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PubblicatoAnnibale Beretta Modificato 6 anni fa
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Regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario
Corso di Economia delle Istituzioni Finanziarie Docente: Luca Riccetti Regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario
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Ordinamento dell’ intermediazione finanziaria
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Ordinamento dell’intermediazione finanziaria
Per ordinamento si intende l’insieme organico delle norme che disciplinano le attività e le istituzioni dell’intermediazione finanziaria in un dato contesto politico-amministrativo. In Italia le norme possono avere 3 origini: comunitaria: l’Italia appartiene all’ UE, la quale emette direttive che, pur non avendo diretta applicazione, devono essere recepite ed attuate in determinati tempi; il dovere di recepimento è riconosciuto con alcuni gradi di discrezionalità per adattare la norma al contesto nazionale, ma senza contrastare con la norma stessa; di legislazione primaria: leggi e decreti; di legislazione secondaria: istruzioni e regolamenti emessi da organi previsti e delegati dalla legge (Banca d’Italia, CONSOB, IVASS, COVIP), i quali servono per una regolamentazione più specifica della legislazione primaria. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Ordinamento dell’intermediazione finanziaria in Italia
In Italia (come nella UE) non esiste un ordinamento unitario per mercati-strumenti-intermediari l’intermediazione finanziaria è disciplinata per tipologie di attività: TUB (D.lgs.385/93): ordinamento delle attività bancarie e creditizie; TUF (D.lgs.58/98): disciplina dei mercati ordinamento dei servizi di investimento ordinamento della gestione collettiva del risparmio; Codice delle Assicurazioni Private: ordinamento dell’attività assicurativa. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Ordinamento dell’intermediazione finanziaria in UE
La UE ha creato un ambito di libera circolazione di persone, capitali, merci e servizi. Questo vale anche per la finanza mercato unico dei servizi finanziari e oggi anche Unione Bancaria. Storicamente gli stati aderenti all’UE avevano differenti ordinamenti disparità concorrenziale; disparità nella tutela dei soggetti in rapporto con gli intermediari. L’obiettivo della UE è stato inizialmente quello di realizzare una «armonizzazione minima» fra gli ordinamenti per «livellare il campo»: Direttiva europea di coordinamento (1989). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Ordinamento dell’intermediazione finanziaria in UE
Il modello scelto si è basato sul seguente assetto: non specializzazione degli intermediari per tipi di attività svolta modello di banca universale (possibilità di svolgere sia attività di intermediazione creditizia che mobiliare e di servizio); riserva esclusiva dell’attività di investimento collettivo in valori mobiliari a organizzazione specializzate; regolazione del grado di separatezza fra banca e impresa non finanziaria (sia «a monte» che «a valle») Questa armonizzazione minima ha permesso il «mutuo riconoscimento»: salvo eccezioni, l’ordinamento deve riconoscere e lasciar operare ogni intermediario estero, ma comunitario, in forza dell’autorizzazione dell’ordinamento di appartenenza (home country control) principio di libertà di prestazione del servizio; principio di libertà di stabilimento nel territorio comunitario. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Ordinamento dell’intermediazione finanziaria in UE
Dopo la direttiva del 1989 il processo di integrazione è proseguito con interventi sempre più incisivi. Oggi si parla di «armonizzazione massima», intendendo che le regole europee non possano essere rese più stringenti o essere formulate in modo diverso nel recepimento negli ordinamenti nazionali. Ad es. MIFID e Unione Bancaria. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
