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SECONDO RITMO: LA “FESTA”
non sembra nemmeno Dio Formazione F.I.S.M. Lecco a.s
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IMMAGINE DI DIO Non si può parlare di Dio come di un “oggetto” a sé: quando si parla di Dio si interagisce, di spende qualcosa che riguarda il proprio sé, la propria visione del mondo, il proprio relazionarsi con l’altro. Un discorso su Dio non è mai indifferente.
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DIMENSIONE AFFETTIVA Il primo atteggiamento che il bambino manifesta nella sua relazione è la FIDUCIA: è immediatamente capace di affidamento, riconoscendo inconsapevolmente che l’altro è per lui fonte di vita, sostentamento, cura. Anche verso Dio manifesta una spontanea fiducia che lo rende capace di accettare di dipendere, di essere accudito, di lasciarsi accompagnare. Il bambino pone il suo sguardo sulle cose e sulle persone carico di STUPORE: vede la bellezza, gusta le cose semplici, esulta per le piccolezze. Anche verso Dio rimane stupito: a lui attribuisce grandezza e forza, capacità di creare in modo straordinario, potere di essere in ogni luogo, di vedere ovunque e sempre, di sapere tutto…
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DIMENSIONE COGNITIVA REALISMO = il bambino tende a considerare come unica realtà esistente quella materiale, concreta, spesso visibile ai suoi occhi in quel momento o di cui ha recentemente fatto esperienza. EGOCENTRISMO intellettuale = il bambino tende a considerare il suo punto di vista come l’unico possibile, dal momento che ancora non esistono per lui altri modi di intendere e interpretare la realtà, di conoscere e di vivere.
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Segni e simboli Il presepe L’abete Le luci I colori I doni dei Re Magi
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prima settimana di Avvento: l’ATTESA, il DESIDERIO
Cosa significa per un bambino aspettare? Per lui è una delle cose più faticose al mondo… Durante questa settimana si possono verbalizzare alcuni atteggiamenti, agire alcuni comportamenti, pensare a ciò che accadrà quando ciò che si aspetta arriverà/si realizzerà, immaginare guardando delle foto/immagini, inventare un rito di ricongiungimento con le parole ripetute “ti stavo aspettando!”…
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Attività: invitare al Servizio una mamma in attesa di un bambino, poter far toccare ai bambini la sua pancia, farle delle domande far portare ai bambini una foto di quando anche loro erano nella pancia della loro mamma, appenderle su un cartellone e dare a ciascuno la possibilità di riconoscere il proprio genitore e iniziare a capire che lui/lei era “dentro”
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seconda settimana di Avvento: i PREPARATIVI
Cosa significa per un bambino preparare/si? Anche questo per lui è molto complesso: fatica nell’ordine delle sequenze, non riesce a tenere a mente più consegne contemporaneamente, con ha ancora chiari i rapporti di causa/effetto, di prima/dopo… Tuttavia ci sono alcuni momenti della giornata in cui si può richiamare la questione legata al prepararsi.
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Attività: invitare al Servizio una persona conosciuta dai bambini (che magari vedono ogni giorno, una volontaria, un aiuto cuoca…) e preparare insieme per lei la tavola (tovaglia, tovagliolo, cestino del pane, bicchieri, posate…) dare avvio in questa settimana ai preparativi dell’Albero di Natale e del presepe secondo una logica di semplicità, possibilità di sperimentazione quotidiana, collaborazione con le famiglie (es. Albero con i fondi delle bottigliette di plastica decorate, presepe con barca e animaletti con le conchiglie fatti a casa con i genitori)
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terza settimana di Avvento: la SORPRESA, la GIOIA
Cosa significa per un bambino ricevere una sorpresa? Perlopiù i bambini non amano granché le sorprese, preferiscono che le cose vengano loro spiegate ed essere adeguatamente preparati. Pertanto non deve essere qualcosa di improvviso e eccitante; più qualcosa che rechi gioia, piacere, bellezza, stupore… La sorpresa è allora un fiore che nasce, un colore che cambia, un mobile spostato dal suo solito posto, ma resta vicino, una nuova canzone da imparare.
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Attività: La sorpresa può essere una persona che viene a trovarci, come il sacerdote (se è persona nota dai bambini, una volontaria…) e che ci porta la statuina di Gesù dentro ad una scatolina chiusa e dorata. Durante questa settimana viene messa la statuina di Gesù nel presepe. Si possono fare giochi che richiamano la sorpresa (trovare un gioco nascosto tra una delle due mani, nascondere un oggetto nella sezione e chiedere ai bambini di andare a scovarlo, lasciare delle scatole chiuse e farla aprire una a ciascun bambino per scoprire cosa c’è dentro…) Si può costruire lo spazio gioco delle sorprese, proprio fatto di cose che si aprono e chiudono.
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SECONDO RITMO: LA “FESTA”
non sembra nemmeno Dio Formazione F.I.S.M. Lecco a.s
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