sull’asse delle ordinate ed il tropismo sull’asse delle ascissa ed ottenere così quindi quattro quadranti. Piano timico cartesiano Proedonia trofica +y IV quadrante I quadrante ritiro o distruttività eutimico Antitropismo –x Protropismo +x III quadrante II quadrante cacotimico liminalità e cambiamento Antiedonia trofica –y
24
Il I quadrante è eutimico, protropico e proedonico, perché accoglie tutte le emozioni facenti parte delle sopracategorie emotive dell’attrazione, della soddisfazione/piacere, della fiducia, della filia, della gioia e della felicità. Mentre nel quadrante cacotimico si annidano le sopracategorie contrarie, antitropiche e antiedoniche, della repulsione, dell’insoddisfazione/dispiacere, della paura, della rabbia, della tristezza e del senso di colpa.
25
Il secondo è il quadrante liminale e indica la fatica tropica e l’antiedonia del cambiamento.
È la via per passare dal quadrante cacotimico all’eutimico. Mentre il contrario IV quadrante del rifugio, o del ritiro indica tutte quelle condizioni che sono di nascondimento o di riposo piacevoli, e quando l’antitropismo relazionale è forte, si ha la fissazione e la distruttività.
26
Asse delle ascisse = tropismo dell’attrazione/repulsione,
asse delle ordinate = edonia della soddisfazione/insoddisfazione. Il valore positivo in ascissa è determinato dalla spinta all’avvicinamento dell’attrazione (protropismo), mentre il negativo (antitropismo) dalla spinta all’allontanamento della repulsione. Il valore positivo in ordinata è determinato dal piacere della soddisfazione (proedonia), mentre il negativo dalla spiacevolezza della insoddisfazione (antiedonia). Piano del sistema arcaico Proedonia +y riposo soddisfazione, curiosità, gioco, inattività eccitazione, evitamento consumazione, attrazione Antitropismo -x Protropismo +x repulsione esplorazione, allontanamento ricerca, schifo, ribrezzo toccare, annusare insoddisfazione Antiedonia -y
27
Nel quadrante eutimico, che annida i punti eutimici del sistema, si ritrovano le situazioni di curiosità piacevole, l’eccitazione positiva sessuale, e tutte le situazioni di consumazione. Nel quadrante liminale, annidante i punti antiedonici e i protropici, si hanno le situazioni faticose della ricerca ed esplorazione, con l’annusare ed il toccare per valutare le eventuali opportunità.
28
Nel quadrante cacotimico, simmetrico al primo rispetto all’origine, si annidano i punti cacotimici tipici delle situazioni di allontanamento ed evitamento come ben definisce lo schifo ed il ribrezzo. Il quadrante di rifugio, antitropico e proedonico, simmetrico al secondo rispetto all’origine, contiene le situazioni di evitamento, di riposo, di letargo o di inattività piacevoli, come potrebbe essere l’oziare umano o il crogiolarsi al sole di tanti animali.
29
I quattro quadranti possono essere distinti in altrettante situazioni di base. Il primo è il quadrante della sussistenza, il secondo della fatica, il terzo della preservazione ed il quarto del riposo. Come si vede queste situazioni sono comuni a tutti gli esseri viventi. Dove esattamente fissare i punti sul piano cartesiano è ovviamente oggetto di ricerca. Riposo Sussistenza Preservazione Fatica
30
Il sistema della relazione
La relazione determina l’intenzionalità dell’interazione mettendo in atto quel esser favorevole o contrario decisivo e fondamentale che contraddistingue ogni relazionalità e ne governa il flusso. Modello di flusso del sistema tropico/edonico della relazione FILIA azioni e atteggiamenti filiaci FELICITA’ potenzia la filia, inibisce la rabbia edonia tropismo RABBIA azioni e atteggiamenti ostili COLPA inibisce la filia, potenzia la rabbia
31
Il sistema tropico/edonico della relazione ha un tropismo modulato dalla filia (amicizia, amore, cura ecc) e dall’opposta rabbia, determina le complicità, i comportamenti di affiliazione e le ostilità; risponde ai bisogni sociali, ma anche a quelli primari della riproduzione o della sopravvivenza nella difesa o attacco ad una minaccia. Il criterio assiologico, che governa questo sistema è l’appartenenza/alleanza, discriminando gli altri secondo la logica del pro o contro, del “o sei con me o sei contro!”
32
La relazione è sempre protropica sia nella filia come nella rabbia, dal punto di vista dell’azione , solo che nella prima il tropismo volge la relazione verso l’affiliazione, l’amicizia, la complicità, la cura e la collaborazione, mentre nella seconda la propensione volge verso l’avversione, l’ostilità, l’odio, il rancore, l’invidia aggressivi e persino distruttivi.
