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Enzo Filippetto - Paolo Ciaccia

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Presentazione sul tema: "Enzo Filippetto - Paolo Ciaccia"— Transcript della presentazione:

1 Enzo Filippetto - Paolo Ciaccia
Guendalina Maniero - Paolo Ciaccia CARTA la sua storia Treviso 2012

2 Presentazione Questo testo ideato per gli studenti delle scuole elementari e medie, vuole far conoscere la storia della carta attraverso il disegno. I disegni che raffigurano i personaggi dell’epoca, sono stati realizzati per poterli colorare e dare così agli alunni la loro personale interpretazione. Inoltre, vuole essere un omaggio a quanti in questi secoli hanno dedicato il loro tempo al perfezionamento e sviluppo della stessa. Enzo Filippetto 2

3 Alla scoperta della carta
L’uomo, fin dalla sua comparsa sulla terra, sentì il bisogno di comunicare e trasmettere il proprio pensiero ad altri. 3

4 La trasposizione del pensiero,
Questo fu possibile solo quando arrivò alla soluzione di due grandi problemi: La trasposizione del pensiero, La sua espressione (per mezzo di segni o simboli). Le prime iscrizioni ritrovate, risalgono a circa 4600 anni prima di Cristo e sono iscrizioni su pietra, su tavolette di argilla e su legno, prima però di giungere alla soluzione dei due problemi, lunghissimo fu il cammino. 4

5 L’alfabeto fu preceduto da semplici segni, quindi simboli, disegni e geroglifici, non più facile si presentò il problema della scelta dei materiali più adatti a sopportare quella che diventerà la scrittura. Si cominciò ad incidere con un utensile appuntito materiali quali, ad esempio, ossa piatte, pietre, mattoni, lastre di piombo o bronzo, tavole di legno e di gesso. 5

6 Con il perfezionamento della scrittura e col progredire della civiltà, a questi materiali troppo pesanti si sostituirono gradatamente altri più leggeri e maneggevoli, quali, foglie di palma o pelli di animali essiccate. 6

7 Tutti questi materiali erano per un modo o per un altro poco adeguati a favorire lo sviluppo della scrittura. Il primo vero e proprio materiale avente tutti i requisiti per la realizzazione della scrittura, fu il papiro, utilizzato dagli Egiziani circa 3300 anni prima di cristo, esso fu considerato la pietra miliare per l'evoluzione storica di supporti per la scrittura ed è pressoché simile alla carta. 7

8 Il Papiro è ricavato utilizzando una pianta acquatica (CIPERUS PAPYRUS) molto diffusa oltre che lungo le sponde del Nilo anche in Palestina e in Sicilia, ma furono gli egiziani per primi ad utilizzare il midollo della pianta di colore chiaro e tagliarlo in strisce lunghe e strette troppo sottili e troppo piccole per scrivere su ognuna di loro, ma queste venivano sovrapposte in due strati creando un intreccio in modo da formare uno strato continuo e il più possibile omogeneo. Papiro 8

9 Taglio del midollo di papiro
Il reticolo cosi composto veniva poi bagnato e pressato in modo che le sostanze collanti contenute nella pianta facessero legare i due strati sovrapposti e successivamente veniva messo ad asciugare. Il "foglio" cosi formato era già un valido supporto per la scrittura anche se risultava ben poco maneggevole. Taglio del midollo di papiro 9

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12 Furono sempre gli Egizi che incollando i margini di più fogli di papiro tutti delle stesse dimensioni ne ricavavano una striscia che nell'uso veniva arrotolata attorno ad un bastoncino, raggiungendo lunghezze di 25 metri, costituendo cosi quello che sarebbe stato l'antesignano del nostro libro e a cui i romani diedero il nome di "Volumen" (dal verbo volvere, arrotolare). Foglio di papiro 12

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14 Dal Papiro, attorno al II secolo avanti Cristo o poco prima, passiamo alla Pergamena, le cui prime tracce le troviamo in Asia Minore, nella città di Pergamo (da qui il nome Pergamena), essa è ottenuta dalla pelle di animali ed in particolare dalle capre, montone o pecore ed è (per questo motivo che viene chiamata anche cartapecora), essa, si ricava dagli strati più profondi delle pelli (membrane), che lavorata, forma una specie di foglio chiaro, uniforme e resistente. La pergamena ha costituito il prodotto più usato nel mondo civile fino alla comparsa delle prime carte. Pelle di animale 14

