LIBER SCRIPTUS Costantino Panza Pediatra di famiglia - ACP

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Presentazione sul tema: "LIBER SCRIPTUS Costantino Panza Pediatra di famiglia - ACP"— Transcript della presentazione:

1 LIBER SCRIPTUS Costantino Panza Pediatra di famiglia - ACP “Until I feared I would lose it, I never loved to read One does not love breathing.” Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro? (Da: Il buio oltre la siepe – Harper Lee) Heinrich Heine. - Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini. Almansor, v. 243f “Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen”

2 Stoner (1965) John Edward Williams (1922 – 1994)
Il viaggio come struttura narrativa La necessità di comprendere in un’immagine la dimensione del tempo assieme a quella dello spazio è all’origine della cartografia. Tempo come storia del passato…e tempo al futuro [….] La carta geografica insomma, anche se statica, presuppone un’idea narrativa, è concepita in funzione di un’itinerario, è Odissea (I. Calvino, Il viandante nella mappa) Il diario di Anna Frank (15 editori) La fattoria degli animali (rifiutato da T. Eliot) John Grisham (16 editori) Dr Seuss (27 editori) pronuncia Siuss JK Rowling (9 editori) Stephen King (30 editori)

3 adolescenza - studio - insegnamento
William Stoner adolescenza - studio - insegnamento morte

4 adolescenza - studio - insegnamento
genitori moglie figlia amante amico collega William Stoner adolescenza - studio - insegnamento morte

5 adolescenza - studio - insegnamento
genitori moglie figlia amante amico collega William Stoner adolescenza - studio - insegnamento morte Struttura della storia

6 adolescenza - studio - insegnamento
genitori moglie figlia amante amico collega William Stoner adolescenza - studio - insegnamento morte Struttura della storia racconto drammatizzazione Show, don't tell

7 “… cominciava a capire che [l’amore] non era né un’illusione né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata momento per momento, e giorno dopo giorno, dalla volontà, dall’intelligenza e dal cuore.“ “La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza. Era se stesso, e sapeva cosa era stato.” “Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!” Stranamente, l’aveva dato a ogni momento della sua vita, e forse l’aveva dato più pienamente proprio quando non si rendeva conto di farlo. Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo! Non riusciva a pensarsi come un vecchio. Quand’era giovanissimo, Stoner pensava che l’amore fosse uno stato assoluto dell’essere a cui un uomo, se fortunato, poteva avere il privilegio di accedere. Durante la maturità. L’aveva invece liquidato come il paradiso di una falsa religione, da contemplare con scettica ironia, soave e navigato disprezzo, e vergognosa nostalgia. Arrivato alla mezza età, cominciava a capire che [l’amore] non era né un’illusione né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata momento per momento, e giorno dopo giorno, dalla volontà, dall’intelligenza e dal cuore. La sua storia, la sua vita, era quella che voleva, quella che aveva scelto, oppure ha accolto il destino senza imporsi, ha subito gli eventi… Destino di cui siamo i protagonisti o i consumatori (oppure il destino ci consuma) Dare un senso alla propria vita e arrivare compiuti alla morte

8 Narratore in terza persona
Electrodermal Activity Questionario Narratore in terza persona immersion, transportation, mental imagery arousal, emotional response, mental workload, stratle Esame della conduttanza elettrica Conduttanza cutanea (che ha usato per essere conosciuta come la risposta galvanica della pelle) sta diventando uno degli strumenti di misura più comuni per il sistema nervoso autonomo, ….per il monitoraggio degli stati emotivi. Attrverso questa narrazione ho coinvolto i processi psicologici necessari per accedere alla esperienze soggettiva del personaggio (Reading Between the Lines: Finding Fundamental Themes in Fiction Pamela Hoffman. JOURNAL OF THE AMERICAN ACADEMY OF CHILD & ADOLESCENT PSYCHIATRY VOLUME 54 NUMBER 9 SEPTEMBER 2015) Hartung F, Burke M, Hagoort P, Willems RM. Taking Perspective: Personal Pronouns Affect Experiential Aspects of Literary Reading. PLoS One May 18;11(5):e