33
La filia e tutte le emozioni di area cospecifiche sono eutimiche.
Quando invece le emozioni affiliative diventano passioni o sentimenti complessi possono annidare emozioni antiedoniche e perciò cambiar di segno l’edonia. Infatti quando la passione amorosa annida la nostalgia o la paura di perdere la persona amata l’attrazione amorosa diventa antiedonica. (vedi gelosia) Anche l’antiedonica rabbia può divenire proedonica nel caso della complicità ostile o nel perverso piacere distruttivo.
34
Piano cartesiano del sistema della relazione Proedonia R +y
distruttività malignità felicità beatitudine reazione prosocialità amore distropie entusiasmo odio vendetta serenità filia Antitropismo R -x Protropismo R +x rabbia rifiuto accettazione tolleranza rancore tormento senso di responsabilità risentimento scusa pentimento perdono reazione senso di colpa reintegrazione Antiedonia R -y
35
Nel quadrante eutimico, comprendente i punti protropici e proedonici della relazione, si ritrovano le situazioni di serenità, amore, entusiasmo e perdono con i comportamenti prosociali dettati da una relazione filiaca. Essendo l’origine del piano delle relazioni innocente (in-nocens), allora tutta l’area è essenzialmente inclusiva, esattamente come nell’area opposta dominano il rifiuto e l’esclusione. Il quadrante si può definire della beatitudine proprio per questo, perché l’inclusività si esprime attraverso l’accoglienza e la prosocialità.
36
Nel quadrante liminale vi sono elementi ed atteggiamenti che sono precondizioni della beatitudine, poiché senza la capacità di assumersi la responsabilità degli errori, senza l’accettazione dei propri ed altrui limiti e senza lo scusarsi e il richiedere il perdono non ci può essere né inclusione e né perfetta felicità. Il perdono si situa nella reintegrazione come cambiamento e pentimento che porta alla richiesta di perdono.
37
Non è così matematico situare i sentimenti umani nei quadranti cartesiani, perché la loro area di senso non è definibile in termini logici precisi essendo legata all’esperienza, alla individualità e alle variazioni concettuali della cultura. Il perdono è contemporaneamente atto d’amore e processo di reintegrazione, cioè ponte fra odio e amore. E quindi potrebbe essere situato anche nel primo quadrante.
38
Il quadrante liminale può essere definito della reintegrazione e comprende i punti antiedonici R del senso di colpa ed i protropici R della filia, che configurano le situazioni faticose dell’assunzione della responsabilità, del chiedere scusa e dell’accettazione. È il quadrante del cambiamento e del sacrificio, senza i quali non vi è crescita e reintegrazione della relazione.
39
Nel quadrante cacotimico si hanno l’antitropismo R ostile della rabbia e l’antiedonia R del senso di colpa, tipici delle situazioni di conflitto negativo, del rancore e dell’odio, che generano la distruttività del quarto quadrante. È a partire da questo quadrante la radice della malignità e la malvagità del quarto quadrante. Il malvagio ricava però, dalla sua malignità il piacere del dominio e del sadismo perversamente intriso di soddisfazione di tipo arcaico, primario, ma mai spirituale.
40
Nel IV quadrante, simmetrico al secondo rispetto all’origine, l’antitropismo dell’odio e la proedonia del piacere ostile determinano quanto di peggio l’umanità abbia mostrato. Questo quadrante può essere definito della malignità e della distruttività, tipico dell’inimicizia, dell’odio e del tradimento. Stanno qui le distropie (dei vizi), le antitropie delle guerre e di ogni altra violenza.
41
Sottosistema tropico della relazione
Eutimia: Filia Infrastruttura Cacotimia: Rabbia Protropico R: il gradiente è commisurato al coefficiente di attrazione e attaccamento affettivo, di aspettativa di benevolenza, di stima e di sicurezza. Tropismo R varia i rispettivi coefficienti anche secondo le caratteristiche individuali, le esperienze e l’educazione. Antitropico R dell’attacco: il gradiente è commisurato dai coefficienti di sfida o di aggressività attivati dalla minaccia, dall’imposizione di un danno, da una sottrazione e da esclusione. Antitropico R dell’evitamento: il gradiente è commisurato ai coefficienti di disprezzo, di indignazione o di delusione. Proedonica R: il gradiente è determinato dal coefficiente di piacere della complicità affiliativa e della cura/protezione. Edonia R varia i rispettivi coefficienti anche secondo le caratteristiche individuali, le esperienze e l’educazione. Antiedonica R: (rabbia piacevole) il gradiente è determinato dal grado di complicità ostile, dal piacere distruttivo e/o dal piacere della sfida; Alta antiedonia R: (rabbia spiacevole) il gradiente è determinato dal grado di frustrazione o dalla paura presente nell’aggressività difensiva, Bassa antiedonia R: (rabbia fredda) a causa del timore di perdere la preda o il cibo conquistato. - Input, soggetti attraenti e/o rassicuranti e/o complici, vicinanza intima. - Stati affiliativi di appartenenza, di cura e di stima. Specificità R - Input, oggetti e soggetti impeditivi e/o minaccianti danni, frustrazione; - eccitazione dei bisogni di alleanza, bisogni di affetto, di identificazione, di appartenenza e di stima.