15 Quando vi era scarsità di bestiame e quindi difficoltà nel reperire il materiale scrittorio, essa poteva essere riutilizzata e soprascritta. La pergamena, pur risolvendo alcuni problemi del Papiro, ne portava con se di nuovi, infatti non si poteva arrotolarla a causa della sua rigidità e qualora avesse preso la forma del rotolo solo a fatica si riusciva a svolgerla. 15

16 Inoltre non era a strisce come il Papiro, ma di forma rettangolare, tanto grande quanto poteva esserlo il dorso di un animale, per cui invece di arrotolare come con il Papiro si iniziò a piegarli e al posto del volumen (rotolo in latino), sono nati il codex (codice, un foglio che si poteva scrivere su entrambi i lati) e il liber (libro; ha preso il nome dalla sottile pellicola che si trova tra il fusto e la corteccia dell’albero). 16

17 Successivamente, si iniziarono a sovrapporre i fogli di pergamena piegati, cucendoli da una parte e tagliando le disuniformità degli altri lati, in modo da poterli sfogliare e successivamente ancora vennero messe delle tavole sopra e sotto ai fogli per proteggerli, stiamo parlando dell'origine della legatura. Liber 17

18 La nascita della carta L’etimologia della parola carta, sembra accertato che derivi dal greco (Khartes da qui qartas) e non dal nome della pianta omonima detta “papiro” e usata dagli Egizi. La carta che è oggi conosciuta in tutto il mondo, (con il nome di Papier in Francia, Paper in Inghilterra, Papier in Germania, Paperi in Finlandia, Papel in Spagna, Papper in Svezia, Bumaga in Russia, Papira nelle lingue slave, non è altro che un feltro costituito di fibre vegetali, ed in alcuni casi di fibre minerali od anche animali. 18

19 Le carte si dividono in due categorie; carte e cartoni.
Viene definito cartone un materiale cartaceo particolarmente spesso e pesante superiore ai 225gr/m2, e può essere costituito da uno strato ondulato centrale e due fogli piani laterali, le sue origini risalgono alla Cina del XV secolo. 19

20 L’utilizzo della carta nel mondo è conosciuta da millenni ed ancora oggi la sua nascita è ancora incerta visto che popolazioni come i Maya la usavano per scrivere. In un villaggio dell’amazzonia, producono una carta fatta dalla torba ricavata dagli alberi, estratta dopo la stagione delle piogge ed è una “ricetta” tramandata da generazioni. 20

21 Pur non avendo una data ben precisa, la scoperta del procedimento per la fabbricazione della carta viene datata intorno al 105 d.C. anche se si sono ritrovati alcuni reperti risalenti a molti anni prima. Un giorno un ministro cinese, passeggiando lungo le rive di uno stagno dove alcune donne stavano lavando i panni, vide in un’insenatura una sostanza che galleggiava sul pelo dell’acqua, con un bastone la raccolse delicatamente e la mise ad asciugare. 21

22 Con stupore vide che era composta da piccoli frammenti di tessuto staccatosi dai panni per l’azione di sfregamento e sbattimento contro le assi di legno che le lavandaie adoperavano per omogeneizzare i prodotti usati per la pulizia del tessuto. Questo nobile, Ts'ai Lun, pensò per primo a fabbricare la carta nel senso moderno della parola. 22

23 Ts’ai Lun, come prima cosa, iniziò a sfibrare, cortecce di gelso, ortica, rami, vecchie reti da pesca assieme a manufatti usati di canapa; in un mortaio che si conserva ancora oggi; raccolse poi le fibre su un telaio che liberava l’acqua e acconsentiva al foglio di essere asciugato all’aria e al sole. 23

24 Ts'ai Lun, si accorse che era possibile scriverci sopra e presentò così la scoperta dei primi fogli di carta all'imperatore Ho-ti. La prima materia usata da Ts'ai Lun, una volta messo a punto il procedimento di fabbricazione, fu la corteccia del gelso da carta (la brussonetia papyrifera), la parte fibrosa della corteccia che veniva staccata dai rami, viene messa a macerare in acqua, poi risciacquata in acqua corrente e successivamente battuta in mortai di pietra con pestelli di legno duro fino ad ottenere una pasta uniforme di fibre cellulosiche. 24

