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OSSERVARE IL COMPORTAMENTO

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Presentazione sul tema: "OSSERVARE IL COMPORTAMENTO"— Transcript della presentazione:

1 OSSERVARE IL COMPORTAMENTO
Il metodo comportamentale ritiene che i nostri comportamenti li apprendiamo dalla relazione con le persone e l’ambiente attraverso: l’apprendimento basato sulle conseguenze: la valenza delle conseguenze determinerà la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro. Le gratificazioni sociali, per esempio, hanno una valenza enorme sul comportamento. L’apprendimento osservativo: il comportamento osservato nelle altre persone viene messo in atto e acquisito dal soggetto. Non tutti i modelli però hanno la stessa valenza. L’apprendimento basato sull’associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati (condizionamento classico). Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

2 Il bambino con DDAI ha difficoltà nell’autoregolazione del
comportamento e dell’emotività e ciò può causare difficoltà sociali del bambino con i coetanei tanto da renderlo isolato. La risposta dell’ambiente può divenire una risorsa fondamentale nella definizione dell’intervento e quindi nella modulazione delle difficoltà sia primarie (regolare l’impulso, organizzare il proprio comportamento…) che secondarie (inadeguatezza sociale, comportamenti aggressivi). L’osservazione diretta del comportamento del bambino in classe risulta essere uno strumento positivo per tre motivi: si può osservare il comportamento in condizioni “naturali”; si possono raccogliere indici oggettivi sull’emissione del comportamento (intensità, frequenza, durata); si possono cogliere tutti gli elementi in gioco di una situazione, per una successiva analisi e riflessione. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

3 IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE: 6 FASI
Fase 1: osservazione non strutturata per la creazione di un inventario dei comportamenti negativi L’insegnante deve registrare tutti i comportamenti problematici che il soggetto in questione manifesta in un determinato arco di tempo (una settimana). Si riportano le descrizioni specifiche e contingenti di comportamenti e non interpretazioni psicologiche del comportamento Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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5 Fase 2: selezione e identificazione dei
comportamenti problema oggetto dell’intervento. Si sottolineano con uno stesso colore tutti i comportamenti che appartengono a classi di risposta abituali del bambino per meglio identificare delle categorie di comportamenti. Successivamente si utilizzeranno delle crocette per indicare il numero di episodi relativi ad ogni categoria. I comportamenti selezionati devono essere quelli facilmente identificabili da chiunque effettui l’osservazione. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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7 Fase 3: osservazione strutturata per l’analisi dei
comportamenti problema. Si identificano: gli antecedenti e conseguenze per ogni comportamento; frequenza e distribuzione di emissione dei comportamento nell’arco della giornata. È utile suddividere il comportamento negativo in: tipo di comportamento problema; antecedenti (ciò che accade immediatamente prima della messa in atto del comportamento problematico); risposta dell’ambiente (come reagisce l’ambiente circostante di fronte al comportamento); conseguenze (reazioni del bambino). È utile capire anche in quale momento della giornata si presentano più frequentemente i comportamenti problematici. Tutte queste informazioni permettono all’insegnante di strutturare un intervento il più possibile mirato. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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10 Fase 4: riflessione sui dati raccolti.
Serve per ottenere informazioni su: i possibili fattori scatenanti; i possibili fattori di rischio. Per ogni comportamento problema si analizzano gli “antecedenti”, cioè gli eventi o le situazioni accaduti immediatamente prima dell’emissione del comportamento disturbante per verificare se ci possono essere delle condizioni ricorrenti. È utile evidenziare con lo stesso colore questi eventi o condizioni. (es: prima che il bambino mettesse in atto i suoi comportamenti disturbanti l’insegnante stava tenendo una lezione frontale di continue spiegazioni). Successivamente l’analisi degli antecedenti si passa a considerare le risposte dell’ambiente all’emissione del comportamento problema e quindi alle conseguenze che ne derivano. Per ogni comportamento si verifica se esistono risposte che si ripetono nel tempo e verificare se le conseguenze che determinano sono di tipo positivo o negativo. In questo modo si evidenzia la funzionalità o meno di un tipo di risposta. Altro fattore da tenere in considerazione è il momento in cui il comportamento problema si verifica maggiormente. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

