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Niccolò Machiavelli 1498 - 1527.

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Presentazione sul tema: "Niccolò Machiavelli 1498 - 1527."— Transcript della presentazione:

1 Niccolò Machiavelli

2 Vita: formazione e attività politica
Infanzia e formazione Nasce a Firenze nel1469 da nobile famiglia di magistrati poco agiata; si formò nella ricca biblioteca del padre magistrato, Ser Bernardo; studiò latino e letteratura, in part. Livio, gli storici classici, Dante e Petrarca. Gli anni della politica attiva : cacciata dei Medici, governo di Savonarola 1498: ritorno alla Repubblica con Gonfaloniere Piero Soderini, di cui fu consigliere personale e che favorì la sua nomina a funzionario di Stato. 1498: Segretario della seconda Cancelleria della repubblica di Firenze con mansioni burocratiche, militari e diplomatiche, numerosi incarichi in Italia e all'estero utile osservatorio sulle vicende politiche italiane ed europee. fu più volte presso Cesare Borgia, detto il Valentino (uno dei modelli del Principe), figlio del papa Alessandro VI, che cercava di costituire uno Stato nell'Italia centrale; in Francia, alla corte di Luigi XII, sovrano assolutistico, di cui tentò invano di comporre il conflitto con nuovo papa Giulio Il della Rovere, che finì per coinvolgere anche Firenze, alleata della Francia. 1512: vittoria del papa con l'aiuto della Spagna  ritorno dei Medici a Firenze; fine della carriera politica di Machiavelli. 1513: congiura antimedicea; creduto complice subì il confinο a San Casciano1. Nella villa di campagna detta Albergaccio di proprietà di Machiavelli, a San Casciano, nei pressi di Firenze.

3 Vita: dal confino alla morte
II confino e l'attività di scrittore Rimasto solo e amareggiato si diede allo studio dei classici (Livio) e alla scrittura. Incominciò Il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. L'avvicinamento ai Medici Tentò invano di avvicinarsi ai Medici per poter riprendere l'attività politica: 1516 dedica il Principe a Lorenzo de' Medici, nipote del Magnifico. Si unì al gruppo degli Orti Oricellari2, intellettuali repubblicani, studiosi di Roma antica, proseguendo la sua attività letteraria: poemetto L'asino d'oro, commedia Mandragola, novella Belfagor l'arcidiavolo, trattato Dell'arte della guerra (1521) dedica al card. Giulio de' Medici, poi papa Clemente VII, che era allora capo di Firenze. Iniziò le Istorie fiorentine su incarico dello stesso Giulio de' Medici che gli diede alcuni incarichi politici. L’ultimo anno di vita 1527: rivolta antimedicea e nuovo ritorno alla repubblica, che lo estromise perché la sua reputazione di repubblicano era stata compromessa dai rapporti collaborativi con la signoria medicea. 1527: muore per un’improvvisa malattia. Gruppo degli Orti Oricellari: traeva il nome dal luogo delle riunioni del gruppo, giardini annessi al palazzo dei nobili Rucellai.

4 il pensiero e la visione del mondo
Autonomia e scienza della politica il pensiero e la visione del mondo

5 Politica - morale e scienza
L’autonomia della politica Originale visione del mondo  atteggiamento laico e spregiudicato. Politica = azione concreta che scaturisce dall’indagine oggettiva della realtà, autonoma dalla teologia e dalla morale; non deve sottomettersi ad altri ideali che il bene dello Stato, di cui il principe è garante. Rinunzia agli ideali repubblicani e necessità del principato Machiavelli era sempre stato un convinto repubblicano, ma si convince della necessità di un Principe in Italia, in grado di contrastare le mire espansionistiche di Francia e Spagna e di porre fine alla frammentazione politico-amministrativa del territorio italico. Unica virtù che serve al Principe: la capacità politica di conseguire e mantenere il potere, anche a costo di atti spregiudicati o deprecabili. Lo scandalo di Machiavelli e il machiavellismo1 La separazione tra etica e politica fece scandalo; nel 1559 il Principe fu inserito nell'Indice dei libri proibiti; fu coniato il termine machiavellismo in senso dispregiativo. La distinzione tra ideologia e scienza Modernità di Machiavelli  impostazione laica e indipendente: L'analisi di Machiavelli si basa "sui fatti" e non su astratte ipotesi filosofiche; Politica autonoma da principi teorici, perché "scienza" basata su dati e fatti. Machiavellismo: pratica politica caratterizzata da astuzia e inganno, disprezzo di ogni legge morale e volta solo a conseguire il successo indipendentemente dalla natura dei mezzi impiegati. L'aggettivo machiavellico indica chi o ciò che è scaltro, subdolo, privo di scrupoli. Il termine machiavelliano è invece privo di connotazioni negative e designa tutto ciò che riguarda il pensiero e le opere dello scrittore fiorentino.

