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V^ DOMENICA DI QUARESIMA/A
Esodo 17, Romani 5, Giovanni 4,5-42 “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (Giovanni 17,21) Avanzamento manuale
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Quinta settimana di quaresima
Prima parte: I “segni”. San Giovanni evangelista ci abitua a leggere i miracoli di Gesù come “segni “ o simboli di qualcos’altro.
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Il SEGNO della risurrezione di Lazzaro
La morte e risurrezione di Lazzaro ci fanno pensare alla morte e risurrezione di Gesù, alla nostra morte e al nostro futuro dopo la morte, con la sua possibilità di recupero e di trascendenza..
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Le stesse parole di Gesù ci obbligano a pensare che
anche nella sofferenza e nella morte c’è una gloria di Dio che si può rivelare perché la gloria di Dio è amore per noi.
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La terribile esperienza delle morti violente,
Nel nostro tempo, La terribile esperienza delle morti violente, in aumento e vergognosamente programmate
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con incidenti sulle strade,
oppure come il notiziario di ogni sabato sera, che si conclude sempre con incidenti sulle strade, quasi che il divertimento sia quello di drogarsi o spingere l’acceleratore per il sorpasso.
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di chiudere gli occhi nella nostra casa
ci fa pensare come una grazia il poter morire bene, di chiudere gli occhi nella nostra casa
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affidandoci alle sue mani,
magari pregando il Padre Nostro, affidandoci alle sue mani, ringraziando perché i nostri occhi hanno visto la luce.
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il nostro dialogo nella preghiera dove si osa sperare
Verso la risurrezione della carne: Seconda parte: A Betania il dialogo tra Gesù e Marta è come il nostro dialogo nella preghiera dove si osa sperare e chiedere l’impossibile.
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Ma con il segno di Lazzaro e la Risurrezione di Cristo
La morte è stata attraversata, trapassata dalla forza dello Spirito che l’ha vinta. Ora anche la nostra morte è diversa, è stata trasformata.
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“Tu non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena davanti al tuo volto, dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal. 16).
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l’ha aperta all’eterno,
Con la Pasqua di Cristo, la morte ha perso la sua causa. Il Figlio di Dio passando all’interno della nostra mortalità fisica e spirituale l’ha fecondata con un seme d’infinito, l’ha aperta all’eterno, gli ha dato la sua impronta di vita, con la qualità di Dio.
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San Paolo, nel suo capolavoro teologico, la lettera ai romani,
Terza parte: Verso la risurrezione battesimale: San Paolo, nel suo capolavoro teologico, la lettera ai romani,
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ci presenta un’altra morte ed un’altra vita:
e quella della grazia. quella del peccato
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che spezza la nostra prigione
E’ la grande risurrezione battesimale che spezza la nostra prigione
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appartenevamo alla fragilità del peccato,
ma con la forza dello Spirito Santo che ci è dato nel Battesimo abbiamo un’appartenenza divina e perciò eterna;
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ma per la forza dello Spirito Santo
eravamo in una vita tormentata dal male, ma per la forza dello Spirito Santo viviamo nelle categorie del bene e della pace;
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entriamo nella mentalità
avevamo una mentalità vecchia di sfida a Dio, ma per il suo dono entriamo nella mentalità dell’amore di Dio;
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alla luce ed essere battezzato uscire dal sepolcro del peccato
Il battesimo è celebrato come un passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce. per poi uscire alla luce ed essere battezzato come se fosse uscire dal sepolcro del peccato Nel rituale dei primi cristiani, nella celebrazione del battesimo c’era anche un vegliare in preghiera in una grotta o in luogo oscuro, e rinascere a vita nuova in Dio.
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Gesù non passa mai inutilmente,
Il Battesimo, risurrezione spirituale, è la nostra Pasqua. Pasqua, che significa “passa” Gesù non passa mai inutilmente, Lascia il suo segno, strappandoci dalla morte dell’anima per ridarci lo Spirito della vita.
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La riflessione sul nostro battesimo
ci porta alla pratica di ogni opera di grazia ed al ripudio di ogni violenza: attentatati, soprusi, teppismo, armare i bambini. guerre, ridurre alla fame,
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