11 Può essere elaborato per:
Fase 5: intervento. Può essere elaborato per: agire sulle condizioni che portano alla comparsa del comportamento problema; ridurre e/o eliminare le risposte dell’ambiente che rinforzano l’emissione dei comportamenti problema. Le modalità presentate fino ad ora possono essere riassunte nel modello ABC dove: A B C Antecedente comportamento conseguenze Per modificare B ossia il comportamento possiamo agire su A l’antecedente o su C le conseguenze. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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19 AGIRE SUGLI ANTECEDENTI
Gli sforzi sono diretti verso il cambiamento prima che il problema si presenti. Gli interventi sugli antecedenti riguardano tre ambiti: la strutturazione della classe; il bambino; l’insegnante. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

20 La giusta strutturazione della classe riguarda:
la posizione dei banchi. la posizione corretta sarebbe quella a file, il bambino iperattivo dovrebbe occupare quella centrale e l’insegnante dovrebbe valutare attentamente chi siede accanto al bambino DDAI. utilizzo delle aree di lavoro; modifiche nell’illuminazione; sperimentazioni con la musica: sottofondo musicale uso di auricolari stabilire le regole di classe; fare rispettare le regole. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

21 APPROCCI SUL BAMBINO Si evidenziano delle strategie per modificare il comportamento del bambino di fronte a specifici problemi. Esse si dividono in: dialogo interno: il soggetto deve imparare a darsi delle autoistruzioni, ovvero dire a se stesso cosa fare nelle diverse occasioni, sembra particolarmente utile nei bambini DDAI perché sviluppa la capacità di riflettere e di auto controllarsi. Serve al bambino per organizzarsi meglio, per ricordare le strategie di problem solving e per organizzare le loro difficoltà. Le fasi di insegnamento del dialogo interno sono 4: 1 – l’alunno deve formulare ad alta voce la frase chiave; 2 – deve pronunciarla sottovoce; 3 – deve muovere le labbra; 4 – deve pensare la frase e “pronunciarla in selenzio”. Modellare le istruzioni: il bambino deve avere istruzioni semplici e chiare e il docente deve insegnarli a ripeterle e rivederle prima di iniziare il compito. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

22 Modellare il problem solving: questa modalità è una simile alla precedente ma con un’attenzione rivolta al problem solving cioè la capacità di risolvere problemi. Ciò è particolarmente utile nei compiti di matematica e scrittura. Insegnare abilità organizzative: il sapersi organizzare porta il bambino o ragazzo con DDAI a vivere le situazioni con meno ansia. Insegnare l’automonitoraggio: il bambino deve verificare la presenza o l’assenza di un dato comportamento nel momento in cui viene trasmesso il segnale; a tal proposito può essere elaborata una tabella nella quale il bambino può applicare un contrassegno. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

23 APPROCCI SULL’INSEGNANTE
Si tratta dei cambiamenti che l’insegnante può apportare per permettere al bambino con DDAI di adattarsi all’ambiente e alle situazioni. Essi sono: fornire un programma e degli orari regolari; evitare un sovraccarico di informazioni; stabilire le priorità; gestire i materiali. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

24 IN CONCLUSIONE Gli interventi sugli antecedenti sono di
tipo preventivo: l’insegnante potrà avere maggiori capacità di rendere meno probabile il verificarsi di alcuni comportamenti problematici dell’alunno far sì che determinate reazioni indesiderabili si consolidino sempre più fino a divenire un grosso problema. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

25 INTERVENTI BASATI SULLE CONSEGUENZE POSITIVE
Esse aumentano la frequenza, l’intensità e/o la durata di un dato comportamento e quando sono immediate, frequenti, salienti e modificate in modo da evitare l’abitudine, gli alunni con DDAI possono avere risultati scolastici non molto diversi da quelli di altri compagni che non hanno questo tipo di problema. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

26 I RINFORZI Le conseguenze che vengono generate da un comportamento
possono essere di due tipi: premi o punizioni. Premi: assegnare una conseguenza positiva (un oggetto, un’attività, una ricompensa sociale); = RINFORZO POSITIVO rimuovere una conseguenza negativa (togliere il bambino da una situazione per lui sgradita); = RINFORNZO NEGATIVO Punizioni: assegnare una conseguenza negativa, (rimproverarlo); rimuovere una conseguenza positiva, (togliere un giocattolo o un’opportunità di svolgere una bella attività) Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

