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MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?

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Presentazione sul tema: "MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?"— Transcript della presentazione:

1 MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?
Prof. Maurizio Guida Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria «Scuola Medica Salernitana»

2 IL VIAGGIO DELLA SPERANZA
Perché queste persone lasciano casa e affetti per venire qui? Lavoro? Benessere? Sicurezza? Felicità? Istruzione? …?

3 E QUANDO ARRIVANO?

4 LA SPERANZA DIVENTA UN INCUBO!

5 LA DONNA NELLE ALTRE CULTURE
La discriminazione femminile nel mondo è una realtà presente in quasi tutti i Paesi. In Medio Oriente le donne spesso sono trattate come merce, dipendono totalmente dal marito, sono di proprietà del marito, costrette in alcune realtà a sposarsi da bambine e non certo per amore. Secondo l’ONU i due terzi degli analfabeti nel mondo sono donne.

6 LA DONNA NELLE ALTRE CULTURE
In molti paesi come India e Cina, per esempio, la preferenza per i figli maschi, ha portato ad un'allarmante estensione dell‘ «aborto selettivo» quando all’ecografia si conferma il sesso femminile del nascituro. Il traffico delle donne è più alto in Africa Orientale e Asia Centrale. I continenti con alto tasso di mortalità materna: Africa, Sud-est Asiatico. Più di 300 donne morte per nascite. La maggior parte è direttamente collegata alle condizioni di vita, la povertà è un fattore determinante per la sopravvivenza delle donne durante la gravidanza. Del miliardo e 300 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà nel mondo, il 70% è costituito da donne; è aumentata del 50% la popolazione femminile che vive sotto la soglia di povertà tanto che oggi parliamo di “femminilizzazione della povertà”.

7 LA DONNA NELLE ALTRE CULTURE

8 Circa un terzo delle donne in tutto il mondo ha subito violenza fisica e / o sessuale da parte di un partner o da parte di un non partner.  La violenza dei partner è la forma più comune di violenza. Nei casi più estremi, la violenza contro le donne può portare alla morte.  Circa due terzi delle vittime di omicidi familiari sono donne. More than 125 million girls and women alive today have been subjected to female genital mutilation across countries in Africa and the Middle East where this specific form of violence against women is concentrated.

9 INFIBULAZIONE Gli effetti dell’infibulazione:
I rapporti diventano dolorosi e difficoltosi, insorgono cistiti,  ritenzione urinaria, infezioni vaginali. Ulteriori danni: durante il parto, il bambino deve attraversare una massa di tessuto cicatriziale e reso poco elastico a causa delle mutilazioni; in quel momento il feto non è più ossigenato dalla placenta e il protrarsi della nascita toglie ossigeno al cervello, rischiando di causare danni neurologici, è frequente la rottura dell'utero durante il parto, con conseguente morte della madre e del bambino. In Africa è ormai una tradizione che le ragazze subiscano la mutilazione dei genitali. L'infibulazione è una mutilazione genitale femminile che consiste: nell'asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale. È praticata in: Africa, penisola araba,  sud-est asiatico.

10 MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?

11 MIGRANTI: MALATTIE EMERGENTI O RIEMERGENTI?

12 INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE (Ist)
Le Infezioni sessualmente trasmesse (Ist) costituiscono un vasto gruppo di malattie infettive molto diffuso in tutto il mondo, che può essere causa di: sintomi acuti, infezioni croniche, gravi complicanze a lungo termine. Un tempo note come “malattie veneree” e poi come “malattie sessualmente trasmesse”, nell’ultimo decennio sono state rinominate con il termine di Ist scopo di enfatizzare la modesta espressione clinica (es. HPV, HIV, HSVtipo 1 e tipo 2, C. trachomatis, N. gonorrhoeae, T. vaginalis).