42
Mi comprende? Non mi comprende! Espressione Output annidamenti
L’appartenenza e l’alleanza. È con me? Mi stima? Mi vuol bene? Mi ama? Mi comprende? Criterio assiologico di valutazione varia anche secondo lo stile attribuzionale individuale Minaccia all’appartenenza e all’alleanza, ostilità. È contro me! Non mi stima! Non mi vuol bene! Non mi ama! Non mi comprende! Rilassata, volto disteso nella fiducia e incantata (simile alla paura, ma con la bocca distesa) nello stupore. Espressione Fronte corrucciata, sopraciglia abbassate all’interno e alzate all’esterno, occhi puntati, bocca stretta o semiaperta a mostrare i denti stretti. Corpo teso fin quasi all’immobilità o molto mobile ed inquieto. Comportamenti affiliativi, amicali, protettivi e accuditivi di vicinanza intima, di complicità solidale,collaborazione e simpatia. Output Comportamenti ostili, aggressivi, distruttivi, giudicanti ed oppositivi. Sinergia con le emozioni eutimiche. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: attrazione, fiducia e soddisfazione Sinergie e annidamenti Sinergia con le emozioni cacotimiche, ma anche le emozioni positive, come la fiducia nei propri mezzi, la speranza di vittoria, di successo, di conquista e l’attrazione del possesso con i piaceri connessi. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: paura, rifiuto, schifo, repulsione e insoddisfazione.
43
Sottosistema edonico della relazione Eutimia: Felicità Infrastruttura
Cacotimia: Senso di colpa Protropico R: il gradiente è commisurato ai coefficienti di entusiasmo, di distacco emotivo e di stupore. Tropismo R varia i rispettivi coefficienti anche secondo le caratteristiche individuali, le esperienze e l’educazione. Antitropico R: il gradiente è commisurato ai coefficienti di gravità sociale percepita. Protropico R: il gradiente è commisurato ai coefficienti di responsabilità percepita. Proedonica R: il gradiente è determinato dai coefficienti di affidamento spirituale e di ottimismo. Edonia R Antiedonica R: il gradiente è determinato dai coefficienti di gravità morale percepita. - Input, situazioni di pregnanza di significato e di relazione profonda. - Stati di appagamento esistenziale e di illuminazione. Specificità R - Input, violazioni di ciò che è ritenuto proibito. - eccitazione dei bisogni etici, morali e di significato (coerenza). Giustizia, coerenza, senso, significato e finalità. È giusto? È bene? È bello? Ha significato? Criterio assiologico di valutazione varia anche secondo lo stile attribuzionale individuale Ingiustizia, incoerenza, perdita di senso, di significato e mancanza di finalità. Non è giusto! Non è bene! Non ha senso e significato!
44
Rossore, espressione perturbata e confusa, occhi abbassati.
Sorridente, pacata e serena. Espressione Rossore, espressione perturbata e confusa, occhi abbassati. Flusso, interazione, sorriso, pacatezza, chiarezza, limpidezza, trasparenza, ottimismo, empatia, compassione, amore, perdono. Output Disintegrazione, blocco, comportamenti di nascondimento, dissimulazione ed evitamento, oppure assunzione di responsabilità, di reintegrazione e richiesta di perdono. Sinergia con le emozioni eutimiche, ma anche in alcune situazioni di dolore in vista di un significato (es. il dolore del parto). Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: attrazione, soddisfazione, fiducia e gioia. Sinergie e annidamenti Sinergia con le emozioni cacotimiche, ma anche l’interesse ed il piacere della trasgressione, che non è altro che la sfida sociale e morale. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: repulsione, rifiuto, paura, rabbia e tristezza.
45
Il senso di colpa negli studi attuali
Negli elenchi che gli studiosi del settore fanno delle emozioni fondamentali il senso di colpa non compare. Ma recenti studi hanno invece evidenziato aspetti interessanti che non vanno sottaciuti. Dopo la scoperta del DNA, la genetica molecolare e l’antropologia si sono poste la domanda se il senso morale abbia una base genetica. Il quesito ha anche risvolti etici, filosofici e religiosi di portata non indifferente.