Ragioni dei controlli Regolamentazione e vigilanza di intermediari, mercati e imprese emittenti. Ragioni: Funzione monetaria funzionamento del sistema dei pagamenti (sicurezza, stabilità, efficienza) + politica monetaria (regolare la quantità di moneta in circolo). Tutela del risparmio e degli investitori: trasferimento risorse da unità in surplus a unità in deficit richiede fiducia regole per emittenti e intermediari per rafforzare l’affidabilità. Esternalità negative: contagio (e corsa agli sportelli) possono creare una crisi finanziaria che riduce il credito all’economia reale. Alcune banche sono too-big-to-fail. Asimmetria informativa adverse selection fallimento del mercato regole informative per aumentare la capacità di valutazione e allocazione da parte dei creditori. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Obiettivi dei controlli
Le ragioni spiegate possono essere raggruppati in due obiettivi: Politica monetaria (punto 1) nell’ambito della politica economica Regolamentazione e vigilanza (punti ) per la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario Stabilità: per tutelare il risparmiatore e garantire il sistema dei pagamenti (e quindi l’efficacia della politica monetaria) Efficienza: operativa (meno costi dell’attività finanziaria per l’economia reale: spread) e allocativa (capacità di selezionare gli impieghi più redditizi maggior crescita economica) Interdipendenza stabilità-efficienza: Trade-off: stabilità richiede minor concorrenza e più regole che condizionano minor efficienza: sopravvivono intermediari con performance peggiori e allocazione di risorse condizionata. Complementarietà: maggior informazione assicura più efficienza del mercato e limita l’assunzione dei rischi e la volatilità dei prezzi. Più efficienza può migliorare gli intermediari e la loro stabilità. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Stabilità (micro-macro prudenziale) ed efficienza
Negli ultimi anni la stabilità è stata declinata in vari obiettivi: Micro-prudenziali: sana e prudente gestione delle singole istituzioni finanziarie. Macro-prudenziali: stabilità del sistema finanziario nel suo complesso riduzione del rischio sistemico. Per quanto riguarda l’efficienza, in relazione ai mercati mobiliari, la tutela del risparmiatore richiede: trasparenza informativa presupposto per pricing corretto degli investimenti; regole di comportamento corretto. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Legge bancaria 1936 VS TUB e autorità italiane
In Italia la legge bancaria del 1936 era maggiormente focalizzata sulla stabilità. Il TUB, sulla spinta della concorrenza internazionale, ha spostato l’attenzione sull’efficienza. Le autorità di controllo del sistema finanziario in Italia sono: Banca d’Italia (nel SEBC) CONSOB: commissione nazionale per le società e la borsa IVASS: istituto per la vigilanza sulle assicurazioni COVIP: commissione di vigilanza sui fondi pensione AGCM: autorità garante della concorrenza e del mercato Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Banca d’Italia Nasce nel 1893, in una fase di instabilità, come «istituto di emissione». Sviluppa progressivamente altre attività che la portano ad essere la banca centrale: unificazione della funzione di emissione e controllo della moneta (1926); passaggio a istituto di diritto pubblico; attività svolte per il Tesoro; autorità di vigilanza. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Banca d’Italia: funzioni
Politica monetaria dell’Eurosistema: il Governatore fa parte del Consiglio Direttivo BCE per definire la politica monetaria + esecuzione della stessa. Stabilità finanziaria: monitoraggio dei rischi sistemici che possono portare a crisi reale (shock di liquidità e razionamento del credito) vigilanza macroprudenziale. Organo di vigilanza microprudenziale sugli intermediari: sana e prudente gestione. In particolare il TUB dà alla BI diversi strumenti di vigilanza: Informativa. Ispettiva (verifiche presso le sedi delle banche). Regolamentare prudenziale. Organo di vigilanza sul sistema dei pagamenti rafforza la fiducia del pubblico per la moneta e quindi l’efficacia della politica monetaria. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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CONSOB Istituita nel 1974. Obiettivo: controllare il mercato mobiliare per tutelare gli investitori e il risparmio, e aumentare la trasparenza e l’efficienza del mercato stesso. Attività: Controllo sulla correttezza degli intermediari: regolamentazione dei servizi di investimento; vigilanza sulla correttezza del comportamento degli intermediari; controllo delle informazioni fornite al mercato da promotori; monitoraggio di eventuali anomalie nelle negoziazioni (insider trading, aggiotaggio…). Controllo di trasparenza degli emittenti: controllo degli obblighi informativi e delle informazioni delle società quotate e degli strumenti. autorizzazione alla pubblicazione dei documenti relativi alle offerte pubbliche. Controllo sui mercati regolamentati e sui soggetti che li gestiscono: autorizzazione all’istituzione di nuovi mercati regolamentati; vigilanza sulle società di gestione dei mercati regolamentati, sul funzionamento ordinato e trasparente delle negoziazioni. