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Bullismo: un fenomeno universale e complesso

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Presentazione sul tema: "Bullismo: un fenomeno universale e complesso"— Transcript della presentazione:

1 Bullismo: un fenomeno universale e complesso
Barry H. Schneider Professore di Psicologia Ottawa, Canada

2 Che cosa è il bullismo? Una forma di aggressione: Danno intenzionale
Condotte vessatorie ripetute sulla stessa vittima Implica una differenza di potere – una persona forte che “approfitta” di una persona debole

3 Forme di bullismo Fisica Verbale Relazionale o Indiretta

4 Cyber-bullismo e cyber-vittimizzazione
Molti bulli oggi minacciano tramite , cellulari oppure SMS Le vittime di cyber-bullismo sono spesso anche vittime di altre forme di bullismo (Raskausksa & Stoltz; Smith, Mahdavi et al.)‏ I cyber-bulli sono spesso anche bulli che attuano minacce fisiche o di tipo relazionale (Raskausksa & Stoltz)‏

5 Le ricerche sul bullismo
Lavoro pionieristico di Olweus dagli anni ‘70 Drammatico aumento delle ricerche negli ultimi anni (PSYCINFO)‏ Mancano nuove prospettive e accurati programmi di intervento (Berger)‏

6 Cosa sappiamo dei bulli?
Dominanti (Lindenberg et al.)‏ Fisicamente forti Profondo disprezzo per la vittima Sono nella maggior parte dei casi maschi Poco empatici (Gini, Albieri et al.)‏ Tratti stereotipici di mascolinità (Gini) e bisogno di confermare la propria mascolinità

7 Che cosa sappiamo dei bulli?-2
Si aggregano con coetanei devianti Poco preoccupati di andare bene a scuola Potrebbero essere poco stimati dal gruppo dei pari Altri studi dimostrano che sono apprezzati e sostenuti dal gruppo dei pari Possono essere supportati solo da un sottogruppo antisociale

8 Cosa sappiamo delle vittime?
Sono spesso poco apprezzati dal gruppo dei pari Hanno pochi amici Sono capri espiatori (dato non chiaro – Madhavi & Smith)‏ Manifestano la loro ansia (causa, effetto o entrambe)‏ Deboli fisicamente Possono differire dai coetanei per aspetto fisico, interessi ed altre caratteristiche

9 Bulli/vittime Un gran numero di bambini (fino ad 1/3 di bulli e 1/3 delle vittime) sono sia bulli che vittime in periodi diversi Questo accade spesso nella scuola elementare ma diminuisce notevolmente con l’età La maggior parte dei bulli/vittime sono maschi (Solberg & Olweus)‏

10 E’ possibile quantificare il bullismo?
15%-30% dei bambini di scuola elementare dichiarano di essere vittime 5%-16% degli adolescenti di scuola secondaria dichiarano di essere vittime

11 Quanto è stabile il bullismo?
Nella scuola elementare, la stabilità della vittimizzazione non è alta, ma lo è quella dell’aggressione La stabilità della vittimizzazione è abbastanza alta in adolescenza Uno studio longitudinale effettuato in Germania indica che solo il ruolo del bullo sia stabile dalla scuola primaria a quella secondaria (Shaefer, Korn et al.)‏ La vittimizzazione ripetuta nel tempo è associata a depressione, dispersione scolastica, ansia Le condotte di bullismo sono associate a problemi di esternalizzazione (aggressività, disubbidienza, delinquenza)‏

12 Ci sono più episodi di bullismo in Italia che altrove?
Alcuni studi indicano che l’incidenza del fenomeno bullismo sia più alta in Italia che in altri paesi europei (Genta)‏ Gli studi comparativi sono complicati a causa delle difficoltà di traduzione Argyle afferma che gli italiani sono più tolleranti al conflitto Hofstede definisce l’Italia come un Paese “maschile” I casi di aggressione segnaliti potrebbero essere sottostimati Gli studi etnografici svolti nelle regioni italiane indicano che sono rinforzati gli atteggiamenti aggressivi nei ragazzi e non nelle ragazze.

13 Misurare il bullismo – Questionari autovalutativi
I questionari auto-valutativi sono quelli più frequentemente utilizzati per rilevare episodi di bullismo I self-report per individuare le vittime sono probabilmente più attendibili I self-report per individuare i bulli (ad esempio, le condotte vessatorie) sono meno attendibili e più criticati nella letteratura scientifica

14 Misurare il bullismo nella ricerca – La valutazione dei pari
I coetanei sono quasi sempre consapevoli degli episodi di bullismo; perciò le loro valutazioni possono essere considerate le più attendibili Alcuni dirigenti scolastici e genitori non sono favorevoli a chiedere ai bambini di dare una valutazione su altri bambini La ricerca, comunque, indica che non c’è nulla di male nel chiedere ai bambini una eterovalutazione Precedenti studi Europei hanno usato una definizione narrativa complessa secondo la quale questa procedura non permette di differenziare le diverse tipologie di bullismo

15 Misurare il bullismo nella ricerca– La valutazione degli insegnanti
Gli insegnanti sono bravi nell’indicare i comportamenti che inficiano il processo di insegnamento e di apprendimento Gli insegnanti possono non essere a conoscenza di molti episodi di bullismo perchè i bulli sono molto attenti a non farsi scoprire dagli adulti! Le valutazioni degli insegnanti sottostimano la prevalenza del fenomeno nelle scuole Gli episodi di bullismo possono verificarsi al di fuori del contesto scolastico

