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PubblicatoLuzia Cipriano Castelhano Modificato 5 anni fa
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Evoluzione sociale e modernità: prospettive macrosociologiche
Cap. IV Evoluzione sociale e modernità: prospettive macrosociologiche
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Jürgen Habermas (1929-)
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Habermas suddivide le formazioni sociali nelle seguenti categorie: 1
Habermas suddivide le formazioni sociali nelle seguenti categorie: 1. Società primitive: sono assimilabili a quelle tribali secondo Marx; 2. Società tradizionali: includono sia le società antiche che le società feudali; 3. Società capitaliste liberali: rispondo al capitalismo del diciannovesimo secolo studiato da Marx: 4. Società capitaliste organizzate: sono quelle tipiche dell’Occidente contemporaneo; 5. Società post-capitaliste: sono costituite dai sistemi socialisti di stato, caratterizzati dal controllo dei mezzi di produzione da parte dell’élite politiche
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Evoluzione e crisi L’evoluzione sociale è il risultato di crisi o contraddizioni interne a un sistema dato. Nei sistemi sociali, si creano problemi di governabilità che possono rendere il sistema ingovernabile. In particolare, si possono creare conflitti di legittimazione, ovverosia di riconoscimento della validità di un ordinamento politico.
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Nella fase storica del capitalismo liberale (XIX° secolo), la legittimazione delle società deriva dall’ideologia del libero scambio di mercato e della capacità di auto-regolazione del mercato stesso. Tuttavia, tale tipo di legittimazione implica che qualunque fluttuazione economica (crisi economiche, fasi di recessione, ecc.) possa innescare una crisi e minacciare l’integrazione sociale. La consapevolezza che l’ideologia del libero mercato è fallace (in quanto, il libero mercato crea diseguaglianze economiche e rappresenta una forma di potere istituzionalizzato) innesca una transizione dal capitalismo liberale al capitalismo organizzato
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Capitalismo organizzato
Alla base, due mutamenti: Il declino del capitalismo concorrenziale, in favore della formazione di oligopoli Il riemergere dello Stato, che riacquista un ruolo di regolamentazione sul mercato, nel tentativo di stabilizzare il ciclo economico, e di redistribuzione della ricchezza, attraverso investimenti nell’istruzione, nelle infrastrutture, nei servizi sociali, nella ricerca, ecc. Il profitto e l’«appropriazione privata di plusvalore» restano elementi centrali e rappresentano elementi di continuità tra capitalismo liberale e organizzato
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La forma di legittimazione del capitalismo è la democrazia formale
La forma di legittimazione del capitalismo è la democrazia formale. La democrazia formale non può implicare una partecipazione reale dei cittadini, i quali diventerebbero altrimenti consapevoli delle contraddizioni insite nel sistema capitalistico. Tuttavia, anche il capitalismo organizzato è continuamente esposto a crisi di legittimazione: Ad es. nel processo di globalizzazione dei flussi finanziari e della produzione di beni, gli stati-nazione perdono progressivamente la capacità di controllare l’economia
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La razionalizzazione del MONDO VITALE
Il concetto di MONDO VITALE fa riferimento al mondo della vita quotidiana. Esso comprende le interazioni sociali, comunicative e la produzione di significato che le persone condividono in un determinato spazio sociale. Nelle società contemporanee, i mondi vitali sono sempre più esposti al processo di razionalizzazione. Il mondo vitale non è dato per scontato, ma le persone pretendono che le cose siano spiegate in termini di principi generali. Ad es. se nelle società tribali, tutti accettavano che un certo membro del gruppo esercitasse il potere, oggi pretendiamo che quel potere sia legittimato attraverso meccanismi e azioni razionali
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Razionalizzazione della comunicazione nei mondi vitali
In particolare, Habermas è interessato alla comunicazione interpersonale che si svolge all’interno dei mondi vitali. Quando le persone interagiscono con gli altri, sono razionalmente motivate a conseguire una comunicazione libera e aperta, orientata alla comprensione reciproca. Per ottenere il consenso tra gli attori sociali, dovrebbero essere utilizzati metodi razionali; il consenso potrebbe essere raggiunto appena fosse adottata la migliore argomentazione
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Mondi vitali / Sistema Sistema sociale Mondo vitale
Produce integrazione sistemica Tende alla DIFFERENZIAZIONE Mondo vitale Produce integrazione sociale Tende alla RAZIONALIZZAZIONE
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Mondi vitali / Sistema Nel processo di evoluzione delle società, si moltiplicano le istituzioni (come i mercati, i governi, le organizzazioni, ecc.), che costituiscono il sistema sociale. Le persone, dunque, possono interagire senza condividere lo stesso mondo vitale. Il sistema è radicato nel mondo vitale, ma sviluppa strutture autonome, come lo Stato, l’economia, il sistema giuridico, ecc. più queste strutture si sviluppano, più si distinguono e si separano dal mondo vitale.
