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Una introduzione allo studio del pianeta

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Presentazione sul tema: "Una introduzione allo studio del pianeta"— Transcript della presentazione:

1 Una introduzione allo studio del pianeta
Marcella Di Stefano – Simona Pederzoli – Andrea Pizzirani Una introduzione allo studio del pianeta

2 Capitolo 7 L’atmosfera e il clima
Lezione 68 Le precipitazioni atmosferiche

3 Le precipitazioni atmosferiche sono la pioggia, la grandine, la neve.
Le precipitazioni atmosferiche sono i prodotti della condensazione e della solidificazione del vapore acqueo, che si formano in atmosfera per poi precipitare al suolo. Le precipitazioni atmosferiche sono la pioggia, la grandine, la neve.

4 La pioggia è formata da goccioline di acqua diventate troppo pesanti per rimanere in sospensione.
Generalmente le gocce di pioggia hanno un diametro compreso tra 1 e 5 mm. Un particolare fenomeno atmosferico è il gelicidio che consiste nella precipitazione di pioggia che congela in prossimità o a contatto del suolo. 4 4

5 La grandine si forma occasionalmente nei cumulonembi.
Le goccioline di acqua vengono trasportate in alto, dove incontrano strati di aria più fredda e congelano, formando chicchi di grandine. I chicchi scendono in basso dove, in presenza di aria più calda, si ricoprono di acqua liquida. Se vengono trascinati ancora in alto l’acqua che si è aggiunta congela, formando un nuovo strato di ghiaccio. Al ripetersi del ciclo il chicco aumenta di dimensioni, finché non diventa troppo pesante e cade al suolo. 5 5

6 La neve si forma quando cristalli di ghiaccio si aggregano in fiocchi.
Si hanno precipitazioni nevose quando la temperatura dell’aria attraversata dal fiocco non supera gli 0 °C. Se la temperatura dell’aria aumenta, la neve si trasforma in pioggia. I fiocchi di neve hanno caratteristiche forme geometriche esagonali, diverse per ogni fiocco. 6 6

7 La piovosità si misura con il pluviometro.
La quantità di precipitazioni caduta in una località in un dato periodo di tempo è definita piovosità. La piovosità si misura con il pluviometro. Le precipitazioni si misurano in millimetri di acqua caduta. Su una superficie di 1 m2 la precipitazione di 1 mm equivale al volume di 1 litro. 7 7

8 I valori di piovosità sono riportati sulle carte della piovosità che utilizzano le isoiete, linee che uniscono i punti con la stessa piovosità. Carta della piovosità media annua in Italia 8 8

9 L’aggregazione di più cumulinembi fa scatenare il temporale.
Il temporale è un fenomeno atmosferico violento e molto comune alle medie latitudini, caratterizzato da pioggia, vento, fulmini, tuoni e a volte grandine. Un temporale è scatenato da una bolla di aria calda e molto umida, circondata da aria fredda. Quando la bolla d’aria diventa instabile sale verso l’alto e si raffredda. La quantità di vapore acqueo che può contenere diminuisce, il vapore in eccesso condensa e si forma così un cumulonembo. Le trombe d’aria sono vortici a forma di imbuto nei quali l’aria si muove dal basso verso l’alto, che si originano da una nube temporalesca. L’aggregazione di più cumulinembi fa scatenare il temporale. 9 9

10 Durante i temporali si generano i fulmini, scariche elettriche che si verificano tra due zone in cui si sono accumulate cariche elettriche di segno opposto. 10 10

11 I fulmini sono sempre associati ai tuoni, boati più o meno violenti che si sentono dopo la caduta del fulmine. Nello spazio in cui si forma un fulmine, l’aria si riscalda quasi istantaneamente fino a temperature di circa  °C. In conseguenza del repentino riscaldamento, l’aria si espande rapidamente producendo un’onda sonora che è percepita come un rumore caratteristico, il tuono. 11 11

12 Ragioniamo insieme Perché il personaggio della vignetta avrebbe fatto meglio a invertire i termini della sua imprecazione? Il tuono e il fulmine, anche se si originano nello stesso istante, sono percepiti in momenti diversi, prima il fulmine e poi il tuono. Questo perché la velocità della luce, che ci permette di vedere il fulmine, è molto maggiore della velocità del suono, che ci permette di udire il tuono. 12


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