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La tessera d’identità di un MSF
P. Santiago Fdez. del Campo, msf Roma. Diciembre 2010
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1 Viene determinata dal pensiero del Fondatore, dalla nostra storia vissuta in fedeltà creativa e dalle nostre Costituzioni attuali. Un MSF è un consacrato al Dio Uno e Trino, che ci ha chiamato a seguire il suo Figlio, il missionario del Padre, al servizio della salvezza degli uomini e la collaborazione alla venuta del Regno. A. Siamo “uomini di Dio”, consacrati a Lui e al Vangelo del Regno Per noi la Buona Notizia dell’Amore di Dio, manifestato in Cristo, è il centro delle nostre vite. Con il nostro essere e fare vogliamo mostrare nostra passione per Dio, passione per Cristo, nelle ali dello Spirito.
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B.- Al servizio della salvezza degli uomini e la venuta del Regno
Al servizio di un uomo che sta lontano di Dio, o perché si è allontanato o perché mai ha sentito parlare di Lui. Un uomo che vede Dio come un rivale che non li permette realizzarsi, che non vuole la sua libertà ma la sua servitù... un Dio non necessario, un Dio che non interessa. Un uomo individualista, immanentista, razionalista, materialista e consumista, edonista... che solo è interessato per il suo benessere. A quest’uomo dobbiamo servire, a quest’uomo che ha tante cose positive. Con quest’uomo vogliamo noi MSF lavorare, con lui e per lui vogliamo manifestare la nostra passione per l’uomo, diffondere la Buona Novella dell’Amore di Cristo e costruire il Regno di Dio.
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In questa prospettiva vogliamo concretamente:
Essere presenza di Dio in questo mondo, manifestando il Dio Amore, il Dio di Gesù Cristo, che chiama l’uomo a sviluppare il meglio di se stesso, ed essere felice in questo mondo coltivando l’amore. con il nostro essere, con il nostro stile di vita ispirato dal Vangelo. Segnalare al mondo il “primato di Dio”, testimoniando: e con il nostro fare: servendo all’uomo che ha bisogno di noi. In obbedienza alla volontà di Dio: liberi per Dio Per questo professiamo i Voti: vogliamo seguire lo stile di vita di Cristo Mettendo quello che siamo ed abbiamo al servizio del Vangelo Con un amore fecondo e aperto a tutti gli uomini Ci mettiamo così, come persone libere e mature, con generosità, al servizio della Buona Novella, sapendo che c’è molta più gioia nel dare che nel ricevere e spendendo la nostra vita per amore al prossimo. Quest’è il nostro cammino per la felicità.
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Vocati(chiamati) per Dio e con-vocati in una Comunità
2 Vocati(chiamati) per Dio e con-vocati in una Comunità Essendo così una famiglia religiosa con gli altri che, come noi, hanno risposto alla chiamata del Signore Il rispetto e la stima mutua, l’obbedienza alla volontà di Dio, la pietà, la laboriosità, e lo spirito di semplicità e povertà della Famiglia di Nazareth sono i riferimenti essenziali nella nostra vita comunitaria. E questa vita di famiglia trova la sua ispirazione nella vita del focolare di Nazareth, nel quale Cristo, il missionario del Padre, era il centro “gli esempi della Sacra Famiglia –dice Berthier - sono il tesoro che io vi lascio come eredità”: nella meditazione dobbiamo andare a scoprire questo tesoro. Il nostro stile di vita come famiglia religiosa, ispirato a quella di Nazareth, deve essere una testimonianza per le famiglie attorno a noi. Un esempio di convivenza, rispetto e tolleranza.
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La vita semplice e amorosa di Nazareth ci prepara, come a Cristo, per il nostro lavoro: l’annunzio de la Buona Novella e la costruzione del Regno. Vogliamo andare a tutti gli allontanati, i quali il Signore vuole accanto a se Come figli dello spirito riconciliatore de La Salette, vogliamo portare agli uomini il messaggio della riconciliazione: in Cristo siamo stati riconciliati. La riconciliazione dell’uomo con se stesso e con gli altri per conformare la grande Famiglia dei Figli di Dio, già costruisce la civiltà dell’amore.