25 Questa massa di fibre opportunamente diluita con acqua, veniva versata sopra la cosiddetta forma, di dimensioni uguali al foglio da fabbricare, la forma, era costituita da una specie di graticcio ottenuto per accostamento di sottilissimi bastoncini di bambù. 25

26 Perfezionata da Tsahi Gin, la carta assunse un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana; come la carta assorbente visto che in quel periodo non esistevano le carte “collate” come si conoscono ai giorni nostri e come supporto scrittoio. Dalla Cina la fabbricazione della carta passò attraverso la Corea, in Giappone. 26

27 -La reperibilità della materia prima, -La presenza dell'acqua.
Ancora oggi, tre sono i fattori da tener presente per installare una cartiera; -La vicinanza di un centro abitato “oggi la presenza di personale per condurre le macchine”, -La reperibilità della materia prima, -La presenza dell'acqua. 27

28 In passato, la presenza dell’acqua, oltre che per la fabbricazione della carta, serviva per far funzionare le macchine attraverso la forza idraulica. In Cina si fabbricavano i più svariati tipi di carta, (con la canapa, con steli teneri di bambù, con la scorza del gelso, con germogli di giunco, con muschio e licheni, con paglia di grano e riso, coi bozzoli del baco da seta ma, predominava quella fatta di stracci. 28

29 Le varietà erano dunque numerose e venivano sempre più perfezionate.
In Cina, la carta non subiva la concorrenza di altri prodotti. In Europa, invece, ai primi del XIV secolo, la pergamena costituiva un supporto per la scrittura assai più soddisfacente delle prime carte che venivano fabbricate. La pergamena rivaleggiò ed ebbe spesso il sopravvento sulla carta, considerata all'inizio come una materia troppo delicata, e cedette il passo solo progressivamente, via via che si sviluppava l'arte tipografica. Dal V secolo in poi la carta si diffuse per tutto l'impero in forme svariate ed elaborate ma rimase un segreto della Cina fino all'VIII secolo, quando, in seguito alle sorti di una battaglia, giunse nell'Islam. Nel luglio del 751 gli arabi fermarono il tentativo della dinastia cinese Tang di impadronirsi dell’Asia Centrale. Nella battaglia di Talas, il governatore generale del Califfato di Bagdad, fece molti prigionieri cinesi alcuni, esperti di sericoltura impiantarono le prime officine tessili, altri mostrarono agli arabi i segreti del procedimento per ottenere la carta da scrivere specialmente con l’uso della canapa e del lino; valendosi del loro aiuto, impiantò una cartiera in quella città (vicino a Samarcanda), località propizia perché v'erano acqua, canali di irrigazione e campi di lino e di canapa. 29

30 Battaglia di Talas 30

31 Nacquero così le manifatture di Samarcanda.
Si trattava di una carta già perfezionata in confronto a quella cinese ed era fatta di stracci. Per la segretezza di cui era circondata, la produzione restò a lungo concentrata a Samarcanda (è la provincia della regione omonima situata in Asia centrale nello stato dell’Uzbekistan), che fu per vari secoli un centro cartario importante. Tuttavia, sul suo esempio, anche a Bagdad, nel 793, si cominciò a fabbricare la carta, e da Bagdad l'industria cartaria si diffuse in tutte le province del mondo musulmano. La carta di Damasco, molto nota in Occidente, è già menzionata verso il 985. 31

32 Altri centri cartari meno celebri eppure molto importanti furono l'Armenia (si trova ad est della Turchia) e la Persia (antico nome greco dell’Iran “Persis”). Percorso della carta 32

33 In Egitto, dove da millenni si coltivava il lino, la carta acquistò rinomanza sin dalla fine del X secolo, e veniva utilizzata per gli usi più diversi. Dal Cairo (è la capitale e città più popolosa d’Egitto) e da Alessandria (si trova in Egitto sulla costa del mediterraneo), la carta raggiunse la Tripolitania (corrisponde all’area concentrata attorno alla città costiera di Tripoli “Libia” affacciata sul mediterraneo) e la Tunisia ed è interessante notare che una ramificazione della via della carta si spinse da Tunisi fino a Palermo nel 972 (allora città Islamica) ed alcuni scrittori hanno voluto attribuire l'origine della carta di Fabriano a questo nucleo palermitano. La via della carta continuò la sua espansione nell'Africa del nord, a Fez (la vecchia città imperiale del Marocco), che, al pari di Bagdad e di Damasco diverrà uno dei centri cartari più importanti e che, alla fine del XII secolo, si potevano contare oltre 400 cartiere installate da tempo. Da Fez la carta penetrò in Spagna dove sorse la prima cartiera d'Europa. 33

