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PubblicatoBonaventura Antonelli Modificato 6 anni fa
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La nuova politica di coesione dell’UE I Fondi strutturali nella programmazione Felice Bonanno Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE
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Politica di coesione E’ ormai da più di un anno e mezzo che prosegue il negoziato sui nuovi regolamenti dei fondi strutturali per il nuovo periodo di programmazione Le proposte che la Commissione ha presentato nello scorso luglio 2004 sono state approfondite e sono ancora in fase di definizione da parte del Consiglio e da parte del Parlamento Europeo. I principi guida della riforma Concentrazione: un’impostazione più strategica che consolida le priorità dell’Unione sia a livello geografico, sia dal punto di vista tematico Semplificazione: riduzione del numero di regolamenti e degli obiettivi, programmi sostenuti da un unico fondo, proporzionalità in materia di controllo e valutazione Decentramento: ruolo più incisivo di regioni e soggetti locali
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La nuova struttura normativa proposta
Regolamento generale sul FESR, il FSE e il Fondo di coesione Decisione unanime del Consiglio, parere conforme del PE FESR, FSE: procedura di codecisione; Fondo di coesione: consultazione Regolamento FESR Regolamento FSE Regolamento Fondo di coesione Regolamento che istituisce un gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT) Un regolamento della Commissione Informazione, pubblicità, controllo finanziario e rettifiche finanziarie Novità: il regolamento generale si applica al Fondo di coesione; un nuovo Fondo di sviluppo rurale esterno alla politica di coesione; un regolamento della Commissione invece di cinque regolamenti specifici; norme di ammissibilità semplificate e integrate nel regolamento generale e nei regolamenti sui Fondi.
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Semplificazione: 3 obiettivi e 3 fondi
Convergenza: Ex ob. 1 + Fondo di coesione Competitività: Ex obb. 2 e 3 Cooperazione Territoriale: Ex Interreg, Urban, Equal, Leader+, Sviluppo Rurale fuori ob. 1
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Gli elementi di novità nei contenuti
l’articolazione dell’architettura della politica su tre obiettivi una nuova concezione della politica di coesione, che riguarda tutte le regioni dell’Unione e non solo quelle caratterizzate dalle più evidenti disparità la previsione di riservare risorse aggiuntive per le aree con handicaps naturali la maggiore attenzione alla tematica urbana, anche nelle aree in ritardo la previsione di un documento strategico globale per la politica di coesione, che definisca priorità chiare per gli Stati membri e le regioni Il potenziamento del partenariato tra le autorità regionali, locali, urbane e le altre autorità pubbliche competenti, le parti economiche e sociali
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Gli strumenti di programmazione e attuazione
Orientamenti strategici della Comunità per la coesione proposti dalla Commissione, adottati dal Consiglio con parere conforme del Parlamento europeo. Quadro di riferimento strategico nazionale proposto dai singoli Stati membri in applicazione del principio del partenariato; rispecchia gli orientamenti dell‘Unione, definisce una strategia nazionale e la relativa programmazione; soggetto a decisione finale della Commissione. Programmi operativi un programma per Fondo e Stato membro o regione, definizione delle priorità, gestione e fonti finanziarie; proposti dai singoli Stati membri o regioni; soggetti a decisione finale della Commissione. Gestione dei programmi e selezione dei progetti ad opera degli Stati membri e delle regioni; principio della “gestione condivisa” concertazione con la Commissione. Follow-up strategico e dibattito annuale in occasione del Consiglio europeo di primavera, basato su una relazione annuale della Commissione agli Stati membri.