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Siamo una Congregazione Missionaria,
3 Siamo una Congregazione Missionaria, Intrepidi e valorosi, donati per intero alla diffusione della Buona Novella Persone di una grande qualità interiore. Nati nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia, nell’orazione e nel dialogo comunitario, per far fronte alle difficoltà della vita così ha voluto nostro Fondatore, lui voleva missionari: Con un profondo spirito ed uno stile nazareno. Amanti della vita semplice e del lavoro manuale Preoccupati per gli ultimi, i più semplici ed umili Nostra Congregazione si sente missionaria e si dichiara pronta per andare là dove il bisogno è più grande, lasciando le opere che già stanno funzionando e iniziare altre nuove. Vuole creare comunità cristiane, dove i laici siano animati di un grande spirito missionario Testimoniando intorno ad uno stile di vita umano e cristiano E soprattutto vuole che i MSF continuino a conservare lo spirito di famiglia religiosa E che sia stimolo per mantenere la fedeltà e l’impegno pastorale
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Il nostro lavoro missionario
4 Il nostro lavoro missionario Ci sentiamo profondamente Chiesa e collaboriamo con la Chiesa Locale Con l’impronta propria MSF in nostra pastorale, con nostri accenti specifici A La dimensione missionaria Tutti sappiamo che la Chiesa esiste per evangelizzare Nella ‘nuova evangelizzazione’ o ‘ad gentes’ vogliamo formare comunità cristiane missionarie: Laici compromessi, testimoni del Vangelo e al servizio dei suoi fratelli Appassionati per Dio, consacrati a Lui, nostra vita deve parlare di Dio Tutta la nostra vita è missionaria: cioè dalla nostra attività al servizio del vangelo ma sopratutto dal nostro profondo essere e sentirci missionari Appassionati per l’umanità: siamo al servizio degli altri Ma quando per causa de l’età o la malattia non possiamo prestare un servizio attivo, non per questo finisce la nostra missione: in parole del nostro Superiore Generale “la missione continua sempre”, non finisce mai.
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“In comunione” con la comunità MSF soprattutto
“In comunione” con la comunità MSF soprattutto. E in nostro lavoro con la Chiesa Locale, con il Vescovo, i presbiteri, le comunità religiose, gli agenti di pastorale... Come Gesù, andiamo ai più piccoli, a quelli che hanno bisogno di noi, a quelli che non si sentono amati, con gioia di fare questo lavoro, come diceva Berthier. L’opzione preferenziale per i poveri ha già un’entità nella Chiesa. Sempre sono nuovi poveri e nuove forme di povertà... Niente più bello di lavorare per far ritornare all’uomo la sua dignità di figlio di Dio, in modo che viva nell’amore e dall’amore. Giovanni Paolo II parlò di nuovi poveri, nuove forme di povertà ed anche di nuovi areopaghi, dove sviluppare la nostra missione. È importante che pensiamo e riflettiamo su questi due concetti: chi sono i poveri nelle comunità dove lavoriamo e che hanno bisogno della nostra attenzione, e quali sono i nuovi areopaghi che devono attrarre la nostra attenzione.
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B Collaboratori per la nostra missione
Secondo lo spirito del Fondatore è il nostro compito suscitare vocazioni per la messe ed aiutare ad arrivare a buon porto i chiamati. Già abbiamo parlato della vocazione dei Laici e i suoi servizi-ministeri laicali nella sua comunità o ‘ad gentes’ Ci occupiamo anche delle vocazioni consacrate per la nostra Famiglia Religiosa o altre comunità, in più in questo tempo di scarsità vocazionale. Per questo lavoriamo in modo speziale con i giovani e stiamo a loro fianco affermando la loro fede e stimolandoli perché mettano con generosità le loro qualità e il loro idealismo al servizio degli altri. Questo è un tema che coinvolge tutti, e non soltanto gli animatori vocazionali.
