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Lineamenti di italiano contemporaneo
Michele A. Cortelazzo Lineamenti di italiano contemporaneo Master in Comunicazione delle scienze a.a. 2017/18 1
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Michele Cortelazzo (Padova 1952) è Professore ordinario di Linguistica italiana nel Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell′università di Padova. Insegna anche all'Università di Rijeka (Fiume). Ha insegnato nelle università di Saarbrücken, Innsbruck, Venezia, Trieste e Ferrara. Il nucleo fondamentale delle sue ricerche riguarda l′italiano contemporaneo e le lingue speciali (linguaggio medico, linguaggio scientifico, linguaggio giuridico). In particolare, si è occupato di semplificazione del linguaggio amministrativo, modernizzazione del linguaggio giuridico, analisi del linguaggio istituzionale-politico. Accademico corrispondente dell'Accademia della Crusca. Presidente dell’Associazione per la Storia della lingua italiana. Direttore della Scuola galileiana di studi superiori dell'Università di Padova. I suoi siti: Il docente
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PROGRAMMA Obiettivi Il corso si pone due obiettivi:
un obiettivo conoscitivo, che riguarda la definizione delle caratteristiche dell'italiano scientifico (in rapporto all'italiano comune) un obiettivo operativo, che consiste nell'analisi linguistica di prodotti di divulgazione scientifica e nello sviluppo di capacità di riflessione sulle produzioni linguistiche.
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PROGRAMMA Contenuti Italiano contemporaneo: i parlanti, i domini, il repertorio Il linguaggio scientifico come lingua speciale: precisione, concatenazione, deagentivizzazione, condensazione. Analisi linguistica di testi scientifici (articoli in italiano, testi divulgativi).
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PROGRAMMA Riferimento bibliografico di base
Cortelazzo M. A., 2011, Scienza, lingua della, in Enciclopedia dell'italiano, diretta da Raffaele Simone, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, pp In rete:
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PROGRAMMA Riferimento bibliografico generale
Cortelazzo M. A., 1990, Lingue speciali. La dimensione verticale, Padova, Unipress In rete: Riccardo Gualdo, Stefano Telve, Linguaggi specialistici dell'italiano, Roma, Carocci, 2011.
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LE SLIDE
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PENSATE CHE in uno scritto tecnico-scientifico contano i fatti
un testo tecnico-scientifico è sempre difficile perché tratta di contenuti difficili in uno scritto tecnico-scientifico lo stile non conta scrivere è un'abilità innata posseduta solo da alcuni
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IN REALTÀ in uno scritto tecnico-scientifico i fatti sono fondamentali, ma non bastano un contenuto, per quanto difficile, può essere sempre esposto in forma chiara; anzi, più difficile è il contenuto, più importante è scrivere chiaramente
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IN REALTÀ lo stile è fondamentale anche in un testo tecnico-scientifico, se per stile intendiamo la capacità di essere il più possibile chiari, concisi, precisi. Scrivere testi tecnico-scientifici è certamente diverso dallo scrivere testi creativi, o dallo scrivere temi: ciò significa che lo stile è diverso, non che manca lo stile.
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IN REALTÀ Scrivere è un'arte; ma come tutte le arti è fatta di una tecnica. C'è chi la possiede come dote naturale; ma anche chi non la possiede può impararla.
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Quanti italiani parlavano italiano nel 1861?
Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita, Bari-Roma, Laterza, 1963 Arrigo Castellani, Quanti erano gli italofoni nel 1861?, “Studi linguistici italiani” N.S. I, 1982, pp De Mauro 2,50% Castellani 8,77%
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Quanti italiani non parlano italiano oggi?
