La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Poema de mio Cid Poema epico basato liberamente sulla parte finale della vita di Rodrigo Díaz de Vivar, il Cid Campeador (1043-1099), un cavaliere della.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Poema de mio Cid Poema epico basato liberamente sulla parte finale della vita di Rodrigo Díaz de Vivar, il Cid Campeador (1043-1099), un cavaliere della."— Transcript della presentazione:

1 Poema de mio Cid Poema epico basato liberamente sulla parte finale della vita di Rodrigo Díaz de Vivar, il Cid Campeador ( ), un cavaliere della corte di Sancho II di Castilla ( ) e Alfonso VI di León e Castilla ( ). I fatti narrati nel Cantar si riferiscono ad avvenimenti occorsi dopo l’esilio di Rodrigo Díaz per ordine di Alfonso VI nel 1081 ma non costituiscono un racconto fedele dei fatti storici, bensì una visione letteraria degli stessi, a volte alterati o trasformati a fini poetici.

2 Il Poema è stato tramandato da un unico manoscritto del secolo XIV, mancante del foglio iniziale e di due fogli interni, conservato alla Biblioteca Nazionale di Madrid. Si tratta di un codice pergamenaceo in quarto, di 74 fogli (198x150mm), composto di 11 fascicoli. Scrittura gotica. Probabilmente fu vergato nel Monastero di San Pedro de Cardeña e poi passò al monastero delle suore di Santa Clara di Cardeña. Fra il XV e la fine del XVI fu custodito nell’archivio del concejo di Bivar. Poi passò nelle mani del bibliofilo Gayangos e infine fu venduto ai marchesi di Pidal che lo vendettero alla Fundación March, la quale lo cedette poi allo Stato. Secondo il colofone, questo codice è copia di un altro del 1207,vergato da un certo Per Abbat. Quanto all’epoca di composizione del Poema, Ramón Menéndez Pidal, primo editore del testo, postulò la prima metà del XII secolo. Inizialmente propose gli anni intorno al 1140 adducendo tre ragioni: l’uso elusivo dell’espressione el buen emperador per designare Alfonso VII ( ) senza necessità di chiamarlo con il suo nome, fatto che implicherebbe che il poema fosse coevo a quel sovrano. L’indicazione “Oy los reyes d’España sos parientes son”, che acquisterebbe particolare importanza in relazione alle nozze di Blanca de Navarra con Sancho III di Castilla, che suggellarono la pace fra i regni nel 1140. La allusione al Poema de Almería per la parte che riguardava il Cid. Questo poema è composto in latino e celebra la campagna di Alfonso VII (1147) contro la roccaforte andalusa di Almería, tenuta allora dai musulmani.

3 Anche lo studio linguistico aveva offerto a Menéndez Pidal importanti elementi per datare il testo. In studi successivi approfondisce la sua tesi sottolineando la fedeltà storica dei fatti narrati, che si può spiegare soltanto con la vicinanza cronologica fra gli avvenimenti e la versione letteraria. Questa datazione fu generalmente ammessa, ma a partire dagli anni ’50 del XX secolo sorsero alcune teorie mirate a postdatare la composizione del Poema: Russell (1952), Gicovate (1956), Ubieto (1957) sostenevano tutti una datazione attorno alla fine del XII secolo adducendo argomenti convincenti ma non risolutivi. Menéndez Pidal rispose a queste obiezioni ribadendo che la lingua usata doveva essere della metà del XII secolo e accettò la proposta di Mateu (1947) che suggeriva la presenza di due autori. Postulò quindi che il Poema era stato opera di due autori, uno primitivo, più legato alla realtà storica, che avrebbe composto la versione nel 1110 e un rimaneggiatore posteriore, più incline ad aggiungere dettagli romanzeschi, che sarebbe stato il responsabile della versione conservata, da datarsi intorno al 1140.

4 J. M. Lacarra, d’altra parte, aveva dimostrato la datazione tarda di due termini del Poema che corrispondono alla situazione sociopolitica della fine del XII secolo: fijodalgo, documentato per la prima volta nel 1177, e rico omne, la cui prima occorrenza data al 1207. Tuttavia, un accurato esame linguistico di Martín Zorraquino ha definitivamente dimostrato che una datazione alla fine del XII secolo non è incompatibile con i tratti linguistici che si individuano nel Poema. Quel che è innegabile, in ogni modo, è la coesistenza, nel testo tramandato, di tratti linguistici più arcaici insieme a elementi lessicali e morfologici più tardi. Ma ogni aspetto linguistico rilevato nel testo, è importante sottolinearlo, è da ricondurre anche alla trasmissione scritta e dunque al ruolo dei copisti e alla loro coscienza linguistica.