9 Literature, by James Koehnline
Perché abbiamo scelto questo romanzo, il romanzo perfetto (così hanno scritto): lo abbiamo scelto perché incarna, nella sua semplicità, l’essenza di una narrazione centrata sulla persona. Non siamo fatti di sola carne e sangue ma anche di parole che si uniscono a formare un racconto. Il valore della narrazione. Stiamo parlando di quello di cui siamo fatti, ossia delle parole che ci raccontano e non dagli organi che sono dentro di noi. Literature, by James Koehnline

10 ….si salva raccontando storie
Shahrazād ….si salva raccontando storie Le mille e una notte , X secolo

11 Lost Boys, Neverand “You see, I don’t know any stories. None of the lost boys knows any stories.” Peter invita Wendy all’isola che non c’è a raccontare storie ai bambini smarriti – molto ignoranti così che questi crescano James Matthew Barrie, Peter e Wendy (1911)

12 Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito […] Il libro é un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. Questo intrico di memoria individuale e collettiva allunga la nostra vita, sia pure all’indietro, e ci fa balenare davanti agli occhi della mente una promessa di immortalità. Una volta Valentino Bompiani aveva fatto circolare un motto: Un uomo che legge ne vale due. Detto da un editore potrebbe essere inteso solo come uno slogan indovinato, ma io penso significhi che la scrittura (in generale il linguaggio) allunga la vita. Sin dai tempi in cui la specie incominciava a emettere i suoi primi suoni significativi, le famiglie e le tribu' hanno avuto bisogno dei vecchi. Forse prima non servivano e venivano buttati quando non erano piu' buoni per la caccia. Ma con il linguaggio i vecchi sono diventati la memoria della specie: si sedevano nella caverna, attorno al fuoco, e raccontavano quello che era accaduto (o si diceva fosse accaduto, ecco la funzione dei miti) prima che i giovani fossero nati. Prima che si iniziasse a coltivare questa memoria sociale, l'uomo nasceva senza esperienza, non faceva in tempo a farsela, e moriva. Dopo, un giovane di vent'anni era come se ne avesse vissuti cinquemila. I fatti accaduti prima di lui, e quello che avevano imparato gli anziani, entravano a far parte della sua memoria. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all'analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) e' che lui sta vivendo e vivra' solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d'infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Priamo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant'Elena e ci ripetiamo, alla fine della fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade. A qualcuno tutto questo da' l'impressione che, appena nati, noi siamo gia' insopportabilmente anziani. Ma e' piu' decrepito l'analfabeta (di origine o di ritorno), che patisce arteriosclerosi sin da bambino, e non ricorda (perche' non sa) che cosa sia accaduto alle Idi di Marzo. Naturalmente potremmo ricordare anche menzogne, ma leggere aiuta anche a discriminare. Non conoscendo i torti degli altri l'analfabeta non conosce neppure i propri diritti. Il libro e' un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalita'. All'indietro (ahime') anziche' in avanti. Ma non si puo' avere tutto. Umberto Eco Estratto da ''Perche' i libri allungano la vita'' LA BUSTINA DI MINERVA, 1991). Umberto Eco, Perche' i libri allungano la vita. La bustina di minerva, 1991

