Dante e musica Canti e suoni nella Divina Commedia

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Presentazione sul tema: "Dante e musica Canti e suoni nella Divina Commedia"— Transcript della presentazione:

1 Dante e musica Canti e suoni nella Divina Commedia
da Marco Di Manno, La musica della Commedia, Ensemble San Felice di Firenze, 2015

2 ENSEMBLE SAN FELICE di Firenze
Gruppo di musica antica attivo da oltre vent'anni sulla scena italiana e internazionale, ha elaborato il progetto - spettacolo La Musica della Commedia ( ), da un’idea della medievalista suor Julia Bolton Holloway realizzato dai musicisti Federico Bardazzi e Marco Di Manno. Lo spettacolo, con il sostegno dell’Unione Europea, è stato presentato in Spagna, Germania, Portogallo e Austria, nell’ambito delle celebrazioni per il 750° anniversario della nascita di Dante. Cd pubblicato nel n. 11/2015 da Classic Voice – ANTIQUA, il Dvd dalla Società Editrice Dante Alighieri di Roma.

3 Struttura Una voce legge le didascalie che chiariscono il contesto,
spiegando al pubblico i vari momenti della Commedia, quali siano i personaggi e che cosa stia accadendo; un’altra voce legge i versi connessi al brano musicale, che viene quindi eseguito in immediata successione. Fa da sfondo un video in cui si alternano immagini dei mosaici del Battistero di San Giovanni, di miniature tratte da codici medievali, alcuni tra i maggiori capolavori dell'arte medievale e rinascimentale. Un ponte tra antico e moderno sulla base della ricerca filologica, che rende ancora più viva l'opera dantesca nel XXI secolo.

4 Brani musicali a solo e canti corali liturgici
Alcuni personaggi della Commedia cantano brani musicali: canzoni scritte da Dante stesso, come Casella che intona Amor che nella mente mi ragiona o Bonagiunta da Lucca Donne ch'avete intelletto d'amore. Talvolta sono canti liturgici, ad es. Piccarda che canta un'Ave Maria. In tal caso si tratta di canti a solo. A cantare talvolta sono cori di anime o angeli o anche figure allegoriche come le Virtù. In questo caso l'esecuzione è affidata al coro, femminile, maschile o anche a voci miste. Alcuni brani sono in latino, altri in volgare.

5 Brani in latino – Brani in volgare
I brani in latino corrispondono ai canti gregoriani appartenenti al periodo storico in cui Dante è vissuto.  I canti gregoriani sono tratti: dal repertorio dell'Ufficio delle Ore e della Messa, drammi liturgici, antifone, salmi, responsori, inni, canti del Proprio e dell'Ordinario della Messa. Per quanto riguarda invece il repertorio in volgare, in assenza spesso delle melodie originali, si è ricorsi alla prassi storica del contrafactum, adattamento di un differente testo ad una musica preesistente. tratta tra le più celebri raccolte del Medioevo, come il Libre Vermell de Montserrat le Cantigas de Santa Maria di Alfonso X el Sabio il Laudario Fiorentino.

6 Inferno Vexilla Regis (Inf. XXXIV, 1-3)

7 L’inno dei Crociati Vexilla Regis (Inf. XXXIV, 1-3)
Nell'Inferno non c’è musica, tranne un riferimento all‘inno dei Crociati (in particolare Templari) cantato il Venerdì Santo in onore della Croce  Tempo della Commedia: 25 marzo 1300, Venerdì Santo. Questo inno è citato da Virgilio, mentre mostra a Dante il re degli inferi, Satana. I dannati sono costretti a cantare questo inno sacro sotto forma di parodia in onore di Satana. Il testo del Vexilla Regis è attribuito a Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato (530 –607) venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