27 I rinforzi positivi e negativi hanno
l’effetto di produrre un aumento di frequenza del comportamento che li precede. Rinforzo negativo ≠ Punizione “premia” il comportamento indebolisce il comportamento e lo rende più frequente introducendo qualcosa di attraverso l’eliminazione sgradevole. di qualcosa di sgradevole. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

28 IDENTIFICARE I RINFORZI
Per definire i rinforzi è possibile somministrare un apposito questionario nel quale vengono formulate domande sulle preferenze personali, esso può essere somministrato dalla 3° elementare alla 3° media per i bambini delle elementari è bene suddividere la somministrazione in due momenti diversi a distanza di qualche giorno. Definire i rinforzi è importante per sviluppare un efficace piano di intervento. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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31 COME UTILIZZARE I RINFORZI
Chiarendo esattamente al bambino quale sia l’azione che si intende premiare, si rende ancor più agevole e diretto il processo di gratificazione; evitare le false gratificazioni (gratificare quando ha fatto disperare); è possibile rinforzare azioni corrette già presenti nel patrimonio comportamentale del bambino ma messe in atto poco frequentemente; il rinforzo viene utilizzato per insegnare comportamenti nuovi gratificando i traguardi parziali; il rinforzo ha maggiore valenza se l’azione da gratificare è una meta raggiungibile dal bambino; il rinforzo deve essere presentato subito dopo aver mostrato il comportamento corretto. È importante selezionare pochi comportamenti da 2 a 7/8. I rinforzi devono essere modificati nel tempo perché nel bambino si sviluppa un’assefuazione; È bene se il comportamento gratificato nel bambino DDAI venga gratificato anche negli altri alunni; Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

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35 INTERVENTI SULLE CONSEGUENZE NEGATIVE
Queste conseguenze fanno diminuire la frequenza, l’intensità e/o la durata di un comportamento. Esse dovrebbero essere applicate quando: il comportamento inappropriato produce un’immediata conseguenza positiva; il comportamento inappropriato è potenzialmente pericoloso per il bambino o per gli altri. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

36 Le più comuni conseguenze negative impiegate nelle classi
con bambini DDAI sono: l’ignorare pianificato: ignorare sistematicamente il comportamento indesiderabile. Una volta rimossa l’attenzione, l’alunno intensificherà i comportamenti indesiderabili nel tentativo di riottenere ciò che ha perso. Essa non può essere applicata quando il comportamento dell’alunno è pericoloso e può compromettere la sua incolumità o quella degli altri; e quando il comportamento è talmente disturbante da rendere impossibile il proseguimento della lezione. il rimproverare: i rimproveri devono essere usati con cautela perché potrebbero rinforzare il comportamento problema (ottiene l’attenzione) invece di eliminarlo. Il rimprovero più adeguato sembra essere quello centrato sul comportamento: descrivere il comportamento indesiderabile, spiegare il perché questo comportamento è indesiderabile, suggerire un comportamento alternativo, indicare il vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato. Con questa modalità viene evitato qualsiasi commento svalutativo nei confronti del bambino. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

37 le conseguenze logiche: è necessario inizialmente far osservare al bambino che ogni azione ha una sua conseguenza quindi portare il bambino a essere maggiormente responsabile delle sue azioni. il costo della risposta: per attuare questo intervento ogni mattina all’inizio della lezione devono essere dati al bambino dei punti premio, dei bollini o gettoni, elementi che il bambino dovrà cercare di mantenere nel corso della giornata pena la loro perdita se mette in atto quei comportamenti negativi concordati con l’insegnante. Al termine della giornata si fa il computo dei punti e a ciò conseguirà una ricompensa concordata anch’essa precedentemente con l’insegnante. la punizione: da applicare quando il comportamento è gravemente negativo, la punizione deve essere qualcosa di negativo o può consistere nel sottrarre qualcosa di piacevole e a lui gradito. Per essere il più efficace possibile dovrebbe essere in stretto legame con l’azione negativa. L’adulto che infligge la punizione non deve farlo in modo aggressivo. I caratteri della punizione devono essere: priva di aggressività; psicologicamente neutra e non un attacco alla persona; immediata; proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal bambino e non al grado di fastidio inflitto all’adulto; facilmente applicabile quindi inevitabile per il bambino; legata al comportamento inadeguato e con esso incompatibile Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

