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PubblicatoPasquale Renzi Modificato 6 anni fa
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11 MAGGIO 2018 VENERDÌ - VI SETTIMANA DI PASQUA UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Il Signore è veramente risorto, alleluia. SALMO 66 Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza. Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Il Signore è veramente risorto, alleluia.
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Inno Ecco il gran giorno di Dio, splendente di santa luce: nasce nel sangue di Cristo l'aurora di un mondo nuovo. Torna alla casa il prodigo, splende la luce al cieco; il buon ladrone graziato dissolve l'antica paura. Gli angeli guardano attoniti il supplizio della croce, da cui l'innocente e il reo salgono uniti al trionfo. O mistero insondabile dell'umana redenzione: morendo sopra il patibolo Cristo sconfigge la morte. Giorno di grandi prodigi! La colpa cerca il perdono, l'amore vince il timore, la morte dona la vita. Irradia sulla tua Chiesa la gioia pasquale, o Signore, unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo. Sia lode e onore a Cristo, vincitore della morte, al Padre e al Santo Spirito ora e nei secoli eterni. Amen.
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1^ Antifona Non punirmi, Signore, nel tuo sdegno, abbi pietà di me
1^ Antifona Non punirmi, Signore, nel tuo sdegno, abbi pietà di me. SALMO 37, (I) Implorazione del peccatore in estremo pericolo Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, ). Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, * non punirmi nella tua ira. Le tue frecce mi hanno trafitto, * su di me è scesa la tua mano. Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano, * nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati. Le mie iniquità hanno superato il mio capo, * come carico pesante mi hanno oppresso. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Non punirmi, Signore, nel tuo sdegno, abbi pietà di me.
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2^ Antifona Ogni mio desiderio è di fronte a te, o Signore, alleluia
2^ Antifona Ogni mio desiderio è di fronte a te, o Signore, alleluia. SALMO 37, (II) Implorazione in estremo pericolo Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, ). Putride e fetide sono le mie piaghe * a causa della mia stoltezza. Sono curvo e accasciato, * triste mi aggiro tutto il giorno. I miei fianchi sono torturati,* in me non c'è nulla di sano. Afflitto e sfinito all'estremo, * ruggisco per il fremito del mio cuore. Signore, davanti a te ogni mio desiderio * e il mio gemito a te non è nascosto. Palpita il mio cuore, † la forza mi abbandona, * si spegne la luce dei miei occhi. Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, * i miei vicini stanno a distanza. Tende lacci chi attenta alla mia vita, † trama insidie chi cerca la mia rovina * e tutto il giorno medita inganni. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Ogni mio desiderio è di fronte a te, o Signore, alleluia.
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3^ Antifona A te confesso la mia colpa; non abbandonarmi, Dio, mia salvezza, alleluia. SALMO 37, Implorazione del peccatore in estremo pericolo Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, ). Io, come un sordo, non ascolto † e come un muto non apro la bocca; * sono come un uomo che non sente e non risponde. In te spero, Signore; * tu mi risponderai, Signore Dio mio. Ho detto: «Di me non godano, contro di me non si vantino * quando il mio piede vacilla». Poiché io sto per cadere * e ho sempre dinanzi la mia pena. Ecco, confesso la mia colpa, * sono in ansia per il mio peccato. I miei nemici sono vivi e forti, * troppi mi odiano senza motivo, mi pagano il bene col male, * mi accusano perché cerco il bene. Non abbandonarmi, Signore, * Dio mio, da me non stare lontano; accorri in mio aiuto, * Signore, mia salvezza. Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona A te confesso la mia colpa; non abbandonarmi, Dio, mia salvezza, alleluia.
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V. Dio ci ha fatto rinascere a una speranza viva, alleluia R
V. Dio ci ha fatto rinascere a una speranza viva, alleluia R. in Cristo risorto dai morti, alleluia. Prima Lettura: Dalla prima lettera di san Giovanni, apostolo 3, La carità fraterna Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello eran giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Responsorio 1 Gv 3, R. Da questo abbiamo conosciuto l'amore di Dio: egli ha dato la sua vita per noi; * anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, alleluia. V. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli: R. anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, alleluia.