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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IVASS (prima ISVAP) Istituita nel 1982. Attività: vigilare sul settore assicurativo. Obiettivi: Favorire la sana e prudente gestione delle assicurazioni, favorendo nel contempo competitività e efficienza. Tutelare i consumatori con trasparenza e correttezza: trasparenza informativa, disciplina nell’offerta e nell’esecuzione dei contratti assicurativi. Analisi e ricerca sulle tariffe per supporto tecnico ai provvedimenti del governo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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COVIP Istituita nel 1993. Obiettivi: assicurare la funzionalità del sistema di previdenza complementare. Attività: Vigilanza sulla correttezza e sulla trasparenza: autorizzazione dei fondi pensione, monitoraggio dell’adeguatezza organizzativa e rispetto della trasparenza. Analisi e ricerca sull’andamento delle attività previdenziali. Ha rapporti con le altre autorità che controllano gli intermediari che possono gestire i fondi pensione. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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AGCM Istituita nel 1990. Obiettivi: garantire la libertà d’impresa: libero accesso al mercato e pari opportunità di competizione; far sì che la libera concorrenza favorisca i consumatori (prezzi e qualità migliori). Attività: reprimere comportamenti che limitino la libertà di concorrenza: intese abusi di posizione dominante operazioni di concentrazione «pericolose». Si coordina con la Banca d’Italia per le operazioni di concentrazione tra banche: l’AGCM verifica gli effetti sulla concorrenza, la BI verifica la stabilità (sana e prudente gestione). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Autorità di controllo: modelli organizzativi
Schema istituzionale: divisione in base alla prevalente specializzazione degli intermediari (banche, intermediari mobiliari, assicurazioni). Schema per obiettivi: obiettivi di stabilità, o correttezza e trasparenza a tutela degli investitori. Schema integrato: unica autorità per settori e obiettivi visione unitaria (minor problema coordinamento e maggior controllo interdipendenze). Schemi ibridi, come l’Italia: schema per obiettivi 1-CONSOB tutela gli investitori, 2-Banca Italia+IVASS+COVIP stabilità, divisi in base ad uno schema istituzionale. Con lo sviluppo di intermediari universali lo schema istituzionale viene meno. Oggi tendenza verso schemi integrati. Non c’è uno schema ottimo, ma ogni Paese ha soluzioni migliori in base al proprio sistema finanziario, culturale e politico. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Strumenti di vigilanza
Gli strumenti della vigilanza possono essere classificati in base alle finalità: Regolamentare: Strutturale Prudenziale Informativa e ispettiva Protettiva Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza strutturale
Controlla la struttura del mercato, determinandone la configurazione più idonea a raggiungere stabilità ed efficienza. Dalla struttura del mercato deriva infatti il comportamento (concorrenziale) degli intermediari e quindi la stabilità e la performance (efficienza) degli stessi e del mercato. Una maggiore concorrenza può favorire l’efficienza, ma può minare la stabilità. Si influisce, quindi, sulla dimensione degli intermediari e sul mix produttivo che questi offrono, intervenendo su: numero di imprese e quote di mercato vincoli all’entrata sul mercato (nuovi intermediari o nuove sedi) e vincoli su fusioni, acquisizioni, passaggi di quote di controllo… assetto proprietario (controllo societario), quali attività ogni categoria di intermediario può svolgere, quantità e prezzi. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza prudenziale