6 Umanesimo - pessimismo - virtù e fortuna
L'influenza dell'Umanesimo: antropocentrismo e amore per i classici Dall'Umanesimo proviene concezione della storia mossa non dalla volontà di Dio, ma dalle capacità dell’uomo; interesse per il mondo classico e per gli storici antichi: istoria maestra delle azioni nostre (1503) la sua formazione deriva non solo dall’esperienza, ma anche dalla fdalla lettura assidua dei classici. La passione politica di Machiavelli richiama quella dell'Umanesimo civile fiorentino: ideale politico di uomo artefice del proprio destino, laicamente svincolato dall’autorità della tradizione. Pessimismo sulla natura umana Non aderisce alla concezione umanistica di una natura umana nobile e benigna, al contrario crede che gli uomini siano per natura, inaffidabili, simulatori e dissimulatori, malvagità intrinseca alla natura umana; può anche non manifestarsi, ma prima o poi verrà fuori (Discorsi 1, 3). Il principe deve saperlo e agire di conseguenza con tutti i mezzi, leciti o illeciti, per evitare il fallimento. il bene e il male per il Principe non si misurano con la pietà o la crudeltà; nel nome dell'interesse dello Stato ammesse anche la corruzione e la violenza. Virtù e fortuna La virtù è la capacità terrena dell’uomo di dominare a proprio vantaggio i casi della vita, per il politico  capacità di conquistare il potere e di tutelarne la saldezza nell'interesse dello Stato: i valori religiosi tradizionali (bontà, generosità, fedeltà), vanno abbandonati, se inefficaci; crudeltà, tradimento e astuzia possono diventare virtù, se utili allo Stato. Alla "virtù" si contrappone la "fortuna", caso favorevole o sfavorevole, non provvidenza divina, eventi imprevedibili in cui la virtù è messa alla prova. La virtù e la fortuna sono arbitre ciascuna di metà della vita degli uomini. Tale concezione si riscontra nel Decameron di Boccaccio e nell'Orlando furioso di Ariosto.

7 Opere storiche e opere di interesse letterario
le opere

8 Il principe

9 Stesura e finalità del trattato
La composizione e il titolo Scritto di getto nel 1513, tranne primo e ultimo capitolo, rivolti poi a Lorenzo II de' Medici. Titolo: originariamente De principatibus (lettera a Francesco Vettori del 1513); Il Principe risale alla prima edizione a stampa postuma del La dedica a Giuliano de' Medici, figlio di Lorenzo, primo signore di Firenze dopo il ritorno dei Medici del 1512, l’anno dopo convertita al successore Lorenzo II de' Medici. Lo scopo Fornire consigli pratici per gestire il potere, impersonando la figura di "principe" autoritario e virtuoso, per creare uno Stato moderno e ridare autonomia all'Italia divisa e dominata da potenze straniere. La rottura con la trattatistica politica Specula principis: filone della trattatistica politica del Medioevo e del periodo signorile indicava le qualità di un modello astratto di principe perfetto, avulso dalla realtà delle vicende storiche. Machiavelli ribalta questa prospettiva: vuole dare al principe indicazioni pratiche per mantenere il potere in situazioni reali e concrete, rimproverando agli specula di aver fornito vane disquisizioni su situazioni astratte mai realizzatesi. Scientificità del metodo di indagine: una nuova disciplina Politica realistica come scienza laica, autonoma sia dalla teologia sia dalla morale L’analisi politica è “scientifica” perché aderente alla verità effettuale: basata cioè sui fatti, gli avvenimenti storici del passato e del suo tempo, procede secondo un metodo di indagine: valutando cause e conseguenze e traendo le regole per il principe. utilizza sia l'approccio induttivo sia quello deduttivo metodo induttivo: parte dall’osservazione di una situazione concreta e per risalire alle norme generali; m. deduttivo: parte da norme teoriche utilizzando fatti particolari o esempi storici a conferma delle tesi generali.