13 Ist: QUALI SONO? Come riporta l’OMS, oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni, tra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti, resposabili di Ist. Virus Virus dell’immunodeficienza umana (infezione da Hiv/Aids) Herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1 (herpes genitale) Papillomavirus umano (Infezione cervicale, condiloma genitale, cancro della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano e del pene) Virus dell’epatite B e C (epatite, cirrosi, epatocarcinoma) Cytomegalovirus (infezioni a carico di cervello, occhio, apparato gastrointestinale) HHV-8 (sarcoma di Kaposi) Pox virus (mollusco contagioso). Protozoi Trichomonas vaginalis (uretrite e vaginite) Funghi Candida albicans (vulvovaginite nella donna; balanopostite nell’uomo) Ectoparassiti Phtirus pubis (pediculosi del pube) Sarcoptes scabiei (scabbia) Batteri Neisseria gonorrhoeae (gonorrea o infezione gonococcica) Chlamydia trachomatis (infezioni uro-genitali, anorettali e faringee da clamidia) Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2, L3) (linfogranuloma venereo) Treponema pallidum (sifilide primaria, secondaria e latente, sifilide neonatale) Haemophilus ducreyi (cancroide o ulcera venerea) Klebsiella (Calymmatobacterium) granulomatis (granuloma inguinale) Gardnerella vaginalis, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum, Streptococco di gruppo B, Stafilococco aureus (infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali).

14 FATTORI DI RISCHIO Generalmente si suddividono in fattori di rischio non modificabili e modificabili. Fattori di rischio non modificabili: Età Sesso Etnia Fattori genetici: ereditarietà, familiarità Fattori di rischio modificabili: Alimentazione Fumo di sigaretta Assunzione di farmaci, ormoni o droghe Consumo di alcool Ipertensione arteriosa Dislipidemia Diabete Esposizione ad agenti biologici batteri, virus ecc Un fattore di rischio è una specifica condizione che risulta statisticamente associata ad una malattia e che pertanto si ritiene possa concorrere alla sua patogenesi, favorirne lo sviluppo o accelerarne il decorso. Un fattore di rischio non è pertanto un agente causale, ma un indicatore di probabilità che lo stesso possa associarsi ad una determinata condizione clinica; la sua assenza non esclude la comparsa della malattia, ma la sua presenza, o la compresenza di più fattori di rischio, aumenta notevolmente il rischio di malattia.

15 Ist: MODALITÀ DI TRASMISSIONE
Le Ist si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale: vaginale, anale, orale, per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva). Si possono trasmettere attraverso il sangue: trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, Tatuaggi e Piercing, o con i trapianti di tessuto o di organi, per passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento. All’interno di una popolazione, la diffusione di queste infezioni ha un’evoluzione abbastanza caratteristica: nelle fasi iniziali è limitata a un gruppo ad alto rischio con elevati tassi di infezione e alta frequenza di partner sessuali (core group), poi si diffonde a una popolazione a rischio minore (bridging population) che rappresenta l’anello di congiunzione tra il core group e la popolazione generale (general population). La vulnerabilità alle Ist di determinate sottopopolazioni è influenzata soprattutto dalle condizioni socio-economiche e dai comportamenti sessuali. Questa situazione è ulteriormente complicata dalle interazioni tra ospite e patogeno.

16 INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE: DIAGNOSI
Il quadro clinico delle Ist è spesso aspecifico, con segni e sintomi comuni alle diverse infezioni, i più frequenti dei quali sono: secrezioni anomale dei genitali dolore pelvico comparsa di prurito e/o di lesioni di qualunque tipo nella regione dei genitali, dell'ano, o della bocca necessità di urinare frequentemente dolore o bruciore durante l'emissione dell'urina dolore e sanguinamento durante e/o dopo il rapporto sessuale infezioni oculari neonatali (specie congiuntiviti). I Cdc raccomandano per esempio che: tutte le donne sessualmente attive effettuino a partire dai 26 anni un test annuale per la clamidia in considerazione che questa indagine può dimezzare l’incidenza della malattia. Indagini di laboratorio annuali per clamidia, sifilide, gonorrea e Hiv sono raccomandate anche a tutti i maschi omosessuali. Tuttavia, specialmente nei Paesi con basse risorse e alta diffusione di Ist, questo approccio è troppo costoso o non disponibile. A partire dal 1990 l’Oms raccomanda, per i pazienti con segni e sintomi suggestivi di Ist, l’approccio sindromico che offre l’opportunità di un intervento immediato ed efficace. L’approccio sindromico si basa su algoritmi e flowchart di orientamento alla diagnosi e al trattamento ed è più accurato della diagnosi clinica e meno costoso di quella di laboratorio. I limiti per esempio: nelle presenza di secrezioni vaginali, ha bassa specificità per infezioni da gonorrea o da clamidia e si associa al rischio di sovratrattamento. Dovrebbe essere corretto in base alla prevalenza delle principali Ist nelle diverse aree geografiche. La diagnosi è più problematica durante l’adolescenza perché può essere asintomatica, lo stigma sociale e la difficoltà di accesso a servizi sanitari possono incidere negativamente sull’attitudine al controllo da parte degli adolescenti.