8 Testo dell’inno sacro Vexilla Regis
Voce recitante “Vexilla regis prodeunt’ inferni verso di noi; però dinanzi mira” disse 'l maestro mio, “se tu ’l discerni” (Inf., XXXIV, 1-3) Coro dei demoni Vexilla Regis Vexilla Regis prodeunt; Avanzano i vessilli del re; fulget Crucis mysterium, risplende il mistero della Croce, quo carne carnis conditor su cui l'artefice di tutto il creato suspensus est patibulo. fu appeso col suo corpo al patibolo Confixa clavis viscera Confitto il corpo dai chiodi tendens manus, vestigia, tendendo le mani e i piedi redemptionis gratia per la nostra redenzione hic immolata est hostia. qui fu immolata la vittima. Quo vulneratus insuper Su cui trafitto mucrone diro lanceae, da crudele punta di lancia, ut nos lavaret crimine, per lavarci dalla colpa, manavit unda et sanguine. effuse lacrime e sangue.

9 Purgatorio In exitu Isräel de Aegypto (II, 43-49)
Amor che nella mente mi ragiona (II, ) Miserere mei, Deus(V, 22 – 27)

10 In exitu Isräel de Aegypto (Purg. II, 43-49)
Dante e Virgilio sulla spiaggia dell'isola del Purgatorio, vedono una nave su cui le anime traghettate cantano un salmo. Dante precisa che il canto è da parte di tutto il coro. È il Salmo 113 In exitu Isräel de Aegypto, cantato dai pellegrini ebrei nel Tempio di Gerusalemme prima della venuta di Cristo. Ancora oggi è nella liturgia in occasione dellabenedizione dell’acqua battesimale durante la Veglia pasquale  Tempo della Commedia: 28 marzo 1300, Lunedì di Pasqua. Questo salmo è citato allegoricamente da Dante anche nel Convivio (II.1, 63-65) e nell’Epistola a Can Grande della Scala (X, 7).

11 Purgatorio II, 43-49 – Il canto delle anime
Voce recitante Da poppa stava il celestial nocchiero, tal che faria beato pur descripto, e più di cento spirti entro sediero. “In exitu Isräel de Aegypto” cantavan tutti insieme ad una voce, con quanto di quel salmo è poscia scripto. Poi fece il segno lor di santa croce. (Purg. II, 43-49)

12 Il salmo 113 Antiphona : Nos qui vivimus, benedicimus Domino.
Psalmus 113 In exitu Israël de Ægypto, Durante l’esodo di Israele dall’Egitto domus Jacob de populo barbaro, la casa di Giacobbe (partì) da un popolo barbaro facta est Judæa sanctificatio ejus; La Giudea venne consacrata a Dio Israël potestas ejus Israele divenne il suo dominio Mare vidit, et fugit; Il Mare vide e fuggì Jordanis conversus est retrorsum il Giordano si rivolse indietro. Montes exsultaverunt ut arietes, I monti saltarono come arieti, et colles sicut agni ovium e i colli come gli agnelli delle pecore. Quid est tibi, mare, quod fugisti? Che hai tu mare, che sei fuggito? et tu, Jordanis, quia conversus es retrorsum? e tu Giordano che ti sei rivolto indietro? Montes, exsultastis sicut arietes? E voi monti, che saltaste come arieti? et colles, sicut agni ovium? e voi colli che saltaste come agnelli? A facie Domini mota est terra, All’apparir del Signore si è scossa la terra, a facie Dei Jacob: Giacobbe all’apparir di Dio: Qui convertit petram in stagna aquarum, Lui che muta la pietra in laghi, et rupem in fontes aquarum e la roccia in sorgenti di acque. Gloria Patri, et Filio, / et Spiritui Sancto Gloria al Padre, al Figlio e allo Sp. Santo Sicut erat in principio, et nunc, et semper, Com’era in principio, e ora e sempre, et in saecula saeculorum, Amen e nei secoli dei secoli. Così sia.

