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INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE

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Presentazione sul tema: "INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE"— Transcript della presentazione:

1 INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
Il PARCO NAZIONALE dell’ASPROMONTE e FEDERPARCHI Europarc Italia INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE Convegno Reggio Calabria, 22 marzo La gestione forestale sostenibile nelle Aree Protette: una visione strategica a tutela della Biodiversità MATTIA BUSTI – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali

2 LA GESTIONE FORESTALE In Europa, da sempre, il bosco è stato sfruttato per attivare o per accrescere lo sviluppo economico. A partire dagli anni settanta, il modo di guardare al bosco è cambiato. Si è compreso che esso svolge un ruolo importante per rendere vivibile il presente e possibile il futuro. L’Agenda 21 - , suggerisce di formulare criteri e linee guida scientificamente valide per la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste Conferenza interministeriale UE di Lisbona: difesa delle foreste e criteri e indicatori della gestione sostenibile Conferenza sulla Protezione delle Foreste in Europa, Helsinki enunciazione di quattro risoluzioni due delle quali qui interessano «le linee guida per la gestione sostenibile» «le linee guida per la conservazione della biodiversità ».

3 legge quadro sulle aree protette L. 394/91
Le finalità che si vogliono perseguire con l’istituzione di un’area protetta (art. 1) sono:: la conservazione di entità naturali, nel loro valore naturalistico, ecologico, scenico e panoramico; l’applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale e la salvaguardia di valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; la promozione di attività di educazione, formazione, ricerca scientifica e ricreative compatibili; a difesa e la ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.

4 legge quadro sulle aree protette L. 394/91
all’art. 12, prevede che il territorio incluso in un Parco Nazionale sia suddiviso in zone caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela: A. riserve integrali (in cui l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità), B.riserve generali orientate (con forti limitazioni nella realizzazione di nuove opere o di trasformazione del territorio, in cui possono essere consentite utilizzazioni produttive tradizionali e i servizi connessi), C.aree di protezione (nelle quali possono ammettersi attività agrosilvopastorali nei limiti fissati dall’Ente Parco), D.aree di promozione economica e sociale (in cui sono ammesse attività più intensive e azioni di valorizzazione economica, culturale e sociale, coerenti con le finalità del Parco).

5 legge quadro sulle aree protette L. 394/91
L’Area Protetta come laboratorio Le attività che si possono svolgere all’interno di un Parco Nazionale devono rispettare le caratteristiche naturali, paesistiche, antropologiche, storiche e culturali locali proprie di ogni Parco L’applicazione degli approcci proposti alla gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale dei Parchi Nazionali potrebbe contribuire ad accrescere la valenza scientifico-sperimentale dei Parchi, quali laboratori di studio e sperimentazione di modelli di sviluppo ecocompatibile, da trasferire anche al di fuori di essi

6 LA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
Come previsto dalle risoluzioni di Helsinki, la gestione sostenibile non è in conflitto con l’uso produttivo delle risorse forestali. Cosa prevede: il mantenimento dei caratteri naturali dei boschi nel paesaggio; il rispetto dei cicli naturali di rinnovazione; la rinaturalizzazione dei boschi che, a causa di una gestione intensiva, hanno perduto le proprie caratteristiche; il monitoraggio dei mutamenti relativi alla biodiversità e al recupero ambientale preservare i biotopi, conservare gli ecotipi aumentare la complessità dell’ecosistema

7 LA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
La selvicoltura - conservare e ad aumentare la biodiversità del sistema. Cosa prevede: la disomogeneità, la diversificazione strutturale la diversificazione compositiva accrescendo la capacità di autorganizzazione e di integrazione di tutti i suoi componenti, biotici e abiotici fine prioritario il mantenimento delle condizioni di rinnovabilità biologica

