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Timologia: nuovo paradigma sulle emozioni

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Presentazione sul tema: "Timologia: nuovo paradigma sulle emozioni"— Transcript della presentazione:

1 Timologia: nuovo paradigma sulle emozioni
Aula Rubino del Dipartimento Biomedicina sperimentale e Neuroscienze Cliniche Clinica Psichiatrica Università degli Studi di Palermo, Via La Loggia, 1.

2 TUTTO CIÒ CHE IMPORTA ED HA VALORE
TIMOLOGIA Stimare, valutare, pagare, tassare, onorare, segnalare. Eschilo: amare nel mio cuore Pagamento, stima, valutazione, prezzo. Multa, pena, compenso, indennizzazione. Considerazione, venerazione, dimostrazione di onore. TUTTO CIÒ CHE IMPORTA ED HA VALORE

3 DALLA LETTERATURA ALLA SCIENZA
Arte, poesia e letteratura. La nascita della psicologia. William James, John Watson, Walter Cannon, Paul MacLean, John Bolwby, Richard Lazarus, Nico Frijda, Ekman e Goleman. Feldman-Barrett: «eliminare le emozioni dall’ambito della psicologia sperimentale»

4 EPISTEMOLOGIA Alfred Korzybski: «La mappa non è il territorio»
Episodio dei biscotti per cane. «Non si mangia solo con la bocca, con gli occhi, ma anche con le parole» Teoria come strumento di lettura.

5 Tutto ciò di cui abbiamo esperienza
è interattivo. Da una parte in afferenza c’è l’ambiente, il corpo, la memoria e in efferenza dall’altra i nostri bisogni

6 EVIDENZA È convinzione condivisa che viviamo in una società affetta da analfabetismo emotivo, con esasperazioni individualistiche, narcisistiche e poco solidali, tanto che i delitti relazionali hanno superato quelli delinquenziali. Lo studio e l’applicazione della conoscenza dei meccanismi, che regolano le nostre emozioni, sviluppa la competenza emotiva.

7 Relazione e azione Considerare la relazione e l’azione come fenomeni a sé stanti, é una distorsione tutta occidentale. Non esiste la relazione punto e basta, né l’azione punto e basta. Non si può relazionarsi senza agire e né agire senza entrare in relazione. In realtà esiste solo l’interazione.

8 Il principio di indeterminazione di Heisenberg ci informa che non si può osservare la materia, se non agendo su di essa, e ciò che si rileva non è l’osservazio- ne, ma il risultato dell’interazione.  Vale a dire che quando si afferma di far questo o quello, si dimentica che per agire si deve entrare in rapporto con gli elementi implicati nell’azione.

9 … e le emozioni? Cosa accadrebbe se non avessimo paura del semaforo rosso, oppure delle curve a gomito scendendo lungo una strada di montagna? E cosa, se improvvisamente scomparisse l’attrazione affettiva, la tenerezza o l’amore? Le emozioni sono ubiquitarie, cioè sempre presenti, che ne siamo consapevoli o No. Senza emozioni non si va da nessuna parte. (Es. l’ad di una multinazionale operato di tumore al cervello)

10 Meccanismo di interazione
Noi siamo in continua interazione con l’esterno, la cenestesi e la memoria, i quali ci informano della situazione, in rapporto ai nostri bisogni. Cosa accade quando l’ambiente attiva i bisogni? AMBIENTE  EMOZIONE  BISOGNI.

11 Pericolo  paura  bisogno di sopravvivenza.
esempio Nell’ambiente è presente un pericolo, che risveglia il bisogno di sopravvivenza segnalato dalla paura. Pericolo  paura  bisogno di sopravvivenza. Perdita  tristezza  bisogno di appartenenza. Frustrazione  rabbia  bisogno di soddisfazione. PAURA

12 fenomenologia L’emozione funziona come tutti i flussi.
- C’è un input o stimolo iniziale, - che vien valutato dal sistema centrale, - il quale poi si attiva - e dà un output. L’ascensore: input, schiacciare il pulsante  valutazione, verifica porte chiuse  attivazione, parte l’ascensore  output, arrivo con apertura porte  .

