GIUSEPPE CATOZZELLA NON DIRMI CHE HAI PAURA.

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1 GIUSEPPE CATOZZELLA NON DIRMI CHE HAI PAURA

2 RIASSUNTO BREVE Questo libro parla della storia di una ragazza somala, Samia, nata con la passione per la corsa. Purtroppo Samia vive in un periodo di guerra dove le donne hanno una libertà molto limitata, infatti, per allenarsi dovrà affrontare molte sfide e molto spesso si troverà a camminare di nascosto per strada con il pericolo di mine o di soldati estremisti. L’unica sua fortuna e stata di essere cresciuta con un ragazzino della sua età di nome Alì che condividerà per molti anni i suoi sogni con la sua coetanea. Alì sa benissimo che la sua passione per la corsa ha un limite e decide quindi di diventare il coach della ragazza somala. Samia inizia a partecipare a qualche gara locale e riesce subito ad avere ottimi risultati. Dopo alcuni anni dopo aver partecipato a molte gare e aver fatto bella figura d’avanti agli osservato riesce a raggiungere il suo sogno: partecipare alle Olimpiadi di Pechino nel Dopo tanti sacrifici e allenamenti Samia si piazza ultima alle corse olimpioniche, per lei non sarà una totale sconfitta data l’ovazione del pubblico che riconosce in lei gli sforzi compiuti per essere arrivata fin lì. Per raggiungere le Olimpiadi di Londra del 2012, Samia deve scappare dal suo paese, la guerra negli ultimi anni è aumentata sempre di più e per lei tutto è diventato sempre più difficile, finché un giorno decide che non dovrà più rincorrere i suoi sogni.

3 COMMENTO A mio avviso Giuseppe Catozzella con questo libro ha deciso di lanciare dei chiari messaggi per noi giovani, sicuramente uno di questi è che se abbiamo una passione o un obbiettivo dobbiamo dare sempre il massimo per raggiungerlo e se alla fine non ci riusciamo almeno non avremo rimpianti di non aver lottato abbastanza. Nella vita nulla viene regalato e per raggiungere qualcosa dobbiamo tutti compiere dei sacrifici che saranno ripagati dai frutti del duro lavoro e dell’impegno. Un altro messaggio è che in paesi come la Somalia la guerra distrugge continuamente la vita delle persone, non garantisce un infanzia serena ai bambini e i cadaveri sono dietro l’angolo. Credo che associazioni come l’ONU dovrebbero lottare maggiormente per riportare pace e serenità agli abitanti di questi popoli per garantire uno stile di vita migliore alle persone di qualunque età. Questo libro ha segnato fortemente i miei sentimenti, sicuramente lo dovrebbero leggere tutti gli adolescenti della mia età. Infine ringrazio la professoressa di italiano per avermi assegnato questo libro che deve essere d’esempio per tutti coloro che inseguono un sogno.

4 ALTRI COMMENTI «Non dirmi che hai paura è un libro necessario.» Roberto Saviano «Un libro semplice e sincero, che dovrebbero leggere i nostri figli e nipoti.» Goffredo Fofi «Non dirmi che hai paura è uno di quei romanzi che crea un prima e un dopo… Dà la sensazione di essere uno dei primi libri che andrà a formare la letteratura del nostro Olocausto contemporaneo.» Il Fatto quotidiano «Scritto in modo secco ed essenziale, ricorda, seppur alla lontana, il Primo Levi di Se questo è un uomo,» Marco Belpoliti «Catozzella è uno scrittore. Con questa materia sordida riesce a fare letteratura.» Corrado Augias

5 ANALISI DEL TESTO Fabula e intreccio: coincidono poiché i fatti sono narrati in ordine cronologico Protagonista: alta e snella, Samia dice più volte di avere le gambe molto sottili rispetto alle sue avversarie, pelle scura di colore olivastro, Samia si rivela una ragazza lottatrice e sognatrice. Appartiene ad una famiglia povera. Luoghi: come luoghi appaiono Mogadiscio che è la città dove lei vive, Tripoli, Pechino, Londra, Lampedusa, Addis Abeba in Etiopia, infine Gibuti nel nord della Somalia. Tempo: le vicende si svolgono dal 1998 al 2012, il tempo della storia e della narrazione non coincidono a causa di riassunti ed ellissi. Il ritmo varia, da lento a veloce. Narratore: interno Focalizzazione: interna

