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La normativa in materia di fauna selvatica
TECNICO ESPERTO NELLA PROGRAMMAZIONE DI INTERVENTI FAUNISTICO-AMBIENTALI La normativa in materia di fauna selvatica
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Legge 11 febbraio 1992, n Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio
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Struttura della legge157/92
Fauna selvatica: quali specie e natura giuridica La ripartizione del territorio a fini faunistici I soggetti deputati alla gestione faunistica e loro compiti La pianificazione faunistica Danni alle produzioni agricole, prevenzione, controllo delle popolazioni, miglioramenti ambientali, ripopolamenti La caccia programmata Divieti, sanzioni, vigilanza ISPRA organo di consulenza tecnico- scientifica
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Legge 15 febbraio 1994, n.8 Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria
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Gestione faunistico-venatoria del territorio
Capo I Pianificazione faunistico-venatoria regionale Capo II Miglioramento degli habitat naturali e salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali Titolo I Gestione faunistico-venatoria del territorio Capo III Zone di protezione della fauna Capo IV Organizzazione degli ambiti territoriali per la gestione della fauna selvatica e per la programmazione dei prelievi venatori Capo V Strutture territoriali d'iniziativa privata per la produzione di fauna selvatica, per la caccia e per le attività cinofile Titolo II Esercizio dell'attività venatoria Capo I Norme per l'abilitazione all'esercizio venatorio Capo II Norme per l'esercizio venatorio Titolo III Disposizioni finali
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Gestione faunistico-venatoria del territorio
Capo I Pianificazione faunistico-venatoria regionale Titolo I Gestione faunistico-venatoria del territorio Capo III Zone di protezione della fauna Capo IV Organizzazione degli ambiti territoriali per la gestione della fauna selvatica e per la programmazione dei prelievi venatori Capo V Strutture territoriali d'iniziativa privata per la produzione di fauna selvatica, per la caccia e per le attività cinofile Titolo II Esercizio dell'attività venatoria Titolo III Disposizioni finali
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Legge 157/92 art.10 Pianificazione faunistica
Le Regioni attuano la pianificazione faunistico-venatoria mediante il coordinamento dei Piani provinciali secondo criteri di omogeneità e congruenza indicati dall’ISPRA
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Regione PIANIFICAZIONE FAUNISTICA Province Aree Protette
Carta delle vocazioni faunistiche Indirizzi per l’elaborazione dei Piani faunistici provinciali Province Aree Protette Piano faunistico-venatorio Ambiti Territoriali di Caccia Istituti privati Piani annuali
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Approvata dal Consiglio regionale nel 1998 aggiornata nel 2006 e nel 2013
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Stima della consistenza Gestione dell’ambiente
PER OGNI SPECIE Caratteristiche Status Obiettivi gestionali Stima della consistenza Gestione dell’ambiente Eventuale gestione venatoria POTENZIALITA’ ESPRESSA DAL TERRITORIO
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La vocazione del territorio regionale per il capriolo
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CERVO Densità soglia di riferimento calcolata su ampie superfici in primavera 3-5 capi per kmq per le aree a elevata vocazionalità, 1-3 capi per kmq per le aree a media vocazionalità 1 capo per kmq per le aree a bassa vocazionalità.
