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Sociologia marittima Settimana 8
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Gli scienziati sociali hanno spesso un’inclinazione inguaribilmente “terraiola” e tendono a considerare ciò che accade “in m are” o “a bordo” di una nave come qualcosa di marginale rispetto alla società
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Per Mark Twain le grandi masse non hanno solo una storia a naturale ma anche una “storia storica”, che non è assolutamente estranea o di minore importanza rispetto alla storia “terrestre
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dalla conferenza di Rio del 1992, gli oceani e le coste hanno acquisito lo status di luoghi paradigmatici delle contraddizioni della globalizzazione, quali cambiamento climatico, urbanizzazione, bio-invasioni, inquinamento, pirateria ed immigrazione
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Tuttavia, la consapevolezza collettiva del ruolo dei mari e d elle coste nello scenario globale è recente, piuttosto vaga, improntata all’episodicità e spesso venata di sensazionalismo ( Klein, Mackenthun 2012).
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Il desiderio di costruire spazi oceanici nazionali si intreccia ambiguamente con argomentazioni di tipo ambientalistico, ideologie dello sviluppo e retoriche della sicurezza, dando luogo alla nascita di nuove istituzioni quali le Zone Economiche Esclusive (ZEE) o le aree Marine Protette (AMP),
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Il mare è tutt’oggi rappresentato e codificato in opposizione alla terra ferma in termini di “natura selvaggia e indisponibile” versus “territorialità sovrana e domestica”.
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La definizione giuridica generica di un’AMP rimanda alla nozione di spazio di polizia, cioè a quella di un perimetro geografico delimitato (una circoscrizione amministrativa) sul quale si applicano regole di polizia speciali, formulate in ter-m ini di divieti o di obblighi in attività realizzate su, o in rela-z ione con, questi spazi (turismo, urbanesimo, ambiente, pesca, navigazione, estrazione, ecc.). La finalità principale di un’AMP (piccola o grande) è quindi di prevenire gli attacchi e le degradazioni suscettibili di danneggiare il suo ambiente e le sue risorse (Cazalet et al., 2012).
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AMP sono usate in realtà come strumenti per favorire la protezione spaziale delle biomasse di specie migratrici, che sono oggetto di cattura di massa, primaria o accessorie
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La creazione di grandi AMP permette agli stati, e soprattutto alle grandi nazioni marittime, di riaffermare la loro sovranità sulle ZEE (Zone Economiche Esclusive, ndt.), in nome della scienza e dell’ambiente un articolo della rivista MPA News (Kelleher, 2009) sollevava il seguente problema: “Come proteggere ciò che ancora non si conosce?”
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opposizioni da parte di quanti difendono una visione più oggettiva, pragmatica e utilitaristica della protezione, della sua necessaria compatibilità, del suo contributo agli imperativi economici, alimentari e sociali del “presente”. alla La nozione di “mare presente” corrisponde alla volontà per uno stato costiero di vedersi riconoscere implicitamente delle competenze in materia di sorveglianza (polizia) sulle acque che oltrepassano i suoi spazi giurisdizionali (ZEE).
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La degradazione dell’ambiente marino e il deterioramento della biodiversità tende ad accelerare. Habitat costieri, barriere coralline, mangrovie, praterie marine, specie vegetali ed animali ne sono coinvolte. il numero di zone morte è in crescita inquietante e sono presenti ovunque le specie invasive. La pesca eccessiva, la distruzione del litorale, le diverse fonti di inquinamento e le emissioni di gas ad effetto serra impattano duramente sugli oceani del mondo. D’altra parte, l’enorme aumento della navigazione marittima partecipa al degrado degli ecosistemi e sconvolge le specie.
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Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization) (11) l’oceano ha una profondità media di 3800 metri. E se c’è un ecosistema a rischio ancora poco conosciuto dalla scienza e quasi inesplorato, è proprio quello delle aree profonde, delle montagne sottomarine, delle pianure degli abissi e delle grandi fosse.
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il valore di ciò che viene estratto è maggiore dei danni inflitti all’ambiente marino? Come riparare i gravi guasti già accertati? Per il loro contributo alla sensibilizzazione, all’informazione, all’educazione, per i loro interventi e le loro iniziative a favore dell’oceano, le organizzazioni non governative hanno un ruolo importantissimo.
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Sea Shepherd (internazionale): tonno, balene, mammiferi marini
Tamar (Brasile: grandi tartarughe Bloom (Francia): difesa fondali marina da pesca in profondità Oceanium (Senegal): mangrovia ed ecoturismo Global Ocean Legacy (internazionale): rete grandi riserve marine
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