46
Gregory Berns, docente di psichiatria alla Emory University di Atlanta, analizzando con tecniche di imaging l’attività cerebrale durante i comportamenti altruistici, ha evidenziato un maggiore afflusso di sangue alle aree del piacere. Ciò vuol dire che fare del bene, essere generosi ed altruisti genera un benessere piacevole, alias proedonia.
47
Negli Stati Uniti Steven Pinker, docente di psicologia dell’Università di Harvard a Cambridge, teorizza che il senso morale non derivi dalla religione appresa e condivisa, ma che i principi morali professati dalle persone siano pre-programmati nel nostro cervello e abbiano basi neurobiologiche. Dello stesso avviso sono altri come il biologo Marc Hauser, docente ad Harvard, e Richard Dawkins, biologo ed etologo dell’Università di Oxford.
48
L’ipotesi che esista un sesto senso morale, cioè un organo complesso con precise basi neurologiche è confortata da vaste ricerche. Hauser, utilizzando il metodo della ricerca sperimentale con sondaggi statistici su vasta scala, ponendo precisi quesiti morali come: «È giusto sacrificare la vita di una persona per salvarne molte?» ha scoperto che le risposte sono pressoché uguali, al di là della fede, del grado di cultura dello stato economico, dell’età e del sesso degli intervistati.
49
Dalle osservazioni svolte dagli psicologi Elliot Turiel e Judith Smetana nei bambini della scuola dell’infanzia, si scopre che già a quella età i bambini distinguono la differenza fra convenzione sociale e principio morale. Sanno già che non è lecito portare il pigiama a scuola (convenzione) come neppure picchiare un compagno senza ragione (principio morale). Posti di fronte al quesito se queste azioni siano lecite qualora permesse, la maggior parte dei bambini risponde che si può indossare il pigiama, ma mai prendere a pugni i compagni.
50
In alcune ricerche si è evidenziato che il rifiuto della violenza è presente anche nelle scimmie.
Jonathan Haidt, psicologo e filosofo docente all’Università della Virginia, analizzando l’esperimento fatto con alcune scimmie resus, le quali, messe nella condizione di tirare una catena che provoca una scossa alla scimmia vicina per ottenere del cibo, rinunciano al cibo, sostiene che l’istinto a rifiutare la violenza sia presente anche al di fuori della specie umana.
51
Oltre all’ipotesi genetica vi è anche un’ipotesi traumatica
Oltre all’ipotesi genetica vi è anche un’ipotesi traumatica. I neuroscienziati Hanna ed Antonio Damasio hanno scoperto che alcuni bambini che subiscono gravi danni frontali possono diventare crudeli e irresponsabili da adulti, pur avendo un’intelligenza normale. Si comportano come psicopatici e non riescono a distinguere il più semplice dilemma morale, come risolvere il problema di due persone se non sono d’accordo su quale canale TV guardare, o se un uomo possa rubare un farmaco per salvare sua moglie gravemente malata.
52
Il sistema dell’azione
L’azione, qualunque azione, accade all’interno di un’interazione e poiché dall’interazione non si esce, così allora non si smette mai di agire. L’inazione non è l’uscita dall’azione, ma solo la parziale sospensione da alcuni tipi di azione o del fare, non comunque lo stop assoluto. L’azione è un fluire variegato ed incessante, dotato di un tropismo che la muove e di un’edonia che le fa da feedback.
53
Piano cartesiano del sistema dell’azione
Proedonia A +y rilassamento riposo gioia euforia mania inattività soddisfazione piacere evitamento nascondimento successo acquisizione ozio coraggio fiducia Antitropismo A -x Protropismo A +x paura perdita timore fatica lavoro fuga insuccesso fobia agitazione resilienza panico depressione tristezza resistenza elaborazione Antiedonia A –y
54
Il quadrante uetimico, che chiameremo del successo, comprende i punti protropici e proedonici dell’azione e vi si ritrovano le situazioni di sicurezza, di attività piacevole, che qualora fossero portate all’eccesso diventerebbero esaltazione e mania. Rientra in questa area il successo, la vittoria, la conquista e l’acquisizione, le quali coniugate al coraggio determinano il livello alto dell’autoefficacia.
55
Il quadrante liminale può essere definito della fatica
e comprende i punti antiedonici A della tristezza ed i protropici A della fiducia, che configurano le situazioni faticose del lavoro, del sacrificio, della conquista e della resistenza che si richiedono per ogni risultato. Rientra in questa area la resilienza, l’elaborazione della perdita e in parte del lutto, giacché il lutto rientra anche nella relazione.