Indica i criteri di gestione a cui gli intermediari devono attenersi al fine di ridurre il rischio. Condiziona meno rispetto agli interventi strutturali. E’ la componente più importante del quadro di vigilanza. Per quanto riguarda le banche, si basa: sugli Accordi sul Capitale di Basilea; sulla direttiva europea 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (CRD IV), sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento; sul Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), sui requisiti prudenziali del Primo Pilastro e sull’informativa al pubblico (Terzo Pilastro); sulla regolamentazione applicativa data dalla Circolare 263 del 2006 della Banca d’Italia con i suoi successivi aggiornamenti. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Art. 53 TUB, Comma 1 La Banca d'Italia emana disposizioni di carattere generale aventi a oggetto: a) l'adeguatezza patrimoniale; b) il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni; c) le partecipazioni detenibili; d) il governo societario, l'organizzazione amministrativa e contabile, nonché i controlli interni e i sistemi di remunerazione e di incentivazione; d-bis) l’informativa da rendere al pubblico sulle materie di cui alle lettere da a) a d). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza prudenziale: Basilea 2
Si è in una fase di transizione del cosiddetto accordo di Basilea 2 a quello di Basilea 3. Basilea 2 si componeva di 3 pilastri: Requisiti patrimoniali a fronte dei rischi finanziari (credito, controparte, mercato) e dei rischi operativi, valutati con metodologie tecniche di base o avanzate (più complesse, che richiedono maggiori competenze, ma permettono un risparmio di capitale), si richiede un patrimonio di vigilanza (con varie componenti) minimo la sommatoria delle attività della banca ponderate per il rischio deve avere una copertura di patrimonio pari almeno all’8%. Adeguatezza del processo di controllo prudenziale: ogni banca (o gruppo) deve avere processi e strumenti idonei alla valutazione dei rischi (anche non previsti nel primo pilastro). 2 fasi: Internal Adequacy Assessment Process – ICAAP: interno alla banca; Supervisory Review and Evaluation Process - SREP: verifica della Banca d’Italia della consistenza dell’ICAAP. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza prudenziale
Obblighi di informazione al pubblico: rendere pubbliche le condizioni di adeguatezza patrimoniale e di esposizione ai rischi (e dei sistemi adottati per misurarli e gestirli) per una efficace valutazione della solidità patrimoniale della banca e dei rischi disciplina di mercato che chieda il giusto premio per il rischio. Altri strumenti prudenziali riguardano regole: sulla concentrazione dei rischi (crediti a una singola controparte non sopra il 25% del patrimonio di vigilanza) per la gestione del rischio di liquidità (trasformazione scadenze) sulle partecipazioni non finanziarie detenibili (oltre al limite di concentrazione, anche limite complessivo del 60% del patrimonio) sull’organizzazione amministrativa e contabile e sul sistema dei controlli interni. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza prudenziale: da Basilea 2 a Basilea 3
La crisi del ha mostrato l’inadeguatezza di Basilea 2 per vari motivi: Pro-ciclicità. Carenza di capitale, sia per la scarsa ponderazione ad esempio del trading book e degli impegni fuori bilancio come le cartolarizzazioni, sia per il deterioramento della qualità del capitale con gli strumenti ibridi. Mancanza di regole di gestione della liquidità e dell’equilibrio delle scadenze tra attivo e passivo (troppo finanziamento a brevissimo sull’interbancario). Mancanza di una regolamentazione macro-prudenziale, cioè del rischio sistemico. Per questo, pur mantenendo l’impianto a tre pilastri, l’accordo sul capitale sta venendo ampiamente modificato Basilea 3. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Basilea 3 Modifiche ai vari pilastri: Primo pilastro: Rafforzamento del capitale: Rafforzamento della componente di common equity Capital conservation buffer Countercyclical buffer Maggiore copertura dei rischi: trading book, cartolarizzazioni, derivati (favorito l’uso delle clearing house)… Leverage ratio per il contenimento del leverage Secondo pilastro: indicazioni sulla misurazione dei rischi sulle cartolarizzazioni, concentrazione del rischio, incentivi ad un’ottica di lungo periodo, prassi remunerative di sana gestione… Terzo pilastro: maggiori informazioni sui veicoli fuori bilancio, maggior disclosure sulle componenti del capitale di vigilanza… Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Basiela 3: rafforzamento del capitale La Regolamentazione Bancaria
