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Giovanni Boccaccio Vita e opere
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LA VITA [1313-1375] L’infanzia Il periodo napoletano
nasce a Firenze o Certaldo, figlio naturale di Boccaccio di Chellino, ricco uomo d’affari. 1327 si trasferisce a Napoli con il padre, eletto consigliere e ciambellano del re Roberto d’Angiò. Il periodo napoletano Introdotto nel mondo della finanza1, dal padre fu avviato agli studi di giurisprudenza; appassionata storia d’amore con una donna celata sotto lo pseudonimo di Fiammetta2; fece il suo ingresso a corte e frequentò assiduamente la biblioteca reale e l’università, entra in contatto con gli intellettuali del tempo e scopre nelle lettere la propria vocazione. Scrive le prime opere: Caccia di Diana (1334), Filocolo (1336), Filostrato (1335), Teseida (1339). Il rientro a Firenze 1340 rientro a seguito di difficoltà finanziarie1, città preda dei confitti e della crisi economica. Comedia delle ninfe(41), Amorosa visione(42), Elegia di M.na Fiammetta(43), Ninfale fiesolano(44-6). Gli anni della maturità 1348 peste a Firenze: muore il padre; anche per la fama acquistata con le sue opere, ottiene vari incarichi da parte del Comune, soprattutto come ambasciatore, missioni diplomatiche in Romagna, a Napoli, in Tirolo e ad Avignone. 1353 conclude il Decameron, iniziato dopo la peste; dopo l’incontro con Petrarca, iniziò a comporre in latino opere di varia erudizione, come Genealogie deorum gentilium, De casibus virorum illustrium e De mulieribus claris. In volgare scrive invece il Corbaccio e il Trattatello in laude di Dante. Gli ultimi anni Dal 1360 ospita il maestro calabrese Leonzio Pilato, chiamato a Firenze per insegnare greco antico e tradurre in latino le opere di Omero e Platone. Prende gli ordini minori, perché i benefici gli avrebbero permesso di continuare i propri studi. 1362: grave crisi personale e religiosa3. Riprese l’attività diplomatica come ambasciatore ad Avignone, Roma e Napoli. Dal 1371 si trasferì a Certaldo, dedicandosi agli studi e alla meditazione. 1373: incarico del comune di Firenze, inizia pubbliche letture commentate della Commedia, al c. XVII dell’Inferno dovette interrompere per le cattive condizioni di salute. Muore a Certaldo il 21 dicembre del 1375. Il padre lo inviò a Napoli a far pratica presso la filiale napoletana di una potente compagnia mercantile fiorentina di cui il padre era socio: i Bardi, che dominavano le finanze della corte angioina. Nel 1340, in seguito al fallimento del banco dei Bardi, il Boccaccio è costretto a tornare a Firenze. Fiammetta - che nel Filocolo corrisponde a Maria (Maria dei conti d’Aquino era in effetti il suo nome)- nacque da un d’Aquino e da una gentildonna francese la quale, durante un banchetto a corte, accese il cuore del re Roberto d’Angiò che, non sapendo resistere ai desideri del sovrano, concepì con lui, appunto Fiammetta, che così confessa: ”onde che violato il ventre, o da questo inganno o dal proprio marito quello medesimo giorno seme prendesse, io fui nel debito tempo frutto della matura pregnanza” (G. BOCCACCIO, Ninfale d’Ameto, Milano 1997, p. 222). Fu Maria ad abbandonare Boccaccio, sebbene nell’Elegia di Madonna Fiammetta sia la donna ad essere delusa da Panfilo. Dopo aver preso gli ordini minori nel 1360, nel 1362, ha una profonda crisi religiosa. Boccaccio riceve infatti la visita di un monaco che si presenta con il nome di Gioacchino Ciani che veniva per conto del beato certosino Pietro Petroni, da poco morto in fama di santità, per informarlo che la sua cattiva condotta e gli studi profani lo avrebbe dannato e che la sua morte era imminente. Turbato, Boccaccio decide di bruciare i suoi libri e di dedicare la sua vita ai valori religiosi, ma interviene il suo amico e maestro Petrarca (con una lettera del 1362) che lo dissuade dal distruggere le sue opere e gli dimostra l'assoluta compatibilità tra fede e poesia, fra letteratura e religione e lo convince del grande valore della sua produzione.
