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Tecniche di diagnostica per immagini

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Presentazione sul tema: "Tecniche di diagnostica per immagini"— Transcript della presentazione:

1 Tecniche di diagnostica per immagini
MAMMOGRAFIA Tecniche di diagnostica per immagini Perugia,19/04/2007 Di Laura Angelelli

2 Cenni di anatomia della mammella
La mammella è un organo ghiandolare che secerne il latte Si tratta della struttura caratterizzante l'intera classe dei mammiferi.

3 Cenni di anatomia della mammella
La mammella è un organo pari (due) e simmetrico, posto nella regione anteriore del torace, ai lati della linea mediana, localizzate tra il terzo e il sesto spazio intercostale. La ghiandola è costituita in parte da tessuto cutaneo, in parte da strutture ghiandolari: nel complesso queste componenti costituiscono la ghiandola mammaria. Le mammelle sono strutture che, fino al periodo della pubertà, sono sviluppate allo stesso modo in entrambi i sessi. Nella pubertà lo sviluppo della mammella maschile si interrompe. Per quanto riguarda la struttura femminile, invece, essa ha un notevole sviluppo.

4 Cenni di anatomia della mammella
Con il termine seno ci si riferisce allo spazio compreso tra le mammelle. Nel linguaggio comune, questo termine viene spesso usato con riferimento all'organo stesso. Va però precisato che tale termine, in riferimento alla mammella femminile, risulta essere errato, poichè il termine indica una concavità (corrette risultano quindi terminologie come in seno a, oppure insenatura, le quali indicano entrambe qualcosa che stà dentro, all'interno); il lemma deriva infatti dal latino sinus-us cioè sinuosità, e più in particolare la sinuosità concava formata dalle pieghe di una veste.

5 Cenni di anatomia della mammella
La mammella femminile può essere idealmente suddivisa in quattro quadranti, costituiti da due linee perpendicolari che si intersecano presso il capezzolo.

6 Struttura della mammella
Più nel dettaglio, il tessuto mammellare è composto da: una componente ghiandolare, (15-20 lobi, ognuno dei quali ha uno sbocco verso il capezzolo attraverso un dotto galattoforo; una componente di tessuto adiposo, in cui sono concretamente inserite ed immerse le strutture ghiandolari; una componente fibrosa di sostegno, che genera suddivisioni tra le diverse appendici ghiandolari. 1. Cassa toracica 2. Muscoli pettorali 3. Lobuli 4. Capezzolo Areola Dotti 7. Tessuto adiposo 8. Pelle

7 STUDIO RADIOLOGICO DELLA MAMMELLA
LA MAMMOGRAFIA LA MAMMOGRAFIA E’ UN ESAME RADIOLOGICO CHE, UTILIZZANDO RAGGI X, CONSENTE UNO STUDIO MOLTO ACCURATO DELLE MAMMELLE.

8 COME SI ESEGUE ATTUALMENTE L’ESAME VIENE ESEGUITO IMPIEGANDO UNA APPARECCHIATURA RADIOLOGICA DEDICATA, IL MAMMOGRAFO. LA MAMMELLA VIENE POSIZIONATA SU UN APPOSITO SOSTEGNO E COMPRESSA MEDIANTE UN PIATTO IN MATERIALE PLASTICO DETTO COMPRESSORE.

9 VANTAGGI DELLA COMPRESSIONE
Riduzione delle radiazioni diffusa con notevole miglioramento del contrasto; Distensione della mammella con rappresentazione delle immagini prive di sovrapposizioni; Riduzione della sfumatura geometrica con riduzione della distanza oggetto pellicola; Riduzione sfumatura da movimento; Riduzione dose assorbita grazie alla riduzione dello spessore e quindi al minor tempo di esposizione

10 PROIEZIONI VENGONO ESEGUITE, DI BASE DUE PROIEZIONI (CRANIO CAUDALE ED OBLIQUA MEDIOLATERALE) PER OGNI MAMMELLA; IN TOTALE SI OTTENGONO QUATTRO RADIOGRAFIE. ULTERIORI PROIEZSIONI AGGIUNTIVE POSSONO ESSERE ES EGUITE QUANDO NECESSARIO. L’ ACQUISIZIONE DELLE IMMAGINI DURA, PER OGNI PROIEZIONE POCHISSIMI SECONDI. COMPLESSIVAMENTE L’INDAGINE DURA DA MINUTI.

