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il padre terreno di Gesù

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Presentazione sul tema: "il padre terreno di Gesù"— Transcript della presentazione:

1 il padre terreno di Gesù
Giuseppe il padre terreno di Gesù

2 Giuseppe, in ebraico Yosef, in latino Ioseph
Sposo della Vergine, divenuta protagonista del Mistero dell'Incarnazione, Giuseppe, il falegname, è il padre putativo di Gesù, (dal latino puto, credo), cioè colui «che era creduto» suo padre. Le notizie dei Vangeli su Giuseppe sono poche, né viene mai riportata una sua parola. Ne parlano solo Matteo e Luca dai quali sappiamo che, discendente del re Davide, abitava nella piccola città di Nazareth. Giuseppe, in ebraico Yosef, in latino Ioseph

3 Amato dalla pietà popolare, scelto da Dio come compagno di Maria nel difficile cammino accanto al Messia, Giuseppe, non ha il dovuto rilevo nella Liturgia Anche nell’iconografia della Natività sembra essere lì per caso, un personaggio secondario che guarda altrove…

4 Giuseppe, custode di Maria e del piccolo Gesù, pur essendo un personaggio decisivo nella storia della salvezza compare in pochi episodi. Certamente testimone dell’adorazione del Bambino, nemmeno viene citato nella visita dei Magi, che «entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono». (Mt 2, 11)

5 Il Vangelo di Matteo lo definisce il giusto, ma non fa menzione delle sue emozioni, delle sue paure. A torto nell’iconografia viene rappresentato come un uomo anziano con la barba e i capelli bianchi, per allontanare ogni dubbio sulla sua castità, sminuendo così il sacrificio di un uomo giovane che rinuncia ai suoi sogni.

6 Pronto a immolarsi per salvare dalla lapidazione la fanciulla amata, di fronte a quella misteriosa gravidanza, «Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di allontanarla in segreto». (Mt 1, 19 )

7 Giuseppe è dunque molto di più di un uomo giusto: è l’uomo dall’animo sacerdotale che ha aperto il suo cuore al Signore che viene, prestando fede alla Parola: “Ecco che gli apparve in sogno un Angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli salverà il suo popolo dai suoi peccati». (Mt 1, 20).

8 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Sposando Maria assunse la paternità legale di Gesù e le conseguenti responsabilità: “Anche per la Chiesa, se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è da esso che dipende la paternità di Giuseppe”. (RC, n.7).

9 Con la Redemptoris Custos, Giovanni Paolo II, inserisce il falegname di Nazareth nel mistero della Redenzione: “Giuseppe è il padre: non è la sua una paternità derivante dalla generazione; eppure, essa non è ‘apparente’, o soltanto ‘sostitutiva’, ma possiede in pieno l’autenticità della paternità umana, della missione paterna nella famiglia” (RC n.21)

10 «San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tale modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ministro della salvezza». (RC n.8)

11 Nei misteri della vita nascosta di Gesù, era indispensabile l’intervento paterno. Toccava al padre, infatti, iscrivere il bambino all’anagrafe, provvedere al rito della circoncisione, imporgli il nome di Gesù “come era stato chiamato dall’Angelo”. (Lc 2, 21)

12 Toccava al padre terreno presentare il primogenito a Dio e pagare il relativo riscatto: «portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,… e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi». (Lc 2, 22-24)

13 Toccava al padre proteggere il Bambino e la madre nei pericoli della fuga in Egitto per difenderlo dalla crudeltà di Erode.

14 È ancora il padre Giuseppe che ha introdotto Gesù nella terra di Israele e lo ha domiciliato a Nazareth, qualificando Gesù come “Nazareno”, che ha provveduto a mantenerlo, a educarlo e a farlo crescere, procurandogli cibo e vestito.

15 Da Giuseppe, Gesù ha imparato il mestiere, che lo ha qualificato come il figlio del falegname: “Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?»” (Lc 4, 22); “Non è egli forse il figlio del carpentiere?”. (Mt 13, 55)

16 All’inizio della vita pubblica di Gesù, Giuseppe non è più menzionato dai Vangeli, se non per dire che talvolta Gesù è chiamato "figlio di Giuseppe“. Molto probabilmente era già morto, d’altronde, se fosse stato ancora vivo, Gesù in croce non avrebbe affidato la madre a Giovanni: “E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. (Gv 19, 27)


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