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Personalità e poetica Una personalità poliedrica e a tratti apparentemente contraddittoria Formatosi sostanzialmente da autodidatta, ben inserito nel mondo della finanza e nei circoli universitari e nell’aristocratica società di corte; legato alla tradizione medievale, al mondo mercantile e aperto alle istanze preumanistiche, ammiratore appassionato di Dante e amico fraterno di Petrarca; svariati generi letterari, spesso rinnovati profondamente: novellistica, romanzo, poema epico, satira, genere pastorale . La «nobile poesia» e la metafora del gruppo di giovani riuniti letteratura al primo posto; «nobile poesia» con valenza estetica, consolatoria ed educativa: valore della letteratura: metafora del gruppo di giovani riuniti a dialogare amabilmente in un giardino. negli ultimi anni: letteratura, in quanto dono di Dio, forma di conoscenza equiparabile alla teologia. Una scrittura polisemica intento: fornire insegnamenti di verità filosofiche e morali sotto una scrittura leggera e brillante, o persino volgare e oscena, a una lettura superficiale può apparire solo tesa al divertimento giocoso. Il lettore è chiamato dunque a una raffinata operazione di decodifica dei messaggi profondi, celati sotto la superficie del testo. Lo sperimentalismo Personalità di Boccaccio = curiosità intellettuale, eclettismo sperimentalismo: libera contaminazione di fonti e modelli. Mentalità mercantile l’uomo è analizzato con spietato realismo, Cultura letteraria e filosofica andare oltre le apparenze ricerca significato profondo della realtà. Classici Nell'antica Roma, l'aggettivo classicus indicava i cittadini appartenenti alla prima classe di censo. Nel Il secolo d.C. fu applicato agli scrittori appartenenti alle classi agiate, contrapposti al proletarius scriptor, proveniente dai ceti più bassi, e in generale a quelli che si consideravano scrittori di prim'ordine. Nella tarda latinità e in età medioevale furono considerati classici gli autori che si leggevano nelle classes, ovvero a scuola, perché ritenuti un modello sotto tutti gli aspetti. In epoca umanistico-rinascimentale si è incominciato a designare con il termine "classica" la civiltà greco-latina. Oggi si definisce "classico" un autore, non necessariamente del passato, considerato esemplare e degno di essere letto.
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Classicità di Boccaccio
Si colloca tra Medioevo e Umanesimo, Medioevo: istanze dell’aristocrazia cortese fuse con quelle del ceto mercantile, profondo sentimento religioso verso un destino ultraterreno; nel Decameron: impianto, cornice, fonti, concezione cristiana; Umanesimo: Curiosità verso tutti gli aspetti della realtà terrena. Visione antropocentrica della vita; Celebrazione delle qualità umane (ingegno astuzia cortesia liberalità); Amore come sentimento naturale. Il Decameron è la summa della società trecentesca, con i suoi stili di vita e il suo sistema di valori e disvalori, in parte legati alla tradizione, in parte di rivoluzionaria modernità. Tappa fondamentale nello sviluppo del genere novellistico, ha saputo offrire una visione realistica e disincantata della realtà, senza rinunciare a una precisa istanza conoscitiva e morale. II "boccaccismo“, boccaccano e boccaccesco Boccaccio, come Petrarca, fu modello stilistico per i letterati del 500 Pietro Bembo, teorico del classicismo, (Prose della volgar lingua, 1525). boccaccismo: imitazione della prosa in volgare di Boccaccio, stile complesso e latineggiante. boccacciano: termine odierno per definire ciò che riguarda in genere Boccaccio, ad es. “lo stile boccacciano”, “la produzione boccacciana”; boccaccesco: termine coniato nel ‘400, era sinonimo di boccacciano; nel 900 = “licenzioso”, simile cioè alle situazioni erotiche del Decameron.
