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“VEGLIATE, PER ESSERE PRONTI AL SUO ARRIVO” (Cf. Mt. 24,42)

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Presentazione sul tema: "“VEGLIATE, PER ESSERE PRONTI AL SUO ARRIVO” (Cf. Mt. 24,42)"— Transcript della presentazione:

1 “VEGLIATE, PER ESSERE PRONTI AL SUO ARRIVO” (Cf. Mt. 24,42)
1^ DOMENICA DI AVVENTO Isaia 2, Romani 13, 11-14a Matteo 24, 37-44 “VEGLIATE, PER ESSERE PRONTI AL SUO ARRIVO” (Cf. Mt. 24,42) VANZAMENTO MANUALE

2 IL SIGNIFICATO DEL TEMPO
Con l’Avvento iniziamo un nuovo anno liturgico, l’anno della Chiesa, l’anno di vita comunitaria del cristiano, delle sue memorie, delle festività, della sua vita insieme con Cristo. L’anno del cristiano comincia con l’avvento e termina con la festa di Cristo Re. I punti di riferimento sono le tre feste principali: La nascita di Cristo, con il suo tempo di Avvento di quattro settimane, la Pasqua, con il suo tempo di Quaresima come preparazione, e la Pentecoste a cui ci si prepara nei Cinquanta giorni che la precedono.

3 è l’incarnazione del Signore;
Nel Natale si celebra la venuta di Cristo nella storia dell’uomo, è l’incarnazione del Signore;

4 è il mistero della redenzione;
nella Pasqua si celebra l’azione di Salvezza del Cristo attraverso il dono di sé fino alla croce e alla risurrezione: è il mistero della redenzione;

5 e nella Pentecoste si celebra e si vive
il dono dello Spirito nella Chiesa e nella sua dimora nel cuore dell’uomo. Vivendo e partecipando alla celebrazione dell’anno liturgico viviamo le realtà più sacre come la presenza del Signore e la nostra maturazione in Lui.

6 cioè “il viatico”, l’Eucaristia,
L’Avvento è il tempo dell’anno liturgico per pensare alla Presenza del Signore, che è venuto, viene, e verrà. Con la venuta del Signore il cristiano fa l’esperienza di Dio e del cielo, e fa questa esperienza con i piedi ben piantati in terra, Vita da pellegrini: nella bisaccia ci si mette il pane per il viaggio, cioè “il viatico”, l’Eucaristia, la lampada per la notte, che è la “Parola di Dio”, e il bastone della fortezza per appoggiarsi che è la comunità e la persona stessa del “Cristo”.

7 NEL TEMPO C’E’ LA NOTTE E IL GIORNO La prima notte è quella di Isaia
(prima lettura), è la notte della guerra e della morte, il mondo è avvolto nelle tenebre dell’odio, della vendetta, dell’avidità aggressiva. Il profeta Isaia ci invita ad alzare lo sguardo verso il monte del Signore da cui proviene una luce che illumina il cuore dell’uomo e gli fa deporre le armi, anzi le trasforma in aratri e strumenti di pace.

8 Così è di Dio e del suo ingresso nella storia personale e universale,
C’è un’altra notte nel pellegrinaggio della vita, è la notte del ladro, ne parla Gesù nel Vangelo. La forza del ladro è l’oscurità e la sorpresa, la notte del ladro non è programmata, è misteriosa. Così è di Dio e del suo ingresso nella storia personale e universale, è un ingresso libero e misterioso, ci sorprende laddove non pensavamo.

9 a dare senso alla croce dove c’è il dolore;
Il Signore ci insegna a dare senso alla croce dove c’è il dolore; nella notte degli avvenimenti più oscuri, c’è la luce della presenza di Dio che salva. A chi giace nelle tenebre il Signore manda ognuno di noi come a essere angeli di luce e di speranza…

10 ubriachezze, impurità, lotte, gelosie,
L’apostolo Paolo ci parla della terza notte, la notte della immoralità, con quel corteo oscuro di tutti i mali che incontriamo nelle gozzoviglie, ubriachezze, impurità, lotte, gelosie, e tutte le amarezze che provengono dalla corruzione, dal narcotraffico, dal sequestro, dalla violenza…

11 Pensando a queste amarezze della immoralità,
ci rendiamo conto della luce che proviene della moralità. L’alba della moralità deve trovare l’impegno convinto, fondato sulla persuasione e la interiorità del cuore dell’uomo, se vogliamo sperare in un futuro della sopravvivenza umana. La parola “morale” evoca anche la ricerca universale della vera felicità e ne indica la via per raggiungerla.

12 cioè di umiltà e di coraggio nella lotta contro il male,
Il cristiano risvegliandosi dai suoi torpori, indossa le armi della luce e si riveste di Cristo Gesù, cioè di umiltà e di coraggio nella lotta contro il male, di onestà, di trasparenza interiore, di mitezza e non violenza, di giustizia, di misericordia, di pace.

13 e che il cristiano assume come programma di vita.
Sono queste le beatitudini, cioè le armi della felicità, proclamate da Cristo e che il cristiano assume come programma di vita. Nella notte dell’immoralità sentiamo risuonare nel cuore il grido, il desiderio di un tempo nuovo di moralità, il compiersi di una rinascita radicale di coscienza morale; anche perché è amaro il pane della povertà.

14 male e bene, dove ci si scontra sempre fra tenebre e luce,
“Interroga il fiume del tempo - dice un poeta islamico - e ti risponderà sempre con la notte e il giorno , con la luce e la tenebra”. E’ l’esperienza concreta dell’uomo nel mondo e nella sua storia, dove ci si scontra sempre fra tenebre e luce, male e bene, tra disperazione e speranza, tra depressione e vocazione…

15 “VIENI, CAMMINIAMO NELLA LUCE DEL SIGNORE”.
Il profeta Isaia ci manda un invito di speranza: “VIENI, CAMMINIAMO NELLA LUCE DEL SIGNORE”.

16 Sunto dell’Omelia odierna del Padre Dehoniano Natalino Costalunga
F I N E


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