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Gli studi sulle deviazioni comunicative dalla Madre schizofrenogena all’ Emotività Espressa Francesco Margari Dipartimento di Medicina di Base, Neuroscienze.

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Presentazione sul tema: "Gli studi sulle deviazioni comunicative dalla Madre schizofrenogena all’ Emotività Espressa Francesco Margari Dipartimento di Medicina di Base, Neuroscienze."— Transcript della presentazione:

1 Gli studi sulle deviazioni comunicative dalla Madre schizofrenogena all’ Emotività Espressa
Francesco Margari Dipartimento di Medicina di Base, Neuroscienze e Organi di Senso Università degli studi “A. Moro” - Bari

2 L’attenzione che gli studiosi riservano al linguaggio, è data dalla convinzione che se si riuscisse a comprendere quello che i pazienti dicono, probabilmente si avrebbe una chiave di accesso importante per capire la schizofrenia stessa. Un esempio di discorso di un paziente schizofrenico può essere il seguente (Bleuler, 1913): Dunque, mi è sempre piaciuta la geografia. Il mio ultimo insegnante di questa materia era il professor August A. Era un uomo con gli occhi neri. Mi piacciono gli occhi neri. Ci sono anche occhi blu o grigie anche di altro tipo. Ho sentito dire che i serpenti hanno gli occhi verdi. Tutte le persone hanno gli occhi. Ce ne sono anche alcune che sono cieche. Queste persone cieche sono accompagnate da un ragazzo. Deve essere terribile non poter vedere. Ci sono delle persone che non possono vedere e che inoltre non possono udire. Io conosco qualcuno che ode troppo. Ci sono molte persone malate a Burgholzli; sono chiamati pazienti. Neuropsicologia cognitiva della schizofrenia, C. Frith; cap.6, pag.99

3 Il linguaggio della Schizofrenia
Il contributo di Von Domarus Il contributo di S. Arieti Il contributo di S. Piro Parlare con la parte sana o con la parte malata (Zapparoli) L’eloquio disorganizzato nel DSM

4 La madre schizofrenogena La madre frigorifero
Le colpe delle madri …. La madre schizofrenogena La madre frigorifero

5 Senso e significato della follia
Il giudice Schreber di S. Freud La famiglia che uccide di M. Schatzman

6 Il paziente come capro espiatorio
Storicizzazione del sintomo Contestualizzazione Continuità normale-patologico Biologico e ambientale

7 La famiglia è il sistema vivente di riferimento principale nell’esperienza emotiva di una persona.
La famiglia è il contesto nel quale i sintomi assumono un significato e una funzione nell’equilibrio relazionale.

8 Il gruppo di Palo Alto La cibernetica La teoria generale dei sistemi
Teoria dei tipi logici

9 Il doppio legame indica una situazione in cui, tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante, la comunicazione dell'uno verso l'altro presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un ulteriore livello metacomunicativo (non verbale, come possono essere i gesti, gli atteggiamenti, il tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli, che si contraddicono, accettare come valido, e nemmeno di far notare a livello esplicito l'incongruenza.

10 La mente si sviluppa nella relazione
Nel boscaiolo il processo mentale è rappresentato dal flusso di informazioni che percorrono il circuito cervello-braccia-accetta-tacca-occhio-cervello

11 Il triangolo perverso Allargare il campo di osservazione
Doppio legame e triade Il figlio come veicolo di comunicazione Altri triangoli

12 Fabrizio 30 anni Madre casalinga, padre dipendente PA
Un fratello sposato a Milano con una bimba di 1 anno Nonna materna, ragazza madre, 85 anni

13

14 Paradosso e controparadosso
La prescrizione del sintomo La connotazione positiva L’ordalia

15 Altri studi sulle deviazioni comunicative
Il divorzio affettivo (Bowen) Il modello trigenerazionale (Bowen, Whitaker) La pseudomutualità (L. Wynne) L’esperimento di Reiss

16

17 I principali orientamenti nella Terapia Familiare
La terapia strutturale La terapia strategica Il costruttivismo e la cibernetica del secondo ordine

18 L’approccio strutturale
La struttura è rappresentata dai gradi di potere e dalle competenze specifiche all’interno di un sistema La struttura è rappresentata graficamente da mappe La struttura della famiglia è suddivisa da confini (rigidi, chiari o diffusi) Le famiglie possono essere invischiate o disimpegnate

19 Alcune tecniche di intervento
La demarcazione dei confini Le interazioni in seduta e l’attualizzazione della crisi La messa in carico al genitore periferico

20 L’approccio strategico
Lo psicoterapeuta definisce un obiettivo, utilizza delle tecniche capaci di innescare il cambiamento, verifica il risultato raggiunto. Tecniche invarianti (i.e.le prescrizioni ai genitori) e tecniche centrate sul sintomo (i.e. il monitoraggio del sintomo)

21 Il costruttivismo … nella stragrande maggioranza dei casi i problemi che vogliamo cambiare non sono collegati alle proprietà degli oggetti o delle situazioni (alle realtà del primo ordine come ho proposto di chiamarle), ma sono collegati al significato, al senso e al valore che noi andiamo ad attribuire (alla loro realtà di secondo ordine). P. Watzlawick, 1987

22 Fare domande aperte Connettere i comportamenti di ciascun membro con quelli dell’altro Cercare somiglianze e differenze

23 Le scuole Italiane di Terapia Familiare
La scuola Milanese (M. Palazzoli Selvini, Boscolo, Cecchin) Le scuole Romane (Cancrini, Vella, Andolfi) La scuola Barese (De Giacomo)

24

25 Il Modello circonflesso di Olson
COESIONE: Disimpegno-separatezza-connessione-invischiamento ADATTABILITA’: rigido-strutturato-flessibile-caotico COMUNICAZIONE: positiva se chiara, empatica, rispettosa dell’altro; negativa se confusa, chiusa, non rispettosa dell’altro

26 Verso la psicoeducazione …
Il superamento della dicotomia biologico-psicologico Teorie della comunicazione e medicina basata sulle evidenze Terapia, riabilitazione, educazione La centralità delle relazioni familiari nel promuovere la salute

27 Conclusione In primo luogo rappresentano il backgroung dal quale si sono sviluppati le ricerche successive sull’ Emotività espressa e sugli stili affettivi familiari su cui poggiano gli interventi psicoeducazionali. In secondo luogo costituiscono i presupposti teorici di un ampio repertorio di tecniche e strategie nel lavoro con le famiglie, essenziale nelle buone pratiche cliniche. Infine forniscono una chiave di lettura che permette di inserire i comportamenti sintomatici all’interno del contesto socioaffettivo di appartenenza e di sviluppare una visione relazionale della psicopatologia.


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