Parlano solo o prevalentemente dialetto con estranei Fonte: indagini multiscopo ISTAT 1987/88 13,9% 1995 6,9% 2000 6,8% 2006 5,4% 2015 4,2%
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Scolarizzazione della popolazione italiana
La lingua italiana Scolarizzazione della popolazione italiana grado di istruzione valori assoluti % % analfabeti 1,06 28,86 alfabeti privi di titolo di studio 7,70 licenza elementare 20,10 licenza media 29,77 diploma di scuola secondaria superiore 30,20 titolo di studio universitario 10,80 11.17 titolo di studio post-secondaria non universitario 0,37 totale 100 100
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Domini dell’italiano Il risultato è che quando si apre un dizionario nomenclatore come il Duden italiano, per sapere come si chiamano quelle cordicelle di cui stiamo parlando ora, ci si trovano i lacci, i legacci, i lacci(u)oli, le stringhe, e questa volta la confusione va a tutta lode della minuzia del compilatore, a cui si può solo rimproverare di aver dimenticato i laccetti e gli aghetti. […] In conclusione, noi abbiamo oggi un vocabolario nazionale per discutere dell’immortalità dell’anima, per esaltar il valor civile, per descrivere un tramonto, per sciogliere il lamento su un amore perduto, ma non abbiamo un vocabolario comunemente accettato ed univoco per parlare delle mille piccole cose della vita di tutti i giorni, quali sono appunto le stringhe delle scarpe. Fonte: Emilio Peruzzi, Una lingua per gli italiani, Torino, ERI, 1967, pp
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Un modello di repertorio dell’italiano
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Una rivisitazione . 17
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Dimensioni della variazione linguistica
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Un esempio fittizio ma concreto
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Ascrizione alle varietà
italiano aulico formale italiano standard tradizionale italiano neostandard italiano parlato colloquiale italiano informale trascurato italiano popolare 20
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I parlanti un parlante colto ben competente può realizzare le varianti da 1 a 9 (anche se la formulazione 9 andrà forse esclusa per non pochi parlanti colti) un parlante incolto può realizzare da 9 a 11 un parlante medio può realizzare da 3 a 9 21
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Tendenze di ristandardizzazione
Pronomi 1. Te in funzione di soggetto (Questo lo dici te). [SS] 2. Lui, lei, loro in funzione di soggetti (Lui ha detto proprio questo, Non è detto che lei sia d’accordo, Loro non sono venuti). [NS] 3. Lui, lei, loro riferiti a cose (L’automobile anche lei fa quello che può con queste salite). [NS-SS] 4. Gli per ‘a lei’ (Ho visto Maria e gli ho detto di venire anche lei). [SS] 5. Gli per ‘a loro’, maschile e femminile (Ho visto quelli della III B e gli ho detto di venire anche loro). [NS] 6. Declino di loro come allocutivo di cortesia (Loro si rendono conto per Voi vi rendete conto). [NS] 7. Dimostrativi usati come pronomi personali, spesso con una sfumatura negativa (Ora questo mi si presenta, e cosa gli dico?, Quelli non ne vogliono sapere). [NS] 8. Forme rafforzate questo qui, quello lì (Se continua a tenere quell’atteggiamento lì, fa poca strada). [NS-SS] 9. Forme ‘sto, ‘sta, ecc., per ‘questo’, ‘questa’ (E così c’è ‘sto problema del rimborso). [SS] 10. Niente usato come aggettivo (Niente scherzi, mi raccomando!). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Tempi e modi verbali 11. Presente indicativo per il futuro (Stasera danno un film giallo; Dove vai per Pasqua?; Mi laureo fra due anni).[NS] 12. Presente per il passato (presente storico vivace) (Si mette lì in fila, e chi si trova davanti?). [NS-SS] 13. Passato prossimo invece del passato remoto nelle narrazioni storiche (Nel 1968 il sindacato ha condotto delle lotte molto dure; Renzo e Lucia alla fine si sono ritrovati dopo molte peripezie). [NS-SS] 14. Passato prossimo per futuro anteriore (Quando ho finito il servizio civile mi metto a cercare lavoro, Dopo che il Parlamento ha approvato la finanziaria forse si apre la crisi di governo). [NS-SS] 15. Imperfetto attenuativo di cortesia (Volevo dirti un’altra cosa). [NS] 16. Imperfetto per il condizionale nelle ipotetiche dell’irrealtà (Se me lo dicevi in tempo, ti potevo dare una mano). [NS-SS] 17. Imperfetto per il futuro nel passato (Ha detto che veniva domani). [NS-SS] 18. Imperfetto per significare intenzione e previsione (Partiva stasera). [NS-SS] 19. Indicativo al posto del congiuntivo in proposizioni dipendenti (Non dico che hai torto; Gli chiesi se poteva aiutarmi). Per le ipotetiche dell’irrealtà con doppio imperfetto indicativo, vedi il