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Seconda Lettura: Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo (Tratt. 124, 5, 7; CCL 36, ) Le due vite La Chiesa conosce due vite che le sono state divinamente predicate ed affidate: una è nella fede l'altra nella visione; una nel tempo del pellegrinaggio, l'altra nell'eternità della dimora; una nella fatica, l'altra nel riposo; una lungo la via, l'altra nella patria; una nell'attività, l'altra nel premio della contemplazione. La prima vita è stata rappresentata dall'apostolo Pietro, la seconda da Giovanni. La vita terrena si svolge sino alla fine di questo mondo e trova la sua conclusione nell'aldilà; la vita celeste, nella sua fase perfetta, verrà dopo la fine di questo mondo, ma nell'eternità non avrà termine. Perciò il Signore dice a Pietro: «Seguimi» (Gv 21, 19); mentre di Giovanni dice: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi» (Gv 21, 22). Il significato della risposta di Gesù è il seguente: Tu seguimi nel tollerare i mali temporali. Lui rimanga in attesa fino a quando non ritornerò per concedere i beni eterni. O più chiaramente: Mi segua l'opera che, sul modello della mia passione, è già terminata. Rimanga in attesa, fino a quando non verrò a renderla totale, la contemplazione appena iniziata. Effettivamente chi accetta tutto santamente perseverando fino alla morte, segue Cristo. Invece la conoscenza di Cristo, prima di arrivare al suo culmine, deve attendere la sua venuta. Si tratta di due aspetti connessi con le due fasi dell'esistenza terrena e celeste del cristiano. Nella prima si sopportano i mali di questo mondo propri della terra dei morenti, nella seconda si vedranno i beni del Signore caratteristici della terra dei viventi. Ciò che il Signore dice: «Voglio che rimanga finché io venga» (Gv 21, 23), non significa fermarsi, arrestarsi, ma rimanere in attesa, perché la condizione significata da Giovanni non raggiungerà la sua pienezza adesso, bensì alla venuta di Cristo. Quello poi che è significato da Pietro, che ha ricevuto l'invito: «Tu seguimi» (Gv 21, 22), è qualcosa che va compiuto ora, altrimenti non si arriverà a ciò che si attende. Tuttavia nessuno osi dissociare questi due grandi apostoli. Tutti e due facevano ciò che significava Pietro. Tutti e due avrebbero conseguito quanto significava Giovanni. Sul piano del simbolo, Pietro seguiva, Giovanni restava in attesa.
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Seconda Lettura: Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo (Tratt. 124, 5, 7; CCL 36, ) Le due vite Sul piano della fede vissuta, tutti e due sopportavano le sofferenze presenti di questo misero mondo, tutti e due attendevano i beni futuri della beatitudine eterna. E questo atteggiamento lo riproducono non solo essi, ma tutta la Chiesa, Sposa di Cristo, tutta tesa da una parte a superare le prove di questo mondo e dall'altra a possedere la felicità della vita futura. Due vite dunque simboleggiate dai due apostoli Pietro e Giovanni, ognuno dei quali significa un tipo solo di vita, anche se tutti e due vissero la vita temporale nella fede e tutti e due avrebbero goduto l'altra vita nella visione. Pietro, primo degli apostoli, ha ricevuto le chiavi del Regno dei cieli. Con esse lega e scioglie i peccati di tutti i santi, congiunti inseparabilmente al corpo di Cristo (cfr. Mt 16, 19), ed indica ai fedeli la giusta rotta da seguire in questa vita agitata da tutte le tempeste. Invece Giovanni, l'evangelista, posò il capo sul petto di Cristo. Il gesto fa pensare al riposo dei santi, al riposo, che troveranno in quel seno pienamente riparato dai flutti e segreto, che è la vita beata. Però non solo Pietro lega e scioglie i peccati, ma tutta la Chiesa. Non solo Giovanni ha attinto dalla sorgente che era Cristo. Non solo lui gode del Verbo — che era in principio, Dio presso Dio — e di tutte le prerogative divine del Cristo. Non solo lui contempla tutte quelle realtà sublimi che si riferiscono alla Trinità divina e all'unità delle tre divine Persone. Non è solo lui il privilegiato che si sazia di quelle cose che si contemplano faccia a faccia nel regno celeste, dopo essere state viste come in uno specchio e in maniera confusa in questa terra (cfr. 1 Cor 13, 12). Non è solo lui che attinge tutti questi tesori dal petto di Cristo, ma a tutti è aperta dal Signore stesso la fonte del Vangelo, perché tutti in tutta la terra bevano, ognuno secondo la propria capacità. Responsorio R. Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, vi ristabilirà, * dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi, alleluia. V. Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risuscitata anche voi con Gesù, R. dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi, alleluia.
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Orazione Si compia in ogni luogo, Signore, con la predicazione del Vangelo, la salvezza acquistata dal sacrificio del Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga da lui, parola di verità, la vita nuova promessa a tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.
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