Innalzamento della qualità e del livello del patrimonio di vigilanza. Il requisito minimo di Tier 1 viene portato al 6% dei risk-weighted assets (RWA - attività ponderate per il rischio), di cui il 4,5% deve essere costituito dal common equity Tier 1 (CET1 - il quale si compone di azioni ordinarie ed eventuali sovrapprezzi, utili portati a nuovo, riserve di rivalutazione). Introduzione del Capital Conservation Buffer (Buffer di conservazione del capitale), una riserva patrimoniale di CET1 che dovrà raggiungere il 2,5% dei RWA, in aggiunta al 4,5% di requisito minimo. Qualora il capitale della banca scenda all’interno dell’intervallo del buffer (sopra il 4,5%, ma sotto il 7%), la banca non è tenuta ricapitalizzarsi e può continuare la propria operatività, ma sarà assoggettata a vincoli nella distribuzione del capitale (ad es. vincoli sui dividendi). La Regolamentazione Bancaria
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Basilea 3: rafforzamento del capitale La Regolamentazione Bancaria
Introduzione del Counter-cyclical Capital Buffer: ulteriore requisito per contrastare la pro-ciclicità e attenuare l’impatto delle fluttuazioni del ciclo finanziario; può essere costituito anche da strumenti diversi dal common equity, purché altamente capaci di assorbire perdite; l’ampiezza del buffer sarà compresa tra 0 e il 2,5% delle attività ponderate per il rischio. Sarà attivato dalle autorità nazionali su base occasionale: nei momenti di crisi il buffer verrà ridotto, mentre in quelli di forte espansione del credito verrà innalzato (in questo momento la Banca d’Italia lo ha fissato allo 0%). La Regolamentazione Bancaria
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Basilea 3: leverage ratio La Regolamentazione Bancaria
Il Leverage Ratio indica il livello massimo di indebitamento relativo che le singole banche possono assumere. TIER 1 >= 3% IMPIEGHI NON PONDERATI + ATTIVITA' FUORI BILANCIO(*100%) Ha vari obiettivi: contenere l’accumulo di leva finanziaria per evitare che la banca diventi troppo fragile; evitare processi pro-ciclici destabilizzanti con fasi di accumulo della leva e fasi di deleveraging; introdurre una sorta di protezione contro il “rischio di modello”, ossia che i metodi usati per la stima dei coefficienti di ponderazione sottostimino i rischi effettivi e quindi il fabbisogno di capitale. La Regolamentazione Bancaria
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Basilea 3: liquidità e SIFIs
Oltre ai tre pilastri sono state aggiunte due componenti: Requisiti di liquidità: Liquidity coverage ratio – LCR: attività liquide di alta qualità / deflussi di cassa netti prevedibili in 30 giorni in uno scenario di stress acuto > 100% Net stable funding ratio – NSFR: provvista stabile disponibile / ammontare richiesto di provvista stabile > 100% Istituzioni finanziarie sistemiche (SIFIs): determinate non solo sulla base della grandezza (too-big-to-fail), ma anche dell’interconnessione con il resto del sistema finanziario richiesta di maggior capitale. L’accordo di Basilea 3 entra in vigore lentamente e sarà pienamente attuato nel 2019. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Basilea 3: istituzioni finanziarie sistemiche (SIFIs) criteri
Categoria Indicatore Peso Cross-jurisdictional activity Cross-jurisdictional claims 10% Cross-jurisdictional liabilities Size Total exposures as defined for use in the Basel III leverage ratio 20% Interconnectedness Intra-financial system assets 6.67% Intra-financial system liabilities Wholesale funding ratio Substitutability/financial institution infrastructure Assets under custody Payments cleared and settled through payment systems Values of underwritten transactions in debt and equity markets Complexity OTC derivatives notional value Level 3 assets Held for trading and available for sale Value 21/09/2018 TITOLO PRESENTAZIONE
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Basilea 3: raggruppamenti delle SIFIs e add-on di CET1
21/09/2018 TITOLO PRESENTAZIONE
