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PubblicatoGianfranco Raimondi Modificato 5 anni fa
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Nella sua espressione più semplice, la fermentazione è la seguente:
glucosio → 2 etanolo + 2 CO2 + energia Produzione di etanolo come solvente o combustibile (competizione con la sintesi chimica) Produzione di bevande (vino, birra etc) Produzione di bevande distillate (liquori) (produzione di biomassa di lievito)
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Il lievito: • caratteristiche dell'organismo • caratteristiche metaboliche e fisiologiche relativamente al prodotto • caratteristiche organolettiche del prodotto • specie e/o varieta’ utilizzate 1. Saccharomyces cerevisiae (etanolo) 2. S. carlsbergensis (birra) 3. S. ellipsoideus, S. apiculatus, S. bayanus, S. uvarum e altri tipizzanti (vini) • Tipi di lieviti 1. Lieviti ‘alti’: fermentano ad alta temperatura, crescono in superficie e formano pseudo-miceli 2. Lieviti ‘bassi’: fermentano a bassa temperatura, crescono a cellule singole
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Figura 1. 3. 15 - Schema della glicolisi
Figura Schema della glicolisi. Sono indicati i metaboliti e gli enzimi glicolitici. Il primo passaggio è il trasporto del glucosio dall’ambienta all’interno della cellula, operato da specifici trasportatori del glucosio o degli esosi, in generale. Sono segnati i passaggi che consumano o sintetizzano ATP e NADH/H+. La reazione è bilanciata come massa solo quando il NADH/H+ prodotto viene riossidato nella fermentazione o nella respirazione.
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Figura 15. 3. 1 - La via ciclica dei pentosi
Figura La via ciclica dei pentosi. La CO2 ed il potere riducente (NADPH/H+) prodotti ad ogni ciclo rendono conto di una mole di glucosio ogni sei cicli interi, escludendo dunque l’eventuale sottrazione di intermedi per le vie biosintetiche primarie.
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glucosio glicolisi red ox piruvato acetaldeide + CO2 etanolo ADP ATP CICLO TCA CATENA RESPIRATORIA O2 H2O POOL BIOMASSA + BIOSINTESI fermentazione respirazione
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METABOLISMO DEL GLUCOSIO E DEL PIRUVATO IN LIEVITO
ALTRE FONTI C RESPIRAZIONE GLUCONEOGENESI biosintesi
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Caratteristiche ottimali del processo:
Rese elevate del prodotto ( riduzione dei costi in materia prima) Velocita’ elevata di fermentazione ( riduzione dei tempi di lavoro dell’impianto) Elevata tolleranza all’etanolo Elevata tolleranza al calore (28-35°C) Elevata tolleranza all’acidita’ (pH 3.5-6) Nella fermentazione alcolica abbiamo la trasformazione di una mole di glucosio in due di etanolo e due di anidride carbonica. Dato che una mole di glucosio pesa 180 g ed una di etanolo 46 g: 180 g glucosio → 92 g etanolo + 88 g CO2 Ovvero da 100 g di glucosio otterremo 51 g di etanolo, con una resa (Y) di 0,51. Questo valore è teorico in quanto una parte, anche se piccola, del glucosio viene utilizzato per produrre biomassa (circa 2 grammi per grammo di biomassa prodotta) e sintesi dei prodotti secondari della fermentazione. Quindi in pratica le rese dei processi fermentativi col lievito si aggirano intorno al 90-95% della resa teorica: Y = 0,46-0,48.
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L’ossigeno nella fermentazione alcolica:
Ossigeno come fattore nutrizionale (reazioni redox citoplasmatiche/biosintetiche) Regolatore del metabolismo (es.: piruvato decarbossilasi) Tensione tipica: 0,05-0,1 mm Hg (se maggiore si ha effetto Pasteur) L’inibizione della crescita da parte dell’etanolo: 1-2% (10-20 g/L) rallentamento crescita (sintesi proteica?) 10% inibizione (denaturazione enzimi ?) resistenza ad etanolo composizione membrana ? (trasporto)
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Flocculazione
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Molti batteri producono etanolo (tabella), ma insieme a vari prodotti secondari, a seconda delle vie metaboliche presenti: altri alcol (butanolo, isopropanolo, dioli etc) acidi organici (acidi acetico, butirrico, formico, lattico etc) chetoni o polioli gas (metano, idrogeno)
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Il batterio piu’ utilizzato e’ Zymomonas mobilis, che produce essenzialmente etanolo senza prodotti secondari: Gram-negativo, bastoncellare, flagellato, anaerobio facoltativo Bevande fermentate in pesi tropicali cresce anaerobicamente su zuccheri anche a concentrazione elevate (40%) elevata velocità di uptake e consumo di glucosio, fruttosio, saccarosio elevata tolleranza a etanolo (16%) resa in etanolo elevata (quasi teorica 2mol/mol), poca biomassa (1 ATP/mol) e’ uno dei pochi batteri con la PDC, due geni per ADH PDC e ADH molto espressi metabolizza il glucosio tramite la via di ENTNER-DOUDOROF (ED) puo' essere utilizzato in coltura continua (figura) manipolabile geneticamente (uso dei pentosi?) completamente sequenziato il suo operone ADH+PDC usato per ingegnerizzare batteri che usano fonti C a basso costo (es composti ligno-cellulosici)
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Enzimi caratteristici della via ED:
Deidratasi KDGP aldolasi
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ALCOL DA TERMOFILI I processi che usano batteri termofili (es Thermoanaerobacter ethanolicus) offrono alcuni vantaggi: aumentata efficienza del processo (alta produttività e tempi brevi) bassa solubilità dell'ossigeno (anaerobiosi facilitata) Solubilità maggiore di alcuni substrati bassa viscosità Facilità di recupero del prodotto per evaporazione (processi sotto vuoto) condizioni di sterilità