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Opere - schema Decameron Caccia di Diana Filostrato Teseida Filocolo
In volgare In latino In versi In prosa Periodo napoletano Caccia di Diana Filostrato Teseida Filocolo fiorentino Ninfale d’Ameto Amorosa visione Ninfale fiesolano Elegia di m.na Fiammetta Decameron Buccolicon carmen Dopo il Decameron Trattatello in laude di Dante Corbaccio Genealogie deorum gentilium De casibus virorum illustrium De montibus, silvis, … liber De mulieribus claris
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le opere in volgare
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Le opere in prosa prima del Decameron
Filocolo [ ] (“fatica d’amore”, secondo un’errata etimologia dell’autore) romanzo in prosa in 5 libri, fornito di cornice: Fiammetta prega Boccaccio di narrare la vicenda di Florio, figlio di un re musulmano e Biancifiore, orfana cristiana: storia orientale da tempo diffusa in Francia e in Italia in varie versioni: l’amore tra i due giovani è ostacolato dal padre di lui, che vende Biancifiore a dei mercanti, Florio cambia il nome in Filocolo, resiste alle tentazioni sessuali e si mette alla sua ricerca; la trova, scopre che anche lei è di nobili natali, Il matrimonio e la conversione del principe musulmano, il quale eredita i territori del padre ormai deceduto, concludono l’opera con un classico lieto fine.. L’ambientazione napoletana: sia la cornice sia parte della trama si svolgono a Napoli dove giunge Florio: alla corte del Re di Napoli Fiammetta lo invita a partecipare al gioco delle “questioni d’amore”: una brigata di giovani discute di problematiche amorose, aiutandosi con delle novelle. L’influenza di Dante: i due, ancora bambini, si innamorano leggendo l’Ars Amandi di Ovidio, il che risente dell’influenza del canto V dell’Inferno (l’aggettivo “bellezze disiate” rimanda al “disiato riso” di Francesca). Temi: l’amore nasce dalla nobilita dell’animo e non conosce vincoli economici o sociali; il l vero amore è nella fedeltà coniugale, mentre la l’adulterio è da condannare; il vero amore supera ogni ostacolo, anzi nelle prove e nelle difficoltà cresce e si rafforza. Elegia di madonna Fiammetta [ ] romanzo in prosa: prologo e 9 capitoli = lungo monologo di Fiammetta. Fiammetta racconta in prima persona d’essersi innamorata di un mercante fiorentino, Panfilo che torna però a Firenze. Fiammetta soffre per il distacco, poi di gelosia alla notizia del tradimento dell’amato; infine si riapre alla speranza nell’attesa del prossimo ritorno di Panfilo a Napoli. Tema: precorre il romanzo psicologico: nonostante la forte componente retorica, finezza di analisi introspettiva; novità: donna non più solo oggetto d’amore, ma personalità ricca e attiva.
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Il prosimetro e opere in prosa dopo il Decameron
Ninfale d’Ameto o Comedia delle ninfe fiorentine [1341] prosimetro, Ameto, rozzo pastore incontra sette bellissime ninfe (= ciascuna rappresenta una virtù) e inizia un cammino di raffinamento interiore. Innamoratosi di Lia, giunge alla contemplazione della divinità. temi stilnovistici, bellezza femminile che ispira nell’uomo l’amore. Trattatello in laude di Dante [1355] Prima biografia dantesca, ad intento celebrativo più che documentario, uso poco scrupoloso delle fonti storiche prevalenza dell’aneddottica, anche leggendaria. Corbaccio [ ] Incerta etimologia: dallo spagnolo corbacho, “frusta”, o dall’italiano “corvo” o dal latino corbacium, “cesta di letame” o anagramma imperfetto di Boccaccio. opera satirica contro le donne in prosa a carattere autobiografico: Boccaccio è innamorato di una bella vedova che lo respinge; in sogno si ritrova in una selva dove l’anima del defunto marito di lei gli elenca i difetti delle donne e lo invita a cercare negli studi la vera felicità. Tema: bersaglio è la cultura cortese che nell’amore vedeva il culmine dell’esperienza esistenziale e artistica.