13 Esempio di normale paura
Input, semaforo rosso Valutazione di pericolo Attivazione del piede Output, frenata. In ogni momento ed in tutto quello che facciamo le emozioni entrano in tutte le nostre interazioni, cioè relazioni/azioni.

14 Struttura dell’emozione
Ogni emozione è dotata di: - un tropismo, cioè propensione di avvicinamento o allontanamento, - un’edonia, cioè caratteristica di piacevolezza o sgradevolezza. - È specifica rispetto all’input attivante. - È binaria con l’emozione contraria cospecifica. - È dotata di un’espressività genetica e/o culturale.

15 Nell’emozione la relazione non è separata dall’azione, ma ambedue sono le facce d’una stessa medaglia: l’interazione. input relazione valutazione interazione attivazione azione output

16 Il primo assioma della timologia,
scienza delle emozioni, recita così: “Non vi è azione senza relazione e la relazione precede sempre l’azione”. È dunque la qualità della relazione che condiziona e promuove la qualità delle azioni. L’azione d’un bacio è quella che è, ma in una relazione affettiva indica amore, mentre in una ostile è il bacio di Giuda, il tradimento!

17 Protocollo medico Secondo la definizione dell’Institute of Medicine le LG (linee guida) sono: "raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere medici e pazienti nel decidere le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche".  Tutte azioni! Assenza totale di concetti relazionali!

18 evidenze Molte ricerche sui clienti che affollano gli ambulatori, riferiscono che più di due terzi dei pazienti si rivolgono al medico per situazioni non riconducibili a chiara manifestazione di patologia. La maggioranza dunque, ricorre al medico per qualcosa che è sintomatico di un disagio esistenziale o relazionale, rispetto al quale il curriculum degli studi di medicina poco ha dato e continua a dare.

19 I due sistemi emotivi fondamentali
Sistema della relazione FILIA FELICITÀ tropismo edonia RABBIA S. COLPA Sistema dell’azione FIDUCIA GIOIA tropismo edonia PAURA TRISTEZZA

20 Flusso emotivo interattivo
TROPISMO EDONIA - Ciò che promuove (tropismo) l’interazione positiva sono la filia e la fiducia, mentre la paura e la rabbia la perturbano. - La conseguenza positiva (edonia) sono la felicità e la gioia, mentre la colpa e la tristezza segnalano il fallimento dell’interazione. FILIA - FIDUCIA FELICITÀ - GIOIA - SODDISFAZIONE RABBIA - PAURA SENSO DI COLPA - TRISTEZZA

21 Il carico emotivo Una persona che vive in fiducia ed affetto, ricca di gioia e serenità andrà dal medico solo per chiara e manifesta patologia. La maggioranza invece, arriva con il proprio fardello di paure, rabbie, tristezze e sensi di colpa nascosti dietro i sintomi più disparati, a cui il medico non è stato attrezzato per rispondere, perché si tratta di relazione di cura, piuttosto che di protocolli e sequenze mediche.

22 La relazione di cura La propensione che sta alla base della relazione di cura non è l’interesse, né l’attrazione affettiva e neppure la simpatia, ma l’empatia. Da tempo vari studiosi vanno ipotizzando con buone evidenze, che alla base della trascuratezza, del bullismo e persino dell’autismo, ove si evidenzia una ridotta attività dei neuroni specchio ( Ramachandran e Oberman), sussista una carenza empatica.

23 L’empatia è la capacità di comprendere
profondamente il sentire altrui. Il saper consonare con lo stato interiore dell’altro è la precondizione di ogni relazione di cura. Ogni sentire negativo non espresso, rimane inciso nella memoria emotiva ed è fonte duratura di stress. Il medico non può ignorare questo fatto.