13 Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito […] Il libro é un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. Questo intrico di memoria individuale e collettiva allunga la nostra vita, sia pure all’indietro, e ci fa balenare davanti agli occhi della mente una promessa di immortalità. Una volta Valentino Bompiani aveva fatto circolare un motto: Un uomo che legge ne vale due. Detto da un editore potrebbe essere inteso solo come uno slogan indovinato, ma io penso significhi che la scrittura (in generale il linguaggio) allunga la vita. Sin dai tempi in cui la specie incominciava a emettere i suoi primi suoni significativi, le famiglie e le tribu' hanno avuto bisogno dei vecchi. Forse prima non servivano e venivano buttati quando non erano piu' buoni per la caccia. Ma con il linguaggio i vecchi sono diventati la memoria della specie: si sedevano nella caverna, attorno al fuoco, e raccontavano quello che era accaduto (o si diceva fosse accaduto, ecco la funzione dei miti) prima che i giovani fossero nati. Prima che si iniziasse a coltivare questa memoria sociale, l'uomo nasceva senza esperienza, non faceva in tempo a farsela, e moriva. Dopo, un giovane di vent'anni era come se ne avesse vissuti cinquemila. I fatti accaduti prima di lui, e quello che avevano imparato gli anziani, entravano a far parte della sua memoria. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all'analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) e' che lui sta vivendo e vivra' solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d'infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Priamo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant'Elena e ci ripetiamo, alla fine della fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade. A qualcuno tutto questo da' l'impressione che, appena nati, noi siamo gia' insopportabilmente anziani. Ma e' piu' decrepito l'analfabeta (di origine o di ritorno), che patisce arteriosclerosi sin da bambino, e non ricorda (perche' non sa) che cosa sia accaduto alle Idi di Marzo. Naturalmente potremmo ricordare anche menzogne, ma leggere aiuta anche a discriminare. Non conoscendo i torti degli altri l'analfabeta non conosce neppure i propri diritti. Il libro e' un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalita'. All'indietro (ahime') anziche' in avanti. Ma non si puo' avere tutto. Umberto Eco Estratto da ''Perche' i libri allungano la vita'' LA BUSTINA DI MINERVA, 1991). All'indietro (ahimè) anziché in avanti. Ma non si può avere tutto. Umberto Eco, Perche' i libri allungano la vita. La bustina di minerva, 1991

14 Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito […] Il libro é un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. Cultura o Biologia? Una volta Valentino Bompiani aveva fatto circolare un motto: Un uomo che legge ne vale due. Detto da un editore potrebbe essere inteso solo come uno slogan indovinato, ma io penso significhi che la scrittura (in generale il linguaggio) allunga la vita. Sin dai tempi in cui la specie incominciava a emettere i suoi primi suoni significativi, le famiglie e le tribu' hanno avuto bisogno dei vecchi. Forse prima non servivano e venivano buttati quando non erano piu' buoni per la caccia. Ma con il linguaggio i vecchi sono diventati la memoria della specie: si sedevano nella caverna, attorno al fuoco, e raccontavano quello che era accaduto (o si diceva fosse accaduto, ecco la funzione dei miti) prima che i giovani fossero nati. Prima che si iniziasse a coltivare questa memoria sociale, l'uomo nasceva senza esperienza, non faceva in tempo a farsela, e moriva. Dopo, un giovane di vent'anni era come se ne avesse vissuti cinquemila. I fatti accaduti prima di lui, e quello che avevano imparato gli anziani, entravano a far parte della sua memoria. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all'analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) e' che lui sta vivendo e vivra' solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d'infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Priamo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant'Elena e ci ripetiamo, alla fine della fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade. A qualcuno tutto questo da' l'impressione che, appena nati, noi siamo gia' insopportabilmente anziani. Ma e' piu' decrepito l'analfabeta (di origine o di ritorno), che patisce arteriosclerosi sin da bambino, e non ricorda (perche' non sa) che cosa sia accaduto alle Idi di Marzo. Naturalmente potremmo ricordare anche menzogne, ma leggere aiuta anche a discriminare. Non conoscendo i torti degli altri l'analfabeta non conosce neppure i propri diritti. Il libro e' un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalita'. All'indietro (ahime') anziche' in avanti. Ma non si puo' avere tutto. Umberto Eco Estratto da ''Perche' i libri allungano la vita'' LA BUSTINA DI MINERVA, 1991).