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Le opere in versi (periodo napoletano dal 1334 al 1340)
Caccia di Diana [1334] poema allegorico in 18 canti, in terzine dantesche; una battuta di caccia con alcune nobildonne napoletane, che si ribellano a Diana per seguire Venere; come ricompensa gli animali catturati si trasformano in giovani amanti. Tema: celebrazione dell’amore sensuale. Filostrato [1335 o 1339] (“vinto da amore”, altra etimologia errata) Poema epico in 9 canti, in ottava1, ispirato al cantare “Romanzo di Troia” del XII sec. nella versione latina del siciliano Guido delle Colonne. Quando Criseide tradisce Troilo, figlio di Priamo, con il greco Diomede, Troilo si getta in battaglia per vendicarsi, ma muore per mano di Achille. Tema: a metà tra la lode realistica del fascino femminile e misoginia medievale (donna lussuriosa e incosciente). Teseida o Delle nozze di Emilia [ ] poema epico in 12 libri, in ottave, dedicato a Fiammetta. due amici, Arcita e Palemone, nell’Atene del mitico re Teseo (da cui il titolo) si contendono la mano di Emilia, sorella di Ippolita, regina delle Amazzoni, sposa di Teseo. Sfidatisi a duello, pur mortalmente ferito, vince Arcita che, sposa Emilia con la clausola che alla sua morte, sposi Palemone. Temi: la passione amorosa che travolge ogni altro sentimento, anche quello dell’amicizia più sincera, magnanimità e della generosità, valori cavallereschi. Ottava rima: strofa di otto versi endecasillabi, i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata (ABABABCC). Fino allora l'ottava era stata la strofa dei cantari, composti di otto endecasillabi slegati. Boccaccio conferisce dignità letteraria e musicalità all'ottava, che sarà il metro adottato nei poemi cavallereschi dell'età umanistico-rinascimentale, vale a dire nell'Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo, nell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
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Le opere in versi (periodo fiorentino dal 1341 al 1346)
Amorosa visione [ ] poema didascalico-allegorico 50 canti, terzine dantesche, dedicato a Fiammetta, ambientazione agreste. Una donna gentile propone in sogno al poeta un viaggio verso la vera felicità; giunti a un castello, gli mostra due porte: una stretta conduce ai beni eterni e una ampia ai beni mondani. Il poeta entra dalla porta larga in due sale splendidamente affrescate, in cui sono illustrati, insieme a personaggi celebri di varie epoche, i beni terreni (Sapienza, Gloria, Ricchezza, Amore, Fortuna); condotto infine alla contemplazione dei beni spirituali, il poeta comprende come solo questi, conquistati a prezzo di sacrifici e fatiche, possano donare la vera felicità. Tema ispirato all’etica religiosa di Dante Ninfale fiesolano [ ] poemetto in ottave di ambientazione agreste (campagne fiesolane), favola eziologica sulle origini leggendarie di Fiesole e dei suoi fiumi. Il pastore Africo innamorato supera le resistenze della ninfa Mensola, devota a Diana e obbligata alla castità; Mensola, temendo l’ira di Diana, abbandona il pastore che si uccide gettandosi in un torrente che prende da lui il nome. Scopertasi incinta, la ninfa in una grotta dà alla luce Pruneo, ma Diana la tramuta in fiume che si ricongiunge al torrente Africo, mentre il bimbo è affidato alla madre di Africo e sarà il fondatore di Fiesole. Rime raccolta di versi non sistematica dai sonetti giovanili ai componimenti degli ultimi anni alle ballate che concludono le dieci giornate del Decameron.
