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COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA: protocollo operativo nella Provincia di Grosseto Giuseppe Cardamone 1.

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Presentazione sul tema: "COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA: protocollo operativo nella Provincia di Grosseto Giuseppe Cardamone 1."— Transcript della presentazione:

1 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA: protocollo operativo nella Provincia di Grosseto
Giuseppe Cardamone 1

2 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
Non è nato da una presa di posizione teorica, ma dalla necessità emersa alla prova dei fatti dei casi concreti. Attorno e specifici casi si é costruito un rapporto di conoscenza e di progressivo affidamento con la Magistratura di cognizione, giudicante e di sorveglianza Caso di M.F., caso di J.V., caso di L.P., caso di T.M. 2

3 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
Il percorso di costruzione della fiducia reciproca tra noi e i Magistrati è stato facilitato dal coinvolgimento dei periti di fiducia La disattenzione al lavoro dei periti negli anni passati ha determinato serie conseguenze e danni al funzionamento complessivo del sistema (perizie tra loro non congruenti, attribuzioni improprie di vizio parziale di mente, decisioni non concordate con I DSM, indirette ma pesanti conseguenze medico- legali per terapeuti con posizione di garanzia etc..) Il perito può essere un ottimo mediatore linguistico- culturale per la popolazione dei Magistrati 3

4 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
I magistrati hanno dimostrato di apprezzare da parte nostra l'affidabilità, l'aver mostrato disponibilità e apertura al dialogo, l'averli invitati a partecipare a convegni e seminari, l'essersi posti come interlocutori rispetto alle molteplici chiamate in causa. 4

5 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
Fase matura della collaborazione più stretta: la costruzione del protocollo dopo la legge 81 5

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11 - Utilizzo più proficuo delle risorse presenti sul territorio,
- Sforzo congiunto - Utilizzo più proficuo delle risorse presenti sul territorio, - Circolarità delle informazioni utili - Più coerente distribuzione delle responsabilità - Collaborazione in “rete” 11

12 - Non confusione tra necessità di controllo ed istanza terapeutica.
- Sostegno anche ai familiari degli indagati o degli imputati affetti da patologie psichiatriche - Collaborazione dei familiari nella gestione di misure di controllo e contenimento alternative a quelle custodiali in carcere o nelle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Obiettivo: considerare extrema ratio l’applicazione di misure di sicurezza e di misure cautelari a contenuto deprivativo della libertà implementare, ove possibili, le misure meno afflittive

13 - Il contrasto alla rigidità della misura sanzionatoria e l'apertura verso percorsi modulabili e flessibili meglio risponde all’obiettivo di risocializzazione dettato dalla Costituzione - Lavoro di rete per assicurare un efficace monitoraggio delle realtà a rischio presenti sul territorio, una migliore tutela delle reali o potenziali parti lese, agevolando gli interventi socio sanitari e assistenziali, - Prevenzione del rischio di recidiva oltre che di cura dell'indagato o dell’imputato. 13

14 Soggetti portatori di patologie psichiatriche coinvolti in vicende giudiziarie che non sono destinatari né di misure di sicurezza né di misure cautelari: Soggetti portatori di patologie psichiatriche coinvolti in vicende giudiziarie destinatari di misure di sicurezza perché ritenuti (parzialmente o totalmente) incapaci di intendere e di volere e socialmente pericolosi. Soggetti portatori di patologie psichiatriche coinvolti in vicende giudiziarie destinatari di misure cautelari ordinarie perché non hanno alcun vizio di mente, né parziale né totale, ai quali vengono applicate misure cautelari della custodia in carcere (285 c.p.p.), della custodia cautelare in luogo di cura (art. 286 c.p.p.), degli arresti domiciliari (art. 284 c.p.p.), del divieto ed obbligo di dimora (art. 283 c.p.p.), dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria (art. 282 c.p.p.), dell'allontanamento dalla casa familiare (art. 282 bis c.p.p.), del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 282 ter c.p.p.). 14

15 Referente per la Procura :
compito di coordinare le attività che coinvolgono indagati con problematiche di natura psichiatrica e curare i rapporti con la ASL, valutando eventuali criticità emerse nell’applicazione del protocollo. I Magistrati appartenenti all’ufficio della Procura comunicheranno al referente ogni provvedimento richiesto ed adottato nei confronti di soggetti con problematiche di natura psichiatrica, segnalando eventuali criticità emerse nell’applicazione del protocollo. 15

16 Monitoraggio Impegno ad effettuare, con cadenza periodica, incontri al fine di discutere dei casi trattati, monitorare l’andamento del protocollo, la sua efficacia e le eventuali criticità, in modo da poter sempre più migliorare il servizio reso. 16

17 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
Problemi del futuro. Revisione sistematica del protocollo e mantenimento della relazione di fiducia 17

18 COLLABORAZIONI CON LA MAGISTRATURA
Il rapporto di reciproca fiducia ha consentito la possibilità di stabilire un dialogo tra professionisti con linguaggi e ottiche fondamentalmente diversi, la convergenza di due livelli di discorso differenti, in questi casi particolarmente complessi, ha consentito di tessere la trama per un percorso terapeutico- riabilitativo (dispositivo del Magistrato come coazione benigna a valore terapeutico quale unica possibilità per intraprendere un percorso di cura). 18

19 GRAZIE PER L’ATTENZIONE!


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