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Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
Basilea 3 Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza informativa
La vigilanza informativa mira ad un monitoraggio continuo della salute delle banche da parte dell’autorità di vigilanza. La normativa serve a tutelare la parte considerata debole o inconsapevole e riguarda non solo alle banche, ma tutti gli intermediari. Ad es. TUB artt sul credito al consumo: attenzione alla trasparenza delle condizioni e alla disciplina del tasso annuo effettivo. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza informativa
Articolo 51 TUB: Le banche inviano alla Banca d'Italia, con le modalità e nei termini da essa stabiliti, le segnalazioni periodiche nonché ogni altro dato e documento richiesto. Esse trasmettono anche i bilanci con le modalità e nei termini stabiliti dalla Banca d'Italia. A livello quantitativo, la matrice dei conti è il principale strumento di acquisizione di dati statistico-contabili sulla situazione delle banche. La sua base informativa consente di effettuare analisi sistematiche sui profili tecnici aziendali e di verificare il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale. Sezione I : dati statistici mensili Sezione II: altri dati statistici Sezione III: dati di bilancio Sezione IV: patrimonio di vigilanza e coefficienti Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza informativa
Art TUB: informativa al mercato (complementare al terzo pilastro di Basilea) per trasparenza e pubblicità delle condizioni contrattuali applicate: forme contrattuali, informazioni su tassi, prezzi, condizioni economiche, forme di pubblicità utilizzabili, comunicazioni periodiche alla clientela, regole di modifica unilaterale, ipotesi di trasferimento e estinzione dei contratti, … La vigilanza informativa, assieme al terzo pilastro di Basilea, cerca di raggiungere l’obiettivo di trasparenza e correttezza: mercato efficiente corretto pricing, che rifletta tutta l’informazione disponibile riduce lo svantaggio informativo degli investitori con i conseguenti fenomeni di adverse selection. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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La Regolamentazione Bancaria
Vigilanza ispettiva L’art. 54 del TUB stabilisce che la Banca d’Italia può effettuare ispezioni presso le banche e richiedere l’esibizione di documenti e atti ritenuti necessari. Fasi del processo ispettivo: Pre-ispettiva: al fine di individuare gli aspetti tecnici o gestionali meritevoli di approfondimento. Accertativa: verifica presso l’intermediario. Rappresentativa: formalizzazione in un documento degli esiti della visita ispettiva. La Regolamentazione Bancaria
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Vigilanza protettiva Strumenti applicati per gestire le situazioni di crisi degli intermediari, per tutelare i risparmiatori, specialmente quelli «non consapevoli». Due ambiti di intervento: Evitare che situazioni di temporanea difficoltà sfocino in crisi irreversibili: utilizzando i flussi informativi dagli intermediari alla vigilanza (vigilanza informativa), cercare tecniche di «allarme preventivo»; affrontare situazioni di illiquidità con rifinanziamenti della Banca Centrale; in casi più seri, sostituire gli organi amministrativi e di controllo: «amministrazione straordinaria». Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Vigilanza protettiva In casi di crisi irreversibile, liquidare l’intermediario, con l’intervento di «fondi di garanzia» per: tutelare i risparmiatori limitare il rischio sistemico: a fronte di una crisi bancaria, i risparmiatori non devono perdere la fiducia nel sistema finanziario (questo è rilevante anche per le precedenti situazioni di crisi temporanea). Quindi, prima della recente riforma legata al Single Resolution Mechanism (SRM), vi erano due procedure di gestione delle crisi condotte dalla Banca d’Italia: amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa. Anche dopo la riforma, queste procedure continuano ad esistere, ma la liquidazione coatta amministrativa non si applica alle banche di importanza sistemica. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa
