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Globalizzazione e regimi di cambio: argomenti

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Presentazione sul tema: "Globalizzazione e regimi di cambio: argomenti"— Transcript della presentazione:

1 Globalizzazione e regimi di cambio: argomenti
Modello di breve periodo per una piccola economia aperta in cambi fissi. Regime di cambio e politica monetaria: il trilemma della macro internazionale. Regime di cambio e reazioni dell’economia a shock finanziari e reali internazionali.

2 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: una piccola economia aperta nel breve periodo
_ 1. EFC* + BC = M Bilancio della banca centrale Vai a diap. 2 2. M = PL(i,Y) Equilibrio sul mercato monetario Vai a diap. 6 3. i = i* Equilibrio sul mercato dei titoli (se il tasso di cambio è fissato in modo credibile ( i.e. gli operatori credono che la parità verrà mantenuta) Vai a diap. 7 4. Y = φ(e) A(Y-T,i)+G+X(e,θ) Equilibrio sui mercati reali Vai a diap.8 _ _ 5. e = E P*/P tasso di cambio reale Vai a diap. 9

3 1. EFc* + BC = M Bilancio della banca centrale
_ 1. EFc* + BC = M Bilancio della banca centrale _ E Tasso di cambio prefissato. Definiamo E come prezzo della valuta estera in termini di valuta nazionale (valuta estera al denominatore). _ EFc* Riserve ufficiali : Controvalore in valuta nazionale di valuta estera e titoli esteri detenuti dalla banca centrale. In realtà comprendono anche oro, diritti speciali di prelievo, posizioni attive presso il FMI, attività che tuttavia ai nostri fini ignoriamo. Durante il gold standard le riserve erano essenzialmente costituite da oro. Bc Titoli nazionali detenuti dalla banca centrale. M Offerta di base monetaria. Coincide con l’offerta di moneta in assenza di sistema bancario privato. Ipotesi: non esiste sistema bancario privato. Pertanto i) l’offerta di moneta coincide con l’offerta di base monetaria, M e ii) Bc coincide con il credito interno totale. Il bilancio della banca centrale ci dice che l’offerta di moneta è pari alla somma del credito interno (titoli detenuti dalla banca centrale) e delle riserve ufficiali .

4 Interventi sul mercato dei cambi e offerta di moneta
_ 1. EFc* + BC = M Bilancio della banca centrale Le variazioni dell’offerta di moneta, dunque, possono derivare da: variazioni del credito interno (variazioni di Bc ) attraverso operazioni di mercato aperto, oppure da variazioni delle riserve ufficiali (variazioni di Fc*) dovute a interventi della banca centrale sul mercato valutario. Ogni intervento della banca centrale sul mercato dei cambi determinerà una variazione delle riserve e una corrispondente variazione dell’offerta di moneta. Ad esempio, se la banca centrale vende valuta estera o attività in valuta estera F*c si riduce e M si riduce dello stesso ammontare… … A meno che la banca centrale sterilizzi l’effetto su M della variazione di F*c attraverso una variazione di Bc (nell’esempio precedente, dovrebbe aumentare Bc tanto quanto la riduzione di F*c ) …

5 Bilancia dei pagamenti e offerta di moneta
Sappiamo che il saldo economico della bilancia dei pagamenti (la somma dei saldi di conto corrente, conto capitale e della componente privata del conto finanziario, quella che non riguarda le riserve ufficiali) , è pari alla variazione delle riserve ufficiali Se un paese registra un disavanzo economico della bilancia dei pagamenti, le vendite nette private di attività finanziarie nazionali a residenti estri ( o afflussi di capitali) non sono sufficienti a finanziare il deficit di conto corrente + conto capitale e le riserve ufficiali diminuiscono : la vendita di riserve da parte della banca centrale nazionale colma il disavanzo non bilanciato dalle vendite nette private di attività a residenti esteri. Ma la riduzione delle riserve (se non sterilizzata) implica una riduzione dell’offerta di moneta! Analogamente, se un paese registra un avanzo economico della bilancia dei pagamenti, le riserve ufficiali aumentano, il che implica (a meno di operazioni di sterilizzazione) un aumento dell’offerta di moneta!