11 PROIEZIONE CAUDO-CRANIALE
Paziente eretta con piano d’appoggio all’altezza del solco sottomammario Contrassegnare il lato Allontanare il volto dal campo luminoso Stirare la mammella con il palmo della mano all’altezza dei quadranti inferiori Posizionare la mammella all’altezza del piano d’appoggio e porre l’esposimetro all’altezza della componente ghiandolare Invitare il pz a piegare il braccio per evitare pieghe e sovrapposizione della spalla L’operatore potrà iniziare a comprimere la mammella ed a applicare una pressione sull’emitorace del lato in esame per evitare lo spostamento della paziente.

12 PROIEZIONE CRANIO-CAUDALE
Criteri di correttezza Corpo ghiandolare al centro del radiogramma Dimostrazione spazio retromammario Inclusione del muscolo pettorale Capezzolo in asse Annerimento omogeneo Assenza di pieghe e di artefatti Simmetria

13 PROIEZIONE CAUDO-CRANIALE
Errori Capezzolo non in asse Mammella poco tirata Pieghe cutanee Immagini di trasporto(capelli,spalle)

14 PROIEZIONE OBLIQUA Proiezione obliqua
Ruotare lo stativo di 45°-60°e contrassegnare il lato Pz è posta a circa 20cm dall’apparecchio a piedi uniti L’operatore posto alle spalle della pz ha la possibilità di stabilire l’altezza del piano d’appoggio(al di sotto e parallelo al muscolo grande pettorale) La pz inclina il busto in avanti senza ruotarlo La linea mediana dell’ascella deve essere parallela al potter e l’operatore facendo passare la mano lungo tale linea deve assicurarsi che i quadranti esterni siano sul piano di lavoro Operatore si porta dietro la pz fa sollevare l’arto del lato in esame lo fa appoggiare al maniglione dell’apparecchio Operatore si porta in avanti e facendo rilassare la spalla distende la mammella ed esercita la compressione

15 PROIEZIONE OBLIQUA Criteri di correttezza
Corpo ghiandolare al centro del radiogramma Dimostrazione spazio retromammario Inclusione del muscolo pettorale Capezzolo in asse Annerimento omogeneo Assenza di pieghe e di artefatti Simmetria Dimostrazione dell’angolo sottomammario Tessuti ghiandolari ben dissociati e formazione della così detta immagine a ventaglio

16 PROIEZIONE OBLIQUA Errori Capezzolo non in asse Mancata visualizzazione del solco sottomammario e del muscolo pettorale Sovrapposizione dei quadranti inferiori e dell’addome Immagini di trasporto e pieghe Mancata dissociazione dei tessuti ghiandolari

17 PROIEZIONE MEDIO-LATERALE
Proiezione medio-laterale o Latero-mediale Ruotare lo stativo di 90° e contrassegnare il lato Pz eretta davanti allo stativo con appoggio in corripsondenza dell’articolazione della spalla Invitare l a pz ad appoggiare il cavo ascellare sull’angolo superiore del piano d’appoggio in modo che il bracciovi si adagi Porre attenzione che I quadranti esterni siano inseriti nel campo d’esame Invitare la pz ad abbassare la spalla controlaterale in modo da evitare l’ostacolo dello sterno e l’ombra riferibile all’altra mammella Distendere la mammella ed effettuare la compressione Assicurarsi che il volto non crei zone d’ombra sul campo luminoso

18 NOTA BENE: Il confronto dettagliato della mammella sx con quella dx aiuta nella scoperta di asimmetrie strutturali. L’individuazione di alterazioni impercettibili può essere facilitata da esami successivi di limitate aree di mammogrammi. RICERCA DI OPACITA’ ASIMMETRICHE CONFRONTO DI PROFILI PARENCHIMALI

19 NOTA BENE E’ IMPORTANTISSIMO CHE QUALUNQUE DONNA SI PRENETI AD EFFETTUARE LA MMAMMOGRAFIA PORTI CON SE IL PRECEDENTE ESAME ESEGUITO.