Amministrazione Straordinaria (artt TUB): Comporta lo scioglimento degli organi della banca, Le cause sono: gravi irregolarità o gravi violazioni di legge o dello statuto; previsione di gravi perdite di patrimonio; richiesta motivata da parte dell’assemblea straordinaria o dagli organi amministrativi. Liquidazione coatta amministrativa (artt TUB): Comporta la revoca dell’autorizzazione all’attività bancaria Viene deliberata dal Ministro dell'economia e delle finanze su proposta della Banca d'Italia, quando le irregolarità nell'amministrazione o le violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie o le perdite previste dall'articolo 70 siano di eccezionale gravità. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Fondi di garanzia dei depositi
FITD (fondo interbancario di tutela depositi): consorzio supervisionato dalla Banca d’Italia a cui devono aderire tutte le banche italiane ad esclusione delle BCC. FGD (fondo di garanzia depositi): consorzio supervisionato dalla Banca d’Italia a cui devono aderire le banche con forma di credito cooperativo e le casse rurali Il sistema finanziario si basa sul contenuto fiduciario, se si genera una sfiducia generalizzata esternalità negativa (contagio) con ondata di ritiro di depositi si aggrava la crisi con connessa crisi reale causata da: a) credit crunch, b) disfunzioni del sistema dei pagamenti. Il Single Resolution Mechanism, che vedremo, può creare problemi di fiducia nei risparmiatori (aumento del costo della raccolta bancaria e rischi sistemici). Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Le recenti riforme: schema di vigilanza europeo
La globalizzazione della finanza determina la perdita di efficacia dei controlli ristretti agli ambiti nazionali. Dimensione sovranazionale della vigilanza. L’Unione Europea, dopo la crisi del 2008 ha radicalmente modificando le modalità di vigilanza. Dal 2010 si è sviluppato un nuovo sistema denominato ESFS: European System of Financial Supervision. L’EFSF si compone di due aree: Vigilanza micro-prudenziale European Supervisory Authorities – ESA, con 3 autorità che interagiscono con le autorità nazionali: European Banking Authority – EBA: vigilanza bancaria European Securities and Markets Authority – ESMA: vigilanza mobiliare European Insurance and Occupational Pensions Authority – EIOPA: vigilanza assicurativa e fondi pensione Vigilanza macro-prudenziale European Systemic Risk Board – ESRB: monitora i rischi sistemici e cerca early warnings. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Verso l’Unione Bancaria
La crisi del debito sovrano, a partire dal 2010, ha ulteriormente accelerato la spinta riformatrice. Obiettivo: spezzare la spirale tra crisi bancaria e crisi dei debiti sovrani. 3 pilastri: Single Supervisory Mechanism – SSM: la BCE controlla direttamente le più importanti banche dell’Eurozona (e dei Paesi UE non Euro che vorranno aderire) da Novembre Prima ha svolto un «Comprehensive Assessment». Oggi sono circa 130 gruppi bancari (totale attivo sopra i 30 miliardi di euro, o attivo > 20% del PIL del paese di riferimento, o una delle tre banche più grandi del paese) che coprono circa l’85% dell’attivo bancario dell’area Euro. Gli altri intermediari rimangono sotto la supervisione delle autorità nazionali, ma la BCE può decidere in ogni momento di controllarle direttamente. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Verso l’Unione Bancaria
Single Resolution Mechanism – SRM: il regolamento Europeo 806/2014, e la direttiva 2014/59/UE «Bank Recovery and Resolution Directive» (BRRD), stabiliscono regole e una procedura uniforme per la gestione delle crisi bancarie e un fondo unico per il salvataggio. Deposit Guarantee Scheme – DGS: ancora da approvare. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Single Resolution Mechanism
OBIETTIVI: gestire in maniera accentrata le crisi bancarie nell’eurozona; evitare che sia il tax payer a subire i costi delle crisi. ORGANI PRINCIPALI: Single Resolution Board (Comitato di Risoluzione Unico); autorità di risoluzione nazionali; Fondo di Risoluzione Unico (alimentato dalle banche). FASI DEL PROCESSO: la BCE comunica al comitato lo stato di dissesto di una banca; il comitato decide se intervenire; se interviene adotta un programma di risoluzione altrimenti mette la banca in liquidazione; il comitato controlla che le autorità nazionali di risoluzione attuino il programma. 23/03/2016 Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Single Resolution Mechanism: cos’è il bail-in?