6 GIUSEPPE CATOZZELLA Nato a Milano, si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Milano con una tesi sulla logica nel pensiero di Nietzsche, tesi scritta nella scia del suo maestro Carlo Sini. Inizialmente ha pubblicato poesie, racconti e reportage su riviste, Nazione Indiana, il IX Quaderno di Poesia da Fare, il sito milanomafia.com, o in antologie. Subito dopo la laurea ha lasciato l'Italia "per il Paese da lei più lontano", e ha vissuto per lungo tempo in Australia, a Sydney, dove ha svolto molti lavori, anche tra i più umili, insofferente al clima asfittico che l'Italia offriva. Nel suo primo romanzo, Espianti (Transeuropa, 2008) - un viaggio reale e metafisico tra più continenti e dentro ciò in cui l'Occidente ha trasformato il corpo umano, non più entità unica e sacra ma merce di ricambio esso stesso - ci sono molti riferimenti alla sua vita in Australia. Tornato poi in Italia, ha lavorato per circa dieci anni come consulente editoriale per Arnoldo Mondadori Editore, e successivamente, per cinque anni, come editor della narrativa italiana di Giangiacomo Feltrinelli Editore, incarico che ha lasciato il 31 dicembre A lui si deve l'esordio, tra gli altri, di autori come Stefano Valenti e Enrico Ianniello, entrambi poi premiati per il loro primo romanzo con il Premio Campiello Opera prima. Scrive su La Repubblica, L'Espresso, Vanity Fair e ha scritto, tra gli altri, sull'inserto italiano del Financial Times, su Sette, Granta, Lo Straniero, Il Fatto Quotidiano. Collabora, anche, in qualità di docente di letteratura italiana e di scrittura creativa, in Italia con la Scuola Holden e negli USA con l'Università di Miami e la Seton Hall University di New York. Il romanzo-inchiesta Alveare (Rizzoli, 2011; Feltrinelli, 2014) - in cui, mescolando racconto autobiografico, inchiesta, saggistica e fiction, racconta e rivela per la prima volta in maniera dettagliata e letteraria insieme la presenza decennale della 'ndrangheta nel seno dell'economia e del tessuto sociale della "capitale morale" d'Italia, Milano, e della regione più ricca, la Lombardia - è quello che lo ha fatto conoscere in Italia. Da Alveare sono poi stati tratti molti spettacoli teatrali e il film tv liberamente ispirato e prodotto da Rai Fiction L'assalto. Nel 2014 ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo best seller Non dirmi che hai paura, vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al Premio Strega, pubblicato dai più grandi editori in tutto il mondo. Non dirmi che hai paura è stato un caso editoriale che ha venduto copie solo in Italia e quasi copie nel mondo. Il romanzo narra in prima persona, con la voce della piccola protagonista, le vicende e la storia reale di un'atleta somala, una giovane che, dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Pechino del 2008, muore come migrante nel Mar Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l'Italia. Il libro ha avuto un grande successo internazionale di pubblico e di critica, è entrato nei programmi di insegnamento della scuola italiana, divenendo una sorta di classico contemporaneo. In Italia, Goffredo Fofi su Internazionale (periodico) lo ha paragonato a Il buio oltre la siepe (romanzo); Marco Belpoliti su L'Espresso a Se questo è un uomo; Roberto Saviano su La Repubblica (quotidiano) al Diario di Anna Frank; Erri De Luca ne ha salutato l'uscita scrivendo "È questa la narrativa che saluto come finalmente capace di raccontare la più grande epopea del nostro tempo". Il romanzo, in più paesi del mondo, è diventato un fenomeno sociale a cui sono stati ispirati concerti, spettacoli teatrali, audiolibri in varie lingue, mostre d'arte, competizioni sportive, documentari per il cinema e per la tv. A Samia, la sua protagonista, sono stati nominati scuole, centri culturali, campi da corsa, centri sportivi, palestre e addirittura alcune famiglie hanno chiamato con il suo nome le loro neonate. L'ONU nel 2014 ha dedicato alla memoria di Samia, e alla presenza dello scrittore, una corsa nella sua città di origine, Mogadiscio. In lavorazione il progetto di una trasposizione cinematografica della storia dell'atleta somala Saamiya Yusuf Omar. Il suo ultimo romanzo, uscito a gennaio 2016 per Feltrinelli, è Il grande futuro. Anche questo romanzo è un successo di pubblico e di critica, tradotto in molti paesi, e ha incontrato i consensi di grandi artisti anche di ambiti non strettamente letterari. Il regista premio Oscar Gabriele Salvatores, in una lunga recensione sulle pagine del Corriere della Sera, ha paragonato il romanzo a Siddhartha di Hermann Hesse, e ha scritto "Catozzella mette il dito nella piaga dell'Occidente ma lo fa coraggiosamente, coinvolgendosi anche emotivamente e, per raccontare la sua storia, sceglie l'ottica giusta, l'unica possibile: la «soggettiva» come si dice al cinema". Anche Jovanotti è stato colpito dal romanzo, e in una lunga recensione pubblicata sul suo sito ha detto "Questo romanzo è una bomba, Catozzella è uno scrittore bravissimo. In questo libro ci racconta una storia, prende il personaggio da piccolo e lo porta fino a quando diventa adulto, e noi lo vediamo che si allontana e ci rimane quel magone bello alla fine dei romanzi belli". Benedetta Tobagi in un lungo articolo sul quotidiano La Repubblica ha scritto "La storia de 'Il grande futuro' ha il sapore di un'antica leggenda. Immergendoci in un mondo 'altro', ci aiuta a guardare, con occhi diversi, forse più aperti, alla nostra realtà." Il critico letterario Gian Paolo Serino ha definito il romanzo "un capolavoro assoluto. Un romanzo così accade una volta ogni 50 anni". Roberto Saviano ha scritto "'Il grande futuro' è un romanzo che non somiglia a nulla di quello che ho letto finora. È un romanzo scritto come leggenda, come una fiaba, ma ha la potenza che soltanto le storie vere possiedono. È questo il potere immenso della letteratura: rendere comprensibile la complessità del mondo in cui viviamo".

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8 FINE


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