6 In che modo la b.c. tiene fisso il tasso di cambio
Per mantenere costante il tasso di cambio, la banca centrale deve essere pronta a scambiare valuta nazionale ed estera al tasso prefissato con gli operatori privati del mercato dei cambi. Ad es. per fissare il tasso di cambio Yen/Dollaro, la banca del Giappone deve essere pronta ad acquistare con le proprie riserve di dollari qualsiasi ammontare di yen in mercato desideri vendere alla parità fissata. Deve inoltre essere pronta ad acquistare con i propri yen qualsiasi ammontare di dollari il mercato desideri vendere a quel tasso di cambio. Se la banca centrale del Giappone non elimina gli eccessi di offerta o domanda di yen attraverso interventi sul mercato valutario, il tasso di cambio varierà per ripristinare l’equilibrio. Avanzi/disavanzi economici della bilancia dei pagamenti determinano eccessi di domanda/eccessi di offerta di valuta nazionale. Per mantenere fisso il tasso di cambio la banca centrale dovrà intervenire sul mercato dei cambi vendendo/acquistando valuta nazionale contro valuta estera, con corrispondente aumento/riduzione delle riserve ufficiali. Come abbiamo visto, determinerà una variazione dell’offerta di moneta. Come vedremo, la b.c. può riuscire a mantenere il cambio fisso solo se le sue transazioni finanziarie assicurano l’equilibrio sui mercati delle attività finanziarie (titoli e moneta) in corrispondenza del tasso di cambio prefissato. Torna a diap. 2

7 2. M = PL(i,Y) Equilibrio sul mercato monetario
_ 2. M = PL(i,Y) Equilibrio sul mercato monetario La domanda di moneta è proporzionale al livello dei prezzi, ed è funzione positiva del reddito e funzione negativa del tasso di interesse: PL(i,Y) ( con L’i<0 e L’Y>0) → Domanda di Moneta L’equilibrio sul mercato monetario richiede, ovviamente, che l’offerta di moneta sia pari alla domanda di moneta. Torna a diap. 2

8 3. Equilibrio sul mercato dei titoli con perfetta mobilità dei capitali
In ipotesi di perfetta mobilità dei capitali (e perfetta sostituibilità tra titoli nazionali e titoli esteri), l’equilibrio sul mercato dei titoli richiede che sia soddisfatta la condizione di parità scoperta dei tassi di interesse (PSTI): _ Se il tasso di cambio è fissato credibilmente, Eet+1=Et = E, il deprezzamento atteso è nullo, e la condizione si riduce a: Nota: Spesso, soprattutto (ma non solo) nel caso di paesi emergenti o in via di sviluppo, lo “spread” tra tasso di interesse interno ed estero non comprende soltanto il deprezzamento atteso, ma anche un premio di rischio, per compensare gli investitori internazionali del rischio percepito nel detenere titoli nazionali (ad esempio: rischio relativo a un possibile default, sui titoli, o rischio relativo al tasso di cambio). In questi casi dovremo estendere la condizione di parità dei tassi di interesse per tener conto, appunto, del premio di rischio O, nel caso di parità credibilmente fissata: Torna a diap. 2

9 Saldo economico della bop
CA(Y, X) + MK(i, i*) = BOP i dato CA, MK elevato  BOP > 0 Bop globalmente in attivo i* i = i* BOP = 0 Bop globalmente in passivo dato CA, MK basso  BOP < 0 Y

10 Saldo economico della bop
CA(Y, X) + MK(i, i*) = BOP Nel punto B il reddito è maggiore che in A; date le esportazioni, le esportazioni nette sono minori in B che in A: che cosa succede ai flussi di capitale? i A B i* i = i* BOP = 0 CA(Y1, X) = MK1 BOP = 0 CA(Y2, X) = MK2 > MK1 Y Y1

11 5. Y = φ(e) A(Y-T,i)+G+X(e,θ) Equilibrio sui mercati reali
T: imposte al netto dei trasferimenti A = C + I assorbimento privato: AY’ >0, Ai’ <0 φ(e) frazione dell’assorb. privato rivolta a beni nazionali; è una funzione negativa del tasso di cambio reale: φ‘<0 Le importazioni saranno ovviamente la frazione dell’assorbimento privato rivolta a beni esteri: M=[1- φ(e)] A Le esportazioni sono funzione positiva del tasso di cambio reale e e della domanda estera θ: X ’e>0, X ’θ >0 Domanda nazionale: A+G Domanda di beni nazionali: A+G+X-M = A + G + X – [1- φ(e)]A Equilibrio sui mercati reali: Y = A(Y-T,i) + G+X(e,θ) – [1- φ(e)]A →Y = φ(e) A(Y-T,i)+G+X(e,θ) Torna a diap. 2