38 QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE L’INSEGNANTE DEVE APPLICARE CON BAMBINI CON DDAI
GLI ACCORGIMENTI DIDATTICI essere positivi: l’insegnante deve rivolgersi al bambino comunicando ciò che questi deve fare non quello che non deve fare; fornire indicazioni chiare: meglio fornire indicazioni singole e specifiche e se possibile farle ripetere al bambino DDAI; insegnare ad avere il proprio ritmo: permettergli di suddividere il compito in più parti e fare qualche pausa durante l’esecuzione; fornire segnali: utilizzare indicatori visivi o uditivi che riconducano l’attenzione del bambino all’attività che sta svolgendo; fornire una routine costante pur continuando a cambiare le cose; Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

39 strutturare le transizioni e preparare ai cambiamenti;
consentire una possibilità di movimento; (riservare se possibile uno spazio in fondo all’aula dove l’alunno potrà muoversi) dare feedback positivi; favorire il successo valorizzando i comportamenti positivi e i compiti che il bambino svolge correttamente; Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

40 a) riesaminare insieme agli alunni le regole;
prevenire le difficoltà; un insegnante informato della situazione può agire adottando le strategie preventive quali: a) riesaminare insieme agli alunni le regole; b) fornire informazioni sul programma della lezione; c) l’alunno non può uscire dalla classe o iniziare a muoversi liberamente quando comincia ad adottare un comportamento non adeguato; d) sistemare l’alunno nel posto meno distraente; e) affiancarlo a elementi positivi; f) mantenere il contatto visivo con lui; g)aiutarlo nell’organizzazione dei compiti e del proprio materiale; h)adattare le schede di lavoro in modo che contengano meno materiale su ogni pagina; i) suddividere il compito in più parti; l) assicurarsi che abbia preso nota dei compiti; m) usare sussidi tecnologici; n) permettere all’alunno di dimostrare le sue capacità anche ai compagni. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

41 Quando si lavora con bambini DDAI tre
ADATTARE IL CURRICOLO Quando si lavora con bambini DDAI tre sono gli elementi indispensabili: brevità; varietà; struttura. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

42 la parte da assegnare al bambino DDAI deve essere la minore;
Lettura la parte da assegnare al bambino DDAI deve essere la minore; se ai bambini è richiesto di leggere in silenzio al proprio banco le parole difficili devono essere scritte alla lavagna; formare piccoli gruppi di lettura nei quali uno legge ad alta voce e gli altri tengono il segno; per la lettura indipendente sarebbe buona norma acconsentire al bambino con DDAI di leggere ciò che più lo interessa. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

43 Usare codici a colori per i simboli matematici;
Matematica Usare codici a colori per i simboli matematici; Fornigli degli schemi per risolvere i problemi quando lavora da solo; Insegnare strategie mnemoniche per imparare tabelline, regole e formule; Usare la calcolatrice per controllare il calcolo. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

44 suddividere il compito in brevi parti e senza scansione temporale;
Linguaggio scritto usare materiali che si possono manipolare quando si studiano le regole ortografiche e sintattiche (lettere magnetiche per le parole, cartoncini per le frasi); suddividere il compito in brevi parti e senza scansione temporale; per la lingua straniera si possono far scrivere i sostantivi, i verbi e aggettivi su cartoncini di colori diversi; Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

45 Gli appunti I bambini con DDAI hanno notevole difficoltà a svolgere tale attività quindi è opportuno: fornire materiale aggiuntivo, permettere di copiare gli appunti di un compagno o utilizzare il registratore. Utilizzo del computer Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

46 LA GESTIONE DEI COMPITI A CASA
Molto spesso accade che i bambini con DDAI abbiano difficoltà a scrivere correttamente i compiti a tal proposito è utile adottare delle strategie: utilizzare un quaderno specifico dove annotare i compiti, no diari; eventualmente nel caso in cui il bambino scriva male usare il registratore. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

47 RAPPORTO SCUOLA – FAMIGLIA
Spesso esiste una situazione di estrema tensione tra i genitori del bambino con DDAI e la scuola. Successivamente i genitori vengono convocati per parlare del rendimento scolastico tale convocazione viene vissuta con esasperazione. Il colloquio si svolge con scarsa disponibilità da parte di entrambe le parti. Spesso nella mente dei genitori compare la convinzione che siano gli insegnanti inadeguati. Gli insegnanti invece elaborano l’ipotesi di difficoltà familiari, una trascuratezza nell’accudire il bambino o l’assenza della funzione educativa da parte dei genitori. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