15 Storyteller Chief Acts Out a Story to Bushman Children, Southern Kalahari Desert in Central Southern Africa. Nat Farbman, 1947

16 Narrazione come Universale umano
Capacità narrativa per la selezione sessuale Gioco cognitivo Apprendimento tramite l’esperienza di terzi Collante sociale Sogno Effetto collaterale (pennacchio evolutivo) Con il raffinato uso della metafora di cui Gould era maestro, il passaggio dalla potenzialità all’attualità di strutture che inizialmente erano effetti collaterali era stato esemplificato con i pennacchi di San Marco a Venezia, in un celeberrimo articolo del 1979. DE Brown, 1991, J. Gottschall, 2012; Janet Belsky 2009

17 Narrazione come Universale umano
Bambini - gioco di immedesimazione - gioco di finzione - situazioni problematiche FICTION Gioco sociale Gioco libero Con il raffinato uso della metafora di cui Gould era maestro, il passaggio dalla potenzialità all’attualità di strutture che inizialmente erano effetti collaterali era stato esemplificato con i pennacchi di San Marco a Venezia, in un celeberrimo articolo del 1979. DE Brown, 1991, J. Gottschall, 2012; Janet Belsky 2009

18 3-month-olds show a negativity bias in their social evaluations
Si utilizza la direzione dello sguardo come indicazione della preferenza A 3 mesi il bambino preferisce guardare chi aiuta o il neutro La sensibilità alla cattiveria è più potente ed emerge in modo più netto rispetto alla sensibilità alla bontà Hamlin JK, Wynn K, Bloom P. Three-month-olds show a negativity bias in their social evaluations. Dev Sci Nov;13(6):923-9

19 Nello sviluppo del bambino, la capacità di comprendere e di partecipare a una narrazione ha un ruolo sempre presente fin dalla più tenera età.

20 4 libri /uno x sett / 4v / diverse modalità / traccia scritta
La trama successione degli eventi I temi socio-cognitivi sentimenti, pensieri, intenzioni, desideri dei personaggi L’esperienza del bambino eventi vissuti dal bambino che avevano una correlazione con la storia Il bambino rilegge la storia il genitore diventa ascoltatore

21 ≠ gruppo di controllo (lettura senza training)
test standardizzati sulla trama del libro (vocabolario, struttura della storia, sequenza di eventi) temi socio-cognitivi causalità mentale intesa come stati mentali che spiegano particolari comportamenti termini mentali come emozioni, desideri verbi di cognizione corrispondenza con l’esperienza propria del bambino Migliorare le interazioni genitore-figlio condivisa lettura libro: Promuovere riferimenti a temi socio-cognitive trama del libro e D. Aram, Y. Fine, M. Ziv, Enhancing parent–child shared book reading interactions: Promoting references to the book's plot and socio-cognitive themes, Early Childhood Research Quarterly 2013;28(1),

22 Il racconto deve costruire contemporaneamente due scenari
Il primo è quello dell’azione, i cui ingredienti sono gli elementi costitutivi dell’azione stessa: agente, intenzione o scopo, situazione, disponibilità di strumenti, nonché qualcosa che funga da «grammatica del racconto». Jerome Bruner. Actual Mind, Possible Worlds. London Tr. It. La mente a più dimensioni. Bari 2003

