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9 MARZO 2018 VENERDÌ - III SETTIMANA DI QUARESIMA UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte. SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce. Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo ». Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte.
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Inno Protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore, seguiamo l'austero cammino della santa Quaresima. La legge e i profeti annunziarono dei quaranta giorni il mistero; Gesù consacrò nel deserto questo tempo di grazia. Sia parca e frugale la mensa, sia sobria la lingua ed il cuore; fratelli, è tempo di ascoltare la voce dello Spirito. Forti nella fede vigiliamo contro le insidie del nemico: ai servi fedeli è promessa la corona di gloria. Sia lode al Padre onnipotente, al Figlio Gesù redentore, allo Spirito Santo Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
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1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio
1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio. SALMO 68, 2-13 (I) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Salvami, o Dio: * l'acqua mi giunge alla gola. Affondo nel fango e non ho sostegno; † sono caduto in acque profonde * e l'onda mi travolge. Sono sfinito dal gridare, † riarse sono le mie fauci; * i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio. Più numerosi dei capelli del mio capo * sono coloro che mi odiano senza ragione. Sono potenti i nemici che mi calunniano: * quanto non ho rubato, lo dovrei restituire? Dio, tu conosci la mia stoltezza * e le mie colpe non ti sono nascoste. Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, * Signore, Dio degli eserciti; per me non si vergogni * chi ti cerca, Dio d'Israele. Per te io sopporto l'insulto * e la vergogna mi copre la faccia; sono un estraneo per i miei fratelli, * un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, * ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta. Mi sono estenuato nel digiuno * ed è stata per me un'infamia. Ho indossato come vestito un sacco * e sono diventato il loro scherno. Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, * gli ubriachi mi dileggiavano. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio.
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2^ Antifona Hanno messo nel mio cibo veleno, nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto. SALMO 68, 14-22 (II) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Ma io innalzo a te la mia preghiera, * Signore, nel tempo della benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, * per la fedeltà della tua salvezza, o Dio. Salvami dal fango, che io non affondi, † liberami dai miei nemici * e dalle acque profonde. Non mi sommergano i flutti delle acque † e il vortice non mi travolga, * l'abisso non chiuda su di me la sua bocca. Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; * volgiti a me nella tua grande tenerezza. Non nascondere il volto al tuo servo, * sono in pericolo: presto, rispondimi. Avvicinati a me, riscattami, * salvami dai miei nemici. Tu conosci la mia infamia, † la mia vergogna e il mio disonore; * davanti a te sono tutti i miei nemici. L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. † Ho atteso compassione, ma invano, * consolatori, ma non ne ho trovati. Hanno messo nel mio cibo veleno * e quando avevo sete mi hanno fatto bere l'aceto. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Hanno messo nel mio cibo veleno, nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto.
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3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita
3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita. SALMO 68, 30-37 (III) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Io sono infelice e sofferente; * la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. Loderò il nome di Dio con il canto, * lo esalterò con azioni di grazie, che il Signore gradirà più dei tori, * più dei giovenchi con corna e unghie. Vedano gli umili e si rallegrino; * si ravvivi il cuore di chi cerca Dio, poiché il Signore ascolta i poveri * e non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui acclamino i cieli e la terra, * i mari e quanto in essi si muove. Perché Dio salverà Sion, † ricostruirà le città di Giuda: * vi abiteranno e ne avranno il possesso. La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, * e chi ama il suo nome vi porrà dimora. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita.