8 LA BIODIVERSITA’ La biodiversità ha valore culturale e valore di uso poiché consente sia di valorizzare i «saperi locali», dei quali sono custodi le comunità che convivono con il bosco, sia di ricavare prodotti diversificati da vallata a vallata. Il legno è un prodotto importante e significativo, ma non rappresenta l’unico fine della gestione funzioni degli alberi nell’ecosistema bosco vanno ben oltre la dimensione economica: arricchisce il suolo con i prodotti di scarto che alimentano una miriade di microrganismi, protegge dall’impatto delle piogge e del vento, attenuandone gli effetti erosivi, trattiene con le radici sui versanti, riducendo la quantità di limo nei corsi d’acqua e lungo le coste. serbatoio dove si accumula il carbonio, equilibrio il livello di biossido di carbonio nell’atmosfera e a combattere l’effetto serra. ospita e offre sostentamento agli animali. essendo una risorsa rinnovabile, dà luogo a processi di utilizzazione e di attività produttive

9 LA BIODIVERSITA’ Boschi e foreste sono ambienti estremamente complessi; il numero di specie vegetali e animali direttamente o indirettamente dipendenti da questi ecosistemi è elevatissimo, dagli organismi unicellulari ai più grandi rappresentanti della vita sulla Terra La Biodiversità forestale è una diversità di ecosistemi, di habitat e di specie, spinta fino al livello genetico dei singoli individui Regolamento Parchi per la gestione forestale sostenibile

10 LA BIODIVERSITA’ Nella zona A l’obiettivo è la preservazione
Nella zona B la conservazione si concretizza nella selvicoltura sistemica in presenza di sistemi forestali poco alterati nella loro funzionalità dall’azione antropica. Tende invece alla rinaturalizzazione per quei sistemi forestali fortemente semplificati nella composizione e nella struttura Nella zona C, in relazione alle caratteristiche dei sistemi forestali presenti, ma anche a considerazioni di tipo socio-economico, oltre alla selvicoltura sistemica e alla rinaturalizzazione può essere prevista anche la selvicoltura tradizionale o classica, pur con appropriati correttivi da definire caso per caso Nella zona D la scelta si amplia: la selvicoltura tradizionale o classica e l’arboricoltura da legno trovano il contesto per una razionale applicazione

11 LA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
Gli interventi sono cauti, continui e capillari, in funzione, appunto, delle necessità del popolamento e hanno l’obiettivo di partecipare attivamente ai processi evolutivi dell’ecosistema Gli elevati costi rappresentano un ostacolo non facilmente rimovibile

12 LA CERTIFICAZIONE I seguenti principi devono essere parte integrante della gestione forestale : La conservazione della foresta come habitat per animali e piante, Il mantenimento la funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima, La tutela la biodiversità degli ecosistemi forestali, La verifica l’origine delle materie prime legnose, taglio delle piante rispettando il naturale ritmo di crescita della foresta, Il prevedere che le aree soggette al taglio vengano rimboschite o preferibilmente rigenerate e rinnovate naturalmente, La tutela i diritti e la salute dei lavoratori, La garanzia dei diritti delle popolazioni indigene e dei proprietari forestali. favorire le filiere corte

13 LA CERTIFICAZIONE Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane
dell'Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane dell'Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane

14 LA CERTIFICAZIONE Cosa è la Certificazione forestale
E’ un riconoscimento per il comportamento “virtuoso” ed etico dei proprietari che gestiscono correttamente i propri boschi e piantagioni … Interessa anche le aziende che trasformano o commercializzano prodotti di origine forestale (carta e legno) Ci deve essere conformità a degli standard gestionali ambientali, riconosciuti a livello internazionale E’ uno strumento di comunicazione e di “marketing” ambientale e territoriale verso la società civile La comunicazione è fatta con un “label”, un logo che afferma “questo prodotto è realizzato con carta da foreste gestite in maniera sostenibile”

15 INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
Il PARCO NAZIONALE dell’ASPROMONTE e FEDERPARCHI Europarc Italia INCENDI BOSCHIVI E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE Convegno Reggio Calabria, 22 marzo La gestione forestale sostenibile nelle Aree Protette: una visione strategica a tutela della Biodiversità MATTIA BUSTI – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali


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