24 Flusso della relazione di cura
tropismo empatico Edonia Una cosa è il protocollo ed un’altra è il “prendersi cura”, e per quanto accurato e professionale sia il protocollo, svincolato dalla relazione, non è CURA. L’uomo non può vivere in-sine-cura, insicuro! FILIA EMPATICA - FIDUCIA SERENITÀ TRASCURATEZZA - DISINTERESSE DISAGIO RELAZIONALE

25 Emozioni di setting Paura e fiducia sono le emozioni costantemente presenti nel setting terapeutico. Il paziente cerca il medico perché ha paura di qualcosa che gli procura sofferenza e che soprattutto non riesce a comprender bene. La paura ha per input un pericolo: la malattia. Il medico ha la funzione di colui che aiuta ad affrontare il pericolo. Liminalmente è colui che aiuta emotivamente il paziente a passare dalla paura alla fiducia.

26 Il setting emotivo non va ignorato
Il setting emotivo non va ignorato. L’emozione determina il climax terapeutico. Senza fiducia non c’è efficace relazione di cura. È propedeutico rilevare la paura e aiutare il paziente ad esplicitarla. È terapeutico affrontare l’antiedonia della paura per generare la proedonia della fiducia. Senza fiducia l’atto terapeutico può essere una sopraffazione. È il medico la medicina, mentre il farmaco è solo un mezzo.

27 Da non dimenticare ! Ogni emozione è comunicata o agita. L’emozione negativa non espressa o rimossa rimane impressa ed è fonte continua di stress. L’analfabetismo emotivo è caratterizzato da emozioni agite, non rese consapevoli, e colui che non è competente del proprio vissuto emotivo, avrà anche difficoltà a leggere le emozioni altrui. Conseguenze: inerzia e/o sequestro emotivo.

28 Ascoltare le paure e dare fiducia
Alla nascita i bambini mostrano istintivamente di aver paura dei rumori forti ed improvvisi, dell’altezza, dell’oscurità e della solitudine. La malattia ne risveglia fondamentalmente due : la solitudine e l’oscuro. L’ammalato si sente improvvisamente solo ad affrontare un pericolo di cui non ha chiara conoscenza e verso il quale mette in atto strategie spesso regressive: negazione ed altro.

29 Più spesso dal medico si presentano persone con sintomi ed angosce da solitudine.
La prima risposta del medico è cercare di istaurare una relazione fatta di fiducia e di stima reciproca, affinchè il paziente possa affidargli qualcosa da custodire: il bene grande del proprio equilibrio e della propria salute. Ma il paziente desidera anche mantenere il controllo su ciò che dà in custodia e quindi affida la propria salute a patto di conoscere le strategie e le sue ragioni.

30 La fiducia non si concede a chiunque ed è sotto continuo controllo.
Perché progredisca deve essere mantenuto un alto livello di comunicazione tra le parti: il medico che rende partecipe il paziente, ne aumenta la competenza e la consapevolezza di sé, evita la soggezione e promuove nel paziente la capacità di assumere responsabilità (collaborazione) nella cura della propria salute.

31 Per potersi fidare le persone proiettano il loro abbandono sul medico
Per potersi fidare le persone proiettano il loro abbandono sul medico. Fidandosi di lui devono convincersi che non subiranno tradimenti o aggressioni. Ciò può essere incentivato da una comunicazione che sia anche gentile e che lasci nel paziente la convinzione interiore che non sarà lasciato solo ad affrontare il suo disagio.

32 La mission principale della SITI,
società italiana di timologia, è quella di promuovere la competenza emotiva. Nei suoi intenti pedagogici e formativi vuole aggiungere alla competenza specifica di ogni professione quell’abilità relazionale che solo la cura sa regalare.

33 ESSERE I PASTORI DELL’ESSERE,
concludendo Il paradigma interattivo evidenzia come in qualunque compito, in cui sia implicato un altro essere umano, non si possa mai separare l’azione dalla relazione. Essere medici, ma anche genitori o insegnanti comporta un prendersi cura dell’Altro, un diventare protagonisti e custodi della vita, o come diceva Heidegger, ESSERE I PASTORI DELL’ESSERE, PERCHÈ L’UOMO È CURA.

34 GRAZIE


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