20 MAMMOGRAFIA DIGITALE CAPACE DI PRODURRE IMMAGINI DI ALTA QUALITA’ E RISOLUZIONE DIRETTAMENTE GESTIBILI DAL COMPUTER

21 COMPONENTI DI UN MAMMOGRAFO DIGITALE
TUBO A RAGGI X RIVELATORE (sostituisce la pellicola) MONITOR DEDICATO SISTEMA DI ARCHIVIAZIONE DATI STAMPANTE

22 FORMAZIONE DELL’IMMAGINE
DETETTORE Assorbe i raggi X Converte la loro energia in segnali elettronici Digitalizzati e fissati nella memoria del PC Dai dati ottenuti si ricava un’immagine che appare su un monitor ad alta definizione Elaborazione Archiviata in CD Stampa su pellicola

23 MAMMOGRAFI CON PIASTRE AI FOSFORI
Piastra fotosensibile: sostituisce la pellicola Scanner: legge la piastra e le permette di essere riutilizzata in seguito al suo trasferimento su computer per la sua eleborazione, archiviazione e visualizzazione.

24 MAMMOGRAFI CON SENSORE IN SILICIO
Rivelatore al silicio: dispositivo dedicato dove la piastra fotosensibile è collegata direttamente al computer (Tempi molto inferiori)

25 VANTAGGI DELLA MAMMOGRAFIA DIGITALE
Possibilità di correggere la luminosità ed il contrasto Possibilità di costruire grandi archivi di immagini (10 casi possono essere contenuti dentro un normale compac-disc) consultarli è più veloce e i supporti per la conservazione delle immagini sono inalterabili Possibilità di trasmettere a distanza ed in tempo reale le mammografie (Telemedicina)

26 DOSI DI RADIAZIONI OGNI ESAME, SECONDO LE LEGGI DELLA RADIOPROTEZIONISTICA, DEVE ESSERE GIUSTIFICATO ED OTTIMIZZATO: CIO’ SIGNIFICA CHE IL BENEFICIO CHE DERIVA AL PAZIENTE DELL’ESECUZIONE DELL’ESAME STESSO DEVE SUPERARE IL RISCHIO CORRELATO ALL’ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI

27 DOSI DI RADIZIONI PER QUANTO RIGUARDA LA MAMMOGRAFIA, PER UNA BUONA IMMAGINE RADIOGRAFICA (E QUINDI INFORMAZIONE DIAGNOSTICA) CONTENENDO IL PIU’ POSSIBILE LA DOSE SOMMINISTRATA ALLA PAZIENTE, SONO PREVISTI ADEGUATI PROGRAMMI PER IL CONTROLLO DI QUALITA’. I TEST VENGONO EFFETTUATI SU OGNI COMPONENTE DEL SISTEMA CHE CONTRIBUISCE ALLA FORMAZIONE DELLE IMMAGINI: DAL TUBO RADIOGENO AL RECETTORE, AL TRATTAMENTO DELLA PELLICOLA ED INOLTRE SULLE CONDIZIONI DI OSSERVAZIONE E SULLA QUALITA’ DELL’IMMAGINE.

28 QUANDO E’ POSSIBILE NELLE DONNE CON IL CICLO MESTRUALE ANCORA PRESENTE, E’ OPPORTUNO ESEGUIRE L’ESAME NELLA PRIMA META’ DEL CICLO, PERCHE’ E’ IL PERIODO IN CUI IL SENO E’ MENO TESO E QUINDI PIU’ FACILMENTE COMPRIMIBILE. INOLTRE IN QUESTA FASE E’ POSSIBILE ESCLUDERE UNA EVENTUALE GRAVIDANZA. NELLE DONNE IN FASE POST-MENOPAUSALE E’ GENERALMENTE POSSIBILE ESEGUIRE L’INDAGINE IN QUALUNQUE MOMENTO.

29 IMPORTANZA DELLO SCREENING
Il Tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente e la principale causa di morte per tumore nelle donne. La diagnosi precoce può consentire un adeguato trattamento di questa neoplasia fino alla guarigione. Le linee guida italiane ed europee consigliano di effettuare una mammografia ogni due anni nelle donne tra i 50 e i 69 anni.

30 L’IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE

31 SEZIONE MAMMOGRAFICA (Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia)

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