23 Il racconto deve costruire contemporaneamente due scenari
Il primo è quello dell’azione, i cui ingredienti sono gli elementi costitutivi dell’azione stessa: agente, intenzione o scopo, situazione, disponibilità di strumenti, nonché qualcosa che funga da «grammatica del racconto». una Narrazione è composta da una particolare A)sequenza di eventi, stati mentali, avvenimenti che coinvolgono gli esseri umani come personaggi o come attori. Ma questi componenti non hanno una vita o significato propri. Il significato scaturisce dalla loro ubicazione nell’ambito generale dell’intera sequenza, la trama o fabula. L’atto di comprendere una narrazione è duplice: l’interprete deve coglierne la trama portante per poter capire il senso delle sue componenti, per metterlo poi in relazione con la trama. Ma la forma della trama deve, a sua volta, venire estratta dalla successione degli eventi Una seconda caratteristica della narrazione è che essa può essere B)«reale» o «immaginaria», senza che la sua forza come racconto abbia a soffrirne […] In altre parole, la sequenza delle frasi, piuttosto che la verità o la falsità di una qualsiasi di esse, è ciò che determina la configurazione o trama generale. Questa particolare sequenzialità è indispensabile perché un racconto sia significativo e perché la mente si organizzi in modo da coglierne il significato. […] Un’altra caratteristica essenziale della narrazione è la sua specifica capacità di stabilire legami tra C)l’eccezionale e l’ordinario […] La «negoziazione dei significati», che gli antropologi sociali o gli storici della cultura considerano essenziali per mantenere viva una cultura, può avvenire grazie alle strutture della narrazione deputate a trattare simultaneamente le categorie della canonicità e dell’eccezionalità. […] I racconti acquisiscono i loro significati in quanto spiegano in forma comprensibile le deviazioni dall’usuale, fornendo quella «logica impossibile»… D)aspetto teatrale – i racconti di buona fattura risultano composti da cinque elementi (di Burke): un attore, un’azione, uno scopo, una scena e uno strumento, e inoltre il problema. Il problema consiste nello squilibrio tra i cinque elementi La funzione del racconto è quella di trovare uno stato intenzionale che mitighi o almeno renda comprensibile una deviazione rispetto a un modello di cultura canonico A questo punto comincia ad apparire chiaro perché la narrazione è un veicolo così naturale per la psicologia popolare. Infatti la narrazione si occupa (a cominciare quasi dalle prime parole del bambino) del materiale dell’azione e dell’intenzionalità umana. Essa media tra il mondo canonico della cultura e il mondo più idiosicrasico delle credenze, dei desideri e delle speranze. Rende comprensibile l’elemento eccezionale e tiene a freno l’elemento misterioso, salvo quando l’ignoto sia necessario come traslato. Reitera le norme della società senza essere didattica, e fornisce una base per la retorica senza bisogno di un confronto dialettico. La narrazione può anche insegnare, conservare il ricordo o modificare il passato Jerome Bruner. Actual Mind, Possible Worlds. London Tr. It. La mente a più dimensioni. Bari 2003

24 Il racconto deve costruire contemporaneamente due scenari
L’altro scenario è quello della coscienza, dove di volta in volta emerge ciò che le persone coinvolte nell’azione sanno o non sanno, pensano o non pensano, sentono o non sentono. I due scenari sono entrambi essenziali e distinti l’uno dall’altro… Colpa, vergogna, onnipotenza, riparazione Per capire una narrazione bisogna capire le intenzioni e le aspettative dei personaggi (bruner, la cultura dell’educazione) Jerome Bruner. Actual Mind, Possible Worlds. London Tr. It. La mente a più dimensioni. Bari 2003

