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Focus group
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S. Corrao, Il focus group, Milano, FrancoAngeli, 2000
“Tecnica di rilevazione per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare in profondità”. S. Corrao, Il focus group, Milano, FrancoAngeli, 2000
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Focus group Acocella: tale definizione «sembra riporre troppa fiducia nelle potenzialità della tecnica, attribuendole la capacità di indagare sempre un fenomeno in modo approfondito» (I. Acocella, I focus group: teoria e tecnica, Milano, FrancoAngeli, 2008, p. 31). La «qualità delle informazioni non deriva dalla tecnica usata, ma dal tipo di situazione che si crea durante la rilevazione stessa» (ibidem).
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Focus group livello di approfondimento connaturato alla tecnica;
Discussione terminologica legata alla “definizione” del focus group, imperniata su tre questioni: livello di approfondimento connaturato alla tecnica; grado di naturalezza; essere o meno un’intervista.
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Focus group No Sì
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Intervista di gruppo (focalizzata) Focus group
Interazione dialogica tra i partecipanti principale risorsa cognitiva. Utilizzazione dell’interazione di gruppo per produrre dati
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Esistono vari tipi di focus group, diversi per:
grado di strutturazione; composizione dei gruppi; ruolo del moderatore.
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Le differenti forme di focus group presentano, tuttavia, alcuni elementi comuni:
la rilevazione è basata sulla discussione tra un ristretto gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori; diversamente da quanto avviene nell’intervista di gruppo, durante i focus group i partecipanti non rispondono individualmente ad una serie di domande poste dall’intervistatore, ma discutono e si confrontano sul tema oggetto d’indagine.
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Origini e applicazione
Robert K. Merton, USA, anni Quaranta del Novecento (efficacia programmi radio) Anni Cinquanta: ricerche di mercato Anni Ottanta: ricerca sociale (ambito sanitario) A partire dagli anni Novanta: ricerca in campo educativo
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Punti di forza (vantaggi euristici, rispetto ad altre tecniche di rilevazione)
Dimensione dialogico-relazionale connaturata a tale tecnica; Somiglianza del focus group ad processo conversazionale “normale”; Strumento particolarmente utile per raccogliere dati qualitativi in contesti formativi e/o con persone giovani.
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Zammuner: i focus group sono utili quando si desiderano ottenere informazioni in un contesto informale e amichevole.
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Albanesi: i focus group sono particolarmente adeguati per raggiungere quei soggetti che non se la sentirebbero si essere intervistati in una situazione uno a uno a causa dell’eccessiva formalità che ciò implica, mentre sono più inclini a partecipare a una discussione in gruppo, poiché il gruppo produce senso di sicurezza e sostegno.
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Corrao: “Poiché la discussione di gruppo è una forma consueta di comunicazione in tutti gli strati sociali e per tutte le età, il focus group può essere efficacemente utilizzato anche quando la popolazione di riferimento della ricerca è costituita da persone molto giovani, o con un basso livello di istruzione, o socialmente emarginate”.
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Corrao: Infatti, mentre in una intervista indi-viduale gli intervistati devono preoccuparsi di capire le domande e di rispondere secondo regole diverse da quelle che utilizzano quotidianamente per comunicare con i propri coetanei, i partecipanti ad un focus group «possono esprimere liberamente ciò che pensano utilizzando il proprio linguaggio, in ciò aiutati dal fatto che entrano in relazione con persone a loro pari per età, stato sociale e livello culturale».
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Effetto a valanga. Corrao: “l’intervento di uno dei partecipanti innesca una catena di risposte degli altri, attivando in loro dei dettagli dimenticati. Può capitare, ad esempio, che uno dei membri del gruppo parli di una esperienza vissuta, la quale fa affiorare in un altro dei ricordi; questi, a loro volta, possono far evocare ad una terza persona esperienze legate all’oggetto di studio di cui aveva perso memoria, e così via”.