17 MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?
Fonte: Elaborazione dell’Istituto Cattaneo su dati dell’Eurobarometro. N = (intero campione); N Italia = 1025. l’Istituto Cattaneo ha analizzato i dati forniti dall’Eurobarometro in merito alla presenza di immigrati stimati dai cittadini in ciascuno degli Stati membri dell’UE. Fig. 1. Conoscenza dei cittadini europei sulla percentuale di immigrati nei rispettivi paesi (% di chi “non sa” rispondere)

18 MIGRANTI: NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?
L’IMMIGRAZIONE COMPORTA L’ARRIVO DI PATOLOGIE PERICOLOSE PER IL MONDO OCCIDENTALE? HPV HIV SIFILIDE CLAMIDIA TBC MALARIA EBOLA

19 MIGRANTI NUOVE PATOLOGIE ALL’ORIZZONTE?

20 HPV Il Papilloma Virus Umano o HPV è un genere di virus a dsDNA patogeno solo per l'essere umano. Le infezioni da HPV sono sono trasmesse prevalentemente per via sessuale.

21 HPV È possibile che una donna contragga l'infezione da HPV in gravidanza, con conseguente preoccupazione circa l'andamento dell'infezione e la trasmissione al feto. L'infezione può dare origine a lesioni genitali che possono assumere aspetti aberranti, molto estese, giganti e friabili. Rara la trasmissione materno fetale a livello del canale del parto che può provocare papillomatosi respiratoria ricorrente giovanile e condilomatosi genitale nel nato, il parto cesareo non è indicato, a meno di lesioni molto estese che ostruiscano il canale del parto.

22 HPV

23 HIV Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) è l'agente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). È un retrovirus del genere lentivirus, caratterizzato cioè dal dare origine a infezioni croniche, che sono scarsamente sensibili alla risposta immunitaria ed evolvono lentamente, ma progressivamente e che, se non trattate, possono avere un esito fatale. Il tempo medio di sopravvivenza dopo infezione da HIV è notevolmente allungato nei pazienti che seguono la terapia, infatti si può parlare di invecchiamento della popolazione affetta da HIV. Senza terapia, il tempo medio di sopravvivenza dopo aver contratto l'HIV è stimato da 9 a 11 anni, a seconda del sottotipo HIV.  L'infezione con l'HIV si verifica con il trasferimento di sangue, sperma, liquido vaginale, pre-eiaculazione o latte materno. All'interno di questi fluidi corporei l'HIV è presente sia in particelle libere sia all'interno delle cellule immunitarie infette.

24 HIV 1-2 21 dicembre I dati dell’Unaids sull’epidemia di Hiv e Aids nel 2016, stimano che a fronte di 36,7 milioni di persone che vivono con il virus, nel 2016 ci sono state 1,8 milioni di nuove diagnosi nel mondo.