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Pianificazione faunistica: gli “Indirizzi regionali” (Del. Consiglio n
Caratterizzazione territoriale Caratterizzazione dell’attività venatoria provinciale Distribuzione, caratteristiche e problematiche degli istituti faunistici esistenti Quadro conoscitivo delle specie presenti (consistenza, problematiche…) Danni, prevenzione, interventi ambientali, controllo La Regione prevede che i Piani Faunistico-Venatori provinciali riportino un’analisi dettagliata della situazione provinciale:
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Pianificazione faunistica
Dall’analisi dettagliata della situazione provinciale, tenuto conto degli obiettivi di pianificazione prefissati vengono definite : Le attività gestionali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi pianificati
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Regione PIANIFICAZIONE FAUNISTICA Province Aree Protette
Carta delle vocazioni faunistiche Indirizzi per l’elaborazione dei Piani faunistici provinciali Province Aree Protette Piano faunistico-venatorio Ambiti Territoriali di Caccia Istituti privati Piani annuali
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Oasi Zone di Ripopolamento e cattura (ZRC) Centri pubblici Zone di rifugio Soggetto gestore:la PROVINCIA Aree di rispetto Soggetto gestore:l’ATC
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Oasi Sono destinate alla conservazione degli habitat naturali, al rifugio, alla sosta e alla produzione di specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette. Sono preferibilmente costituite lungo le rotte di migrazione e secondo le esigenze di tutela individuate con il piano faunistico provinciale
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Zone di Ripopolamento e cattura (ZRC) Incrementare la riproduzione delle specie autoctone Favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie Irradiamento naturale Cattura delle specie cacciabili per immissioni
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Centri pubblici Riproduzione delle specie autoctone a scopo di ripopolamento e studio, preservandone il processo fisiologico e la naturale selvatichezza
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Zone di rifugio In attesa dell’istituzione di una zona di protezione Tutela urgente delle specie presenti
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Estensione rapportata al ciclo biologico delle specie da gestire Rapportata al piano faunistico nei limiti fissati (20/30 %)
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Gestione della Provincia Tutela o recupero degli habitat di interesse gestionale Vigilanza e assistenza tecnica Protezione delle colture e contributo danni Conservazione e incrementeo delle specie Disciplina per l’accesso
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Titolo I Capo III Zone di protezione (e produzione )della fauna
Gestione della Provincia Programmazione o autorizzazione delle immissioni e delle catture Controllo sanitario della fauna selvatica liberata o catturata
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ATC Organismo privato di diritto pubblico
Titolo I Capo IV Organizzazione degli ambiti territoriali per la gestione della fauna selvatica e per la programmazione dei prelievi venatori ATC Organismo privato di diritto pubblico
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ORGANI DELL’ATC Presidente Consiglio Direttivo
Capo IV Organizzazione degli ambiti territoriali per la gestione della fauna selvatica e per la programmazione dei prelievi venatori ORGANI DELL’ATC Presidente Consiglio Direttivo Assemblea dei cacciatori iscritti, dei conduttori dei fondi, degli iscritti alle associazioni di protezione Collegio dei revisori dei conti
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Consiglio direttivo dell’ATC
30% Associazioni venatorie 30% Organizzazioni professionali agricole 20% Associazioni di protezione ambientale 20% Rappresentanti della Provincia
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Adozione del bilancio di previsione Approvazione del consuntivo
Assemblea dei cacciatori iscritti, dei conduttori dei fondi, degli iscritti alle associazioni di protezione Adozione del bilancio di previsione Approvazione del consuntivo Approvazione dello statuto Approvazione dei regolamenti Compete alla Provincia il controllo di legittimità dei regolamenti approvati dall’Assemblea
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ATTUAZIONE DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
Compiti dell’ATC ATTUAZIONE DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
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Compiti dell’ATC Ricognizione delle risorse ambientali e faunistiche
Incremento delle popolazioni selvatiche Attività necessarie ad evitare danni Miglioramento dell’habitat Erogazione di contributi per risarcimento danni e prevenzione Riconoscimenti per il volontariato Importo delle iscrizioni
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Gli ATC redigono programmi annuali di attività avvalendosi per la parte tecnica di professionalità specifiche!!!
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Soggetto gestore: PRIVATO
Titolo I Capo V Strutture territoriali d'iniziativa privata per la produzione di fauna selvatica, per la caccia e per le attività cinofile Aziende Faunistico Venatorie (AFV) Aziende Agri-Turistico-Venatorie (ATV) Campi Addestamento Cani Centri privati di riproduzione della fauna Allevamenti Soggetto gestore: PRIVATO
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Valorizzazione ambientale e faunistica dei fondi rustici
Capo II Miglioramento degli habitat naturali e salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali . Ripristino e creazione dei biotopi Valorizzazione ambientale e faunistica dei fondi rustici Utilizzazione dei fondi rustici ai fini della gestione programmata della caccia Controllo delle specie di fauna selvatica Danni alle attività agricole (Direttiva specifica)
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Controllo della fauna selvatica ai sensi dell’art
Controllo della fauna selvatica ai sensi dell’art.19 della legge 157/92 Motivazione (danni, motivi sanitari…) Messa in atto di sistemi ecologici indicati dall’ISPRA Qualora l’ISPRA verifichi l’inefficacia dei predetti metodi le Province possono attuare piani di abbattimento avvalendosi delle Guardie provinciali coadiuvate da operatori adeguatamente abilitati
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Rapporto con la presenza umana……
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Corvidi
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Avifauna su girasole
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Lepre su melo
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Avifauna su mais
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Cervo su mais
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Cinghiale su mais
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Grufolate di cinghiale su prato
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Cervo sul ciliegio
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Sbucciate di cervo
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Marcamento di capriolo
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Legge n°157/1992 Ai proprietari o conduttori dei fondi rustici è dovuto un indennizzo per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole
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