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Con il termine sistema s’intende l’oggetto di indagine.

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Presentazione sul tema: "Con il termine sistema s’intende l’oggetto di indagine."— Transcript della presentazione:

1 Con il termine sistema s’intende l’oggetto di indagine.
Tutto ciò che circonda il sistema costituisce l’ambiente

2 I sistemi aperti scambiano energia e materia con l’ambiente.

3 I sistemi chiusi scambiano con l’ambiente soltanto energia ma non materia.

4 I sistemi isolati non scambiano con l’ambiente né energia né materia.

5 Ep L’energia potenziale complessiva del sistema è data dalla somma di tutte le energie dei legami presenti nel sistema, ossia dall’energia chimica del sistema.

6 Se i nuovi legami contengono complessivamente una minore quantità di energia potenziale (energia chimica) rispetto ai legami dei prodotti, l’energia potenziale in eccesso si trasforma in energia cinetica, cioè in energia termica (calore), che il sistema cede all’ambiente: la reazione è esotermica. Se i nuovi legami contengono complessivamente una maggiore quantità di energia potenziale (energia chimica) rispetto ai legami dei prodotti, il sistema assorbe dall’ambiente energia termica (energia cinetica) che si trasforma in energia potenziale (di legame): la reazione è endotermica.

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8 E INTERNA (U) = E CINETICA + E POTENZIALE
L’energia cinetica di un sistema è la somma delle energie cinetiche delle molecole (particelle) costituenti il sistema ed è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta del sistema stesso e viene perciò definita energia termica. L’energia interna (U) di un sistema termodinamico è data dalla somma dell’energia cinetica e potenziale delle particelle che lo compongono: E INTERNA (U) = E CINETICA + E POTENZIALE

9 ENTALPIA La somma U + PV viene chiamata entalpia (indicata con la lettera H) o contenuto termico totale del sistema: H = U + PV L’entalpia è una funzione di stato di un sistema ed esprime la quantità di energia che esso può scambiare con l’ambiente. Con l’entalpia si tiene conto dell’energia delle particelle che formano il sistema ma anche dell’energia determinata dalla pressione e dal volume, espressa dal prodotto PV.

10 ΔH = H prodotti – H reagenti
ENTALPIA ΔH = H prodotti – H reagenti In base al calore trasferito nel corso di una reazione, possiamo dire che: • in una reazione esotermica il ΔH è negativo (ΔH < 0), perché coincide con il calore ceduto dal sistema, che viene indicato convenzionalmente con il segno –; • in una reazione endotermica il ΔH è positivo (ΔH > 0), perché coincide con il calore assorbito dal sistema, che viene indicato convenzionalmente con il segno +.

11 ENTROPIA Qualunque sistema tende spontaneamente verso lo stato di massimo disordine. La misura del disordine di un sistema è detta entropia, per cui possiamo affermare che: Qualunque sistema tende spontaneamente verso lo stato di massima entropia.

12 Considerato l’Universo un sistema isolato, deduciamo che:
tutti i processi spontanei producono un aumento di entropia dell’Universo. ΔS universo = ΔS sistema + ΔS ambiente > 0

13 L'entropia È una misura del “disordine” di un sistema fisico, legato alla disposizione più o meno regolare delle particelle (atomi e molecole) e alla struttura della materia. I tre stati di aggregazione della materia presentano uno stato di disordine diverso, come è possibile vedere dallo schema seguente:

14 ΔS = S prodotti – S reagenti
La fusione del ghiaccio ad acqua liquida e l’evaporazione del liquido avvengono con aumento di entropia, cioè con un aumento del disordine del sistema. In questi casi la variazione di entropia è positiva: ΔS > 0 Durante una reazione chimica si osserva una variazione del disordine (entropia) del sistema costituito dai reagenti e dai prodotti: ΔS = S prodotti – S reagenti

15 L’ENERGIA LIBERA Non tutte le trasformazioni chimiche avvengono spontaneamente: per prevedere il grado di spontaneità di un processo dobbiamo tener conto sia dell’entalpia H che dell’entropia S. La funzione energia libera di Gibbs, G, tiene conto di entrambi i fattori, che compaiono nella relazione: G = H – TS dove T è la temperatura assoluta a cui si verifica il processo. La variazione di energia libera ΔG è rappresentata dalla seguente equazione: ΔG = G prodotti – G reagenti = ΔH – T ΔS

