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Settore linguistico-socioetnografico

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Presentazione sul tema: "Settore linguistico-socioetnografico"— Transcript della presentazione:

1 Settore linguistico-socioetnografico
Pluralità di prospettive e di modelli linguistica psicolinguistica pragmalinguistica sociolinguistica etnografia della comunicazione

2 Comunicazione: uno, nessuno, centomila concetti
concetto originario: “far partecipe, rendere comune ad altri, dividere insieme” (1941 Zingarelli) di contro, “tutta la realtà, o almeno tutta la realtà umana e sociale appare oggi naturalmente comunicativa Il mondo, la società, l’intimità stessa delle persone ci si prospettano come una rete sterminata e infinitamente Complessa di messaggi, codici, atti linguistici, comunicazioni che si incrociano,si sovrappongono, si determinano” (1994 Volli) Nell’intervallo che ricopre questa cesura si nasconde il contenuto della nozione di comunicazione

3 ? Lingua e linguaggio Lingua --> comunicazione linguistica
alla mancanza di distinzione tra questi due concetti sono da imputare parte delle ambiguità sottese al concetto di comunicazione Lingua --> comunicazione linguistica (essenzialmente verbale) = umana Linguaggio --> comunicazione extralinguistica (comunicazione animale, gestuale, cinesica…) ? continuum semiotico base biologica della comunicazione fondamento naturale della comunicazione

4 variabilità MENTE sistema di conoscenze, regole e operazioni con
le quali gli individui agiscono e interagiscono comprendendo i meccanismi attraverso cui la mente elabora la conoscenza si comprenderà la natura della comunicazione, e il ruolo che quella umana riveste rispetto alle restanti forme eliminando la mente lo scambio comunicativo diventerebbe analogo a quello tra due macchine, ma così facendo si perderebbe una caratteristica fondamentale variabilità

5 Variabilità ad un messaggio corrisponde un solo segnale, lo stesso sia per la sorgente (mittente) che per il destinatario (es. spia della benzina) conseguenze no interpretazione no incomprensione no flessibilità no ironia no contesto no menzogna

6 La dissimulazione 4 categorie mimetismo comportamento organizzato
menzogna legata alla capacità di imparare dall’esperienza menzogna deliberata

7 A B Modelli elementari messaggio mittente / destinatore destinatario
(modello lineare - circuito della parole)

8 Modelli elementari mittente referente destinatario (modello triadico)

9 Modello postale della comunicazione (MPC)
segnale ricevuto messaggio ricevuto messaggio segnale sorgente --> codificatore --> canale --> decodificatore --> destinazione rumore Es. telefonata: sorgente = chi ha chiamato; codificatore = parte dell’apparecchio che trasforma le onde sonore in oscillazioni della corrente elettrica; messaggio = Conversazione; canale = cavo elettrico; segnale = cambiamenti di tensione; Rumore = interferenze elettromagnetiche, rumore ambientale, resistenza dei cavi… (modello matematico della comunicazione secondo Shannon e Weaver)

10 Il modello della comunicazione di Jakobson (1966)
REFERENTE DESTINATARIO MITTENTE MESSAGGIO CODICE CANALE

11 Il funzionalismo canale/CONTATTO mittente messaggio destinatario
contesto/REFERENTE codice funzione fatica funzione emotiva (espressiva) funzione poetica funzione conativa funzione referenziale funzione metalinguistica

12 Il funzionalismo l’idea che lo scopo del mittente sia di trasmettere un messaggio chiaro e ineQuivoco al suo interlocutore, perché questo sia compreso esattamente, è decisamente semplicistica in rapporto alle concrete circostanze comunicative ciò nonostante questo modello è stato il punto di partenza degli studi di comunicazione e ancora oggi può essere ritenuto il pensiero semplice e generale che influenza il paradigma comunicativo almeno in potenza ogni atto comunicativo contiene tutti i fattori della comunicazione e ne comprende anche tutte le funzioni

13 LA DEFINIZIONE DI FUNZIONE
in relazione al modello della comunicazione, per FUNZIONI si intendono i fini che si assegnano agli enunciati quando vengono prodotti ruolo che un’unità svolge nella struttura [grammaticale dell’enunciato], nel quale ogni membro della frase è considerato come partecipe del senso generale della frase ogni relazione tra due termini (così come avviene in matematica) relazione che, in una struttura, sussiste tra gli elementi che ne fanno parte

14 IL CONTESTO/REFERENTE
a partire dai primi anni ‘70 (Ducrot e Todorov) ci si avvia verso una concezione onnicomprensiva ed elastica di contesto/ referente ingloba conoscenze, precondizioni e regole per la comunicazione, nonché circostanze, eventi e processi, dati fisici, materiali, psicologici, connessi o presenti nell’evento di discorso fattori sociologici contesto situazionale e contesto culturale fattori etnografici contesto verbale, situazionale (insieme di elementi non verbali significativi), sociologico, etnografico = insieme delle situazioni possibili