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C L’attenzione alle famiglie
P. Berthier ci ha mostrato la sua preoccupazione per tutti e per ognuno dei membri della famiglia. “La pastorale della famiglia è allo stesso tempo pastorale vocazionale”. Delle nostre Costituzioni ci deriva chiaro che la pastorale familiare è un’espressione del nostro carisma missionario. Benedetto XVI, dice: “La famiglia occupa un luogo prioritario nell’educazione della persona: é una vera scuola d’umanità e di valori perenni”. Del messaggio del Cap. Gen a tutti i MSF: “Tutte le Provincie devono prestare una grande attenzione alla Pastorale Familiare. Si devono preparare più specialisti, e allo stesso tempo dobbiamo impegnarci tutti in quest’attività” Nella nostra attività pastorale, vogliamo attuare con apertura, vicinanza ed accoglienza a tutte le famiglie: quelle che sono ben strutturate e quelle altre “che sono lontane”, che soffrono per la loro situazione irregolare. A quest’ultime li offriamo tutta la nostra comprensione ed appoggio.
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“Come prima scuola di vita e di fede, come chiesa domestica, è chiamata ad educare le nuove generazioni nei valori umani e cristiani” Benedetto XVI. Vogliamo nella nostra attività pastorale appoggiare e stimolare le famiglie, che siano vere comunità di vita e amore, nelle quali Dio sia il centro. Con il suo stile di vita irradieranno alle altre famiglie. Appoggiamo i movimenti matrimoniali - familiari, diamo attenzione alla dimensione familiare della pastorale sacramentale, della pastorale liturgica orientata alle famiglie. Diamo attenzione caritativa alle famiglie bisognose, e in modo particolare, alle famiglie in difficoltà: creando, nel modo possibile, Centri di Orientazione Familiari. Tutto questo richiede una cura speziale nelle nostre comunità MSF: nominare responsabili, formare i confratelli, collaborando con le diocesi... Sarebbe molto conveniente che in tutte le nostre comunità e parrocchie si offra un “programma di minimi” in pastorale familiare.
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Alcune osservazioni finali
5 Alcune osservazioni finali Considerare la centralità della nostra “consacrazione”: dopo la nostra donazione in libertà e responsabilità siamo in cammino alla nostra maturazione personale, Cristo configura ogni giorno la nostra vita nell’ascolto della sua Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia, nella meditazione personale ed nel dialogo comunitario. Le Costituzioni sono una magnifica e ricca fonte dove dobbiamo tornare frequentemente per riflettere e meditare sul nostro essere e fare come MSF. La collaborazione con le Chiese Locali non deve eludere la nostra specificità pastorale, sopratutto per la sua attualità: missioni, gioventù-vocazione, famiglia. Penso che dobbiamo ricuperare con un linguaggio attuale cosa significa oggi “la salvezza”: “siamo al servizio della salvezza degli uomini...” C. 1 Dobbiamo riflettere chi sono oggi “gli allontanati” intorno a noi, oggetto preferenziale della nostra attività pastorale qui ed oggi.
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La fedeltà creativa in progresso ispirata nel nostro Fondatore:
Insistiamo nel coltivare la vita comunitaria sottomettendo ad essa il nostro lavoro pastorale, e non al rovescio. Mettiamo l’accento sulla missione e collaborazione dei Laici Vogliamo continuare nello spirito del Fondatore con una vita semplice-nazarena e coltivando il lavoro manuale. La fedeltà creativa in progresso ispirata nel nostro Fondatore: Nell’attuale situazione delle antiche Provincie, dobbiamo insistere che a prescindere della vecchiaia e la carenza di vocazioni, la missione continua. Vogliamo accentuare nella nostra attività pastorale il nostro specifico: lavoro missionario, la pastorale familiare, la pastorale vocazionale. Desideriamo che la nostra vita come famiglia religiosa sia esempio per quelli che vivono intorno a noi
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Sfide nella nostra Congregazione oggi
6 Sfide nella nostra Congregazione oggi 1.- Le comunità di Europa: dovuto alle mancanze delle vocazioni, la vecchiaia dei membri, il processo di malattia... Sono entrate in un processo di riposo -delusione, che porta a guardare eccessivamente dentro: concentrandosi sopratutto nella sopravivenza, e la cura degli anziani e malati. Cosi pensano che non possano fare niente più. La decrescita delle risorse tanto di persone come economici, il dimenticare che una volta erano numerosi missionari creative e generatori di Provincie nuove porta a pensare: “siamo arrivati alla fine”. Ma si deve ricordare che “la missione continua”, come ricorda sempre nostro Generale, il P. Edmondo Michalski. Siamo una congregazione Internazionale, non tutto finisce con le nostre frontiere. Nostre Costituzioni affermano che il principale di tutto è l’essere, sentirsi missionari: con nostro corpo anziano, impedito o malato, con nostra preghiera, con nostro stile di vita... Forse noi stessi o i nostri confratelli hanno contribuito a creare nuove Provincie, dove i giovani, i nostri figli e fratelli, continuano portando avanti lo spirito MSF. Questo è per noi un sano orgoglio e una grande gioia. Le nostre nuove esperienze: le comunità internazionali di St Jean de Bournay o Santa Cruz en Bolivia, hanno cominciato uno stile nuovo di lavoro e non sappiamo, dove ci può portare. Anche si aprono nuove missioni: Amazzonia, Mozambico...