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35 Gli Arabi perfezionarono la fabbricazione della carta non solo riguardo la composizione del materiale, ma soprattutto grazie alla loro conoscenza delle tecniche idrauliche. La ruota dentata permise loro di trasformare il moto circolare continuo in moto alternato, grazie al peso di un utensile o a una molla 35

36 In tal modo riuscirono ad applicare la forza idraulica ad un gran numero di industrie e specialmente ai mulini da carta. La Spagna, che subì l'invasione degli Arabi fin dal 711, fu la prima grande regione europea dove si utilizzassero le nuove tecniche di cui poco dopo tutta l'Europa doveva beneficiare. Lino Il lino era un elemento molto importante visto che da esso si ricavavano le materie per la produzione di tele e stracci. 36

37 Fino ad allora gli stracci, tanto preziosi per il cartaio, costituiranno la sola materia prima che, opportunamente trattata, si trasformerà in carta. Molti documenti attestano che, già nel XIII secolo, in Italia si consumavano grandi quantità di carta. La carta, di provenienza sia araba che spagnola, faceva parte dei commerci che i Genovesi e i Veneziani intrattenevano con le città spagnole che si affacciavano sul mediterraneo. Canapa 37

38 Le prime cartiere in Italia furono ad Amalfi nel 1268 e a Fabriano nel 1276.
Di qui la produzione si diffuse sul Reno vicino a Bologna, poi a Padova, Genova, in Toscana, in Piemonte, nel Veneto e soprattutto nella Valle del Toscolano (Brescia). Fabriano mantenne tuttavia a lungo la supremazia grazie ad alcuni perfezionamenti tecnici. 38

39 I cartai Fabrianesi, furono i primi a servirsi di filigrane per contrassegnare la propria carta, usanza assolutamente sconosciuta ai Cinesi e agli Arabi. Si devono altresì ai mastri cartai fabrianesi delle innovazioni storiche che hanno costituito per secoli elementi determinanti per la fabbricazione della carta, esse sono: Antiche filigrane 39

40 Filigrana retroilluminata
- l'invenzione della pila a magli multipli usata per la preparazione della mezza-pasta dagli stracci, - l'impiego della gelatina animale per rendere la carta resistente ai liquidi, quindi scrivibile, - lo sviluppo della filigrana da semplice effetto in chiaro a riproduzioni multi-tonali tridimensionali. Filigrana retroilluminata 40

41 Per 200 anni almeno l'Italia dominò il mercato della carta, sostituendosi nell'approvvigionamento dell'Europa alla Spagna ed a Damasco Ancora oggi al museo della carta e della filigrana di Fabriano si può vedere dal vivo il procedimento di fabbricazione della carta a mano. 41

42 La Gualchiera A Fabriano, ancora oggi, nella Gualchiera medioevale Fabrianese (edificio che conteneva i macchinari per produrre la carta), presso il “Museo della carta e della filigrana”, si possono vedere dal vivo, le operazioni di produzione della carta a mano come si produceva nel XIII secolo. I mastri cartai Fabrianesi, ripetono le stesse gesta per ottenere un foglio di carta. Oggi solo in alcune circostanze ed esigenze si produce la carta con lo straccio ma, la bellezza di vedere che da un impasto inerte si possa ottenere un sottile strato uniforme di fibre compatto e resistente sembra una cosa assai curiosa. Il procedimento parte dallo straccio, vengono scelti e suddivisi per tipo, vengono tolti i bottoni le cuciture ecc. eliminando corpi estranei e riducendoli di pezzatura. 42

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44 I pezzi di straccio così ottenuti, vengono messi a macerare in acqua e calce (idrato di calcio), trascorso un tempo ragionevole per ammorbidire lo straccio vengono tolti dal maceratoio, strizzati e ridotti in piccoli pezzi di pochi cm. di lato, questo per facilitare la raffinazione. 44

