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“Accessus” alla Comedìa dantesca
“Mi accingerò, in veste di lector, a esporre sommariamente alcuni punti che servano come accessus dell’opera offerta.” [dall’Epistola XIII a Cangrande della Scala signore di Verona]
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“Incomincia la Comedìa di Dante Alighieri, fiorentino di nascita, non di costumi”.
“Per capire il titolo bisogna sapere che la parola comedìa deriva dalla parola comos che significa villaggio e oda che significa canto, per cui è come se fosse canto villareccio”. “Si diversifica dalla tragedìa per la materia: la comedìa inizia dalla narrazione di situazioni difficili, ma la sua materia finisce bene”.
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“Si tratta della parlata volgare che usano anche le donnette.”
“Tragedìa e comedìa si diversificano per il linguaggio che è alto e sublime nella tragedìa, dimesso e umile nella comedìa, come dice Orazio nella sua Poetica, quando dichiara che è permesso qualche volta agli scrittori di comedìe esprimersi come gli scrittori di tragedìe e viceversa”.
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“Significato polisemos”: lettera e allegoria
“E’ dunque il soggetto di tutta l’opera, se si prende alla lettera, lo stato delle anime dopo la morte […]. Ma se si considera l’opera sul piano allegorico, il soggetto è l’uomo in quanto, per meriti e demeriti acquisiti con libero arbitrio, ha conseguito premi e punizioni da parte della giustizia divina.”
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“Removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis”
“Si può dire in breve che il fine di tutta l’opera consiste nell’allontanare quelli che vivono in questa vita in uno stato di miseria e condurli a uno stato di felicità”. “Est morale negotium sive ethica”.
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“…per libertatem arbitrii”
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“I’ son Beatrice che ti faccio andare vegno del loco ove tornar disio; amor mi mosse, che mi fa parlare.” [Inf.II]
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