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L’integrazione delle politiche
Sinergie e complem. con le altre politiche comunitarie La politica di coesione favorisce la conformità con l’acquis ambientale e con gli obiettivi più vasti dello sviluppo sostenibile; sostiene la politica in materia di RST e le sue priorità tra cui le infrastrutture e lo sviluppo delle risorse umane per la ricerca, nonché l’innovazione e le PMI Orientamenti strategici comunitari Mobilitazione di risorse supplementari Alto livello di addizionalità dei fondi UE destinati agli investimenti verso settori in cui la spesa ha il massimo impatto e valore aggiunto. Risorse nazionali supplementari, pubbliche e private, per finanziare strategie di sviluppo coerenti su scala nazionale e regionale Quadro di riferimento strategico nazionale Impostazione integrata per la coesione territoriale La politica di coesione può contribuire alla creazione di comunità sostenibili in quanto permette di affrontare le questioni economiche, sociali e ambientali attraverso strategie integrate di rinnovamento, recupero e sviluppo dei territori regionali e delle zone urbane e rurali Quadro strategico reg. e Programmi operativi Gestione dei programmi e selezione dei progetti Miglioramento della governance Favorire il miglioramento delle capacità istituzionali attraverso l’elabora- zione e l’applicazione delle politiche, la diffusione di una cultura della valutazione, gli accordi di partenariato pubblico–privato, la trasparenza, la cooperaz. regionale e transnazionale e gli scambi delle pratiche migliori
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L’integrazione degli strumenti
- Coordinamento tra le politiche (Lisbona, Goteborg, ecc.) - Coordinamento tra i fondi - Coordinamento con le altre iniziative comunitarie - Coordinamento con altri strumenti (FEI, BEI, ecc.) Livello comunitario - Coordinamento con le politiche settoriali - Coordinam. ed integrazione con gli altri fondi (FAS) - Coordinam. ed integrazione tra i programmi (sia di livello che di fondo) Livello nazionale - Coordinam. ed integrazione con le politiche settoriali - Coordinam. ed integrazione tra i programmi - Coordinamento degli strumenti di sviluppo locale Livello regionale - Integrazione degli interventi e delle azioni - Integrazione con gli strumenti di sviluppo locale - Coordinam. ed integrazione con gli strumenti di governo del territorio Livello locale
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Strumenti più semplici ?
Programmazione: 2 fasi invece di 3 Gestione dei programmi a livello di singolo fondo Gestione finanziaria a livello degli assi prioritari (consente una maggiore semplicità per adeguare i programmi) Ammissibilità delle spese in base a norme nazionali Sistema di controllo: proporzionale qualora il livello di cofinanziamento UE sia inferiore al 33% o a 250 milioni di euro Decentramento, ruolo più incisivo delle regioni: gestione condivisa tra il livello europeo, nazionale, regionale, urbano e locale (questioni urbane: possibilità di delegare alle autorità locali)
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L’accordo sulle Prospettive finanziarie
Al Consiglio Europeo del di dicembre 2005 gli Stati membri hanno raggiunto l'accordo sulle Prospettive Finanziarie per l'Europa allargata per il Gli stanziamenti di impegno sono pari a € 862,363 miliardi, ovvero l’1,046% del reddito nazionale lordo dell'UE a 27 La politica regionale dell’UE (rubrica 1b) è dotata di un livello di stanziamenti pari a 307,6 miliardi, di cui: 251,3 miliardi per l'Obiettivo Convergenza (attuale Obiettivo 1) pari al 81,7% del totale 48,7 miliardi per l'Obiettivo Competitivita’ e Occupazione (attuali Obiettivi 2 e 3) pari al 15,8% del totale 7,5 miliardi per l'Obiettivo Cooperazione Territoriale, pari al 2,4% del totale
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Prospettive finanziarie 2007-2013
Politica di coesione: variazioni tra la proposta della CE e l’accordo raggiunto in Consiglio il Obiettivi CE Apr 05 Consiglio Dic 05 Quota Italia* convergenza Regioni Convergenza 190.8 177.2 18.8 Fondo di Coesione 62.6 61.6 - Phasing out (effetto statist.) 15.7 12.6 0.4 Altro 1.1 2.0 competitività Competitività regionale 48.4 38.4 4.7 Phasing in 8.1 10.3 0.9 cooperazione Cooperazione territoriale 14.2 7.5 0.7 Totale 340.9 307.6 25.5 Miliardi di Euro sviluppo rurale 88.7 69.7 7.1 *dati presuntivi sulla base della proposta della CE
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Risorse finanziarie nel periodo 2000-06
QCS regioni ob.1 Risorse comunitarie disponibili Fondi Strutturali (Fesr, Fse, Feoga e Sfop) Al netto del Feoga la dotazione finanziaria è di circa 20,1 mld di Euro Regioni obb. 2 e 3 Risorse comunitarie disponibili Fondi Strutturali (Fesr, Fse) Complessivi 6,1 miliardi
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Una dotazione finanziaria congruente?