12 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: una piccola economia aperta nel breve periodo
_ 1) EF*C+BC = M Bilancio della b.c _ 2) M = PL(i,Y) LM 3) i = i* PSTI (parità credibilmente fissata) _ _ _ _ 4) Y =φ(EP*/P))A(Y-T,i)+G+X(EP*/P,θ) IS Sostituendo l’espressione del tasso di cambio (5) nella (4), il sistema si riduce a: Variabili esogene: i*, P*, θ E, Bc G, T (var.es. di pol. monetaria e fiscale Variabili endogene: Y, i, M, F*c Nota: → L’equazione 3 determina il valore di i, pari a i* → Dato i= i* l’equazione 4 determina il livello di Y → Dati i=i* e Y, l’equazione 2 determina il valore di M è il noto trilemma (o trinità impossibile) della macroeconomia internazionale (ci torniamo!) → L’offerta di moneta è endogena. La banca centrale non può controllare né l’offerta di moneta né il tasso di interesse (data la PCTI)

13 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: soluzione grafica del modello
(1.) SF*C+BC = M _ M = PL(i,Y) LM (2.) i A i* PSTI (3.) i = i* _ _ _ _ Y =φ(EP*/P))A(Y-T,i)+G+X(EP*/P,θ) IS (4.) Y Y0

14 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali
Effetti di una variazione (delle componenti autonome) della domanda aggregata Nel punto B (di intersezione della nuova curva IS e della LM) il tasso di interesse interno è più alto di quello esterno  l’afflusso di capitale che ne deriva aumenta l’offerta di moneta (aumentano le riserve) e si sposta la LM Nel punto C il tasso d’interesse interno è tornato al livello internazionale, e il reddito è aumentato più di quanto inizialmente dettato dall’impulso di domanda, per effetto della indotta variazione dell’offerta di moneta. LM i LM’ B A C i* i = i* IS’ IS Y Y0 Y1 𝐼𝑚𝑝𝑢𝑙𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎 ↑→𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑜 ↑→𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑛𝑒𝑡𝑎 ↑→ →𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑 ′ 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜↑ →𝑎𝑓𝑓𝑙𝑢𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 ↑→𝑜𝑓𝑓𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑛𝑒𝑡𝑎 ↑

15 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali
Effetti di una variazione (delle componenti autonome) della domanda aggregata i LM’ A C i* i = i* IS’ IS Y Y1 Nel punto C l’offerta di moneta è maggiore che in A in conseguenza dell’afflusso di capitali, ma la Bop è in equilibrio: supponendo che in A il conto corrente fosse nullo, CA(A) = 0 e quindi che MK(A) = 0; in C risulta CA(C) < 0 e quindi MK(C) > 0 affinchè Bop = 0: pertanto in C l’afflusso di capitale sta esattamente compensando il deficit di conto corrente

16 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: effetti di un’espansione monetaria (Bc )
L’aumento di Bc aumenta lo stock di M: la LM trasla verso destra 1. SF*c+Bc = M 2. M = PL(i,Y) In B, i<i*: con perfetta mobilità dei capitali vi sarà un immediato deflusso dei capitali finanziari (vendite di attività finanziarie nazionali), e una tendenza al deprezzamento del tasso di cambio LM i LM’ A Per garantire la parità di cambio la b.c. deve intervenire sul mercato dei cambi e vendere valuta estera contro valuta nazionale i* 3. R = R* PSTI B i’ F*C diminuisce, e M diminuisce: la LM trasla di nuovo verso l’alto _ _ _ _ 4. Y =φ(EP*/P))A(Y-Y,i)+G+X(EP*/P,θ) IS F*C ↓ tanto quanto l’ ↑ di Bc Alla fine M è costante e la LM torna nella posizione iniziale. Y Y0 In equilibrio, dunque, non c’è creazione di nuova moneta. L’offerta di moneta M è quella di partenza, è vi è stata solo una variazione nella composizione del bilancio della banca centrale: le riserve si sono ridotte tanto quanto l’aumento del credito interno. Nota: in B (e in tutti i punti sotto la CPTI) vi è un deficit economico della bilancia dei pagamenti (che viene compensato dalla vendita di attività estere (riduzione delle riserve) da parte della banca centrale. (analogamente, in tutti i punti al di sopra della CPTI vi sarebbe un avanzo economico di bilancia dei pagamenti, e una corrispondente variazione positiva delle riserve ufficiali)

