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frequente e imprevedibile

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Presentazione sul tema: "frequente e imprevedibile"— Transcript della presentazione:

1 frequente e imprevedibile
IL TERREMOTO Evento naturale frequente e imprevedibile

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3 STADIO INTERSISIMICO:
IL CICLO SISMICO Il ciclo sismico si può suddividere in quattro stadi: STADIO INTERSISIMICO: è la fase di accumulo di energia che può durare anche secoli. STADIO PRE-SISMICO: la deformazione delle rocce si accentua fino a raggiungere un valore critico di resistenza STADIO COSISMICO: la roccia si rompe liberando, in pochi attimi, l’energia accumulata in parte come calore, in parte come vibrazione (Onda) che raggiunge la superficie terrestre. Lo stadio in cui si verifica il terremoto. STADIO POST-SISMICO: Le rocce, attraverso una serie di scosse dette di “assestamento” riacquistano un nuovo equilibrio.

4 IPOCENTRO ED EPICENTRO
Il punto in cui si genera il terremoto il luogo iniziale di frattura della roccia in profondità si chiama ipocentro, è punto in cui si libera l’energia e viene anche detto fuoco del terremoto. Il punto della superficie terrestre posto sulla verticale dell’ipocentro è chiamato epicentro ed è il luogo in cui maggiormente vengono avvertite le scosse e dove i danni sono più evidenti. A seconda di dove si trova l’ipocentro i terremoti possono essere profondi (ipocentro tra 700km e 300 km di profondità), intermedi (ipocentro tra 300 km e 60 km di profondità) e superficiali (ipocentro a meno di 60 km di profondità). In questi terremoti le onde sismiche percorrono un tragitto relativamente breve prima di giungere alla superficie e conservano quindi la maggior parte della loro energia.

5 TIPI DI FAGLIE La faglia è una frattura fra due blocchi rocciosi che si spostano l’uno rispetto all’altro lungo un piano, chiamato piano di faglia o piano di frattura. Esistono diversi tipi di faglia a seconda del tipo di movimento delle rocce lungo il piano. I blocchi possono quindi spostarsi orizzontalmente lungo due direzioni opposte (destra o sinistra) generando una faglia trascorrente. Un blocco di roccia si sposta verso il basso; generando una faglia diretta. O ancora due blocchi possono scivolare l’uno sull’altro creando quindi una faglia inversa.

6 LE ONDE SISMICHE ONDE LONGITUDINALI
I movimenti generati in corrispondenza dell’ipocentro producono differenti tipi di deformazioni a cui corrispondono differenti tipi di onde. Inoltre, la complessa struttura della terra legata a materiali con densità diversa provoca nelle onde fenomeni di rifrazione o riflessione. ONDE LONGITUDINALI Sono chiamate onde primarie (onde P) perché raggiungono per prime la superficie con velocità tra 4 a 8 km/s e provocano compressioni e dilatazioni delle particelle dei materiali che attraversano, producendo rapidi aumenti e diminuzioni di volume, si propagano nei solidi e nei liquidi acqua e magma, sono le responsabili del boato che accompagna il terremoto provocando degli spostamenti d’aria in superficie.

7 LE ONDE TRASVERSALI Sono chiamate anche onde secondarie (onde S ) poiché raggiungono la superficie dopo quelle longitudinali, sono meno veloci. Queste onde fanno vibrare le particelle attraversate in senso perpendicolare alla loro direzione di propagazione dell’onda determinando cambiamenti di forma ma non di volume. Si propagano solo nei solidi.

8 LE ONDE SUPERFICIALI Sono chiamate anche onde lunghe ( onde L) e si propagano negli strati più superficiali con andamento circolare. Sono più lente delle altre e possono percorrere lunghe distanze. Le onde superficiali provocano un movimento orizzontale del terreno creando scosse ondulatorie.