48 Da parte degli insegnanti dovrebbe esserci la volontà di capire quali
sono gli scopi del comportamento scorretto del bambino. Per migliorare la comunicazione gli insegnanti dovrebbero comunicare in modo neutro il comportamento tenuto dal bambino a scuola. I vantaggi di chiedere alla famiglia di elargire le gratificazioni di casa sono molteplici: ci sono maggiori occasioni, rispetto a quelle che si presentano nel solo ambito scolastico, per informazioni di ritorno al bambino sull’adeguatezza del suo comportamento; il tipo e la quantità di gratificazioni sono molto più variabili; le informazioni date ai genitori sul comportamento del bambino sono più assidue e strutturate; il ruolo dei genitori diventa più gratificante e meno punitivo, con ricadute positive sulla variabile relazionale; lasciare al genitore il compito di gratificare il bambino permette all’insegnante di snellire la procedura applicata a scuola. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

49 COME PUO’ SOPRAVVIVERE L’INSEGNANTE
Una delle principali fonti di stress per un’insegnante è costituita dai problemi di disciplina che insorgono con alunni con problemi comportamentali. Statisticamente in una classe di 20 alunni 1 ha problemi di comportamento. Alcune caratteristiche del docente (impulsività, poca organizzazione, si arrabbia facilmente, poco attento ai bisogni dei bambini) possono peggiorare la situazione. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

50 Applicare in maniera adeguata le strategie comportamentali.
Nell’affrontare le problematiche comportamentali è bene: gli sforzi devono essere diretti su uno al massimo due problemi alla volta; i compiti più grandi devono essere suddivisi in unità più piccole; organizzare i comportamenti problemi secondo le priorità. È importante usare le interruzioni nel lavoro scolastico in modo da inserire attività piacevoli e interrompere la routine quotidiana, bisogno che sente sia il bambino sia l’insegnante. La pressione dell’insegnante nel raggiungere un dato obiettivo non deve essere eccessiva perché potrebbe far insorgere aspetti depressivi nell’alunno. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

51 Rilassamento e gestione dello stress
Non è necessario adottare tecniche complicate ma eseguire esercizi semplici quali: respirazione rilassante (serve per calmarsi): inviare il respiro verso l’addome senza sollevare il torace; respirare solo col naso; tenere la schiena dritta, ma non rigida; accertarsi che nessuna parte del corpo sia tesa. Inspirazione: 3-4 sec. Espirazione: 4-5 sec. Pausa 3-4 sec. Arrivare gradualmente a 5-6 respiri al minuti. Fare l’esercizio per 5 min, portandolo a 10 min. rilassamento mentale: sedersi in una posizione confortevole, chiudere gli occhi e immaginare un posto ideale, conosciuto o no, in cui potervi rilassare; immaginarsi di essere realmente in quel luogo; passare in rassegna le varie parti del corpo; portare l’attenzione all’addome cercando di percepire il proprio respiro; se compaiono altri pensieri riportare l’attenzione sul respiro; dopo 5-10 min. riaprire gli occhi e stirarsi. Questi esercizi dovrebbero essere eseguiti quotidianamente prima iniziare con la respirazione rilassante e dopo un paio di settimane integrare anche il rilassamento mentale, da un minimo di 5 minuti ad arrivare a min. Se si ritiene troppo tale tempo forse è meglio procedere subito poiché la vita condotta sembra essere molto stressata. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

52 Quando il comportamento del bambino
diventa più intenso perché ad esempio l’insegnante sta adottando la tecnica dell’ignorare è bene focalizzare la propria attenzione su qualcosa che non sia il bambino (l’argomento della lezione, la correzione di compiti……). Si ricorda anche che durante l’applicazione di questa tecnica difficilmente il bambino porterà a termine il compito assegnatogli. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

53 Trattare con i genitori L’insegnante può avere a che fare con
genitori con lo stesso problema comportamentale, con genitori che negano, sminuiscono e ignorano il problema quindi poco collaborativi a tale proposito Potrebbe essere utile delegare a qualcun altro il compito di seguire il bambino nei compiti per casa. Sensibilizzare i genitori sulla possibilità di attivare un percorso psicologico da parte del bambino. Non sollecitare la prescrizione del farmaco al bambino. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

