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MORFOLOGIA Dal greco morphé = forma Lógos = studio È la parte della grammatica che studia la forma delle parole e le loro trasformazioni.

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Presentazione sul tema: "MORFOLOGIA Dal greco morphé = forma Lógos = studio È la parte della grammatica che studia la forma delle parole e le loro trasformazioni."— Transcript della presentazione:

1 MORFOLOGIA Dal greco morphé = forma Lógos = studio È la parte della grammatica che studia la forma delle parole e le loro trasformazioni

2 Filastrocca Ciarlestroniana
Era Brillosto e i tospi agìluti Facèan girelli nella civa; Tutti i parussi erano mélacri, Ed il trugon striniva

3 Analizziamo la filastrocca
QUALI SONO LE PAROLE NOTE E QUELLE INVENTATE? CHE FUNZIONE HANNO LE PAROLE ALL’INTERNO DELLA FRASE? CI SONO DELLE CONCORDANZE? O DELLE PAROLE DI COLLEGAMENTO? CI SONO PAROLE VARIABILI E INVARIABILI?

4 CLASSIFICAZIONE DELLE PARTI DEL DISCORSO
NOMI ARTICOLI VERBI AGGETTIVI

5 Ci sono alcune parole inventate, ma non tutte
Ci sono alcune parole inventate, ma non tutte! Alcune poi, come brillosto, hanno l’aspetto di parole italiane, perché sono composte da consonanti e vocali combinate in modo da formare sillabe. Brillosto, quindi, come parola, ha una forma che potrebbe andare bene, anche se non ha un significato.

6 Le parole: forma e significato
Ogni parola è formata da: Forma: cioè la catena di suoni, vocali e consonanti, che formano la parola e che possiamo sentire con le nostre orecchie. Ex. La parola topo è formata da 4 suoni (fonemi): t – o – p – o. significato: cioè l’idea che la parola ci fa venire in mente Ex. Se sentiamo o leggiamo topo pensiamo ad un animale piccolo, con una lunga coda, muso e denti aguzzi…

7 DAL PUNTO DI VISTA DELLA FORMA LE PAROLE SONO COSTITUITE DA DUE PARTI: RADICE + DESINENZA BELL + O BELL + A BELL + I RADICE: PARTE INIZIALE E IMMUTABILE, CI DÀ INFORMAZIONI SUL SIGNIFICATO DELLA PAROLA DESINENZA: PARTE FINALE E VARIABILE DI UNA PAROLA, CI INDICA LE CARATTERISTICHE GRAMMATICALI DELLA PAROLA STESSA (M., F.; S. , P. ) Di solito le parole, per accordarsi tra di loro, cambiano solo la parte finale, che chiamiamo desinenza, la parte iniziale, che chiamiamo radice, rimane fissa.

8 QUINIDI, Se guardiamo alla forma, possiamo distinguere le parole in: Variabili: quelle che hanno più di una forma perché riescono a «flettersi» per accordarsi con le altre parole. Ex. topo, grigio, fare Invariabili: hanno una forma rigida, che rimane sempre uguale. Ex. E, tardi, per, in

9 Le parole, all’interno di una frase, formano dei gruppi e, in questi gruppi, ce n’è sempre una che comanda sulle altre e che stabilisce l’accordo. Esempio: se scrivo i topi grigi, topi comanda su i e su grigi, imponendo il genere M e numero P Allo stesso modo funziona i tospi agìluti QUINDI La variabilità coincide con l’esistenza di diverse forme di parola (era – erano; tospi – tospo; il – i). L’invariabilità coincide con una sola forma (e, ma, poi, qui…).


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