Alla fine la politica regionale italiana può contare su una dotazione finanziaria comunitaria apprezzabile: Regioni obiettivo 1 + p. out 19,2 mld (20,1 nel ) Regioni obiettivo 2 + p. in ,6 mld (6,1 nel ) Sviluppo rurale ,1 mld (8,1 nel ) Se consideriamo poi il cofinanziamento nazionale e i fondi aggiuntivi statali delle Aree sottoutilizzate (FAS) il pacchetto finanziario diventa considerevole Il vero tema diventa quello della addizionalità In altre parole è necessario che con questi soldi si realizzino progetti che si sommino a quelli da realizzare con i normali canali finanziari istituzionali e che attengono ai compiti ordinari dello Stato
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Il punto di vista delle regioni PIL procapite 2002
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Politica strutturale dell'UE 2000-06 Regioni ammissibili
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Le priorità per le regioni italiane
1. Conoscenza e innovazione – motori di una crescita sostenibile: promozione di politiche di internazionalizzazione, della R&S, dell’innovazione tecnologica potenziamento delle reti di telecomunicazione 2. Competitività territoriale: riduzione dei costi amministrativi - semplificazione delle procedure miglioramento della qualità dei servizi potenziamento delle infrastrutture 3. Crescita e occupazione al servizio della coesione sociale: mercato del lavoro – qualificazione e innalzamento dell’occupazione capitale umano come principale risorsa
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Le modalità di programmazione
Partenariato interistituzionale Sia le iniziative che operano sul contesto che quelle di promozione diretta dello sviluppo possono essere realizzate con la mobilitazione di procedure negoziate, attori e strumenti diversi: attraverso programmi e progetti nazionali, multiregionali, regionali, locali. Territorializzazione L’ambito più opportuno non può essere scelto solo sulla base di competenze formali né tantomeno di posizioni precostituite, ma dipende dalla natura del problema, dall’obiettivo che si intende realizzare e dalla capacità sostanziale degli attori. Concentrazione In altre parole bisogna attivare un forte partenariato capace di selezionare alcune azioni (in determinati territori) capaci di attivare processi di sviluppo integrato, innovativo, sostenibile e duraturo
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Conclusioni In un contesto difficile, caratterizzato, da un lato, dagli effetti della c.d. globalizzazione e, dall’altro, dalla presenza di interessi contrastanti tra i paesi europei, è in gioco la continuità di una politica di “sviluppo sostenibile” credibile per le regioni, ed in particolare per quelle con minore ricchezza, che consenta di consolidare i risultati finora realizzati Si tratta, da un lato di colmare il divario che ancora separa alcune di esse dalle zone più avanzate dell’Unione, e dall’altro di renderle complessivamente più competitive in un mercato sempre più globale. Accanto alle risorse nazionali, priorità assoluta assumono, quindi, le risorse dei fondi strutturali europei L’obiettivo della coesione non discende da un’ottica di retroguardia, piuttosto è una politica indispensabile per attuare le strategie di Lisbona e di Göteborg in una visione integrata dello sviluppo e deve quindi rimanere un obiettivo prioritario dell’azione comunitaria
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Conclusioni Per raggiungere questo obiettivo è necessario un forte coordinamento tra le varie politiche comunitarie che hanno un impatto territoriale e con le politiche nazionali e regionali L’obiettivo della coesione territoriale presuppone una cooperazione a livello sia orizzontale (tra politiche) che verticale (tra attori e autorità ai vari livelli amministrativi e geografici); attraverso l’integrazione della dimensione territoriale nella concezione e nella messa in atto dei programmi In questo contesto il ruolo del partenariato economico e sociale diventa essenziale: da un lato deve garantire che le istanze e le potenzialità dei territori siano organicamente convogliate nel processo decisionale, dall’altro deve favorire l’integrazione delle politiche nazionali e comunitarie a livello locale
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