25 Narrazione come strumento della mente capace di creare significato
Pensiero paradigmatico (logico-scientifico) - spiegazione Pensiero narrativo - attribuisce un senso e significato al suo agire Non solo atto letterario, ma anche atto psicologico, sociologico e pedagogico. Narrazione come strumento della mente capace di creare significato P. paradigmatico: persegue l’ideale di un sistema descrittivo ed esplicativo formale e matematico. Esso ricorre alla categorizzazione o concettualizzazione, nonché alle operazioni mediante le quali le categorie si costituiscono, vengono elevate a simboli, idealizzate e poste in relazione tra loro in modo da costituire un sistema […] Il suo ambito è costituito non solo dalle realtà osservabili a cui si riferiscono i suoi asserti fondamentali, ma anche dall’insieme dei mondi possibili che si possono produrre logicamente e confrontare con le realtà osservabili; e ciò perché il pensiero paradigmatico è guidato da ipotesi basate su principi. P. narrativo: l’uso creativo di questo modo di pensare, quello narrativo, produce invece buoni racconti, drammi avvincenti e quadri storici credibili, sebbene non necessariamente “veri” Il pensiero narrativo si occupa delle intenzioni e delle azioni proprie dell’uomo o a lui affini, nonché delle vicissitudini e dei risultati che ne contrassegnano il corso. Il suo intento è quello di calare i propri prodigi atemporali entro le particolarità dell’esperienza e di situare l’esperienza nel tempo e nello spazio. Al contrario, il p. paradigmatico è teso a trascendere il particolare e a conseguire un senso di astrazione sempre più elevato. Paul Ricoeur sostiene che il pensiero narrativo scaturisce dall’interesse per la condizione umana per Bruner, la narrazione è il primo meccanismo per interpretare e conoscere, di cui si serve l’uomo nella sua esperienza di vita, e, attraverso essa, l’uomo attribuisce senso e significato al suo agire. Secondo l’Autore, le esperienze umane non rielaborate attraverso il pensiero narrativo, non producono conoscenze funzionali al vivere nel cont esto socioculturale ma rimangono eventi opachi, senza relazioni, privi di senso e di significato sul piano personale, culturale e sociale, non interpretabili in riferimento agli stati intenzionali dei loro protagonisti. La narrativa, intesa non solo come genere letterario, in questo specifico contesto, è considerata anche come atto psicologico, sociologico e pedagogico, come prodotto dell’atto di narrare. Solo attraverso la narrazione possiamo dare un senso all’esperienza umana Il bambino deve conoscere, avere dimestichezza con i miti, le storie, le fiabe popolari, i racconti tradizionali della sua o sue culture Sono quelli che strutturano e nutrono un’identità J. Bruner. The Culture of Education, Trad. it. La cultura dell'educazione, Milano,, 2000. J. Bruner. Actual Mind, Possible Worlds. London Tr. It. La mente a più dimensioni. Bari 2003

26 “Se è vero, come è vero, che ci preoccupiamo di quello che entra nello stomaco dei nostri bambini, non minore attenzione dobbiamo dedicare a quanto penetra nella loro mente” Ellen Handler Spitz, 1999

27 NpL per l’ADULTO Un romanzo di qualità ….un classico

28 Avrebbe semplicemente conosciuto un uomo che valeva la pena di conoscere. A questo serve la lettura dei classici. Il capolavoro si deve ai lettori, alla qualità del lettore. Lettore rigoroso, pieno di sottigliezza, di lentezza, di tempo e ingenuità armata. Soltanto lui può fare un capolavoro. Paul Valery «Un classico è qualcosa che ha alla base una situazione umana» Patricia Highsmith La grandezza di un classico spesso non sta neanche nelle risposte che sa darci. Al contrario, essa consiste più nelle domande nuove che sa porci, nella sua capacità di aprire nuovi spazi di riflessione, nuovi spazi di immaginazione teorica e pratica Massimo Rosati, Dall’introduzione a “Le forme elementari della vita religiosa” È questa la letteratura impegnata, una letteratura che t’impegna interamente, una letteratura in cui si viene talmente coinvolti che non soltanto la si vuole leggere, ma anche vivere (Kenzaburo Oe) Le parti migliori di un libro sono le spiegazioni omesse (Baudelaire) Classico è uno scrittore che ha parlato per noi. Proprio in virtù di questo “per”, e in virtù di questo “noi” che continuamente muta, “classico” non è il nome dell’immobilità e della perennità, ma il nome del mutamento e della metamorfosi: del non ancora compiuto, perché “classico è ciò che ha ancora da essere Osip Ėmil'evič Mandel'štam Umbero Eco , la bustina di Minerva - Di fronte ai classici

29 Letteratura di genere Il modo migliore di godersi la lettura è quello di mettersi in condizione di assoluto riposo intellettuale e interamente «affidarsi all’investigatore; alla sua eccezionale capacità di ricostruire un crimine e di raggiungerne l’autore» «nel romanzo poliziesco il lettore …accetta a priori, per pregiudizio, per convenzione, un ruolo di inferiorità e di passività intellettuale» Leonardo Sciascia, Breve storia del romanzo poliziesco, 1988