25 HIV 1-2 I dati sulla diffusione delle nuove diagnosi nel 2016: Africa Sud-Orientale: 790 mila (-29% tra il 2010 e il 2016) Asia e Pacifico: 270 mila (-13% tra il 2010 e il 2016) Africa Centro-Orientale: 370 mila (-9% tra il 2010 e il 2016) America Latina: 97 mila (stabile tra il 2010 e il 2016) Caraibi: 18 mila Medio oriente e Nord Africa: 18 mila (-4% tra il 2010 e il 2016) Europa dell’Est e Asia centrale: 190 mila (+60% tra il 2010 e il 2016) Europa Occidentale e Nord America: 73 mila. I dati sulla diffusione dei decessi correlati all’Aids nel 2016: Africa Sud-Orientale: 420 mila (-42% tra il 2010 e il 2016) Asia e Pacifico: 170 mila (-30% tra il 2010 e il 2016) Africa Centro-Orientale: 310 mila (-21% tra il 2010 e il 2016) America Latina: 36 mila (-12% tra il 2010 e il 2016) Caraibi: 9400 (-28% tra il 2010 e il 2016) Medio oriente e Nord Africa: 11 mila (+19% tra il 2010 e il 2016) Europa dell’Est e Asia centrale: 40 mila (+27% tra il 2010 e il 2016) Europa Occidentale e Nord America: 18 mila -32% tra il 2010 e il 2016). Dati demografici I dati riportati dall’Unaids riferiscono che delle 36,7 milioni di persone che vivono con l’infezione da Hiv, 34,5 milioni sono adulti, 17,8 sono donne di età superiore ai 15 anni e 2,1 milioni sono bambini con meno di 15 anni.

26 SIFILIDE La sifilide, conosciuta anche come lue, è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale. È causata da un batterio, il Treponema pallidum. Il contagio può estendersi al feto, nella donna gravida con infezione recente, attraverso la placenta (trasmissione transplacentare) con malformazioni: cute  mucose apparato scheletrico occhio fegato rene sistema nervoso centrale. Nella maggior parte dei casi, il contagio avviene attraverso i rapporti sessuali. In Italia Fino al 2003 lo screening obbligatorio per la sifilide era previsto per via di un decreto regio della Regione Piemonte per tutti i pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie. L’esame obbligatorio è stato abolito con decreto regionale nell’aprile 2003. Il risparmio derivato è stato impiegato per il finanziamento della gratuità di cinque centri per la diagnosi e il trattamento delle infezioni sessualmente trasmissibili.

27 SIFILIDE Nel mondo la sifilide colpisce circa 12 milioni di persone, ed è molto presente: Africa, Asia America Latina Negli USA, negli ultimi anni la sifilide è in aumento. Negli anni Novanta c’è stato infatti un calo dell’89,2% dell’incidenza della malattia. La fascia di età più colpita è quella tra i 25 e 29 anni in entrambi i sessi, il rapporto maschi-femmine si sta spostando vero il sesso maschile omosessuale (6 a 1 nel 2007).

28 SIFILIDE In Europa la prevalenza dell’infezione è in declino dalla Seconda guerra mondiale, e oggi il tasso di incidenza è minore del 5 per 100 mila. Dal 1989, però, c’è stato un allarmante incremento del tasso di malattia nei Paesi dell’Europa orientale. Secondo i dati dell’Ecdc, i tassi di incidenza più elevati si osservano nei giovani. Per quanto riguarda il sesso, il rapporto maschi-femmine è di 4,4 a 1.

29 CLAMIDIA Le infezioni da clamidia causate da Chlamydia trachomatis. Si tratta di infezioni trasmesse per via sessuale, usando toilette pubbliche. In Europa Secondo un’indagine condotta dall’Ecdc nel corso di 10 anni ( ), l’incidenza dell’infezione da clamidia ha mostrato una diminuzione nell’Europa centrale e occidentale e un aumento nell’Europa orientale. Ancora una volta nella fascia di età più giovane (15-24 anni) si verificavano circa i 2 terzi dei casi. In Italia In Italia la malattia non è soggetta a notifica. Secondo i dati dell’Oms l’Italia è tra le nazioni europee con bassa prevalenza dell’infezione (2,7% negli anni ’90).

30 CLAMIDIA

31 TBC La tubercolosi o tisi, in sigla TBC, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse secca. La maggior parte delle infezioni asintomatica, cioè si ha un'infezione latente. Circa una su dieci infezioni latenti alla fine progredisce in malattia attiva. Questo documento pubblicato a marzo 2018 dall’Oms conferma che la tubercolosi è una delle prime cause di morte nel mondo (nel 2016 si collocava al nono posto) 

32 TBC MARZO 2018 L’Italia è caratterizzata da una bassa incidenza nella popolazione generale. A partire dal 2009, infatti, si è verificato un costante aumento della proporzione di casi notificati tra cittadini nati all’estero (che erano il 44% nel 2005 e il 66% nel 2014).