5 La maggior parte della critica considera il Poema come una creazione unitaria, sebbene basata su materiali anteriori. Il testo riunirebbe una serie di narrazioni di tradizione orale, creazioni letterarie come quella a cui si allude nei versi del Poema de Almería. È molto importante l’attività propagandistica svolta dal monastero di San Pedro de Cardeña, dove fu sepolto Rodrigo Díaz de Bivar. Ma esiste anche una biografia latina del Cid della metà del XII secolo, la Historia Roderici, che fu composta fra l’Aragona e la Catalogna. In rapporto con la Historia Roderici si trova anche il Carmen Campidoctoris, di cui però non si rintracciano passi nel Poema. Si tratta di un inno latino composto in strofe saffiche e datato probabilmente al 1083.

6 La questione cruciale è quella della paternità del testo e del tipo di elaborazione a cui fu sottoposto. Scuola popolarista: origine meramente folclorica del racconto epico, trasmesso oralmente. Scuola individualista: paternità autoriale e trasmissione orale. Scuola tradizionalista (Menéndez Pidal): paternità autoriale e pervivenza del testo in varianti dovute alla trasmissione orale. Si va dalla nozione di autore analfabeta a quella di un autore colto e altissimo poeta che usò materiali preesistenti. Vi sono diversi indizi che invitano a concludere che, sebbene il Poema de mio Cid, come tutta la poesia epica medievale, fosse destinato a un pubblico ampio e a una diffusione orale che implicava scenari diversi e persino contrapposti, non è un prodotto meramente tradizionale o folclorico e men che meno popolare.

7 Contesto L’asse centrale della vicenda epica è l’eroismo, sia religioso che guerriero. La biografia cidiana condivide tratti dell’agiografia (trattatistica relativa alle vite dei santi). La componente fondamentale del carattere del Cid è la mesura, ovvero la ponderazione, l’equilibrio, ma anche la rassegnazione. Tradizionale binomio epico di sapientia e fortitudo. Quest’ultima non è solo forza fisica ma anche capacità di agire, dinamismo, potere. D’altro canto, la sapienza non è solo conoscenza ma anche prudenza, capacità di agire, sagacia e astuzia. L’abilità e la forza permettono al Cid di trionfare in molte occasioni (presa di Alcocer e vendetta della Afrenta de Corpes). La personalità del Cid è complessa e piena di variazioni (non è esente da ironia): lo spazio in cui si svolge il poema non è un luogo di scontro fa principi opposti ma è un contesto ambivalente per natura. Il bene e il male sono categorie morali, non metafisiche né cosmiche. Il Cid si trasforma quindi in un modello paradigmatico che poteva essere imitato e ai cui ordini si poteva militare.

8 Storia e società È importante leggere l’epica come una interpretazione del passato alla luce dei fatti presenti. Il Poema de mio Cid si colloca in un momento nel quale si sta costituendo un nuovo modello di società, quella degli uomini liberi di frontiera, che si reggono per diritto proprio (fueros). Il sovrano difende questa società emergente, che dipende esclusivamente da lui e occupa terre sue; legittima quindi il saccheggio e l’occupazione dei territori musulmani limitrofi. Tutto il poema partecipa del cosiddetto espíritu de frontera, cioè degli interessi e degli ideali dei coloni cristiani che popolavano le zone limitrofe ai regni musulmani. Spiccano qui gli interessi degli infanzones, appartenenti alla piccola nobiltà, gli hidalgos. In realtà non c’è mai vero contrasto fra Re e vassallo ma fra Rui Díaz e altri membri della nobiltà (García Ordóñez, Vanigómez). Il Poema trova nella biografia di Rui Díaz (la storia) un modello esplicativo della propria società (il presente). Sul piano ideologico, questo permette all’autore di plasmare il citato espíritu de frontiera, i cui ideali di mobilità sociale ed equità giuridica si incarnano in un archetipo eroico nel quale i valori predominanti sono la lealtà, la solidarietà e lo sforzo. Sul piano estetico gli permette di avvicinare l’autore al suo pubblico e coinvolgere l’uditorio nell’azione del poema perché l’obiettivo è avvicinarsi alle coordinate degli ascoltatori, al loro ambito di riferimenti e di esperienze. La storicità del Poema è spesso una tecnica poetica: un mezzo in più al servizio di un nuovo stile epico.