30 In ambulatorio: richiesta di colloquio per un problema
Conflitto? Futuro? Malattia? Protagonista (bambino) narrazione temporale

31 In ambulatorio: richiesta di colloquio per un problema
Conflitto? Futuro? Malattia? Protagonista (bambino) narrazione temporale climax Struttura di una storia conflitto esposizione risoluzione

32 morsicato da Brenno Montanari a scuola,
Lorenzo è molto solitario, si arrabbia quando un b. si avvicina e gli prende l'attrezzo che sta utilizzando. L'ambiente non lo stimola più. Il b. piange perchè non vuole andare a scuola, o cerca di svegliarsi tardi o prende delle scuse per non andarci. Il distacco al momento dell'ingresso a scuola è straziante anche per il papà. con la mamma è peggio. Non ha più stimoli a scuola, ora è stimolato solo dagli adulti. non vuole più riportare a scuola un peluche. Domanda: e le educatrici? "si dovrà integrare", ma la mamma risponde che il b. non può autointegrarsi ora, e non va forzato, ci abbiamo provato ad essere duri ma non ha ottenuto effetto. Altri b. della sezione non vogliono andare a scuola. Le educatrici della sc.mat somo meglio delle educatrici dell'asilo nido, ma c'è carenza di personale all'accoglienza dei bambini. La mamma ha chiesto al bambino se vuole cambiare scuola: la risposta è no. Papa'Ha degli scatti d'ira a casa con la mamma se si chiede di seguire una regola. (la mamma mi aveva detto che il b. ha molto senso di reponsabilità) Il b. dorme solo se c'è la mamma. Il b. ha fatto i dispetti a tutti un giorno.

33 bambino scuola Pollock The Key 1946
 Bimbo con i giocattoli, del , Renoir 

34 bambino scuola ?

35 primi mesi, asilo, lavoro, scuola
bambino scuola ? primi mesi, asilo, lavoro, scuola

36 primi mesi, asilo, lavoro, scuola
bambino scuola ? primi mesi, asilo, lavoro, scuola mamma

37 primi mesi, asilo, lavoro, scuola
bambino scuola ? primi mesi, asilo, lavoro, scuola mamma Pablo Picasso. Donna seduta appoggiata sui gomiti (Marie –Thérèse). 1939, olio su tela, cm. 92 x 73. Collezione del Museo Reina Sofía triade

38 Città ideale, dettaglio - Galleria Nazionale delle Marche, Urbino (1480 – 1490) Piero della Francesca? mediterranean landscape di Picasso 1952 Unica prospettiva

39 Molteplici prospettive
Città ideale, dettaglio - Galleria Nazionale delle Marche, Urbino (1480 – 1490) Piero della Francesca? mediterranean landscape di Picasso 1952 Unica prospettiva Molteplici prospettive

40 Abbiamo raccontato un corpo non attraverso la semeiotica dei segni e dei sintomi

41 Ma attraverso la parola vestita da narrazione che costrisce un corpo reale fatto di organi e pensiero

42 Negoziazione del significato
Fare significato Negoziazione del significato Tendenza alla transazione della nostra rappresentazione mentale del mondo (riempiendolo di significati) ma reagiamo al modo in cui il mondo viene rappresentato nella mente degli altri. Al di là dei metodi per creare una realtà secondo la scienza….viviamo la maggior parte della nostra vita in un mondo costruito secondo le regole e gli accorgimenti della narrativa In virtù di questa sensibilità formiamo una rappresentazione del mondo sia in base a quello che apprendiamo su di esso dagli altri, sia in base a una nostra risposta diretta agli eventi del mondo J. Bruner. The Culture of Education, Trad. it. La cultura dell'educazione, Milano,, 2000.