33 TBC Nella Regione europea dell’Oms
Secondo il documento congiunto Ecdc e Oms Europa il tasso d’incidenza annuale di Tb è diminuito in media del 4,3% all’anno nel periodo   Il 45% dei casi nuovi registrati si sono verificati in persone tra i 25 e i 44 anni. La prevalenza di casi Tb multiresistenti è stata pari al 17,7% tra i nuovi casi di Tb polmonare e 51,9% tra i casi precedentemente trattati.

34 TBC Nel mondo Il “Global tuberculosis report 2017” conferma che la tubercolosi è una delle prime cause di morte nel mondo. Si stima un’incidenza di 10,4 milioni di nuovi casi (casi incidenti) il 90% dei quali hanno colpito persone adulte, il 65% maschi, il 10% persone cin infezione da Hiv (il 74% in Africa). Globalmente, l’incidenza della Tb è diminuita solo dell’1,4% per anno tra il 2000 e il 2016 (meno 1,9% tra il 2015 e il 2016). Nonostante l’incidenza dei casi di Tb e il numero totale di decessi per la malattia continuino a diminuire in tutto il mondo, il peso globale della malattia è più alto di quanto in passato stimato (come conseguenza dei nuovi dati della sorveglianza in India).

35 MALARIA La malaria è ancora presente in 91 Paesi.
Tra il 2010 e il 2016 il tasso di incidenza della malaria nelle aree di endemia è sceso globalmente del 18%. Circa il 90% dei casi di malaria nel mondo provengono dall’Africa sub-sahariana, fatta eccezione per l’India. Dal 2010 al 2016: la Regione Africana presenta una diminuzione del 20%, Asia sudorientale diminuzione del 48%, le Americhe del 22%. La malaria rimane ancora una delle principali cause di morte nella popolazione infantile. La malaria è una malattia provocata da parassiti protozoi. Il serbatoio del parassita è costituito dagli individui infettati in maniera cronica. Plasmodium falciparum è l’agente della malaria più diffuso in: Africa sub-sahariana, tutta la Regione Africana. P. Vivax è diffuso: nelle Americhe, regione del Mediterraneo orientale, Regione del Sud-Est asiatico.

36 MALARIA Al trend negativo dell’incidenza osservato globalmente (WHO, World Malaria Report, 2017) non è corrisposta in Europa una riduzione dei casi di malaria d’importazione.

37 EBOLA Il virus Ebola è un virus a RNA a singolo filamento negativo ed è uno dei cinque virus del genere Ebolavirus responsabile della malattia da virus Ebola che provoca febbre emorragica con un tasso di letalità molto alto. I virus di questo genere si trasmettono attraverso il contatto con i fluidi biologici di un infettato.

38 EBOLA

39 SINTESI SIFILIDE HIV (-32% DECESSI IN EUROPA E NORD AMERICA, -15% MONDO) TBC (-4,3% IN EUROPA, -1,4% NEL MONDO) MALARIA (-18%) L’HPV AD OGGI HA UN’INCIDENZA DEL 34-68%. LA CLAMIDIA PRESENTA IN ITALIA UNA PREVALENZA DEL 2,7%, MENTRE NEL RESTO DELL’EUROPA È DEL 4%. L’EBOLA IN EUROPA LA PREVALENZA È PARI ALLO 0%.