45 L’azione meccanica di taglio e di schiacciamento delle fibre impartito dal raffinatore (maglio), favorisce il distacco delle fibrille dalla parte cellulare. Pestelli di legno 45

46 In questo modo si ha una graduale diminuzione del diametro della fibra originale, nello stesso tempo si ha un aumento dell’area superficiale, di conseguenza, della superficie specifica e del volume specifico. La fibrillatura, rende la fibra più flessibile e più difficilmente disidratabile per il maggior numero di legami tra fibra e fibra durante la formazione del foglio, con conseguente aumento della densità e della resistenza del foglio stesso. Infatti, più è alto il grado di raffinazione, maggiore sarà la capacità della fibra di trattenere acqua. 46

47 Feltrazione, deposito e unione delle fibre
Le fibre provenienti da piante tessili, si fibrillano in misura molto maggiore delle fibre provenienti dai legni. La fibra raffinata viene prelevata e versata in un catino e da qui prelevata con una forma di legno dove è stesa una rete o delle sottili verghe di bronzo che hanno il compito di supportare la fibra al momento della feltrazione. Per feltrazione si intende il processo di unione delle fibre tra loro fino a formare una superficie uniforme: il foglio. Feltrazione, deposito e unione delle fibre 47

48 Scolata quasi tutta l’acqua, il foglio viene staccato dalla forma appoggiandolo su un feltro di lana determinando così il distacco del foglio dalla tela. Sopra del foglio viene messo un altro feltro e poi un altro foglio, l’alternanza di un foglio ed un feltro sopra l’altro, si forma così una pila. Questa pila viene successivamente pressata in un torchio a vite per disidratare i fogli ossia per togliere la maggior parte di acqua raggiungendo così il 50% di secco. 48

49 Pressati i fogli e tolto gran parte dell’acqua, vengono nuovamente staccati dai feltri uno ad uno e messi ad asciugare ossia, vengono sottoposti all’azione di ventilazione naturale stendendoli sopra corde di canapa in un locale chiamato stenditoio dove grandi finestre favoriscono la formazione di correnti d’aria. 49

50 La carta prodotta per essere utilizzata come materiale scrittoio deve essere “collata” cioè, deve essere impermeabilizzata agli inchiostri da scrivere. Anticamente i cinesi per questa operazione adoperavano liquidi estratti da licheni, successivamente gli arabi impiegavano colla di amido o di riso. Le carte così ottenute non erano e non sono idonee per la stesura di atti pubblici e di documenti a causa dello scadente grado di collatura e della facile degradazione dovuta a germi patogeni. 50

51 I cartai fabrianesi però ebbero un’intuizione che, portata a compimento, fece in modo che la carta non si degradasse negli anni. Questa intuizione fabrianese, risale alla seconda metà del XIII secolo e consiste nell’immergere i fogli in un bagno di gelatina animale ricavata dal “carniccio”, scarto delle concerie. Il trattamento dona alla carta oltre ad un notevole grado di collatura, compattezza, resistenza all’usura e contrariamente ai trattamenti precedenti, la gelatina non viene attaccata dai germi patogeni. 51

52 Ad uno ad uno i fogli vengono immersi nel brodo di gelatina e poi di nuovo sotto pressatura e rimessi ad asciugare. Prima di essere asciutti del tutto i fogli vengono impilati uno sopra l’altro e posti fra due assi di legno con un peso sopra, questo per livellare il foglio e poter essere successivamente lisciato con un cialandro (lisciato); questo ha lo scopo di levigare le due superfici del foglio di carta al fine di eliminare le ruvidità dovute alle lavorazioni precedenti. 52

53 Il cialandro è un blocco di pietra focaia, di selce, di agata o di vetro, di forma tronco-conica con la base ben levigata e la parte superiore facilmente impugnata con la mano. I fogli così ottenuti “buoni” vengono contati, piegati e squinternati a 25 fogli che fasciati ogni 20 quinterni formano la risma di 500 fogli. 53

54 In Italia In quel periodo, l'Italia settentrionale e centrale ne produceva in notevolissima quantità, specie in Lombardia, Piemonte, Marche, Emilia Romagna; a Bologna si tesseva la rinomata "tela bolognese", ed è probabilmente a questo fattore che si deve se Bologna divenne un grande centro cartario. Ma il problema fondamentale del cartaio era quello di procurarsi in grande quantità stracci o cordami usati, perciò le cartiere vennero installate di preferenza nelle vicinanze di un centro urbano o anche di un porto. A lungo andare, tuttavia, la presenza di cartiere provocava una certa penuria nella disponibilità locale di stracci; da ciò l'importanza dei raccoglitori e rivenditori di stracci, o cenciaioli. 54