56
Nel quadrante cacotimico, che chiameremo della perdita, simmetrico al primo rispetto all’origine, si hanno l’antitropismo A della paura e l’antiedonia A della tristezza, tipici delle situazioni di perdita, di sconfitta, d’insuccesso e della fuga. Sta dentro questo quadrante la depressione, perché annida in alto grado sia la paura della perdita e sia la tristezza per la medesima. Ai punti estremi del quadrante si ha il massimo dell’insicurezza del panico e della fobia.
57
Nel quadrante del rifugio, qui definibile del riposo, simmetrico al secondo rispetto all’origine, l’antitropismo A dell’allontanamento dall’attività e dalla fatica è richiesto dalla preservazione, che è una forma di protezione dal pericolo di esaurimento, perciò rientrante nella paura. Il nascondimento, l’inattività, ma anche l’ozio abitano da queste parti: l’ozio è più piacevole, il nascondimento più antitropico A.
58
Modello di flusso del sistema tropico/edonico dell’azione
FIDUCIA azioni e atteggiamenti di avvicinamento GIOIA potenzia la fiducia e l’azione tropismo edonia TRISTEZZA rallenta ed inibisce l’azione PAURA azioni e atteggiamenti di allontanamento o evitamento
59
Il tropismo é la propensione all’azione ed é determinato dalle emozioni contrarie e cospecifiche della fiducia e della paura. La fiducia genera azione, entusiasmo, avvicinamento, coraggio, intrapresa, crescita. La paura rallenta l’azione, allontana, scoraggia, inibisce l’intrapresa, genera comportamenti di evitamento.
60
I frutti dell’azione efficace sono segnalati dall’edonia della soddisfazione, del piacere e della gioia, caratterizzati da alta eccitazione, al contrario la tristezza avverte dei fallimenti, delle sconfitte e delle perdite. Ma quando la paura determinasse per effetto della fuga la salvezza, allora l’edonia sarebbe quella della gioia.
61
Sottosistema tropico dell’azione
Eutimia: Fiducia Infrastruttura Cacotimia: Paura Protropico A: il gradiente è commisurato al coefficiente di aspettativa di sicurezza ambientale e salutare, dalla distanza di fuga, dall’affidabilità relazionale, mentre nello stupore dalla bellezza e dalla sorpresa positiva. Tropismo A varia i rispettivi coefficienti anche secondo le caratteristiche individuali, le esperienze e l’educazione. Antitropico A: il gradiente è commisurato ai coefficienti di repentinità e di aspettativa di danno, di vicinanza reale o presunta dello stimolo pericoloso. Proedonica A: il gradiente è determinato dal coefficiente estetico di bellezza (forma, grandezza, rumore gradevole/sgradevole, movimento ed espressione) e di gradevolezza psicologica propri del benessere fisiologico ed emotivo. Edonia A Antiedonica A: il gradiente è determinato dai coefficienti di pericolosità legati alla forma, grandezza, movimento, versi e alla espressione del pericolo attivante. - Input, oggetti, soggetti, ambiente ed idee belli e/o affidabili, rassicuranti e vicinanza. - Stati di benessere emotivo e tranquillità. Specificità A - Input, oggetti e soggetti pericolosi. - eccitazione dei bisogni di sicurezza e sopravvivenza.
62
È bello! È buono! È sicuro! Posso fidarmi!
La sicurezza. È bello! È buono! È sicuro! Posso fidarmi! Criterio assiologico di valutazione varia anche secondo lo stile attributivo individuale La mancanza di sicurezza. Non è bello! Non è buono! Non è sicuro! Non posso fidarmi! È pericoloso! Rilassata e volto disteso nella fiducia e incantata (simile alla paura, ma con la bocca distesa) nello stupore. Espressione Sopraciglia alzate, occhi sbarrati, pupille dilatate e bocca aperta a forma d’O. Produzione e riproduzione, gioco, comportamenti di vicinanza stanziale e psicologica, quali adesione, consenso, affidamento e nello stupore incantamento/rapimento. Output Inibizione della produzione, riproduzione e gioco, fuga, evitamento, sospetto e comportamenti di contiguità territoriale (non contatto). Sinergia con le emozioni eutimiche, ma anche con la complicità ostile. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: attrazione, soddisfazione e piacere. Sinergie e annidamenti Sinergia con le emozioni cacotimiche che vanno ad aumentare il dispiacere ed il dolore; la rabbia aumenta il malessere, ma può attenuare il dolore fisico. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: repulsione, rifiuto, insoddisfazione e dispiacere.