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2. Le comunità e Provincie giovani
Le comunità e Provincie giovani, da altra parte, devono essere anche generatori di vita nuova e missione, devono apportare gioventù e vitalità, nuova vita alla Congregazione. Devono essere adesso comunità missionarie nella fiducia di che la sfida missionaria se a corta distanza significa disperdersi, il frutto a lunga distanza può diventare molto positivo. 3. Collaborazione e cooperazione Dobbiamo creare la tendenza a una sempre più grande collaborazione e cooperazione tra le Provincie, specialmente nel campo della formazione: noviziato, scolasticato... Forse, verso il futuro, potrebbe pensarsi in una “agruppazione” o integrazione delle Provincie, specialmente quelle con una lingua e cultura simile.
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4. La comunicazione La comunicazione: ogni volta che si realizza una riunione internazionale, ci rendiamo conto del problema della lingua: non esiste una lingua ufficiale comune al livello di Congregazione. C’è un tema che richiede la nostra attenzione. Anche il tema della comunicazione, le notizie al livello congregazionale. Il Cap. Gen ha preso come argomento a sviluppare la comunicazione ed ha preparato una persona per portare avanti il tema. I risultati stanno alla vista. Penso che sarebbe molto meglio che questo tema non ricadesse soltanto su una sola persona, ma su un’equipe. Oggi i media permettono di lavorare insieme, anche nelle distanze. 5. Finalmente c’è il tema della struttura del Governo Generale: la carta sulla Congregazionalità ha messo di manifesto il problema. Sarà arrivato il momento di cambiare la struttura del governo generale?
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Uno sguardo pieno di speranza
7 Uno sguardo pieno di speranza Davanti alla perdita di significatività sociale, del numero, anche del prestigio... dobbiamo fare il cammino della kenosis: per scoprire che nella debolezza e nella fragilità della vita troviamo la forza del Signore: “la mia potenza si esprime nella debolezza” (2Co 12,10) Ci manca anche autostima: abbiamo una grande storia per ricordare, e una grande storia per costruire (JPII) ... ma anche siamo portatori di valori necessari per l’uomo di tutto tempo Dobbiamo riscoprire il valore del piccolo, molto importante nel Vangelo: il piccolo seme, il lievito nella massa, la vita nascosta di Nazareth Al livello personale è fondamentale che la nostra sia una vita piena di fede, ed un continuo ritornare a quel momento del primo amore (Apoc 2,4), un continuo innamorarmi della mia vocazione MSF, della mia decisione di rispondere alla chiamata di Gesù. Confidare, avere fiducia, in Lui per chi tutto è possibile. La nostra deve essere una vita fraterna testimoniante e gioiosa, compromessa con Dio e l’umanità, superando la tentazione della delusione e la disperazione. Il nostro stile di vita deve essere una proposta alternativa per quest’uomo di oggi. Come MSF, con la nostra vita familiare, comunitaria e con i valori nazareni, dobbiamo essere testimoni: “Una lettera di Cristo”: vergata non con inchiostro, ma con lo Spirito di Dio, non su tavole di pietra ma con cuori di carne (2Co 3,3) E coltivare la dimensione mistica (dialettica tra l’essere ed il fare, Marta e Maria): l’uomo di oggi aspetta la nostra esperienza di Dio, non una parola su Dio. JPII parlava di diventare “scuole di spiritualità”.
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