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PubblicatoVirginia Robles Cano Modificato 6 anni fa
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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE COME CAUSA DI OBESITÀ
Tra i DCA il Disturbo che contribuisce maggiormente a determinare una realtà di sovrappeso è senz’altro il Binge eating. Diversi studi collocano intorno al 30% Tra coloro che chiedono aiuto per un problema di Obesità la percentuale delle persone che soffrono di Binge Eating (Disturbo da Alimentazione Incontrollata) Rispetto al DSM-IV che riportava come DCA Anoressia e Bulimia Il DSM-V ha codificato ufficialmente il BINGE EATING
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DISTURBO DA BINGE EATING
A. RICORRENTI EPISODI DI ABBUFFATE: Ingestione di una grande quantità di cibo - significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nelle stesse condizioni - in un breve lasso di tempo Sensazione di Perdita di Controllo - Sensazione di non riuscire a smettere di mangiare - Sensazione di non poter controllare cosa/quanto si mangia
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B. ALMENO 3 DEI SEGUENTI ASPETTI:
Mangiare più rapidamente del normale Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendosi affamati Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo provato per quanto si sta mangiando Disgusto verso di sé, senso di colpa o depressione dopo l’episodio
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C. MARCATO DISAGIO RELATIVO
ALLE ABBUFFATE D. CRITERIO TEMPORALE: 1 ABBUFFATA/SETTIMANA X 3 MESI E. L’ABBUFFATA NON È ASSOCIATA A CONDOTTE COMPENSATORIE SISTEMATICHE E NON SI VERIFICA ESCLUSIVAMENTE IN CORSO DI BULIMIA E ANORESSIA NERVOSA
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CRITERI DI GRAVITÀ Lieve: 1/3 Episodi a Settimana
Moderata: 4/7 Episodi a Settimana Grave: 8/13 Episodi a Settimana Estrema: >14 Episodi a Settimana
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RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SULLA DIAGNOSI
Il DSM costituisce il riferimento ufficiale per la Diagnosi ma il Binge Eating NON è una condizione ON/OFF → anche quando i Criteri del DSM non risultano completamente soddisfatti è meritevole di attenzione, in quanto: - può comunque essere già presente sofferenza psicologica (senso di inefficacia/colpa, ansia, depressione) - può portare nel lungo termine allo sviluppo del BED - può favorire nel lungo periodo problematiche di salute - può creare difficoltà nel controllo del peso/ nell’adesione a un regime alimentare sano o alle prescrizioni dietologiche
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STRUMENTI DIAGNOSTICI
Per una Diagnosi precisa, una comprensione ad ampio spettro del Disturbo e per il suo Trattamento risulta senza dubbio necessario l’intervento di uno Specialista di Area Psicologica tuttavia Esistono Questionari semplici e di rapida somministrazione che possono essere di ausilio al Medico di Base/Operatore Sanitario per rilevare la presenza di una problematica nel rapporto col cibo e valutare la necessità di un invio (es. Binge Eating Scale - BES)
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BINGE EATING SCALE (BES)
Test Autosomministrato 16 situazioni-stimolo descrittive di comportamenti e stati d’animo con 3/4 possibilità di Risposta Temi Indagati: tipologia, intensità e invasività del pensiero relativo a cibo e aspetto fisico, motivazioni e modalità nell’assunzione di cibo, dinamiche di controllo/discontrollo, sensazioni psico-corporee associate all’atto alimentare e al periodo pre-post assunzione Scoring: Tabella per l’Attribuzione dei Punteggi ad ogni risposta. Interpretazione dei Risultati: - Punteggio < 17 = la presenza di Binge Eating è “Improbabile” - Punteggio = la presenza di Binge Eating è “Possibile” - Punteggio > 27 = la presenza di Binge Eating è “Probabile”
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IL CIBO COME “STRUMENTO”