63
Sottosistema edonico dell’azione
Eutimia: Gioia Infrastruttura Cacotimia: Tristezza Protropica A: il gradiente è commisurato ai coefficienti di investimento relazionale e di vicinanza (coefficienti di attaccamento) e dall’importanza dell’acquisizione, della conquista e della vittoria. Tropismo A varia i rispettivi coefficienti anche secondo le caratteristiche individuali, le esperienze e l’educazione. Antitropica A: il gradiente è commisurato ai coefficienti di repentinità della perdita dell’oggetto di attaccamento, cioè rifiuto o negazione dell’evento luttuoso, della sconfitta e del fallimento. Proedonica A: il gradiente è determinato dai coefficienti di repentinità e di imprevedibilità dell’evento edonico e dai coefficienti di desiderio. Edonia A Antiedonica A: il gradiente è determinato dai coefficienti di distanza intima, affiliativa, stanziale con l’oggetto di attaccamento, cioè dolore per il distacco o per la perdita. - Input, riuscita, affermazione, successo, conquista, vittoria, trionfo, sconfitta e/o morte dell’avversario o del nemico. - Stati di appagamento relazionale, stati cognitivi ed estetici positivi e autorealizzazione. Specificità A - Input, disunione, distacco (perdita di soggetti e oggetti di attaccamento, di ruolo), insuccesso, sconfitta, fallimento. -eccitazione dei bisogni relazionali, bisogni cognitivi ed estetici e bisogni di autorealizzazione.
64
Riesco? Ce la faccio? Resta con me? Non mi abbandona?
La riuscita, il successo, la conquista, il possesso. Riesco? Ce la faccio? Resta con me? Non mi abbandona? Criterio assiologico di valutazione varia anche secondo lo stile attributivo individuale La mancata riuscita e la perdita. Non riesco! Non ce la faccio! Ho perso! Non resta con me! Mi abbandona! L’ho perso! Occhi e bocca sorridenti, eccitazione motoria. Espressione Sopraciglia e bocca abbassate agli angoli, rallentamento motorio. Riso, vivacità, esuberanza, festa, energia, entusiasmo, ma anche mania. Output Pianto, cordoglio, nascondimento, rifugio nel ricordo, rifiuto o negazione dell’evento doloroso, depressione. Sinergia con le emozioni eutimiche, ma anche rabbia sadica e masochista. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: filia, soddisfazione, piacere e attrazione. Sinergie e annidamenti Sinergia con le emozioni cacotimiche. Annidamento d’emozioni fileticamente antecedenti: rabbia, paura, repulsione, rifiuto, insoddisfazione e dispiacere.
65
L’agire felice Sembrerebbe in contraddizione con quanto affermato associare la felicità all’azione, giacché si è ampiamente dimostrato che ad essa attengono specificatamente la soddisfazione, il piacere e la gioia, mentre la felicità è specifica della relazione. Infatti è dentro una relazione filiaca che si dà d’esser felici e che conseguentemente è l’agire con amore che regala felicità.
66
Si dimentica sempre che relazione ed azione sono le due facce dell’interazione,
il cui modello di flusso dice che in entrata sono gli input a generare le emozioni, le passioni e a risvegliare gli atteggiamenti, mentre il discorso cambia quando ci si mette dal punto di vista opposto, dove sono i bisogni a dare il via alle motivazioni.
67
Da un punto di vista fenomenologico il far qualcosa per un motivo o per un altro non cambia nulla.
Che si baci una persona per amore o per tradirla non fa differenza nella sequenza gestuale. Lo fa da un punto di vista intenzionale e della motivazione con conseguenti emozioni diverse.
68
Agire efficacemente per motivi biologici ha come conseguenza timica soddisfazione e magari piacere.
Agire proficuamente per motivi psicologici e sociali regala piacere e gioia. È però, solo l’agire per motivi di senso, significato e finalità che genera felicità. Infatti quando l’agire è mosso da verità e giustizia, quando è il bene, l’amore e la bellezza a guidare i passi, allora compare la serenità e può accadere che fiorisca la felicità.
69
Tutte le mattine la stragrande maggioranza degli uomini si alza per andare a lavorare. Miliardi di loro lo fanno per inerzia emotiva, perché devono, è necessario: si tratta di sopravvivenza. Milioni d’altri si affrettano anche per realizzarsi, per raggiungere il successo, il potere e la ricchezza. Questi aspirano a brindare alla vittoria e a stappare lo spumante nel podio più alto della vita.
70
Ci sono poi molti altri, sconosciuti ai più, che si avviano al lavoro anche per scelta e per responsabilità, mossi da dignità e desiderio di contribuire al proprio bene, alla crescita delle persone che amano e della comunità. Sono solo queste le persone che potranno gustare di tanto in tanto il sapore ed il profumo della felicità. E sono ancora queste che hanno il potere di cambiare la storia in senso positivo.