13 Amor che nella mente mi ragiona (Purg., II, 106-19)
Sulla spiaggia dell’Antipurgatorio Dante chiede a Casella di cantare una canzone composta da lui stesso: Amor che nella mente mi ragiona (Conv. III, D.V.E. II.6, 6). Questo canto attrae le anime e le distoglie dall’ascesa al monte. Il canto viene interrotto dall’irato Catone. Alla canzone in volgare precede, come si è visto, il canto sacro in latino In exitu Israel (Salmo 113) Non è l’unico caso: in diversi momenti della Commedia (Purg. II, ; XXIV, 49-57; XXVI ; Par. VII 37-9; XXXIII, 1-39) Dante alterna brani di musica sacra in latino a brani poetici profani in volgare.

14 Purgatorio, II, 106-119 - L’invito a Casella
Ond’ io: “Se nuova legge non ti toglie memoria o uso a l'amoroso canto che mi solea quetar tutte mie doglie, di ciò ti piaccia consolare alquanto l'anima mia, che, con la sua persona venendo qui, è affannata tanto!". “Amor che ne la mente mi ragiona” cominciò elli allor sì dolcemente, che la dolcezza ancor dentro mi suona. Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi ed attenti alle sue note, ed ecco...

15 Amor che ne la mente mi ragiona
Convivio, III, vv. 1-8 /90 Amor che ne la mente mi ragiona de la mia donna1 disiosamente, move cose di lei meco sovente, che lo ‘ntelletto sovr’esse disvia. Lo suo parlar sì dolcemente sona, che l’anima ch’ascolta e che lo sente dice: “Oh me lassa! ch’io non son [possente] di dir quel ch’odo de la donna mia!” L'amore, che parla nella mia mente della mia donna con desiderio, di-scute spesso con me di cose che la riguardano e che il mio intelletto non è in grado di capire. Le sue parole suonano tanto dol-cemente che l'anima che ascolta e che lo sente di-ce: "O povera me, che non sono capace di ripe-tere quel che sento della mia donna!“ Il significato allegorico della donna gentile è la filosofia.

16 (Miserere mei, Domine (Purg. V, 22)
A questo punto del viaggio nell’Antipurgatorio un gruppo di penitenti canta la prima parte del Salmo 50, Miserere (vv. 1-7), “a verso a verso”, ovvero in forma responsoriale a semicori. Successivamente i pellegrini cercano di sapere come è possibile che Dante abbia un’ombra, perciò interrompono all’improvviso il loro canto. Il resto del salmo sarà ripreso nei Canti XIII e XXXI, 82-84 in un hysteron proteron, ovvero invertendo l’ordine dei versi.

17 Purgatorio V, 22-27 – Il canto delle anime
E ‘ntanto, per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco, cantando Miserere a verso a verso. Quando s’accorser ch’ì non dava loco Per lo mio corpo al trapassar d’i raggi, mutar lor canto in un oh! lungo e roco.

18 Coro Psalmus 50 Miserere mei, Deus 
Miserère mei, Deus, secùndum magnam misericòrdiam tuam. Et secùndum multitùdinem miseratiònum tuàrum, dele iniquitàtem meam. Àmplius lava me ab iniquitàte mea, et a peccàto meo munda me. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Quòniam iniquitàtem meam ego cognòsco, et peccàtum meum contra me est semper. Tibi, tibi soli peccàvi, et malum coram te feci, ut justificèris in sermònibus tuis, et vincas cum judicàris. Le mie colpe io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di Te, contro Te solo ho mancato, quello che è male ai Tuoi occhi io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nei Tuoi giudizi.

19  Coro Psalmus 50 Miserere mei, Deus
Ecce enim in iniquitàtibus concèptus sum, et in peccàtis concèpit me mater mea. Ecce enim veritàtem dilexìsti: incèrta et occùlta sapièntiae tuae manifestàsti mihi. Ecco, io sono generato nella colpa, concepito dagli ardori di mia madre. Ma Tu vuoi la sincerità del cuore, e nella mia notte, mi fai conoscere la sapienza.

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