40 MALATTIE ESANTEMATICHE
Morbillo, chiamata anche prima malattia Scarlattina – seconda malattia Rosolia – terza malattia Scarlattina abortiva – quarta malattia Megaloeritema – quinta malattia Esantema critico – sesta malattia: Varicella Parotite Pertosse

41 Il controllo e la prevenzione sono obiettivi prioritari di sanità pubblica, per:
l'elevato numero di persone che ogni anno acquisisce una Ist; la proporzione rilevante di soggetti asintomatici ma infetti ed infettanti; la maggiore diffusione in soggetti con pluripartner, omosessualità e prostituzione; la maggiore suscettibilità biologica delle donne, che hanno un apparato genitale più complesso ed esteso nel quale i patogeni hanno una probabilità maggiore di stabilirsi e sono più spesso asintomatiche; gli adolescenti, che hanno tessuti genitali ancora immaturi e più recettivi ai patogeni; o individui immunodepressi; la possibilità di prevenire e curare; Soprattutto le gravi sequele e complicanze per mancata o errata diagnosi/ terapia, cronicizzazione della malattia, sterilità, trasformazione oncogena, sinergia con l’Hiv.

42 PREVENZIONE L’Oms sottolinea che la strategia adottata si deve basare sulla prevenzione, con la promozione di campagne informative sulle Ist e sui fattori di rischio e di attività di educazione alla salute sessuale (es. usare correttamente il condom, limitare il numero di partner).

43 PREVENZIONE L’informazione e l’educazione si devono accompagnare comunque anche a misure di identificazione sia delle persone infette che non mostrano sintomi (per esempio con lo screening di alcune categorie, come le donne in gravidanza), sia dei loro partner sessuali. Un problema cruciale è la gestione del partner sessuale del paziente con diagnosi accertata, allo scopo di mettere in atto interventi di screening e di trattamento delle Ist volti anche a limitarne la diffusione.

44 PREVENZIONE E TRATTAMENTO
Oltre al trattamento dei sintomi, va messa in atto la prevenzione delle ricadute e la prevenzione della trasmissione delle Ist. Il trattamento delle Ist è un fattore cruciale per il controllo dell’infezione da Hiv. La cura tempestiva è molto importante, perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi (breaks the chain of transmission, secondo i dettami dell’Oms).

45 STRATEGIE DI PREVENZIONE E TRATTAMENTO

46 STRATEGIE DI PREVENZIONE E TRATTAMENTO
L’approccio complessivo per le Ist deve prevedere: un facile accesso ai servizi di diagnosi e cura un’accurata informazione sulle presentazioni cliniche delle IST e sulle possibili complicanze, l’identificazione delle Ist attraverso l’approccio sindromico, un trattamento appropriato il trattamento anche del partner (partner notification) l’aumento e la facilitazione dell’offerta dei test di diagnosi per identificare anche i casi asintomatici la promozione del test Hiv la messa a punto dei servizi per migliorare la consapevolezza e la capacità dei giovani di prevenire le Ist specifiche misure di prevenzione e controllo delle Ist per i soggetti con comportamenti sessuali a rischio l’utilizzo di vaccini disponibili l’implementazione della sorveglianza dei comportamenti il coinvolgimento di tutte le parti in causa, sia del settore pubblico che del settore privato, per la prevenzione e il trattamento delle Ist.

47 OBIETTIVI

48 CONCLUSIONI IN BASE AI DATI OTTENUTI DALL’OMS E DALL’ AGENZIA EUROPEA DI SANITA’ NON E’ POSSIBILE CONCLUDERE CHE QUESTE ONDATE MIGRATORIE POSSANO CAUSARE MALATTIE CHE IN ITALIA SONO ASSENTI DA ANNI ANCHE GRAZIE ALLE POLITICHE DI VACCINAZIONE!

49 CONCLUSIONI «L’altro come lo straniero è l’ospite, verso il quale sono tenuto a esercitare il primo dovere etico: l’ospitalità. La sua condizione di apolide, di senza patria, che lo fa straniero in ogni Paese qualunque esso sia, universalizza l’esigenza dell’accoglienza». Emanuel Lévinas ( ) «La difesa dei loro diritti inalienabili, la garanzia delle libertà fondamentali e il rispetto della loro dignità sono compiti da cui nessuno si può esimere, proteggere questi fratelli e sorelle è un imperativo morale da tradurre adottando strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti; compiendo scelte politiche giuste e lungimiranti; prediligendo processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell’immediato…» Papa Francesco 21/02/2017

50 GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Prof. Maurizio Guida Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria «Scuola Medica Salernitana»


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