10 I principati e le milizie
La scelta del principato Machiavelli aveva a lungo aderito all'ideologia repubblicana, nei Discorsi ( ) la indica ancora come la forma di governo preferibile Cause dell'abbandono dell'ideologia repubblicana, drammaticità della situazione in Italia, terreno di conquista per gli stranieri sfiducia verso una classe dirigente incapace e litigiosa, fino all'autolesionismo; interessi particolaristici dell'aristocrazia che fino ad allora governava le città italiane; rivalutazione delle monarchie europee, conosciute nel corso dell’attività diplomatica, l’accentramento consente una più rapida e incisiva riforma di leggi e consuetudini. Tipologie di principato (capp. I-XI) suddivisi in ereditari, nuovi, misti, i nuovi si distinguono a seconda di come sia avvenuta la conquista: con la virtù e con le armi proprie, come Mosè, Ciro, Romolo e Teseo con la fortuna e con le armi altrui, come accadde a Cesare Borgia conquistò l'Italia centrale grazie al padre, papa Alessandro VI, e il re di Francia, Luigi XII principati civili, acquisiti grazie all'elezione da parte dei cittadini principati assoluti e feudali, ecclesiastici (come lo Stato pontificio). Problema delle milizie (capp. XII-XIV) Per tutelare uno Stato è importante il tipo di esercito: da preferire gli eserciti di leva  i cittadini stessi che combattono per difendere i loro beni eserciti mercenari motivo di debolezza per gli Stati combattono solo per denaro.

11 La struttura del Principe
Prima sezione (capp. I-XI) Seconda sezione (capp. XII-XIV) Dedica a Lorenzo dei Medici Le varie specie dei principati. La conquista dei nuovi stati. Modi in cui si mantengono gli Stati. Problema delle milizie. Terza sezione (capp. XV-XXIV) Quarta sezione (capp. XXV-XXVI) Parte più famosa e criticata: condotta del principe con sudditi e amici: separazione fra morale e politica, principe come un centauro, metà uomo e metà bestia; come evitare odio e disprezzo dei sudditi; importante la protezione di arte e cultura. Rapporto tra virtù e fortuna. cause della perdita del potere del duca di Milano,Ludovico il Moro, e del re di Napoli, Ferdinando d'Aragona. Conclusione: Esortazione a Lorenzo dei Medici a porsi alla testa degli Stati italiani per liberarli dai barbari, cioè dagli invasori stranieri.

12 Argomentazione "dilemmatica" e stile
Modernità del pensiero e modernità dello stile. Figure retoriche metafore e similitudini tratte dall'esperienza quotidiana, fortuna  donna da conquistare qualità del principe  arciere, centauro, volpe e leone. Procedimento argomentativo dilemmatico cioè per opposizioni alternative disgiuntive (o … o … o … o …). Sintassi Periodo complesso che rispecchia la coerenza dello sviluppo del ragionamento congiunzioni coordinanti avversative (ma … però …) e conclusive (pertanto, allora, cioè), prop. subordinanti finali e causali (per + infinito, acciocché, in modo che, ecc.) termini dell'area semantica della necessità (dovete, debbe, conviene, bisogna, ecc.) Lessico antiletterario latinismi alternati ad espressioni popolari fiorentine, termini tecnici diplomatici accanto ad espressioni colloquiali. Il linguaggio di Machiavelli è complesso e concettoso, ma al lettore moderno appare più difficile di quanto non sia in realtà, perché il fiorentino parlato scelto da Machiavelli è più lontano dalla lingua d’oggi di quanto non sia la lingua letteraria modellata su Petrarca e Boccaccio, dai quali deriva più direttamente l'italiano odierno.

13 Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

14 Elaborazione e temi de I discorsi
Composizione e forma 1513 inizia la composizione dei Discorsi ispirati dalla lettura dei Ab Urbe condita libri di Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.) e dalle conversazioni con gli intellettuali Orti Oricellari cui l'opera è dedicata. Abbandonati per Il Principe, ripresi nel 1514 fino al 1519. 3 libri divisi in capitoli Gli argomenti disposti senza un criterio preciso Forma frammentaria di appunti: considerazioni, commenti e osservazioni I modelli di potere I sistemi politici più stabili garantiscono l'armonia sociale tramite leggi giuste e rigorose: Repubblica mista: equilibrata distribuzione del potere fra aristocrazia, borghesia e popolo. Monarchia controllata, in cui il potere del re è temperato da un sistema di garanzie e di controlli come la monarchia francese di Luigi XII. Machiavelli predilige la forma repubblicana, più idonea a difendere la stabilità dello Stato e a prevenire la decadenza morale e politica. Le forme di potere degenerato sono: tirannide, concentrazione di poteri nelle mani di un monarca di una oligarchia; l'anarchia, degenerazione di un sistema democratico privo di freni alla conflittualità sociale.