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Le opere in latino
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Le opere in latino (dopo il Decameron)
Buccolicon carmen [1346-8] 16 ecloghe pastorali ispirate alle Bucoliche di Virgilio e all’omonima opera di Petrarca. Genealogie deorum gentilium [circa 1360] compilazione antiquaria in 15 libri mitologia classica sulla base di fonti greche, latine, medievali e contemporanee. Boccaccio mostra straordinaria ed eclettica cultura e coglie l’occasione per difendere la letteratura, il cui compito è trasmettere cultura (come fanno la filosofia e la teologia) ma in belle forme. I cataloghi in latino De casibus virorum illustrium [circa ] compilazione antiquaria in 9 libri storie esemplari di personaggi famosi, da Adamo ai contemporanei, caduti nella sventura per i loro vizi. De montibus, silvis, fontibus, lacubus, stagnis seu paludibus et de nominibus maris liber De mulieribus claris [ ] 104 biografie di donne celebri, da Eva alle contemporanee, scopo: esaltare e celebrare le virtù femminili.
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Il Decameron
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Il Decameron [1348-1353] – titolo e struttura
Raccolta di 100 novelle inquadra-te in una cornice narrativa. iniziato nel 1348, completata nel 1353 ca., rivista fino al 1370 (stesura definitiva autografa). Il titolo (grecizzante = “Dieci giornate”), come l’Exameron di sant’Ambrogio = “sei giorni” della creazione divina per mezzo della Parola, così, tramite la parola (racconto), i protagonisti ricreano artisticamente il mondo guastato dal male. La struttura a cornice Cornice: peste del 1348 a Firenze - un’«onesta brigata» di 7 ragazze e 3 ragazzi si rifugia in una villa presso Fiesole; raccontano per 10 giorni una novella a testa, a tema libero nella prima e nella penultima giornata, nelle altre giornate il tema è stabilito dal “re” o dalla “regina” eletto di volta in volta. II e III giornata: raggiungimento dell’obiettivo contro ogni speranza (II) e dopo varie peripezie (III); IV e V giornata: amori dall’esito infelice (IV) e dall’esito felice (V); VI giornata, battute argute e risposte pronte che risolvono situazioni pericolose; VII e VIII : beffe e inganni orditi dalle donne ai danni dei mariti (VII) e tra uomini e donne (VIII); X giornata, esempi di grandezza d’animo e di generosità. Percorso ascensionale dal male al bene; la prima e l’ultima novella racchiudono la molteplice umanità narrata fra due poli opposti, negativo il primo (ser Ciappelletto) e positivo l’ultimo (Griselda). Varie novelle hanno carattere metaletterario: a esse Boccaccio affida le sue riflessioni sui fini, l’arte e i modi del novellare.
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Le dieci giornate I settimana: 5 giorni II settimana: 7 giorni Proemio
1° giorno Mercoledì Sistemazione nel contado. 10 novelle Pampinea Tema libero 2° giorno Giovedì 10 novelle Filomena Casi fortunati (lieto fine) Venerdì Penitenza in memoria della morte di Cristo Sabato Cura della persona 3° giorno Domenica 10 novelle Neifile Potere dell’ ingegno Martedì Incontro nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze Partenza per il contado. II settimana: 7 giorni 4° giorno Lunedì 10 novelle Filostrato Amori infelici 5° giorno Martedì 10 novelle Fiammetta Amori felici 7° giorno Giovedì 10 novelle Dioneo Beffe delle mogli ai mariti 6° giorno Mercoledì Elissa Motti di spirito, risposte argute Venerdì Penitenza in memoria della morte di Cristo Sabato Cura della persona 8° giorno Domenica 10 novelle Lauretta Beffe e inganni uomini e donne III settimana: 3 giorni L’autore parla in prima persona: Proemio: dedicatarie donne che soffrono per amore; Introduzione alla I giornata effetti della peste racconto cornice; Introduzione alla IV giornata: Difesa dello stile dell’opera; Giustificazione della passione d’amore; Conclusione: l’opera letteraria non va valutata in base a criteri moralistici. 10° giorno Martedì 10 novelle Panfilo Nobiltà e generosità 9° giorno Lunedì Emilia Tema libero Mercoledì Partenza per Firenze Conclusione
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Il Decameron – fonti e temi