9 MISURAZIONE E RILEVAZIONE
Le onde sismiche sono rilevabili e misurabili attraverso particolari strumenti detti sismografi. L’elaborazione incrociata dei dati di più sismografi sparsi su un territorio ad una certa distanza dal sisma consente di stimare, in maniera abbastanza accurata, l’epicentro, l’ipocentro e l’intensità del sisma. L’intensità di un terremoto è basata sugli effetti distruttivi provocati dal terremoto stesso su case e manufatti, la quantità di energia sprigionata dal terremoto è detta magnitudo; queste grandezze vengono misurate con le scale sismiche. L’intensità di un terremoto viene misurata con la scala Mercalli la magnitudo con la scala Ritcher. Due terremoti di identica magnitudo possono avere diverse intensità se per esempio hanno ipocentri posti a differenti profondità, oppure si verificano in zone con una diversa antropizzazione. L’esempio classico è quello del terremoto di altissima magnitudo che però avviene in mezzo al deserto dove non ci sono costruzioni e che potrà avere intensità minore rispetto ad un altro, di magnitudo inferiore, che avviene però in una zona rurale densamente abitata dove le costruzioni non sono antisismiche.

10 SISMOGRAFI MISURAZIONE E RILEVAZIONE
Lo strumento usato per studiare le onde sismiche è il sismografo. Nella versione più semplice, il sismografo è costituito da un corpo sospeso di massa elevata, collegato a un pennino che lascia una traccia su un rullo di carta. Quando il terreno è scosso da un terremoto, il corpo tende a rimanere immobile per inerzia e non risente delle oscillazioni provocate dalle onde sismiche. Il rullo segue i movimenti del terreno, mentre il pennino immobile lascia una traccia sulla carta. Le stazioni sismiche sono dotate di sismografi che registrano le tre componenti del movimento del suolo: verticale, orizzontale nord-sud, orizzontale est-ovest.

11 CHE COS’E UN SISMOGRAMMA?
CHC CHE COS’E UN SISMOGRAMMA? Il tracciato del sismografo è chiamato sismogramma. I diversi tipi di onde che si producono con il terremoto si propagano con velocità differenti e con percorsi di diversa lunghezza. Sono rilevate onde di tre tipi che, in ordine di arrivo onde P, onde S e onde superficiali.

12 L’ EPICENTRO DI UN TERREMOTO
COME LOCALIZZARE L’ EPICENTRO DI UN TERREMOTO com Il ritardo delle onde S rispetto alle onde P ci consente di calcolare la distanza dall’epicentro. I sismogrammi dello stesso sisma registrati in tre stazioni sismiche diverse ci consentono di determinare la posizione dell’epicentro

13 DROMOCRONE I sismogrammi vanno fatti scorrere sul grafico delle dromocrone fino a far coincidere i momenti di arrivo delle onde P e delle onde S con le rispettive dromocrone. Il valore in ascissa ci indica la distanza dall’epicentro e rappresenta il raggio delle circonferenza da disegnare. Da ogni stazione si disegnerà la circonferenza corrispondente l’ intersezione determinerà l’epicentro.

14 LA SCALA MERCALLI La scala Mercalli, proposta nel 1902 da Giuseppe Mercalli, sismologo e vulcanologo italiano, è stata successivamente modificata con il contributo di altri due scienziati, A. Cancani e A. Sieberg ed è chiamata perciò anche scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS). E’ suddivisa in dodici gradi indicati con numeri romani , da I a XII , e misura gli effetti di un terremoto sulle costruzioni e sui paesaggi. Solo a partire dal IV grado le scosse sono avvertite dalla maggior parte delle persone e si hanno lievi lesioni ai fabbricati. Dal VII grado i danni agli edifici si fanno seri mentre al grado massimo, il XII, si prevede la totale distruzione di ogni opera umana.

15 LA SCALA RITCHER La scala ideata dal sismologo statunitense Ritcher, classifica la magnitudo di un terremoto, fornisce una valutazione più oggettiva e consente di conoscere la quantità di energia liberata dalla scossa e la sua distruttività.. Si ottiene misurando l’ampiezza delle oscillazioni del suolo registrate dai sismografi. La scala è suddivisa in 10 gradi e ad ogni grado corrisponde una magnitudo 10 volte superiore a quella del grado precedente.