54 Come comunicare con l’alunno.
La continua ricerca dell’attenzione da parte del bambino iperattivo lo porta ad essere rinforzato anche da rimproveri. Il modo di comunicare in generale siesprime in tre stili: passivo (remissivo, accondiscendente); aggressivo (ostile, collerico, manipolatorio); assertivo (affermativo, deciso, empatico). I primi due possono creare dei problemi nei rapporti interpersonali, il terzo stile è quello più efficace. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

55 Comunicazione passiva: è utilizzata da genitori o insegnanti che hanno
difficoltà a stabilire regole e a rinforzarle, di solito il bambino con cui hanno a che fare è manipolatorio e controllante. La tipica modalità di rivolgersi al lui è quella sotto forma di domanda : non credi sia giunto il momento di andare al tuo posto? Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

56 Comunicazione aggressiva: gli insegnanti che utilizzano questa
modalità sono eccessivamente severi, spesso privilegiano minacce, punizioni, commenti umilianti. L’attenuazione del comportamento è solo per breve tempo, a lungo termine la rabbia inespressa potrebbe esplodere in modo violento. Esempi: sei pigro e capriccioso sembri un bambino di due anni. Spesso riduce l’autostima. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

57 Comunicazione assertiva: gli insegnanti in questo caso sono
coloro che esprimono le loro idee, le loro necessità e i loro desideri rispettando gli altri, fanno rispettare le regole e rinforzano in modo adeguato i comportamenti. Esempi: quando finirai potrai giocare; gli insulti sono contro le regole, smettila o subirai le conseguenze. Alcune regole per gestire in modo proficuo questa comunicazione sono: dire solo quello che si intende dire; fare richieste in modo gentile, ma fermo; guardare il bambino negli occhi prima di fargli una richiesta; far seguire alla richiesta un’immediata supervisione; non rivolgere un ordine in modo interrogativo, ricordare al bambino che l’ordine va eseguito. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

58 Per rivolgere una critica in modo assertivo è bene:
rivolgersi direttamente all’interessato piuttosto che a un intermediario; trattare in privato anziché in pubblico; evitare i confronti; protestare verbalmente e non con la mimica; evitare il sarcasmo e l’ironia; affrontare un argomento alla volta; evitare di usare espressioni quali sempre, mai … essere concreti e precisi; esprimersi in prima persona (io penso che…); presentare l’aspetto positivo della critica; suggerire una soluzione realistica e accettabile. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

59 Una tecnica assertiva quale “il disco incantato” può essere
utilizzata quando il bambino adotta richieste ripetitive e fastidiose, l’insegnante deve semplicemente ripetere “so che è difficile, ma dovresti provare da solo a …” Come un disco rotto. Ciò può provocare un aumento della richiesta del bambino. Se l’insegnante tiene duro il bambino smetterà poiché si rende conto che il suo comportamento non porta a nulla. Questa tecnica ottiene buoni risultati anche nei frangenti di offesa o minaccia nei confronti dell’insegnante. Una comunicazione chiara, concisa e convincente quale quella assertiva spesso porta ad un dissolversi dei problemi che risultavano essere i più problematici. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

60 rimanere calmi nelle situazioni di crisi; si mantenga una routine;
Riassumiamo accettare il fatto che l’alunno iperattivo presenta caratteristiche di natura costituzionale; conoscere le caratteristiche dell’iperattività e dei metodi di intervento renderà le cose più facili; rimanere calmi nelle situazioni di crisi; si mantenga una routine; rendere chiara la comunicazione; essere consapevoli degli elementi che scatenano la crisi; essere positivi utilizzare tecniche psicoeducative comportamentali; formare gruppi di supporto Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi

61 FAMIGLIA-SCUOLA-SERVIZI
È fondamentale una collaborazione. Sarebbe opportuno adottare un prassi operativa: stabilire delle modalità attraverso le quali la scuola invita i genitori a richiedere una consulenza psicologico-clinica; un percorso da effettuare nella definizione diagnostica delle problematiche evidenziate dal bambino, può essere utile avvalersi della collaborazione della scuola e famiglia; comunicare ai genitori l’esito della valutazione con indicazione della prognosi e dello sviluppo; definire le modalità di intervento; fornire una consulenza agli insegnanti per definire le modalità migliori di intervento e azione con ogni bambino. Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi


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