9 Il contesto letterario Il contesto letterario Il contesto letterario
Esiste una tradizione epica in lingua latina che potrebbe essere stata il sostrato letterario del Poema de mio Cid. Vi sono elementi come il formulismo, il tema delle arche di arena, l’attribuzione degli errori del re ai cattivi consiglieri, che fanno parte di un fondo letterario e folklorico comune. Ma il Poema non è epigono di una tradizione anteriore bensì creazione originale che offre soluzioni peculiari tanto nello sviluppo della trama come nelle tecniche narrative e in altri aspetti stilistici. Vi sono chiari influssi anche dell’epica francese (Chanson de Roland) soprattutto per quanto riguarda il formulismo. È probabile che l’autore del Poema de mio Cid conoscesse una versione spagnola del poema epico francese. Possibile influsso di fonti latine classiche, poemi e cronache medievali in latino (Chronica Adefonsi imperatoris, Crónica najerense). Fonti ecclesiastiche latine (Bibbia e composizioni liturgiche e paraliturgiche). Vi sono numerose fonti indirette che testimoniano dell’esistenza di una versione scritta del Poema. Alfonso X fece prosificare il poema e lo incluse nella Estoria de España. Da essa derivano anche la Cronica de Veinte reyes e la Primera crónica general.

10 Modalità di fruizione e trasmissione del testo
Recitazione salmodica con accompagnamento musicale. Funzione fatica e conativa presente nel testo. Il pubblico privilegiato era quello della piccola nobiltà. Costituzione interna del testo  Poema costituito da 3730 versi divisi in tre Cantares: 1) Prima parte: onore pubblico e politico del Cid (Cantar primero, “El destierro”: vv e Cantar segundo, “Las bodas”: vv ) 2) Seconda parte: onore privato (Cantar tercero, “La afrenta de Corpes”, vv ) Traiettoria ascendente e discendente. Bipartizione argomentale: onore militare, perdono reale. Nuova legislazione e diritto rispetto allo ius vetus che favoriva l’alta nobiltà.

11 Prevalenza di strutture bimembri. Frequenti figure di ripetizione.
Prosodia Anisosillabismo: variabilità della misura sillabica. La maggior parte dei versi oscilla fra le 14 e le 16 sillabe. Forte cesura al centro del verso, diviso in due emistichi. Accenti flessibili. Alla cesura prosodica corrisponde una unità di significato. L’unità strofica minima è la lassa, costituita da un numero variabile di versi accomunati dalla medesima assonanza. A ogni lassa (e dunque a ogni cambio di assonanza) corrisponde una sequenza narrativa. Formulismo  La formula è un sintagma cristallizzato che ricorre nel testo. Si tratta di un artificio mnemotecnico ma anche stilistico e semantico in quanto produce un’enfasi di significato e un richiamo esplicito a una data situazione o personaggio (es: barba bellida riferito al Cid). Tecniche narrative  Il narratore epico è un narratore onnisciente. Vi è flessibilità nell’uso dei tempi verbali: coesistono, anche in una medesima sequenza, verbi al presente, al passato remoto e all’imperfetto. Stile  Prevalenza di strutture bimembri. Frequenti figure di ripetizione. Uso abbondante di metafore, metonimie, sineddochi.

12 [Alfonso X, Estoria de España]
Prima lacuna del Poema  Et él después que ovo leídas las cartas, como quier que ende oviese gran pesar, non quiso ý ál fazer, ca non avié plazo más de nueve días en que saliese. Enbió por sus parientes e por sus vasallos, e díxoles cómo el rey le mandava salir de su tierra e que non le dava de plazo más de nueve días, e que querié saber d’ellos cuáles querién ir con él o cuáles fincar. Minaya Álvar Fáñez le dixo: “Cid, todos iremos convusco e servos hemos leales vasallos”. Todos los otros dixieron otrosí que irién con él donde quier que él fuese, e que se non quitarién d’él nin le desamparién por ninguna guisa. El Cid gradeciógelo estonces mucho, e díxoles que si Dios le bien feziese, que gelo galardonarié muy bien. Otro día salió el Cid de Bivar con toda su compaña... [Alfonso X, Estoria de España]

13 Prima lacuna del Poema [Crónica de Castilla]
Enbió el Cid por todos sus amigos e sus parientes e sus vasallos, e mostroles en cómo le mandava el rey sallir de la tierra fasta nueve días. E díxoles: “Amigos, quiero saber de vós cuáles queredes ir comigo. E los que comigo fuerdes, de Dios ayades buen grado, e los que acá fincáredes, quiérome ir vuestro pagado”. Estonce fabló Álvar Fáñez, su primo cormano: “Conbusco iremos todos, Cid, por yermos e por poblados, e nunca vos falleceremos en cuanto seamos bivos e sanos, conbusco despenderemos las mulas e los cavallos, e los averes e los paños; siempre vos serviremos como leales amigos e vasallos”. Estonce otorgaron todos lo que dixo Álvar Fáñez e mucho les gradeció mio Cid cuanto allí fue razonado. […] E desque el Cid tomó el aver, movió con sus amigos de Bivar [Crónica de Castilla]


Scaricare ppt "Poema de mio Cid Poema epico basato liberamente sulla parte finale della vita di Rodrigo Díaz de Vivar, il Cid Campeador (1043-1099), un cavaliere della."

Presentazioni simili


Annunci Google