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CLAUDE MONET ( ) La gazza, , olio su tela, 89x130 cm

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Presentazione sul tema: "CLAUDE MONET ( ) La gazza, , olio su tela, 89x130 cm"— Transcript della presentazione:

1 CLAUDE MONET (1840-1926) La gazza, 1868-1869, olio su tela, 89x130 cm
CLAUDE MONET ( ) La gazza, , olio su tela, 89x130 cm. Parigi, Museo d’Orsay

2 Tra tutti i pittori dell’impressionismo, può essere considerato il più impressionista di tutti. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo. La sua formazione avvenne in maniera composita, trovando insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo. A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir, Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto l’influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon. Monet abbandona la prospettiva geometrica e la definizione netta dei piani per tentare di catturare il valore di fluidità dell’atmosfera

3 Nel 1863 si entusiasmò per «La Colazione sull’erba» di Manet e cercò di apprenderne il segreto. Nel conobbe la pittura di Constable e Turner. In questo periodo si definisce sempre più il suo stile impressionistico, fatto di tocchi di colore a rappresentare autonomi effetti di luce senza preoccupazione per le forme. Nel 1872 dipinse il quadro che poi diede il nome al gruppo: «Impression. Soleil levant». Questo quadro fu esposto nella prima mostra tenuta dagli impressionisti nel 1874. In questo periodo lo stile di Monet raggiunge una maturazione che si conserva inalterata per tutta la sua attività posteriore. Partecipa a tutte le otto mostre di pittura impressionista, tenute fino al 1886.

4 Claude Monet (1840 – 1926), Impressione, sole nascente (1872)  ( olio su tela, cm.48x cm. 63), Parigi, Musée d’Orsay. Il quadro fu esposto alla prima mostra degli impressionisti, nello studio del fotografo Nadar, nel boulevard des Cappucines. L’opera, nelle intenzioni di Monet, doveva raffigurare uno scorcio del porto di Le Havre, ma considerato che il luogo non era pressoché riconoscibile, lo stesso autore, dovendo suggerire un titolo per il catalogo della mostra, suggerì quello di Impressione, sole nascente. Infatti siamo alle prime luci dell’alba. La vista è quella di un porto in cui sono visibili le sagome incerte di alcuni battelli ormeggiati, avvoltolati dalla bruma umida, che riflettono le loro forme frammentate dal tremolio dell’acqua. Allato e dietro le imbarcazioni si scorgono i moli con delle costruzioni e le rispettive attrezzature portuali, immerse pure nella coltre nebbiosa, sotto un cielo gravato da dense nuvole basse, dentro cui emerge un sole scialbo e rossastro, che si riflette come una scia vacillante nel mare.

5 I contorni grigi appena accennati di due piccole barche di pescatori scivolano nell’acqua, verso l’osservatore, e danno un effetto di profondità all’immagine, in un’atmosfera di forte suggestione emotiva, in una visione trasognata, sostanzialmente romantica.     Nel dipinto sono presenti tutti gli elementi della pittura di Monet, che consistono nel raffigurare il soggetto ad una certa ora del giorno e ad una particolarissima situazione di luce, in una visione di resa istantanea del reale, nella quale sia evidente l’immediatezza della percezione visiva. Anche la luce, affidata ai pochi brillii rosseggianti del sole nascente, è di straordinario effetto nel grigiore acquoso del porto. Le pennellate di colore sono sempre percepibili, in tocchi veloci o a tratti più larghi, che annullano il senso del dettaglio in favore della vivezza dell’insieme.   

6 Pittura a cicli Dal 1890 Monet comincia un’attenta ricerca sulla variazione della luce. Dapprima concentra l’attenzione su alcuni covoni di paglia nella campagna francese che dipinge ripetutamente, tendendo invariato il punto di vista, catturando gli effetti della luce nelle diverse ore del giorno.

7 Claude Monet, La cattedrale di Rouen, primo sole, 1894
I suoi soggetti sono sempre ripetuti infinite volte per esplorarne tutte le varianti coloristiche e luministiche. Tra le sue serie più famose vi è quella che raffigura la cattedrale di Rouen. La facciata di questa cattedrale viene replicata in ore e condizioni di luminosità diverse. Ogni quadro risulta così diverso dall’altro, anche se ne rimane riconoscibile la forma di base pur come traccia evanescente e vaporizzata.

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9 L’impressionismo tardo: Monet non abbandonerà mai il suo fermo credo nella pittura impressionista e nello studio dei soggetti all’aria aperta. Lo dimostra una tarda veduta di Palazzo Ducale , ricordo di un soggiorno in laguna del 1908, la cui attenzione si concentra sullo scambio tra luce e colore, reso attraverso una pennellata pronta a catturare entrambi. La presenza dell’acqua gli assicura continui mutamenti luministici che si riflettono sui palazzi. Palazzo Ducale a Venezia, 1908, olio su tela, 81x100cm., New York

10 Nel 1890 Monet prende casa a Giverny, un tranquillo villaggio tra Parigi e la Normandia. L’abitazione è piuttosto modesta ma è circondata da un ampio terreno, che Monet stesso trasforma in un magnifico giardino. Nel 1893 fa costruire uno stagno che riempe di ninfee, fiore che diviene l’oggetto prediletto della sua speculazione pittorica, focalizzata esclusivamente sui mutamenti della luce e sull’effetto emotivo della pennellata, a dimostrazione ancora una volta che, agli occhi dell’artista impressionista, il soggetto è spesso pretestuoso rispetto al vero interesse: LO STUDIO DELLE VARIAZIONI LUMINISTICHE.

11 Claude Monet, Ninfee, armonia rosa, 1900
Claude Monet, ninfee, armonia verde, 1899, Parigi

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13 Ninfee, 1906

14 Ninfee,

15 Stagno di ninfee e salice piangente” (1916-1919) Claude Monet

16 Monet mentre dipinge le sue Ninfee

17 Ninfee blu" 1916-1919, Olio su tela Cm 200 x 200, Parigi museo d'Orsay.

18 Negli ultimi anni Monet dipinge pressoché nella cecità: ciò che riporta sulla tela dunque, è probabilmente piuttosto fedele alla reale percezione che aveva del proprio giardino. Al di là comunque del rimando ad una situazione fisica contingente, la serie delle Ninfee va contestualizzata in una Francia che usciva da una profonda industrializzazione e da una guerra giocata per la prima volta sul piano mondiale, due eventi che sconvolsero e mutarono profondamente la società. Le Ninfee divengono quindi in quest’ottica la metafora del frantumarsi delle certezze ottocentesche.


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