17 Optare per un tasso di cambio flessibile (conseguire obiettivi 2 e 3)
Il trilemma della macroeconomia internazionale Non è possibile avere contemporaneamente un tasso di cambio fisso, perfetta mobilità dei capitali e autonomia della politica monetaria. Solo due dei tre obiettivi possono essere conseguiti contemporaneamente, il terzo deve essere sacrificato. Optare per un tasso di cambio flessibile (conseguire obiettivi 2 e 3) Tre scelte possibili: Obiettivo 2: Perfetta mobilità dei capitali Obiettivo 3: Autonomia della politica monetaria Rinunciare all’autonomia della politica monetaria (conseguire obiettivi 1 e 2) Istituire controlli alla mobilità dei capitali (conseguire obiettivi 1 e 3) Obiettivo 1: Cambio fisso

18 Cambi fissi e imperfetta mobilità dei capitali: autonomia della politica monetaria
Sarebbe possibile mantenere sia un tasso di cambio fisso che una certa autonomia della politica monetaria imponendo dei controlli alla mobilità dei capitali (obiettivi 1 e 3 a scapito dell’obiettivo 2). Se i capitali non sono perfettamente mobili, e i titoli nazionali ed esteri sono sostituti imperfetti, il tasso di interesse interno può in qualche misura deviare dal tasso di interesse internazionale (tanto di più quanto minore è la mobilità dei capitali). Ciò consente alla politica monetaria di mantenere qualche margine di manovra, ad esempio per stabilizzare il livello di attività economica interno.

19 2 opzioni su 3

20 2 opzioni su 3

21 La scelta del regime di cambio non influenza solo l’autonomia della politica monetaria, ma determina anche la reazione dell’economia a shock finanziari e reali internazionali. In particolare una piccola economia aperta con tasso di cambio fisso sarà più esposta a disturbi finanziari e reali internazionali rispetto a un’economia in cambi flessibili (tanto più quanto maggiore è la mobilità dei capitali e quanto più integrate sono le economie).

22 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: effetti di shock finanziari internazionali (i* )
1. EF*c+Bc = M 2. M = PL(i,Y) LM La PSTI trasla verso l’alto quanto l’aumento di i* 3. i = i* In A i<i*: deflusso di capitali finanziari (vendita di attività finanziarie nazionali), temporaneo deficit economico della bilancia dei pagamenti, che spinge verso un deprezzamento del tasso di cambio 4. Y =φ(EP*/P))A(Y-T,i)+G+X(EP*/P,θ) LM’ LM i B i*’ PSTI’ Per garantire la parità di cambio la banca centrale interviene vendendo valuta estera contro valuta nazionale: F*C ↓ e M ↓ A i* PSTI La riduzione di M trasla la LM verso l’alto: il tasso interno aumenta, e l’attività economica interna si riduce. Il processo continua fino a quando il tasso di interesse interno è salito tanto quanto il tasso internazionale, e l’equilibrio macroeconomico è raggiunto nel punto B. IS Y i aumenta tanto quanto i* , e l’economia entra in recessione. Y’ Y0 Nota: Con imperfetta mobilità dei capitali gli effetti sarebbero analoghi, ma più smorzati, dato che il tasso interno aumenterebbe meno del tasso internazionale. Nota: La banca centrale potrebbe limitare la perdita di riserve di valuta estera riducendo Bc (attuando cioè una restrizione monetaria che si aggiunge a quella automatica dovuta alla riduzione di F*C ). In equilibrio (sempre B) la riduzione di M sarebbe la stessa, ma la composizione del bilancio della banca centrale sarebbe diversa: più riserve e meno titoli (al limite, la perdita di riserve potrebbe anche essere nulla, se la riduzione di M necessaria a portare il tasso interno a i*’ fosse interamente supportata da una riduzione dei titoli).

23 Cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali: effetti di shock finanziari internazionali (ρ ↑ )
1. EF*c+Bc = M (bilancio b.c.) 2. M = PL(i,Y) LM 3. i = i*+ρ PSTI LM’ 4. Y =φ(EP*/P))A(Y-T,i)+G+X(EP*/P,θ) IS LM i B i*+ρ’ CPTI’ Si noti che, se gli investitori richiedono un premio di rischio in aggiunta al tasso internazionale per investire in attività finanziarie nazionali, qualsiasi aumento di tale premio di rischio avrebbe esattamente gli stessi effetti che un aumento del tasso di interesse internazionale A i*+ρ CPTI IS Y Y’ Y0 Riassumendo: Con cambi fissi l’economia è esposta a shock finanziari internazionali


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