15 Confronto con il Principe
Elementi in comune: iniziati lo stesso anno: 1513 argomentazione rigorosa, superiorità del mondo antico valore esemplificativo delle vicende del passato esame oggettivo della realtà e metodo scientifico della politica. Differenze

16 Altre opere storico-politiche
Oltre Il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, scrisse vari altri trattati, discorsi e relazioni, tra cui devono essere ricordati: Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli (1503): anticipa il VII cap. del Principe, esaltando Cesare Borgia, privo di scrupoli. Ritratto delle cose di Francia (1510): analisi della monarchia assoluta accentrata francese, contrapposta alla frammentazione territoriale e italiana. Dell'arte della guerra ( ), trattato in forma di dialogo in 7 libri: in casa di Cosimo Rucellai dialogano alcuni umanisti e il capitano Fabrizio Colonna, al servizio della Spagna, portavoce delle idee dello scrittore, contrario alle truppe mercenarie e sostenitore delle "armi proprie" per ogni Stato. Vita di Castruccio Castracani (1520), biografia di un condottiero lucchese di due sec. prima, modello dι principe ideale. Istorie fiorentine (1525), in 8 libri storia di Firenze dalla caduta dell'Impero d'Occidente (476) alla morte di Lorenzo il Magnifico (1492); particolare attenzione alla storia recente, dal 1434, prima signoria di Cosimo dei Medici. Nonostante la dedica a Giulio de' Medici, poi papa Clemente VII, l’opera non ha carattere encomiastico di storia ufficiale, ma esprime autonomia di giudizio.

17 La Mandragola

18 Struttura e temi della Mandragola
I modelli letterari Interesse per il teatro comico dalla lettura dei classici (Aristofane, Plauto e Terenzio) e dalla novellistica del ‘300 (Boccaccio) Machiavelli scrisse varie commedie, tra cui Clizia (da Plauto) e Mandragola (1518), capolavoro del teatro rinascimentale i nomi dei personaggi sono di origine greca, come nella palliata latina il tema è quello della beffa agli ingenui, tipico del Boccaccio. Struttura Prologo in versi e 5 atti intervallati da brevi canzoni a mo’ di commento. Il pessimismo Nel Prologo M. esprime amarezza per l’inattività politica dovuta al confino; la commedia, pur futile, riflette la decadenza di una società dominata dalla "virtù" della maldicenza e dell'inganno. Elementi in comune agli scritti politici: pessimismo sulla natura umana, incapace di sincerità e prigioniera dei propri interessi meschini indignazione per la corruzione del tempo sia in politica che nella vita privata apprezzamento per la spregiudicatezza di chi raggiunge i propri obiettivi grazie all'astuzia: Il sistema di personaggi Personaggi moralmente negativi ma positivi quanto all’ingegno Callimaco intraprendente, Ligurio, scaltro organizzatore della beffa,Timoteo, astuto e ipocrita. Personaggio negativo per la sua stoltaggine: l'anziano Nicia L’unico personaggio completamente positivo è Lucrezia, subito senza colpa un doppio oltraggio, lo sfrutta a proprio vantaggio.

19 Altre opere letterarie
Oltre alla Mandragola, scrisse varie altre opere di interesse letterario, tra cui : L'Asino d'oro (1516), poemetto satirico, ispirato ad Apuleio (II d.C.) e alla leggenda di Circe che trasformava gli uomini in animali. Belfagor arcidiavolo (1518), novella satirica contro le donne. Trama: L'arcidiavolo Belfagor è inviato da Plutone a Firenze per sposarsi e per ritornare dopo dieci anni all'inferno a fare relazione della vita coniugale. Lo scopo è quello di verificare che la causa della perdizione degli uomini siano le donne, come i dannati dell'inferno vanno dicendo. Belfagor, sotto le spoglie di Rodrigo, sposa Onesta, ma ben presto ridotto sul lastrico da lei e perseguitato dai creditori, decide di fuggire e ritornare in inferno. Clizia (1525), commedia ispirata alla Càsina di Plauto, un vecchio si copre di ridicolo innamorandosi di una giovane serva; riferimento autobiografico; M., ormai anziano, si era innamorato di una giovane cantante. Dialogo intorno alla nostra lingua (1515), τrattato linguistico prese posizione nel dibattito sulla questione linguistica contro la tesi di Pietro Bembo (superiorità del fiorentino letterario) sostenendo la superiorità del fiorentino parlato, della lingua viva, più duttile ed espressivo). Epistolario Vasto Epistolario, una raccolta di lettere private e pubbliche.

20 Didascalie immagini COPERTINA IL PENSIERO E LA VISIONE DEL MONDO
Antonio Maria Crespi detto il Bustino, Ritratto di Niccolò Machiavelli, fine XVI – inizi XVII secolo, olio su tela, 60×51 cm, Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca Ambrosiana IL PENSIERO E LA VISIONE DEL MONDO Cristofano dell’Altissimo, Ritratto di Niccolò Machiavelli, , olio su tavola, 60×45 cm., Firenze, Galleria degli Uffizi LE OPERE Una pagina da: Discorsi di Nicolo Machiavelli fiorentino, sopra la prima deca di Tito Livio, Vinegia, Domenico Giglio, 1554 IL PRINCIPE Una pagina da: N. Machiavelli, Il principe, Firenze, B. Giunta, 1532


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