16 RISCHI SISMICI IN ITALIA
L’Italia si divide in quattro categorie differenti per livello sismico: Zona 1: sismicità alta Zona 2: sismicità media-alta Zona 3: sismicità medio-bassa Zona 4: sismicità bassa

17 RISCHI SISMICI NELLE MARCHE
A partire dal 1984 la quasi totalità dei comuni marchigiani sono classificati in seconda categoria, alla stregua di circa 2500 comuni italiani . Questo significa che gli edifici devono essere costruiti in modo da resistere a sismi di livello medio. Nel 1990 la Regione Marche, tramite la Circolare n.15 del 28 agosto 1990 ha classificato i comuni marchigiani in tre livelli di rischio sismico, come risulta dalla cartina a fianco. I comuni più colpiti dai recenti terremoti erano collocati nella fascia a rischio più elevato (A) nella quale, secondo la circolare stessa, era da mettere in conto la possibilità di: - numerosi casi (50%) di crollo o di danneggiamento grave agli edifici non costruiti secondo le norme sismiche - danneggiamento strutturale diffuso con elevata percentuale di casi di inagibilità - elevata percentuale di evacuazione - arresto totale per diverso tempo della funzionalità del sistema urbano.

18 COME COMPORTARSI IN CASO DI TERREMOTO

19 24 AGOSTO 2016 TERREMOTO A PESCARA DEL TRONTO
24 agosto 2016, una data che difficilmente sarà dimenticata nel cuore e nella mente degli italiani. Una violentissima scossa di terremoto alle 03,36 del mattino butta giù dal letto migliaia di persone. L’epicentro è situato tra Accumuli, Amatrice ( entrambi in provincia di Rieti) e Pescara del Tronto (provincia di Ascoli Piceno). Il sisma di magnitudo 6.0, devasta il cuore dell’Italia centrale, provocando centinaia di vittime e feriti. Pescara del Tronto è un cumulo di macerie. Tra i paesi colpiti dal forte sisma la piccola frazione che conta poco più di 130 abitanti, si trova a dover fare i conti con morte e devastazione. L’intero borgo è letteralmente raso al suolo, decine di abitazioni sono collassate, macerie ovunque. Il bilancio delle vittime è altissimo 53 tra adulti e bambini.

20 CORRIERE ADRIATICO

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23 IL RESTO DEL CARLINO

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26 FAGLIE DEL TERREMOTO Sulla Cima del Redentore, versante occidentale del Massiccio del Monte Vettore, è visibile una spaccatura del terreno, conseguente al terremoto del 24 Agosto Si tratta di uno scalino di circa 20 cm di dislivello che si estende per svariati chilometri . Sul sentiero che conduce al Lago di Pilato, è evidente una grossa fenditura del terreno, anch’essa conseguenza del sisma del 24 agosto 2016

27 LA SIBILLA: TRA LEGGENDA E REALTA’
L’ URLO DELLA SIBILLA L’ombra apparsa sul monte Priora il 4 luglio 2016 sembra raffigurare il profilo della Sibilla che, spalancando la bocca, esprime dolore e sofferenza. L’immagine a molti è apparsa come la profezia del disastroso terremoto che ha colpito le zone circostanti il 24 agosto 2016, in particolare Arquata del Tronto. Grande influenza, infatti, ha, su queste terre, la leggenda della Sibilla, che, secondo la tradizione locale, abiterebbe in una grotta sui monti Sibillini. La foto è stata scattata dal gruppo The X Plan , formato da ragazzi che, basandosi su calcoli numerologici e astronomici, hanno visto materializzarsi l’ombra per otto minuti per poi confondersi con la luce e le ombre circostanti. Secondo questi ragazzi la sibilla avrebbe voluto lanciare un messaggio ambientale di aiuto

28 Marianna Paci Letizia Pistolesi Giorgia Reginelli Alessandra Virgili Letizia Virgilti


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