Paolucci, Signorini La storia in tasca

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Presentazione sul tema: "Paolucci, Signorini La storia in tasca"— Transcript della presentazione:

1 Paolucci, Signorini La storia in tasca
Dal Mille alla metà del Seicento Volume 3 12. Riforma protestante e riforma cattolica 13. Il Seicento: un’età di contrasti 14. Due modelli di Stato: assoluto e costituzionale 15. La rivoluzione scientifica del Seicento Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

2 Capitolo 13 Il Seicento: un’età di contrasti
Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

3 Il Seicento tra miseria e splendore
- I nobili possedevano la maggior parte delle proprietà terriere e godevano di molti privilegi: ad esempio, erano esentati dal pagamento di molte tasse, avevano diritto di ricoprire alte cariche militari ed ecclesiastiche, potevano portare la spada e tenere al loro servizio uomini armati. - C’erano fra i nobili grandi differenze. Alcuni, i nobili di sangue (o di spada), discendevano da famiglie di antica nobiltà. Altri avevano ottenuto il titolo nobiliare più di recente, per aver reso servizi allo Stato in qualità di giudici, governatori di province, fornitori di armi, o per aver prestato denaro ai sovrani, o infine per aver pagato profumatamente il titolo nobiliare. Questa aristocrazia di data recente era detta in Francia nobiltà di toga, dal nome del lungo mantello (la toga appunto) indossato dai giudici. - La nobiltà rappresentava tuttavia una percentuale minima della popolazione (non più dell’1% in Francia), mentre la stragrande maggioranza delle persone faceva parte del cosiddetto terzo stato. Appartenevano al terzo stato un piccolo numero di borghesi ricchi e colti (giudici, avvocati, finanzieri, grandi mercanti, imprenditori) e tutti quelli che per vivere avevano bisogno di esercitare un lavoro manuale, ad esempio contadini, artigiani, operai, manovali. - Nel Seicento il numero dei poveri non diminuì, anzi, per la maggior parte della popolazione europea, le condizioni di vita peggiorarono. Per tutto il secolo, e per la metà di quello successivo, si ripeterono annate di cattivi raccolti e carestie, che condannavano alla fame intere popolazioni. Periodicamente comparivano le epidemie, di peste soprattutto, ma anche di vaiolo, di tifo o di semplice influenza, altrettanto pericolose per le popolazioni sottonutrite. Nel Seicento, come nel Medioevo, si continuava a ritenere che la società fosse divisa in tre ordini o stati, fissati secondo una scala gerarchica e perciò immutabili. Essi erano il clero, la nobiltà e il cosiddetto terzo stato, che comprendeva tutto il rimanente della popolazione. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

4 Povertà e decadenza economica in Spagna e Germania
Verso il 1550 la Spagna era il paese più ricco d’Europa. Ma già nella seconda metà del secolo i re spagnoli si trovarono a corto di denaro, dovettero chiedere soldi ai banchieri di mezza Europa e, a volte, non furono nemmeno in grado di pagare i loro debiti. Anche l’Italia alla fine del XVI secolo entrò in una fase di decadenza. Così pure la Germania che pagò a caro prezzo il suo coinvolgimento nella guerra dei Trent’anni. - I nobili spagnoli disprezzavano il lavoro e consideravano umiliante investire denaro in attività produttive come l’agricoltura, l’artigianato, il commercio. Perciò, in Spagna, si produceva pochissimo e gran parte dell’oro e dell’argento americano veniva usato per acquistare all’estero grano, armi e articoli di lusso. Una enorme quantità di denaro era poi inghiottita dalle spese militari, rese necessarie dalle continue guerre. - L’Italia era specializzata nella produzione di merci di lusso (soprattutto tessuti) che erano di eccellente qualità ma costavano molto. Di questi articoli c’era sempre meno richiesta mentre andavano a ruba le stoffe inglesi e olandesi, meno raffinate ma più economiche. Per di più verso la fine del secolo i porti italiani cominciarono a subire la concorrenza dei porti sull’Atlantico. - Sull’Italia impoverita si abbatterono con estrema violenza anche carestie e pestilenze. Nel 1630 morì di peste un terzo della popolazione nell’Italia del centro e del nord; nel fu la volta del Regno di Napoli. - Fame, pestilenze e carestie erano spesso conseguenze della guerra. La gravissima epidemia di peste del , ad esempio, fu portata in Italia da truppe di Lanzichenecchi, scesi nella penisola nel corso della cosiddetta guerra dei Trent’anni. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