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SISTEMI IMMOBILIZZATI IN CONTINUO
La produzione di etanolo con cellule immobilizzate ha come vantaggio principale la possibilita' di lavorare a D>max Problemi di diffusione del substrato/prodotto si possono ovviare tecnicamente (piccole dimensioni delle particelle del supporto) La produttivita' varia con D e ha un valore ottimale (esempio figura) in corrispondenza del massimo di uptake glucosio (qs) e produzione di etanolo (qp) L'inibizione da etanolo (adsorbimento a matrice?) e/o glucosio (velocita' diffusione) sono ridotte Gli effetti della temperatura (alte T = velocita' di produzione > velocita' di diffusione: inibizione da etanolo?) e pH (effetto tampone del supporto o gradiente pH?): figure In ogni caso le PRODUTTIVITA' dei sistemi immobilizzati sono piu' elevate dei sitemi a cellule libere (tabella)
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Z. mobilis
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COMPOSIZIONE DEL TERRENO
componenti maggiori: fonte C (zuccheri fermentabili) ed N componenti minori: P, S, K e Mg tracce: minerali, vitamine, fattori di crescita Alcuni componenti (es sali di ammonio e fosfati) possono essere provvisti individualmente o da fonti a basso costo (es CSL
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MATERIE PRIME PER LA FERMENTAZIONE
La scelta delle materie prime dipende dall’impiego del prodotto finale: prodotti alimentari scelta obbligata produzione di combustibile o solvente costi e disponibilita’ (locali) fonte di carbonio zuccheri sotto forma di monomeri/dimeri o polimeri (amidi o cellulosa) saccarificazione dei polimeri (velocita' di assimilazione) amilasi, cellulasi, glucanasi o altri trattamenti chimico-fisici (tabella di utilizzazione degli zuccheri in lievito). Le materie prime sono in genere sottoprodotti o materiale di scarto di altre lavorazioni, che rimarrebbe altrimenti inutilizzato (problema dello smaltimento): melasse di canna da zucchero o barbabietola composti amidacei scarti della lavorazione della cellulosa siero di latte eccedenze produttive o scarti della produzione di frutta o altri vegetali Alcuni problemi connessi alla produzione di etanolo: problema morale scelta tra colture per l’alimentazione o per la produzione di etanolo problema ambientale monocoltura intensiva.
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BATCH: rappresentano la maggior parte dei processi in uso e derivano dalle conoscenze accumulate per la produzione di bevande Tempi di processo: 3-4 giorni Temperatura: °C pH: 4-5 Rese: % del teorico Etanolo finale: % Vantaggi Facilita' operativa Non richiede personale e conoscenze specializzate Basso rischio economico Svantaggi Tempi morti dopo il processo Fase lag improduttiva
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SEMICONTINUO: si elimina la fase lag
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CONTINUO Idealmente è il processo migliore in quanto permette di: eliminare i tempi morti (fase lag e i tempi di scarico-lavaggio-carico degli impianti) elevate produttività (cellule sempre in fase log): la produttività maggiore si ottiene a D con il miglior compromesso tra produttività specifica e biomassa (figura). Si può incrementare la produttività ad alte D (bassa concentrazione di cellule) utilizzando sistemi di riciclo della biomassa raccolta. In questo caso è necessaria la separazione delle cellule dal terreno (centrifugazione, sedimentazione, filtrazione) Gli svantaggi sono: possibili inquinamenti mantenimento dello STATO STAZIONARIO
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Figura 14 F1 FX F2 X S0 P S X FS P X S P S S P
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1° fase: preparazione dell’inoculo o precoltura 2° fase: fermentazione vera e propria 1° fase: fermentazione aerobia (es. fed-batch max quantità di cellule nel tempo minore) a basso pH (4-4.5) e temperatura (20°C) per evitare inquinamenti 'scaling up' del volume della precoltura, mantenendo le cellule in fase esponenziale (minimizzare le fasi lag) 2° fase: inoculo del fermentatore e avvio del processo anaerobio (28-30°C, senza agitazione, lo strato di CO2 contribuisce a mantenere l’anaerobiosi) La fonte di carbonio va determinata con cura: deve essere tutta consumata alla fine della fermentazione. Bisogna considerare: concentrazione finale del prodotto (9-10%) rese Y del prodotto Ad esempio: data una concentrazione finale di 9% etanolo 90 g/L con una resa di 0.45, pari a 90% del teorico (0.51) calcolo un concentrazione iniziale di 200 g/L di glucosio 2000.45=90
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biomassa: poca e non vantaggiosamente utilizzabile
residuo della distillazione: alto BOD, recuperabile come fertilizzante/mangime CO2 Olio di fusello (componenti meno volatili dell’etanolo) Glicerolo
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OLIO DI FUSELLO alcoli amilico, isoamilico, isobutilico + vari acidi, aldeidi ed esteri nel caso dei prodotti alimentari contribuiscono alle caratteristiche organolettiche del prodotto la struttura dei componenti non deriva dal glucosio, ma piuttosto dagli aminoacidi
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GLICEROLO Deriva dalla riduzione del DHAP Si può ottenere un eccesso di glicerolo sbilanciando il potenziale redox della cellula, aggiungendo bisolfito (che reagisce con l’acetaldeide) o alzando il pH (l’acetaldeide disproporziona in etanolo e acetato): l’eccesso di NADH spinge alla formazione di glicerolo. Attualmente il glicerolo si ottiene vantaggiosamente dall’idrolisi dei trigliceridi.
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