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Livello di rappresentatività
Il «campione di soggetti coinvolti in una ricerca realizzata con i focus group non può essere rappresentativo di una popolazione, piuttosto può esserlo di un particolare vissuto o di una determinata esperienza» (Albanesi, I focus group, cit., p. 59). I risultati dei focus group non sono generalizzabili.
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MODERATORE Guida, sostiene e rilancia la discussione, a partire da una traccia redatta precedentemente in base agli interessi cognitivi del gruppo di ricerca. Il moderatore
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Il ruolo del moderatore oscilla tra due poli:
strumentale (legato al compito, finalizzato a ottenere informazioni pertinenti agli obiettivi cognitivi); relazionale (teso a controllare/regolare il modo nel quale i partecipanti interagiscono durante la discussione). Il moderatore
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Funzioni svolte dal moderatore durante la discussione:
delucidare e regolamentare la discussione; sostenere la produzione delle informazioni; facilitare l’interazione tra i partecipanti. Il moderatore
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1) Delucidare e regolamentare la discussione.
Funzione finalizzata a: Motivare i partecipanti alla discussione (soprattutto, ma non solo, nella parte iniziale dell’incontro); Tematizzare in modo adeguato ai partecipanti gli argomenti che interessa indagare; Chiarire le regole da seguire durante la discussione. Il moderatore
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Chiarire le regole da seguire durante la discussione:
Parlare ad alta voce, uno alla volta; Ascoltare e rispettare le opinioni degli altri (non ci sono opinioni giuste/sbagliate); Non avere timore di esprimere le prorie opinioni (benvenuti punti di vista diversi su uno stesso argomento); Il moderatore
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Opportuno rimanere attinenti agli argomenti da trattare;
Non è previsto un ordine di intervento (tutti sono liberi di intervenire più volte); Opportuno rimanere attinenti agli argomenti da trattare; Lecito cambiare idea senza timore di apparire incoerenti. Il moderatore
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2) Sostenere la produzione delle informazioni.
Funzione che si articola nelle attività di: Stimolo della discussione; Esplicitazione delle informazioni emerse. Il moderatore
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Stimolo della discussione:
Introduce via via i temi di discussione e vi riconduce i partecipanti in caso di eccessiva divagazione; Ripropone gli argomenti che non sonostati affrontati in modo adeguato; Evita di tornare su quelli già discussi in modo esaustivo; Ravviva il dibattito in caso di stallo; Il moderatore
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Per fare tutto ciò, egli deve:
Valuta, durante la discussione, l’opportunità di trattare e/o approfondire temi o aspetti non previsti emersi grazie all’interazione di gruppo; Per fare tutto ciò, egli deve: Stare attento e mostrarsi interessato alla discussione durante tutta la seduta; Possedere un’adeguata conoscenza del tema di studio (per fornire stimoli adeguati o rispondere alle domande); Il moderatore
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Il moderatore, però, deve esibire una conoscenza solo parziale dell’argomento, in modo da sollecitare un approfondimento da parte dei partecipanti; Non deve condizionare la discussione con le sue opinioni e i suoi atteggiamenti o imporre al gruppo i suoi orientamenti, soffocando l’espressione delle opinioni. Il moderatore
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Esplicitazione delle informazioni emerse:
Chiarire a tutti i partecipanti ciò che ciascuno di loro sta dicendo; Funzione maieutica; Interpretare tutto ciò che rientra nella comunicazione non verbale (gesti corporei, espressioni facciali, toni della voce, eventuali silenzi). Il moderatore
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Favorire la coesione interna al gruppo
3) Facilitare l’interazione, ossia favorire la coesione interna al gruppo e il confronto delle opinioni tra i partecipanti. Favorire la coesione interna al gruppo Favorire l’instaurazione di un clima confidenziale; Garantire la stessa partecipazione a tutti; Il moderatore
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In ogni caso, deve facilitare, non sorvegliare: controllo troppo rigido disfunzionale alla buona riuscita della ricerca; Attenzione al tipo di interazione che si instaura nel gruppo, operando per il superamento delle eventuali relazioni di leadership, sudditanza o complicità tra i partecipanti . Il moderatore
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Sollecitare il confronto delle opinioni dei partecipanti
Sollecitare il contraddittorio tra i partecipanti evitando un subitaneo accordo su posizioni conformiste (desiderabilità sociale); Tenere sotto controllo il livello di conflittualità della discussione. Il moderatore
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Neutralità rispetto alla conversazione; Non giudicare!