55 Gli stracci costituivano un materiale tanto prezioso per i cartai da indurli spesso a sollecitare dallo Stato monopoli e privilegi. Nonostante ciò, nel XIII secolo, la crisi nell'approvvigionamento di stracci divenne talmente grave da stimolare in tutta Europa la ricerca di materiali sostitutivi. 55

56 Indica il percorso della carta
Nel XIV secolo la carta italiana s'era conquistata una supremazia incontestabile sui mercati di Francia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Moscovia e nell'intero bacino del Mediterraneo. Indica il percorso della carta 56

57 Con il passare degli anni, i procedimenti di fabbricazione della carta vennero notevolmente migliorati grazie all’invenzione della stampa a caratteri mobili (la tipografia). La massima espressione della carta fu dopo l’invenzione della stampa ideata da Guthenberg, un tedesco che nel 1440 unì la silografia all’oreficeria creando così la stampa (mobile). 57

58 La stampa è un’arte ed una tecnica di riprodurre gli scritti, disegni e simili mediante pressione da una matrice. L’oreficeria è l’arte di lavorare i metalli, mentre la silografia è una tecnica di incisione tra le più antiche detta anche incisione sul legno. La silografia rappresenta una tecnica di ricavare una stampa in legno in rilievo che colorato o inchiostrato veniva successivamente premuto contro una superficie di tessuto, cuoio o carta. Caratteri di stampa 58

59 Nel 1600 circa la pila a maglio di origine fabrianese, impiegata sino ad allora per lavorare gli stracci, fu sostituita da nove macchine, esse sono nate nella città di Zann in Olanda da qui il nome “olandesi”, capaci di fibrillare la pasta più velocemente ed a costi inferiori. Macchina Olandese 59

60 Molazza 60

61 Nel XVII secolo, tuttavia, la floridezza del settore cartario cessò di colpo, a causa dell'epidemia di peste del L'effetto fu un blocco della produzione, perché la paura del contagio e le misure profilattiche, che contemplavano anche l'incendio degli stracci, paralizzarono la raccolta e la circolazione delle materie prime. 61

62 La richiesta di carta assumeva valori sempre crescenti, si iniziarono gli studi per la messa a punto di nuovi processi capaci di produrre, in grande quantità ed a basso costo, quelli che andranno a sostituire la pasta di straccio. 62

63 L’idea più originale fu presa da un insetto (una vespa), detta cartonaia, perché costruisce la propria casa con la cellulosa estratta dagli alberi; se si immerge in acqua il loro nido, questo si trasformerà in foglio. 63

64 Nel 1799 il francese Louis Nicolas Robert progetto e realizzò la prima rudimentale macchina continua a tavola piana capace di produrre fogli di carta continui con una larghezza di 60 centimetri ed una lunghezza di circa 15 metri. 64

65 Nello stesso periodo M. Leistenschneider inventò la macchina continua a cilindro creatore o macchina in tondo. 65

66 La prima in Italia, nel 1807, è quella attivata da Paolo Andrea Molina nella sua fabbrica vicino a Borgo Sesia (Milano); solo qualche anno più tardi ne compariranno altre in alcune cartiere piemontesi. 66

67 Nel 1826, ad opera di Illig, si mette a punto un nuovo procedimento per impermeabilizzare la carta con la resina (nell’impasto e non più superficiale), in sostituzione del lungo, laborioso e costoso metodo di collaggio alla gelatina. Carta scollata Carta collata 67

68 Pasta ricavata dalla sfibratura del legno
La più importante intuizione che portò all'affermazione dell'industria cartaria nella sua forma attuale, fu l’importantissima scoperta di Federico Gottlob Keller che nel 1844 in Sassonia (Germania dell’Est), ottenne la pasta di legno meccanica sfibrando per la prima volta il legno con mole di pietra. Pasta ricavata dalla sfibratura del legno 68

69 Watt e Burgess nel 1854, in Inghilterra, riescono ad ottenere la pasta chimica, estratta dal legno, per cottura realizzata, a determinate condizioni di pressione e temperatura, con un reagente a base di soda caustica. Chips Cellulosa 69