Le fonti Il numero 100 (novelle) richiama quello dei canti dalla Commedia dantesca, rifugio nel mondo dei racconti per sfuggire un pericolo trad. orientali (Le mille e una notte, Il libro dei sette savi); gruppo di giovani riunito un giardino compare già in altre opere di Boccaccio (esperienze autobiografiche anni napoletani). temi delle singole novelle ispirati a fonti classiche: Fabulae Milesiae di Aristide di Mileto (II) e Asino d’oro di Apuleio (II); medievali (Novellino, fabliaux francesi, exempla dei predicatori, lais, vidas provenzali) I nuclei tematici (fortuna, ingegno, amore, virtù e comicità) intera gamma delle esperienze umane, catalogo dei suoi molteplici aspetti irrazionalità e passioni portano sempre esiti negativi; ingegno = intelligenza, audacia e industria (= spirito di iniziativa) per fronteggiare la fortuna, sorte capricciosa, arbitra comunque ultima di ogni esito; virtù amore, aspirazione alla felicità = possesso della persona amata. a volte favorita e a volte ostacolata dalla sorte, con esito fortunato o tragico, sempre stimolo fondamentale allo spirito di iniziativa (intelligenza). sessualità come punto di partenza dell’amore, forza naturale invincibile. Il riso è ingrediente indispensabile, accanto all’amore, per una vita felice. giornate VI, VII e VIII offrono un campionario di comicità, beffa, ordita ora per un vantaggio concreto, ora solo per sottolineare l’ingegno del beffatore di fronte all’ingenuità del beffato.
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Il Decameron – intenti, lingua e stile
Il contesto sociale società del tempo in tutte le sue contraddittorie componenti economiche e sociali; dei vari ceti, quello nobiliare e mercantile, Boccaccio analizza pregi e difetti senza pregiudizi, nuova civiltà che contempera lo spirito pratico, scaltro e calcolatore della borghesia e quello della nobiltà, caratterizzato da liberalità e magnanimità, dignità e decoro. Gli scopi dell’opera Nel proemio dichiara di voler offrire al lettore (consolazione e evasione) «diletto di sollazzevoli cose e utile consiglio su ciò che sia da fuggire e da seguitare». L’«onesta brigata» = modello di umanità tollerante rispetto a posizioni diverse, ispirata ad un blando edonismo perseguito con equilibrio e misura. progetto educativo: non rigide regole di comportamento ma capacità di analisi e spirito critico per destreggiarsi in un mondo contraddittorio e mutevole, sulla. Lo stile realismo: sguardo aperto, senza pregiudizi e censure sulla complessità del reale. periodo articolato e latineggiante, chenon rifiuta le regole della retorica medievale lessico volgare prevalentemente di uso corrente, dal «medio-basso» all’ «alto»: registri diversi (solenne, elementare, cortese, volgare) secondo le situazioni cui si adattano lessico e sintassi, in ossequio al principio della verosimiglianza. sperimentalismo dantesco = contaminazione di modelli espressivi eterogenei.
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II racconto: strumento di scambio e di comunicazione
Primo narratore = l'autore, la cui voce compare direttamente nel Proemio, nelle Introduzioni alle giornate (soprattutto I e IV) e nella Conclusione. Narratore di secondo grado: A turno, ciascuno dei dieci giovani quando narra una novella agli altri nove. Narratore di terzo grado: Talvolta i personaggi delle novelle, a loro volta, raccontano delle storie. Tecnica della concatenazione: gerarchia: l'autore-narratore di primo grado cede la parola a un narratore di secondo (terzo...) grado che narra un secondo (terzo...) racconto; ogni narratore (sia i dieci della brigata che i personaggi delle novelle) è sempre introdotto a parlare in prima persona e la parola gli è completamente ceduta. Narratori e narratari: il ruolo dello scambio Todorov collega ciò allo scambio, meccanismo tipico del mondo mercantile: chi ha ascoltato un racconto (narratario) darà in cambio un altro racconto (narratore). Il racconto, come la moneta, ha valore in quanto è strumento di scambio. «Il senso generale è proprio quello di una liberazione nello scambio, di una rottura del vecchio sistema in nome dell’iziativa personale. In questo senso, si potrebbe dire con molta ragione che Boccaccio è un difensore della libera impresa e anzi, se si vuole, del capitalismo nascente.» (Todorov, 1969).
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