71
Sopra le righe … Ogni sistema timico in forza della binarietà e del feedback edonico gode di un certo equilibrio che determina il benessere dell’essere vivente. Quando il sistema si squilibra allora si è di fronte all’alterazione, la quale può seguire la doppia direzione del sequestro parossistico o dell’inibizione.
72
Stati omeostatici apicali arcaici: frenesia e catatonia
IPERTROPISMO da attivazione e insoddisfazione carenziali IPEREDONIA frenetica RAFFORZAMENTO motivazionale Flusso della frenesia
73
Il flusso o il circuito della frenesia in origine parte dall’insoddisfazione prolungata, lo stato carenziale, potente attivatore del tropismo della ricerca. In molti animali si traduce nell’incessante cercar cibo e, in alcuni periodi, il partner per la riproduzione. Da qui la situazione di ipertropismo carenziale. Situazione del predatore. Gli erbivori non devono rincorrere l’erba e le piante, mentre i carnivori devono mettercela tutta per sopravvivere.
74
È evidente quindi che quando vanno a segno divorano in “preda” ad un’edonia compensatoria, la cui soddisfazione ha l’effetto di rafforzare la motivazione. Inoltre il rafforzamento motivazionale va ad inibire la repulsione (vedi il predatore che si nutre di carogne), ma anche la paura, confermando l’attrazione forte per la preda.
75
Una volpe o una faina in un pollaio non uccidono una preda, ma fanno un macello divorando un po’ qua ed un po’ là, prese dalla frenesia alimentare. Il discorso per l’uomo si fa molto più serio e tragico, perché la frenesia si generalizza a tutto il suo stile di vita, quindi all’alimentazione, al possesso, al sesso e al dominio. La frenesia alimentare è diventata la causa delle più diffuse malattie nelle società più avanzate. La frenesia da possesso e successo è il viatico di tante depressioni.
76
La frenesia sessuale di tipo prestazionale è il disastro di molte relazioni affettive.
La frenesia da dominio è il pericolo più subdolo di ogni democrazia. E poiché la frenesia è una modalità arcaica antiomeostasi, essa influenza e caratterizza ogni comportamento in modo inconscio. A livello di interazione logonica la frenesia assume il volto ideologico dell’intolleranza distruttiva.
77
Flusso della catatonia
ATROPISMO da attivazione e insoddisfazione conflittuali DISEDONIA eccitatoria o ANEDONIA passiva INIBIZIONE motivazionale e blocco Flusso della catatonia
78
Chi ha dimestichezza con il comportamentismo, si sarà sicuramente imbattuto nell’esperimento del topolino al quale vengono somministrate in modo incoerente scosse elettriche (rinforzo negativo) o cibo (rinforzo positivo) indipendentemente dal comportamento emesso. Il povero animaletto obbligato in un labirinto riceve gratificazioni o punizioni indipendentemente dal comportamento atteso. Dopo un po’ il malcapitato diminuisce i tentativi e si lascia andare diventando passivo. All’esame interno manifesta nel tempo anche dei danni biologici (vedi epigenetica).
79
Chi provasse a giocare su di un piano con un ragnetto in fuga impedendogli ogni ritirata, scoprirebbe che dopo un certo numero di tentativi, lo sventurato si immobilizzi e diventi totalmente passivo al punto da sembrare morto ed insensibile. Molte prede utilizzano la stessa strategia dell’immobilità o della finta morte.
80
Il flusso o il circuito della catatonia in origine parte dall’insoddisfazione, dalla sofferenza e dall’attivazione conflittuale, uno stato d’incertezza tropica, la quale può dar luogo negli animali superiori e nell’uomo a due forme di atropismo, (non si può parlare di tropismo, perché non c’è né avvicinamento, né allontanamento) uno passivo e anedonico, un altro fatto di eccitamento disedonico di tipo scomposto, sfrenato, talora violento e non finalizzato.
81
Tutto questo da una parte aumenta la sofferenza e dall’altra inibisce la soddisfazione e la motivazione con blocco dell’attrazione/repulsione: un brutto circuito! Nell’uomo, a parte la patologia catatonica, tratti minori di questo circuito si possono ravvisare nella timidezza e nella mancanza di assertività.
82
La frenesia e la catatonia primitive emergono dal livello dell’omeostasi e del movimento, ma è evidente che il loro riverbero arrivi al livello cerebrale superiore per effetto dell’annidamento emotivo e fa le sue vittime. Lo stato di eccitamento catatonico, nel quale si osserva l’agitazione, ha il suo corrispettivo primitivo nel tremore (tutto tropico) che precede l’immobilità. Nel conflitto fra fuga ed immobilità ecco il tremore prima della rigidità. Nella catatonia l’uno diventa eccitamento e l’altra il blocco tropico.