15 IL CONCETTO DI FUNZIONE
l’idea che lo scopo del mittente sia di trasmettere un messaggio chiaro e inequivoco al suo interlocutore, perché questo sia compreso esattamente, è decisamente semplicistica in rapporto alle concrete circostanze comunicative molti dei limiti dei MODELLI POSTALI della comunicazione sono stati superati, ma ne rimangono alcuni: 1) ambiguità definitoria del REFERENTE (del testo/verbale o della comunicazione/situazionale?); 2) non sono adeguatamente distinti elementi quali CONTENUTO INFORMATIVO, ARGOMENTO, FORMA del MESSAGGIO questo modello è stato il punto di partenza degli studi di comunicazione e ancora oggi può essere ritenuto il pensiero semplice e generale che influenza il paradigma comunicativo almeno in potenza ogni atto comunicativo contiene tutti i fattori della comunicazione e ne comprende anche tutte le funzioni

16 MODELLI PRAGMATICO ed ETNOGRAFICO
sostanziale ribaltamento: l’analisi è condotta dall’interno e non più dall’esterno società e istituzioni si organizzano come sistemi di eventi comunicativi l’interazione umana è vista come uno strutturarsi di scambi comunicativi di vario genere: verbali, non verbali, verbali e non verbali linguaggio: tipo di azione sociale evento comunicativo: azione che si colloca all’interno di una gerarchia di scopi sociali che realizzano interazioni verbali e non verbali

17 Il MODELLO CIBERNETICO (fattori pragmalinguistici e psicolinguistici)
autoregolazione del sistema fino al raggiungimento dello scopo: l’evento comunicativo è analizzato in termini di funzioni e di scopi funzioni e scopi possono essere trattati come gli stati in cui i partecipanti (interattanti) giudicano se lo scopo sia stato raggiunto o meno affinché lo scopo (o il SOVRASCOPO, comprendente vari scopi) sia perseguito si organizza una STRATEGIA funzione adattiva del linguaggio STRATEGIA: valutazione del campo d’azione e fissazione di una gerarchia di itinerari d’azione, con delle priorità, appropriati allo scopo che si deve perseguire

18 Il modello etnografico
considera le comunità alla stregua di sistemi di eventi comunicativi* e ne assimila il funzionamento a quello di un modello cibernetico (*evento di discorso = interazione comunicativa caratterizzata dalla presenza di linguaggio verbale; in genere comprende più atti linguistici; si assume che il linguaggio sia un tipo di azione sociale) Anche in questo modello è centrale la nozione di messaggio il messaggio presuppone l’esistenza di una serie di componenti, nessuna delle quali puO’ essere scartata a priori L’evento comunicativo è costituito dalla trasmissione del messaggio Se si definiscono gli elementi costitutivi del messaggio si definisce l’evento comunicativo stesso

19 I fattori costitutivi dell’evento di discorso
Situation Participants Ends in view Acts Keys Instrumentalities Norms Genres (modello SPEAKING - Hymes 1972)

20 etnography of speaking ovvero “situazioni, usi, modelli e funzioni del parlare come attività in sé e per sé”: Situation situazione Participants partecipanti Ends in view scopi Acts atto di discorso Keys chiave sociale (interpretativa ) Instrumentalities strumenti Norms norme Genres generi

21 Obiettivi del modello speaking
comprendere tutte le capacità sottese alla competenza comunicativa assumere l’eterogeneità della conoscenza in luogo della tradizionale omogeneità assumere tutte le funzioni del modello della comunicazione in luogo della sola funzione referenziale ridimensionare la stessa lingua ad una co-partecipante all’evento comunicativo

22 Linguistica del testo studia l’organizzazione del testo, insieme coerente e coeso di elementi organizzati intorno ad uno scopo Coerenza (esterna) Coesione (interna) secondo la prospettiva pragmatica (comunicazione=azione sociale) parlare/scrivere = produrre testi = “fare” Un atto linguistico può essere felice oppure infelice, A seconda che raggiunga lo scopo per il quale è stato organizzato e prodotto

23 Atto linguistico (speech act)
varie tipologie classificatorie forza illocutoria scopo locutivo illocutivo perlocutivo verdittivo (verdetto, condanna…) esercitivo (legge, decreto…) commissivo (giuramento…) comportativo (modulo, avviso…) espositivo (nota, circolare…) Alla base di ciascun atto sono i meccanismi che governano Produzione/ricezione/comprensione del linguaggio --> mente

24 La progettazione testuale
ogni testo richiede una progettazione comunicativa testuale e pragmatica orientata al mezzo destinato a veicolare il messaggio qualora non si tenesse conto delle peculiarità proprie di ciascun mezzo la comunicazione perderebbe automaticamente in efficacia impiego di varie tipologie di mezzi e linguaggi, verbali e non verbali tipi di linguaggi non verbali usati in funzione dei mezzi comunicativi di cui fa uso la comunicazione istituzionale: auditivo visivo audiovisivo iconico iconografico grafico

25 Schema delle tipologie di mezzi e di linguaggi di comunicazione
linguaggi non verbali auditivo visivo audiovisivo iconico iconografico grafico TV m e z i Radio Cinema Giornali Internet

26 I LINGUAGGi verbali dei mezzi di comunicazione
lingua italiana = diasistema


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