L’Appetibilità del Cibo può normalmente svolgere un Ruolo nel far mangiare in eccesso, ma non è questa la causa primaria dell’uso compulsivo nel Binge Eating IL CIBO É UNO STRUMENTO! attraverso cui la Persona dà una Risposta Indiretta, Impropria e Non Specifica ad un Bisogno/Problema che alimentare non è La Persona prova l’illusoria sensazione che mangiare sia la “Soluzione”... ...non accorgendosi che in realtà sta cercando un “EFFETTO”... …..“SENTIRE” o “NON SENTIRE” qualcosa
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CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ RICORRENTI NEL BINGE EATER
Elevato bisogno di accettazione e approvazione da parte degli altri Accentuata sensibilità rispetto al giudizio altrui Difficoltà a contattare/rispondere ai propri bisogni Tendenza ad asservirsi ai desideri/bisogni altrui Anassertività, propensione all’evitamento dei conflitti Scarso sentire corporeo/Distacco o Rifiuto del corpo Uso difensivo del corpo/peso rispetto a relazioni/sessualità Senso di solitudine, vuoto, insoddisfazione, ansia, rabbia Ridotta Tolleranza alle Emozioni
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IL MECCANISMO PSICOLOGICO DEL BED
→ Ciò che caratterizza il Disturbo è un Processo che porta la persona ad UTILIZZARE IL CIBO PER GESTIRE “ALTRO” Il Binge Eater risponde con il corpo (sovrappeso) e agendo sul corpo (dandosi cibo) a fenomeni che riguardano il proprio mondo emotivo Il Cibo è usato come MEZZO PER ALLEVIARE EMOZIONI DOLOROSE, per proteggersi da esperienze interiori che non si è in grado di “contenere” / “tollerare” → Il Cibo è l’unico rimedio che la persona conosce/ritiene efficace per gestire il disagio che avverte (che in realtà proviene dal rapporto sé stesso o con gli altri)
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L’ “EFFETTO” DEL CIBO Il Cibo funge infatti da: - ANSIOLITICO
- ANTIDEPRESSIVO - ANESTETICO - RIEMPITIVO - EUFORIZZANTE - SOSTITUTO AFFETTIVO - SOSTITUTO RELAZIONALE Il problema è che l’ EFFETTO è PARZIALE, TEMPORANEO → ILLUSORIO; Non agendo sulla causa originaria essa si ripresenterà stimolando la RIPETIZIONE DEL COMPORTAMENTO (CIRCOLO VIZIOSO)
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IL CIBO COME “STRUMENTO”
→ Chi ha problemi nella gestione del cibo - che sia o meno classificabile come BED - non è semplicemente portatore di un Vizio (la Gola) ma presenta una DIFFICOLTÀ DI TOLLERANZA delle proprie SENSAZIONI o EMOZIONI Che lo portano a ricorrere al cibo per fare ciò che da solo non riesce Anzichè SENTIRE-RICONOSCERE-TOLLERARE Ed ATTUARE UNA RISPOSTA DIRETTA ED APPROPRIATA La Persona attraverso il Cibo tenta di RIDURRE/CANCELLARE UNA SENSAZIONE NEGATIVA O DI PROCURARSENE UNA POSITIVA
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LA TERAPIA DEL BINGE EATING
Intervento Multidisciplinare (Psicologo-Medico-Nutrizionista) Tenendo conto che la base del disturbo è PSICOLOGICA → NON si può curare un Binge Eater con una DIETA dimagrante,che può anzi aggravare il disturbo o esserne una concausa → Percorso Psicologico Individuale/di Gruppo Obiettivi: Miglioramento del rapporto con il cibo Miglioramento dell’immagine corporea Miglioramento del rapporto con sé stessi/con gli altri Affinché il Cibo non sia più la sola ed unica fonte di gratificazione/compensazione/gestione emotiva
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Ove necessario: Terapia Farmacologica “di supporto”,
se compresenti condizioni psicopatologiche accertate (es.ansia, depressione) NB. Mai come unica soluzione Rischi dell’Approccio Farmacologico come unico approccio: - Etichettamento: “sono malato/sbagliato” → demotivazione, impotenza, depotenziamento - Focus sul problema come tale, non strategie e sulle risorse per uscirne - Persistenza/aggravamento del disturbo nel tempo: il farmaco abbassa la “spinta” ma non elimina i processi disfunzionali né rende la persona più “abile” nel gestirli
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