Ascoltare in modo interessato tuitti gli interventi; Evitare di trattare in modo diverso la partecipazione dei soggetti. Il moderatore
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Stile di conduzione adottato dal moderatore. Influenzato da:
Livello di direttività della conduzione; Grado di standardizzazione delle procedure di rilevazione. Il moderatore
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Livello di direttività della conduzione
Grado di libertà lasciato al moderatore di decidere la discussione. Direttività “alta” = poca libertà. Direttività “alta” = elevato controllo del moderatore sulle interazioni di gruppo. Il moderatore
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Il grado di direttività varia prevalentemente in base agli obiettivi cognitivi e quindi alle funzioni attribuite al focus group. Maggiore direttività, in genere, per conoscere in modo particolareggiato un fenomeno, per rispondere a questioni predeterminate, per interpretare o approfondire i risultati di una precedente rilevazione. Il moderatore
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Maggiore direttività consigliata quando i partecipanti al fg si conoscono tra loro.
Al crescere del livello di direttività: il fuoco della discussione si sposta progressivamente dai quadri di riferimento dei partecipanti a quelli del ricercatore/moderatore/gruppo di ricerca. Il moderatore
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Grado di standardizzazione
Si riferisce al grado di uniformità delle domande (forma e ordine di presentazione) Nel caso del fg? Il moderatore
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È parte integrante del gruppo di ricerca.
OSSERVATORE È parte integrante del gruppo di ricerca. Partecipa all’intero processo di indagine. Anzitutto affidato il compito di preparare il setting della discussione )ad es. occuparsi della registrazione). L’osservatore
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Prendere appunti. Osservare l’interazione e i comportamenti non verbali dei partecipanti per integrare e rafforzare l’analisi delle informazioni verbali raccolte durante la discussione. L’osservatore
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La composizione del gruppo Omogeneità vs. eterogeneità;
Quanti partecipanti? Composizione del gruppo
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Il setting, un luogo (stanza): non di passaggio e/o di lavoro;
non utilizzato per la pausa; spazioso, ma non ampio; possibilmente confortevole; privo di elementi di disturbo acustico e visivo; Il setting
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privo di strumenti di sorveglianza (videocamere);
disponibile per il tempo necessario; bene illuminato; dotato di un tavolo rotondo o quadrato dotato di un numero di sedie sufficienti per tutti i partecipanti. Il setting
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Trattamento e analisi dei dati effettuati avendo presente, anzitutto, l’obiettivo complessivo dei focus group. Trattamento e analisi dei dati
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Zammuner: «non esiste un unico metodo di analisi dei dati, o un metodo migliore in assoluto: l’approccio scelto dal ricercatore deve dipendere dalla natura e dallo scopo della ricerca» Trattamento e analisi dei dati
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Albanesi: i dati raccolti utilizzando i focus group sono «strettamente connessi agli obiettivi e agli scopi della ricerca che andremo a condurre» e, pertanto, «anche il livello di approfondimento dell’analisi degli stessi dati potrà variare in funzione dei nostri scopi». Trattamento e analisi dei dati
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Baldry: «A seconda dell’approccio e del contesto in cui si inseriscono i focus group, il metodo di analisi è diverso. La complessità e la profondità dei dati qualitativi dipende dagli obiettivi dello studio». Trattamento e analisi dei dati
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