tratto 16. [NS-SS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Preposizioni e particelle avverbiali 20. Preposizioni + articoli partitivi (Sul tavolo c’è un bicchiere con del latte). [NS-SS] 21. Gli per ‘ci’ locativo, ipercorrettivo da ci italiano popolare per ‘gli’: Ce lo dico io (Non portarglielo il bambino Posizione dei clitici 22. Risalita del clitico con verbi modali (Non ci posso credere invece di Non posso crederci; Ora te lo posso dire; Non ti voglio far perdere tempo; Lo devo incontrare). [NS] 23. Risalita lunga dei clitico in complessi verbali (Ci continuano a far aspettare; La sto cercando di rintracciare). [SS] Fenomeni di tematizzazione 24. Frase segmentata (Il giornale non l’ho ancora letto; Le conosco bene, queste situazioni; Lo so che non è vero). [NS] 25. Anacoluto o tema pendente (L’ingegner Bertocchi, non ne voglio più sentir parlare; I figli, ci pensa lei). [SS] 26. Frase scissa (Sono io che lo chiedo a te; È Giovanna che si è tirata indietro; È per amicizia che ti ha fatto questa proposta; Quand’è che ci vieni a trovare?; Chi è che deve prendere il suo posto?; Com’è che non ti sei più fatto vivo?; Non è che ce l’hai con me, per caso?). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Che polivalente 27. Con valore temporale (Il giorno che ci siamo conosciuti; Mi sono alzato che era ancora notte), finale (Vieni, che te lo spiego) consecutivo o causale, o di subordinazione generica. [NS] 28. Che in frase scissa: vedi sopra il tratto 26. [NS] 29. Nessi dichiarativi (il fatto che, ecc.) ridotti al solo che (Tieni conto che abbiamo poco tempo). [NS] Posizione dei clitici 30. Che invariabile + clitico di ripresa (È un gatto che non gli piace la carne; Il problema del conflitto di interessi è un problema che non se ne esce). [NS-SS] 31. Che invariabile senza clitico di ripresa (Ho un amico che la madre lavora alla Asl; È un’azienda che i dipendenti non si trovano bene). A volte poco distinguibile dal che congiunzione polivalente del tratto 27. [SS] 32. Di cui, a cui, ecc. + clitico di ripresa (È proprio questo di cui non posso farmene carico). [SS] 33. Cosa interrogativo invece di che, che cosa (Cosa sei venuta a fare? ). [SS] 34. Che + aggettivo (Che bello!; Che simpatico Guido!). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Concordanze a senso 35. Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo + complemento di specificazione (Una decina di sciatori rimasero bloccati dalla bufera). [NS] 36. Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo (La gente muoiono). [SS] 37. Riprese anaforiche a senso di verbo plurale con soggetto collettivo: come i tratti 35 e 36. [NS-SS] 38. Concordanza del verbo con la persona del soggetto logico (Io sono uno che mi alzo presto; Voi siete dei giudici che non perdonate). [NS-SS] 39. Mancata concordanza dei verbo con soggetti posposti che rappresentano il nuovo (Non c’è problemi; Ci vorrebbe degli strumenti adatti). [SS] Altre costruzioni 40. Costruzioni pronominali affettive (Ci prendiamo un tè; Stasera mi guardo la partita; Fatti una bella dormita; La vacanza non me la sono goduta per niente). [NS] 41. Costrutti vari di senso impersonale: terza persona al plurale senza soggetto espresso (Finalmente hanno ridato la luce; Dicono che sarà un’estate tropicale); soggetto indefinito uno (Capita sempre quando uno non se l’aspetta) o il tu generico (Tu credi di aver finito, e ti danno dell’altro lavoro da fare). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Lessico 42. Affatto e assolutamente usati con significato negativo, specialmente nelle risposte (Te la sei presa? Assolutamente!). [SS] 43. Si capisce usato con significato di ‘è ovvio’, ‘è sottinteso’, ‘certamente’ (Si capisce che questi prezzi poi vanno scontati). [NS] 44. Quello che è..., quelli che sono... come riempitivo (Veniamo ora a quelli che sono gli sviluppi della situazione). [NS-SS] 45. Mi sa usato con significato di ‘mi sembra’, ‘ho l’impressione’, ‘penso’ (Mi sa che non viene più). [NS-SS] 46. Si vede che usato con significato di ‘è chiaro’, ‘evidentemente’ (Non è ancora arrivato, si vede che ha trovato traffico). [NS] 47. Ci vuole, ci vogliono usato con significato di ‘occorre’, ‘occorrono’ (Ci vuole pazienza; Ci vogliono certi requisiti). [NS] 48. Lo stesso usato con significato di ‘ugualmente’ (Ci sono andato lo stesso). [NS] 49. Se no, sennò usato con significato di ‘altrimenti’ (Bisogna ridurre i costi, se no salta tutto il bilancio). [NS] 50. Per forza usato con significato di ‘obbligatoriamente’, ‘necessariamente’ (Con questo costo del denaro, l’inflazione deve scendere per forza). [NS] 51. Solo che usato con significato di ‘tuttavia’, ‘però’ (Hai ragione, solo che io non ti posso aiutare). [NS]
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