16 SPONTANEITA’ DELLE REAZIONI
Una reazione chimica può procedere spontaneamente se l’energia libera dei prodotti è inferiore all’energia libera dei reagenti: ΔG reazione = (G prodotti – G reagenti) < 0 A seconda del valore assunto da ΔG, si possono presentare queste tre situazioni: • ΔG < 0 (l’energia libera si riduce nella reazione): la reazione è spontanea (esoergonica) • ΔG > 0 (l’energia libera aumenta nella reazione): la reazione non è spontanea (endoergonica) • ΔG = 0 (l’energia libera non varia durante la reazione): la reazione è all’equilibrio

17 SPONTANEITA’ DELLE REAZIONI
In un processo spontaneo l’energia libera G diminuisce (ΔG < 0): questo avviene quando nella relazione ΔG = ΔH – TΔS il termine ΔH risulterà in valore assoluto minore del valore assoluto del termine TΔS. In generale possiamo dire che ogni sistema tende spontaneamente verso la massima entropia (disordine) e la minima entalpia (energia), ma si possono verificare casi particolari

18 LA VELOCITÀ DI REAZIONE
La velocità di reazione è la variazione della concentrazione dei reagenti Δ[R], o dei prodotti Δ [P], nell’intervallo di tempo Δt.

19 Sperimentalmente si è potuto stabilire che la velocità della maggior parte delle reazioni chimiche dipende dalla concentrazione dei reagenti. La velocità di una reazione dipende da la natura dei reagenti; la temperatura; la superficie di contatto fra i reagenti; la presenza di catalizzatori.

20 La natura dei reagenti influisce sulla velocità di reazione nella misura in cui ogni sostanza ha una peculiare attitudine a trasformarsi in virtù delle proprietà chimiche e fisiche. Un aumento di temperatura aumenta la velocità di una trasformazione chimica. Quando i reagenti non sono nello stesso stato di aggregazione reagiscono tanto più velocemente quanto più è estesa la loro superficie di contatto. I catalizzatori sono sostanze che accelerano una reazione chimica senza entrarne a far parte e quindi senza consumarsi durante la reazione. I catalizzatori sono sostanze altamente specifiche che accelerano soltanto un tipo di reazione. I catalizzatori biologici sono gli enzimi, sostanze di natura proteica che rappresentano la classe a massima specificità.

21 La modalità principale per cui avvengono le trasformazioni chimiche viene spiegata attraverso la teoria degli urti Le molecole dei reagenti possono scambiarsi gli atomi e dare luogo ai prodotti solo se, urtandosi, vengono in reciproco contatto.

22 La teoria degli urti spiega quindi l’effetto della concentrazione sulla velocità di reazione: maggiore è la concentrazione, più possibilità hanno le molecole di urtarsi e quindi maggiori sono le probabilità che la reazione avvenga. Gli urti efficaci hanno: un’orientazione appropriata; energia sufficiente per dare luogo alla trasformazione. Gli urti efficaci rappresentano una piccola quantità rispetto agli urti totali.

23 Una reazione chimica può avvenire se il numero di urti è abbastanza elevato, se questi avvengono con l’orientamento corretto e se l’energia è sufficiente a portare gli atomi alla distanza di legame. Le molecole possono reagire in seguito a uno specifico aumento della loro energia potenziale che prende il nome di energia di attivazione. L’energia di attivazione è l’energia minima che occorre ai reagenti per rompere alcuni dei loro legami e per iniziare una reazione

24 Stato di transizione Lo stato di transizione è la fase della reazione in cui si stanno rompendo i legami dei reagenti e sono in via di formazione i legami tra le molecole dei prodotti, con la formazione di un composto intermedio detto complesso attivato.

25 Il dislivello energetico tra i reagenti e i prodotti corrisponde alla variazione di entalpia ΔH.

26 Il meccanismo di una reazione è la successione degli stadi, o reazioni elementari, attraverso cui i reagenti si trasformano in prodotti. Lo stadio più lento (stadio limitante) determina la velocità dell’intero processo e la sua equazione cinetica.

27 A -> P monomolecolare A + B -> P dimolecolare
La molecolarità di una reazione elementare indica il numero di molecole reagenti che vi partecipano. Sono più frequenti le reazioni monomolecolari e dimolecolari rispetto alle trimolecolari, che risultano rare per la scarsa probabilità che tre molecole si urtino contemporaneamente e in modo efficace. A -> P monomolecolare A + B -> P dimolecolare A + B+ C -> P trimolecolare

28 Un catalizzatore accelera una reazione perché ne abbassa il contenuto di energia di attivazione rispetto al percorso non catalizzato. I catalizzatori possono essere: omogenei se nella stessa fase dei reagenti e dei prodotti; eterogenei se in una fase diversa dei reagenti e dei prodotti.


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