70 Impianto per ricavare la cellulosa dai chips
Nel 1864 l’Americano Tilghman brevetta il procedimento per l’ottenimento della pasta chimica per cottura del legno a mezzo di una soluzione acida a base di bisolfito di calcio. Impianto per ricavare la cellulosa dai chips 70

71 Fibre di cellulosa al microscopio
Nel 1878 il Prof. Mitscherlich brevetta il procedimento di cottura con vapore indiretto; nel 1882 viene introdotto il procedimento Ritter–Kellner, con vapore diretto. Fibre di cellulosa al microscopio 71

72 Fibre di cellulosa 72

73 Nel 1880 nascono le prime patinatrici, nel 1935 su richiesta di un noto giornale Americano il Life, furono fatti i primi tentativi per ottenere una carta con una chiusura superficiale in grado di riprodurre una fotografia facendo ben risaltare le variazioni chiaroscurali. 73

74 Peter Massey che diede il suo nome ad un impianto capace di risolvere, almeno in parte il problema applicando sul supporto di carta (foto sx), una sostanza in grado di migliorare la resa in fase di stampa (foto dx). 74

75 Macchina continua dei primi del 900
Grazie alle scoperte che hanno permesso di ricavare la pasta per carta dai legnami, la materia prima non era più un problema, anzi risultava abbondante e la produzione ebbe un incremento sempre maggiore (e contribuì a combattere analfabetismo, aiutato anche dal relativo costo della materia prima); dopo tale epoca nascono nuovi e potenti impianti, si rimodernano e si ampliano vecchie cartiere secondo i più aggiornati criteri dell’organizzazione industriale, raggiungendo produzioni notevoli. Macchina continua dei primi del 900 75

76 Burgo Group – linea 9^ Verzuolo 2001
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77 Testi Ugo Tisi – E. Carmenati – E. Todisco: Conoscere la carta E.N.C.C. – Roma 1987. R. Kollar: Cio’ che un cartaio dovrebbe sapere G. Bosso, Mathi – Torino 1968. I.T.I.S. Aristide Merloni di Fabriano. Burgo Group divisione MOSAICO, stabilimento di Treviso Archivio storico Burgo 77

78 Altre opere dell’autore
Cham Paper Group stabilimento di Carmignano – PD Gli impianti per la patinatura della carta: un libro in CD-Rom di 205 pagine che mostra il funzionamento delle macchine utilizzate per la patinatura della carta Cham Paper Group stabilimento di Carmignano – PD Tipi di carte: una raccolta di 833 tipi di carte e cartone in CD-Rom, dove viene spiegata la loro composizione e produzione per l’ottenimento delle stesse. Gruppo Cordenons stabilimento di Cordenons – PN I componenti della patina: un libro di 100 pagine in CD-Rom, che spiega i prodotti utilizzati per produrre carte patinate standard e speciali. Marchi Group stabilimento di Chiampo – VI Corso di patinatura: una proiezione PowerPoint in CD-Rom, composta da 238 pagine che mostra i componenti della patina e le macchine per il processo di patinatura. 78

79 79 Marchi Group stabilimento di Chiampo – VI 2007
IERI, la storia della carta: un DVD di 45 minuti di proiezione, che racconta; dalla scoperta all’evoluzione della carta. OGGI, la fabbricazione della carta: un DVD di 75 minuti di proiezione che racconta il processo di fabbricazione, dagli alberi al rotolo di carta prodotta in macchina. Burgo Group stabilimento di Lugo – VI Il taglio della carta:: un libro in CD-Rom di 175 pagine che mostra i processi di lavorazione della carta fino a soddisfare la richiesta del cliente. Burgo Group stabilimento di Treviso – TV CARTA, la sua storia: un libro in CD-Rom di 80 pagine, creato per i bambini dove all’interno, ci sono disegni che si possono colorare e raccontano questa meravigliosa scoperta. 79

80 Ringraziamenti Un particolare ringraziamento ai disegnatori che hanno curato la parte grafica: Guendalina Natalie Maniero – Paolo Ciaccia inoltre quanti hanno partecipato alla realizzazione di questo testo, in modo particolare: Marco Giordano - Fabio Pollon Tutti i diritti riservati Edizione aggiornata 2012 80


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