16 Misurare il bullismo nella ricerca– L’osservazione diretta
L’osservazione diretta degli episodi di bullismo è difficile perchè può accadere in luoghi e tempi che non sono accessibili all’osservatore La ricerca canadese di Peplar (che ha usato marsupi che contenevano microfoni nascosti) ha rilevato che l’incidenza del fenomeno è superiore e più grave di quello descritto in precedenza Peplar ha anche riscontrato che gli episodi di bullismo si verificano quando gli adulti distolgono lo sguardo dalle persone coinvolte

17 Quali situazioni rinforzano gli episodi di bullismo?
Differenza di potere tra bullo e vittima Indifferenza dei passanti Incoraggiamento da parte degli amici del bullo Gli adulti ignorano gli episodi di bullismo Un soggetto è molto diverso dalle caratteristiche normative dei gruppi (Sentze, Scholte, Salmivalli)‏

18 Le teorie sulle origini del bullismo
Alcuni ragazzi ritengono che gli atti di bullismo permetta loro di essere accettati come amici da ragazzi antisociali (Olthoff & Goosens)‏ Una predisposizione genetica alla violenza (Ball, Arsenault, Moffitt & Caspi)‏ Un ambiente scolastico sfavorevole che favorisce l’aggressività Differenze etniche e razziali

19 Quanto risultano efficaci gli interventi in tutte le scuole? (Craig)‏

20 Bullismo “à la carte” Permettere alla scuola di scegliere l'intervento in funzione del CONTESTO, delle proprie RISORSE, delle COMPETENZE, di ciò che soggettivamente ritiene più UTILE. > MOTIVAZIONE e IMPEGNO nell’attuazione del progetto.

21 4 approcci per l’intervento
1) Scaffolding – bulli/vittime significa cercare di porre fine agli episodi di bullismo venendo incontro ai bisogni psicologici dei bulli o delle vittime-oppure anche di coloro che si astengono 2) Architettura sociale significa creare un contesto sociale in cui il bullismo non sia tollerato e non porti alcun beneficio al bullo (Peplar)‏. 3) Il ruolo dei pari nel bullismo significa intervenire sulla maggioranza dei ragazzi “non coinvolti”  ad es. lavorare sul contesto cioè formare dei bambini/ragazzi che siano i referenti per l’intera scuola = portatori di pace. 4) La famiglia significa formare la famiglia e favorire la comunicazione tra scuola e famiglia per educare al rispetto dell’altro.

22 1) Alcuni metodi di scaffolding
Training social-cognitivo – correggere le credenze erronee sul bullismo Affidare ai bulli responsabilità al fine di incrementare empatia e sentimenti di appartenenza Training sulle competenze sociali al fine di aiutare le vittime a farsi amicizie Training sull’empatia al fine di aiutare coloro che si astengono ad aiutare le vittime Training sulle arti marziali per le vittime

23 1) Quanto è efficiente lo scaffolding?
Molti approcci sono appetibili ma non sono valutati Alcuni studi ne hanno dimostrato l’efficacia per le vittime, altri no. Età, cultura e differenze di genere. Molte ricerche rilevano l’efficacia in altre variabili che non riguardano il bullismo (autostima, motivazione allo studio). Questi effetti possono migliorare alcune conseguenze del bullismo se non il bullismo in sè.

24 2) Architettura sociale -- Olweus
Introdotto da Olweus in Norvegia, con il confronto delle scuole in Svezia (anni 70)‏ Informazione pubblica nelle scuole (volantini, etc); una linea educativa con immediata comunicazione e conseguenze rapportate agli episodi I bambini sono incoraggiati a riportare gli episodi agli adulti Ha avuto un enorme successo in Norvegia, le repliche altrove meno successo

25 2) Architettura sociale delle scuole
Un intervento canadese – con alcuni buoni indici di efficacia – comporta la formazione dei “Peacemakers” Peacemakers sono un gruppo di bambini popolari, prosociali addestrati alla “mediazione”; il team effettua incontri settimanali per verificare il lavoro svolto Peacemakers indossano un braccialetto speciale I bambini sono invitati a portare ai peacemakers i conflitti

26 3) Il ruolo dei pari nel bullismo ‏
Intervenire sulla maggioranza dei ragazzi “non coinvolti”  lavorare sul CONTESTO Formare gli studenti a diventare “operatori di pace” capace di risolvere le piccole controversie prime che diventino episodi gravi. Metodologia: Individuazione dei ragazzi più idonei Formazione da parte di “esperti adulti” Incontri settimanali con i ragazzi per discutere di ciò che è accaduto durante la settimana Incontri con le classi e il contesto allargato Incontri con le famiglie

27 4) Parenting e bullismo Alcune ricerche indicano che le vittime hanno madri che sono iperprotettive Alcune ricerche indicano che i bulli hanno madri depresse I padri possono inconsapevolmente incoraggiare i figli alla “lotta” Il sostegno delle madri può essere particolarmente importante per le ragazze vittime Caplan critica la tendenza a colpevolizzare le madri

28 Dove possiamo/dobbiamo andare?
La maggior parte dei nuovi interventi dovrebbe essere multifattoriale E’ importante valutare l’efficacia dell’intervento L’architettura sociale e lo scaffolding possono costituire un approccio integrato Gli interventi devono essere valutati per il tempo e il luogo in cui sono stati condotti

29 Dove possiamo/dobbiamo andare?
Monitoraggio delle BUONE PRATICHE nelle scuole italiane  costruire una semplice SCHEDA da inviare alle scuole per conoscere gli interventi effettuati Collegarsi con le esperienze effettuate in altri stati europei Coordinare le esperienze effettuate nelle diverse regioni italiane


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