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Bail-in: strumenti eligible
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Riforme: un quadro di riepilogo
Basilea 3: migliorare la qualità e la quantità del patrimonio di vigilanza; agire sul livello di indebitamento delle banche; introdurre due coefficienti per scongiurare il rischio di liquidità; introdurre meccanismi per limitare la prociclicità. Europea market infrastructure regulation: innalzare la trasparenza e stabilità sui mercati non regolamentati standardizzare le forme contrattuali dei derivati concentrare le negoziazioni in mercati ufficiali regolamentare gli scambi presso clearing house comunicare le condizioni di negoziazione Unione Bancaria: sistema di supervisione unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) sistema di risoluzione delle crisi (SRM) garanzia dei depositi a livello europeo (DGS) …per assicurare la stabilità del sistema i regolatori e le autorità di vigilanza a livello internazionale hanno riconsiderato la possibilità di collegare le riforme di tipo prudenziali a riforme di tipo strutturale…
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Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
Riforme strutturali? Rapporto Liikanen in Europa: separazione giuridica di attività finanziare particolarmente rischiose dall’attività di raccolta di depositi delle banche. Rapporto Vickers nel Regno Unito: regime di separazione tra banca retail e banca d’investimento. Volcker Rule (nel Dodd-Frank Act) negli USA: separazione strutturale che non permette alle banche di tipo commerciale di effettuare trading proprietario. Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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Rapporto Liikanen Mentre l’Unione Europea cerca di implementare le linee guida di Basilea 3 e rilancia sull’Unione Bancaria puntando a una supervisione unica europea affidata alla BCE, viene presentato a Bruxelles il 2 Ottobre 2012 il rapporto elaborato da un gruppo di esperti guidati da Erkki Liikanen (Presidente della banca centrale di Finlandia). Il Rapporto Liikanen si pone come obiettivo quello di rivedere l’architettura delle banche e lo fa attraverso cinque raccomandazioni principali: la separazione legale dalle attività della banca del trading proprietario e di altre attività di trading significative sopra una certa soglia; la necessità che le banche disegnino e mantengano in funzione realistici ed efficaci piani di resolution; l’uso di strumenti di bail-in SRM; l’applicazione di maggiori pesi per il rischio nella determinazione del capitale minimo ( targeted review of internal models, TRIM); la necessità di aumentare le riforme esistenti sulla corporate governance.
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Commissione Vickers Nel 2011 una Commissione indipendente nominata dal Governo Inglese per la riforma del sistema finanziario propone un rapporto in cui sono presenti una combinazione di misure di vigilanza strutturale e regole di patrimonializzazione. La Commissione Vickers propone di introdurre una separazione fra la banca retail, che raccoglie depositi ed eroga prestiti, e la banca d’investimento, che opera in titoli nei mercati finanziari. Il rapporto prevede una pluralità di interventi regolamentari: rafforzamento del patrimonio delle banche; procedure rapide ed efficaci per la gestione di crisi di intermediari; regime di separazione tra banca retail e banca di investimento; emissione di strumenti di debito convertibili in capitale.
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Volcker-Rule La Volcker-Rule è un insieme di norme inserite nella più ampia riforma denominata «Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act» che è iniziata ad entrare in vigore nel 2012, ma non è ancora del tutto implementata dato che mancano alcuni regolamenti attuativi. La Volcker rule separa le attività di "commercial" da quelle di "investment" banking e ha lo scopo di tutelare i risparmiatori da attività troppo speculative ed evitare nuovi crack finanziari, rendendo più stabile il sistema creditizio. Tra le altre prescrizioni, la norma limita l’attività speculativa («proprietary trading») delle banche, che non possono investire i propri capitali in Borsa, su strumenti come derivati e quote di hedge funds, per una quota al di sopra del 3%. Il presidente USA, Trump, sta ora proponendo la modifica della norma. Fonte:
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Regolamentazione di mercati ed assicurazioni
Oltre ad una radicale riforma della regolamentazione del sistema bancario, in Europa si stanno sviluppando altre radicali riforme del sistema finanziario: per quanto riguarda le assicurazioni, si ricorda l’entrata in vigore nel 2016 di Solvency II; per quanto riguarda i mercati finanziari, si segnala il progetto di riforma che mira ad una unificazione dei mercati finanziari, la «Capital Market Union». Economia degli intermediari finanziari Luca Riccetti
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