43 Non aver fretta ad arrivare alle conclusioni
Le sette regole dell’arte di ascoltare 1-     non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca 2-     quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. 3-     Se vuoi comprendere quel che un alltro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4-     Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale ed analogico. 5-     Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali ed irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. 6-     Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7-     Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé. Non aver fretta ad arrivare alle conclusioni Per riuscire a vedere il proprio punto di vista si deve cambiare prospettiva I segnali di nuovi mondi possibili sono quelli che si presentano alla coscienza come trascurabili, fastidiosi, irritanti perché incongruenti con le proprie certezze Marianella Sclavi. Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte. Milano 2003

44 Medicina narrativa

45 Medicina narrativa Con il termine di Medicina Narrativa (mutuato dall’inglese Narrative Medicine oppure Narrative based Medicine) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura).

46 Narrazione e semantica
Mastectomia radicale sec. Halsted alla radice completo, risolutivo, coerente William Halsted 1898, Umberto Veronesi 1981 Siddhartha Mukherjee, 2016

47 Umberto Veronesi e Gianni Bonadonna 1981
Bernard Fisher Umberto Veronesi e Gianni Bonadonna 1981 2002 Come dire: una narrazione (“radicale”) è più potente di una spiegazione Bonadonna, Gianni, et al. "Combination chemotherapy as an adjuvant treatment in operable breast cancer." New England Journal of Medicine 294.8 (1976): Fisher, Bernard, et al. "Comparison of radical mastectomy with alternative treatments for primary breast cancer: a first report of results from a prospective randomized clinical trial." Cancer 39.6 (1977): Veronesi, Umberto, et al. "Comparing radical mastectomy with quadrantectomy, axillary dissection, and radiotherapy in patients with small cancers of the breast." New England Journal of Medicine 305.1 (1981): 6-11.

48 “Narrative” e dintorni
Libri: occasioni per una buona lettura - Narrare l’immagine

49 Conclusioni Sviluppo del bambino e capacità narrative
NpL: - scelta dei libri di narrativa - istruzione dei genitori 3. Competenze narrative (umanistiche) del pediatra 4. Narrativa in clinica ambulatoriale (medicina narrativa) 2 scegliere i libri per il b. e anche per l’adulto riconoscendo il valore del libro come struttura narrativa 3. Abbiamo studiato un po’ di narrativologia? Le caratteristiche di un racconto? 4. Riconosciamo nella nostra pratica quando siamo di fronte a una narrazione? Ascoltiamo e decodifichiamo? Accogliamo una narrazione senza contestarne i significati, il senso che è stato riposto a quel mondo reale?

50 Ma non vi è alcun dubbio nella mia mente che, se noi avessimo scelto i nostri leader sulla base della loro esperienza di lettura e non per i loro programmi politici, ci sarebbe molto meno dolore sulla terra. Iosif Brodskij La letteratura non serve a salvare il mondo. Ma è il più formidabile «acceleratore della coscienza, del pensiero, della comprensione dell’universo» . Vorrei che, a salutarvi ci sia I B che nell’occasione del ritiro del premio nobel a stoccolma disse che gli sarebbe piaciuto che nel curiculum vitae dei politici ci fossero non solo le promesse elettorali ma i libri che aveva nellto. Io trasporterei questo pensiero sui curricola dei medici, dove, a fianco dei corsi di specializzazione e delle pubblicazioni effettuate ci fosse uno spazio sulle letture che hanno arricchito la mente di nuovi mondi possibili. Iosif Brodskij (premio Nobel 1987 letteratura) nel suo discorso a Stoccolma disse che sarebbe auspicabile scegliere i governanti in base alle loro letture piuttosto che ai programmi politici. Sosteneva anche che la letteratura non salva il mondo ma è un formidabile acceleratore della coscienza. ma non vi è alcun dubbio nella mia mente che, se ci fosse stata la scelta del nostro leader sulla base della loro esperienza di lettura e non i loro programmi politici, ci sarebbe molto meno dolore sulla terra but there is no doubt in my mind that, had we been choosing our leaders on the basis of their reading experience and not their political programs, there would be much less grief on earth sarebbe auspicabile scegliere i governanti in base alle loro letture piuttosto che ai programmi politici. Joseph Brodsky (1940 – 1996) - Nobel Lecture December 8, 1987

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