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V. Ritornate al Signore, vostro Dio: R. egli è buono e perdona
V. Ritornate al Signore, vostro Dio: R. egli è buono e perdona. Prima Lettura: Dal libro dell'Esodo 35, , 1; 37, 1-9 Il lavoro per il santuario e l'arca Fece stanghe di legno di acacia e le rivestì d'oro. Introdusse le stanghe negli anelli sui due lati dell'arca per trasportare l'arca. Fece il coperchio d'oro puro: aveva due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. Fece due cherubini d'oro: li fece lavorati a martello sulle due estremità del coperchio: un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Fece i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio, alle sue due estremità. I cherubini avevano le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; erano rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini erano rivolte verso il coperchio. Responsorio R. Quanto sono amabili le tue dimore, Dio dell'universo. L'anima mia brama e sospira il tempio del Signore. * Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. V. Questa è la santa dimora dell'Altissimo. Dio abita in lei, non potrà vacillare. R. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Un giorno Mosè disse agli Israeliti: «Vedete, il Signore ha chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda. L'ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, argento, rame, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro ingegnoso. Gli ha anche messo nel cuore il dono di insegnare e così anche ha fatto con Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan. Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro d'intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, in porpora rossa, in scarlatto e in bisso, e di tessitore: capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e ideatori di progetti». Bezaleel, Ooliab e tutti gli artisti che il Signore aveva dotati di saggezza e d'intelligenza, perché fossero in grado di eseguire i lavori della costruzione del santuario, fecero ogni cosa secondo ciò che il Signore aveva ordinato. Bezaleel fece l'arca di legno di acacia: aveva due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestì d'oro puro, dentro e fuori. Le fece intorno un bordo d'oro. Fuse per essa quattro anelli d'oro e li fissò ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull'altro.
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Seconda Lettura: Dal «Commento al libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa (Lib. 13, 21-23; PL 75, ) Il mistero della nostra nuova vita Il beato Giobbe, essendo figura della santa Chiesa, a volte parla con la voce del corpo, a volte invece con la voce del capo. E mentre parla delle membra di lei, si eleva immediatamente alle parole del capo. Perciò anche qui si soggiunge: Questo soffro, eppure non c'è violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera (cfr. Gb 16, 17). Cristo infatti soffrì la passione e sopportò il tormento della croce per la nostra redenzione, sebbene non avesse commesso violenza con le sue mani, né peccato, e neppure vi fosse inganno sulla sua bocca. Egli solo fra tutti levò pura la sua preghiera a Dio, perché anche nello stesso strazio della passione pregò per i persecutori, dicendo: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34). Che cosa si può dire, che cosa si può immaginare di più puro della propria misericordiosa intercessione in favore di coloro che ci fanno soffrire? Avvenne perciò che il sangue del nostro Redentore, versato con crudeltà dai persecutori, fu poi da loro assunto con fede e il Cristo fu da essi annunziato quale Figlio di Dio. Di questo sangue ben a proposito si soggiunge: «O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido». All'uomo peccatore fu detto: Sei terra e in terra ritornerai (cfr. Gn 3, 19). Ma la terra non ha tenuto nascosto il sangue del nostro Redentore, perché ciascun peccatore, assumendo il prezzo della sua redenzione, lo fa oggetto della sua fede, della sua lode e del suo annunzio agli altri. La terra non coprì il suo sangue, anche perché la santa Chiesa ha predicato ormai il mistero della sua redenzione in tutte le parti del mondo. E' da notare, poi, quanto si soggiunge: «E non abbia sosta il mio grido». Lo stesso sangue della redenzione che viene assunto è il grido del nostro Redentore. Perciò anche Paolo parla del «sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele» (Eb 12, 24). Ora del sangue di Abele è stato detto: «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo» (Gn 4, 10). Ma il sangue di Gesù è più eloquente di quello di Abele, perché il sangue di Abele domandava la morte del fratricida, mentre il sangue del Signore impetrò la vita ai persecutori. Dobbiamo dunque imitare ciò che riceviamo e predicare agli altri ciò che veneriamo, perché il mistero della passione del Signore non sia vano per noi. Se la bocca non proclama quanto il cuore crede, anche il suo grido resta soffocato. Ma perché il suo grido non venga coperto in noi, è necessario che ciascuno, secondo le sue possibilità, dia testimonianza ai fratelli del mistero della sua nuova vita. Responsorio R. Ecco, la voce del sangue del tuo Figlio e nostro fratello grida a te, Signore, dalla terra. * Benedetta la terra, che si aprì ad accogliere il sangue del Redentore. V. Questo è il sangue dell'aspersione, più eloquente di quello di Abele. R. Benedetta la terra, che si aprì ad accogliere il sangue del Redentore.
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Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.
Orazione Infondi benigno, Signore, la tua grazia nei nostri cuori, perché possiamo salvarci dargli sbandamenti umani e restare fedeli alla tua parola di vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.
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