5 La guerra dei Trent’anni
Questo terribile conflitto infuriò dal 1618 al 1648 e ad esso presero parte quasi tutte le potenze europee. Da un lato si schierarono i sovrani cattolici: gli Asburgo d’Austria, il re di Spagna (anch’egli appartenente alla famiglia degli Asburgo) e i principi cattolici di Germania; dall’altro i principi protestanti tedeschi, la Danimarca, la Svezia, l’Olanda e infine anche la cattolica Francia, minacciata di accerchiamento, come ai tempi di Carlo V. - La guerra dei Trent’anni fu l’ultima delle guerre di religione: con essa il Cattolicesimo tentò di riconquistare i territori che aveva perduto al tempo della Riforma. - La guerra si concluse nel 1648 con la pace di Vestfalia che cambiò notevolmente l’aspetto politico dell’Europa . Gli Asburgo d’Austria perdettero di fatto ogni potere sugli stati tedeschi anche se, di nome, restarono imperatori. La Svizzera e l’Olanda furono definitivamente riconosciute indipendenti, mentre la Francia, che era la vincitrice dell’ultima fase della guerra, si impose come nuova potenza dominante in Europa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

6 Uno Stato in rapido sviluppo: la Repubblica d’Olanda
Nel Seicento il centro dell’economia europea si spostò dal Mediterraneo ai paesi bagnati dall’oceano Atlantico, cioè l’Olanda, ormai indipendente dal dominio spagnolo, l’Inghilterra e la Francia. L’Olanda, nella prima metà del Seicento, divenne la principale potenza commerciale del mondo e conquistò con rapidità sorprendente il predominio sui mari. - Il segreto del successo dell’Olanda derivò dalla riduzione al minimo, in ogni campo, dei costi necessari per la produzione, in modo da poter vendere a prezzi più bassi per conquistare più clienti. - I lunghi viaggi transoceanici erano pieni di rischi e nessun mercante poteva affrontarli da solo. Sorsero così in Olanda (come in Inghilterra e, un po’ più tardi, in Francia) grandi Compagnie commerciali di navigazione, i cui soci mettevano assieme i loro capitali. - Le Compagnie, protette dallo Stato, occupavano territori e fondavano colonie. Così la Compagnia olandese delle Indie orientali s’impadronì delle principali basi commerciali nel sud-est asiatico, cacciandovi i Portoghesi. Nell’Indonesia occupò vaste regioni e costrinse con metodi brutali le popolazioni indigene a coltivare i prodotti richiesti dall’Europa (spezie, caffè, cotone). - In America, dove operava la Compagnia delle Indie occidentali, gli Olandesi fondarono diverse colonie, fra cui quella di Nuova Amsterdam, sull’Atlantico. Nel 1664 però l’Olanda fu sconfitta dall’Inghilterra in una guerra sorta per motivi di rivalità commerciale e dovette cedere Nuova Amsterdam agli Inglesi, che la ribattezzarono New York. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

7 Le trasformazioni economiche dell’Inghilterra
- La trasformazione economica dell’Inghilterra iniziò alla fine del Cinquecento quando alcuni nobili di campagna cominciarono a impadronirsi delle terre comuni sfruttandole per produrre reddito. Inoltre nel Cinquecento il legno era diventato un materiale raro e costoso: si cominciò allora a usare il carbon fossile, un minerale di cui l’Inghilterra era ricca. Ma soprattutto il Paese, nella seconda metà del Seicento, cominciò a contendere all’Olanda il predominio sui mari. - Nell’America settentrionale,dove nel 1607 era già sorta la Virginia, nacquero presto altre colonie, fra cui la Nuova Inghilterra, la Pennsylvania e le due Caroline. Nelle isole delle Antille gli Inglesi si impadronirono delle Barbados – che divennero presto un covo di pirati – e tolsero la Giamaica agli Spagnoli, facendone il centro dei loro commerci nella zona. - Con la protezione della monarchia, la potente Compagnia inglese per le Indie orientali, inaugurò le sue prime sedi commerciali in India (Madras, Bombay, poi Calcutta), ponendo cosi le basi per la successiva conquista del continente indiano. - Londra, la sede della Compagnia, divenne, nel giro di pochi anni, il porto più importante dell’Inghilterra e rimase, per tutto il Settecento e l’Ottocento, il maggior centro economico e commerciale del mondo. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013

8 Paolucci, Signorini La storia in tasca
Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013


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