83
Flusso della mania Modello di flusso della mania IPERTROPISMO
da frenesia DISEDONIA da eccitazione parossistica IPERVALUTAZIONE acritica Flusso della mania
84
All’apice patologico delle manifestazioni della fiducia agìta si situa la mania. Accade che la valutazione della fiducia diventi l’ipervalutazione della mania con l’effetto d’un aumento smodato dell’autoefficacia (un sentire onnipotente), che consente al soggetto una manifesta volubilità fatta di repentini cambi di opinione. Il maniaco è in preda a facile distraibilità ed ha un basso senso del pericolo. Nella mania il protropismo della fiducia si converte nell’ipertropismo maniacale, cioè in un’attività mentale, verbale e comportamentale frenetica, non inibita dalla paura.
85
L’ipereccitazione del maniaco non è edonica, è un effetto parossistico che si risolve prima o poi nella caduta depressiva. Allora la fiducia diventa la paura e la ritirata nell’ipotropismo disedonico d’una tristezza senza speranza: la depressione, che è l’apice patologico opposto alla mania. Si assiste ad un rallentamento con perdita di fiducia e di speranza carica d’una disperazione impotente, dove sicuramente la caduta dell’autostima è generata da una svalutazione autodistruttiva d’un vivere evidentemente disedonico in ambedue le manifestazioni.
86
Flusso della depressione
IPOTROPISMO da rallentamento ANTIEDONIA da paura e tristezza SVALUTAZIONE pessimistica Flusso della depressione
87
La distruttività All’apice delle manifestazioni della rabbia agìta si situa la distruttività. La storia racconta di mascalzoni, torturatori e conquistatori che hanno nel distruggere cose e persone lo scopo principale della loro vita. Questa potenzialità è presente in ogni essere umano. Al culmine d’un litigio ne fa le spese qualche malcapitato bicchiere o un piatto! In alcuni, quella che è una parentesi di tutti, diventa la modalità prevalente della vita.
88
Lorenz considerava l’aggressività biologicamente adattiva, essendo sviluppata evolutivamente per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Di contro Fromm in “Anatomia della distruttività umana” (1973) fa giustamente osservare che vi è una netta differenza fra aggressione adattiva e crudeltà, sete di sangue: il male insomma! Fromm pone una ben definita distinzione tra istinto e passioni. La distruttività e la crudeltà sono passioni radicate nell’animo umano e non sono istintuali.
89
È da ricercare nel carattere la radice dell’aggressività e dove si suddivide l’aggressività benigna dalla maligna. La benigna dinamizza la vita. L’aggressività maligna induce alla distruttività, come accade nel sadismo, in cui la persona è relegata a oggetto, su cui esercitare la propria volontà onnipotente. Per il sadico l’annientamento dell’altro riveste una gioia superiore al piacere del dare sofferenza.
90
Flusso della distruttività
IPERTROPISMO VENDICATIVO da odio, rancore, risentimento PROEDONIA distruttiva VALUTAZIONE di inaccettabilità Flusso della distruttività
91
Da un punto di vista del flusso non c’è nulla di straordinario
Da un punto di vista del flusso non c’è nulla di straordinario. L’input è quello che è: una minaccia, un’ingiustizia, un qualcosa di avverso o percepito come tale, qualcosa che si nega. Il problema inizia nella valutazione di inaccettabilità dell’evento che genera un’attivazione ipertropica di tipo ostile e vendicativo. In base a tale valutazione il soggetto si ritiene giustificato alla rappresaglia che va dunque a vivere con edonia frenetica, generando un circuito autoalimentante perverso e distruttivo.
92
Tale meccanismo è più frequente di quanto si possa immaginare, ed è presente nella quotidianità di “quasi” tutti. Basti analizzare la dinamica del pettegolezzo invidioso (gossip), non priva di velenosità e piacere distruttivo, almeno a livello sociale, simbolico ed emotivo. È invece ben più evidente nel bullismo, perché la distruttività diventa fisica e sociale. Nel bullo, nella bulla, nell’adulto prevaricatore, c’è il piacere distruttivo che alimenta il senso d’onnipotenza individuale.
93
Per comprendere meglio il fenomeno basti pensare che all’opposto della distruttività si situa l’innocenza, cioè l’in-nocens, il non essere nocivi. Le vie della distruttività partono da un valutare sospettoso, acrimonioso ed intollerante, il quale innesca un tropismo irrefrenabile, ostile e violento. La distruttività attiene alla malignità, il sentimento apicale contrario alla beatitudine innocente.
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.