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Mondi vitali / Sistema Nelle società contemporanee, mondi vitali e sistema sociale (e, quindi, integrazione sistemica e integrazione sociale) sono, dunque, due entità separate. Al contrario, nelle società primitive/tribali, le due forme di integrazione sono interconnesse (ad es. l’autorità del capo- tribù che è legittimata dal proprio carisma, dal fatto di essere il cacciatore o il guerriero più forte o per aver ereditato il potere dalla famiglia, ecc.). Nelle società odierne, non si riconosce legittimità e potere alle persone per tradizione («si è sempre fatto così», «è il volere degli dei», ecc.), ma le persone di affidano a principi generali e norme astratte.
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Mondi vitali / Sistema Le strutture che compongono il sistema sociale tendono alla DIFFERENZIAZIONE, vale a dire che diventano più autosufficienti e complesse. Aumenta, di conseguenza, il loro potere di dirigere e controllare ciò che trapela dal mondo vitale. La conseguenza è che il sistema finisce per «colonizzare», ovverosia per imporsi al mondo vitale. Ad es. l’individualismo competitivo che caratterizza il libero mercato può arrivare a distruggere la struttura familiare.
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Teoria dell’agire comunicativo
L’agire comunicativo è un tipo di interazione sociale orientata alla comprensione reciproca e non al raggiungimento di uno scopo. Concetto centrale: SITUAZIONE DISCORSIVA IDEALE È la comunicazione libera e aperta (nel mondo vitale), svincolata da qualsiasi influenza che possa distorcere la discussione. In particolare modo, è libera dal potere. È una condizione in cui a vincere è l’argomentazione migliore e non quella sostenuta dall’individuo o dal gruppo più influente. L’argomentazione migliore, ad esempio, può basarsi si fonda sul maggior numero di prove ed è costruita nel modo più convincente. Le persone sono in grado di mettersi d’accordo sulle «norme procedurali», ovverosia sui modi di procedere e discutere.
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Anthony Giddens (1938-) Uno dei più influenti sociologi contemporanei
Nasce in Gran Bretagna Ha insegnato sociologia presso la Cambridge University Nel 1997 è stato nominato direttore della presigiosa London School of Economics È stato consigliere del primo ministro inglese Tony Blair
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Teoria della strutturazione
I concetti centrali nella teoria della strutturazione sono STRUTTURA e DUALITÀ DELLA STRUTTURA La STRUTTURA è l’insieme delle proprietà strutturanti (regole e risorse) che conferiscono a pratiche sociali simili una forma sistematica. La struttura è ciò che consente alle pratiche sociali di esistere nel tempo e nello spazio. La struttura, a sua volta, è resa possibile dall’esistenza di regole e risorse. Dunque, la struttura po’ essere vincolante rispetto all’azione; tuttavia, la struttura non pone soltanto dei vincoli all’azione, ma stimola l’azione stessa. Le strutture, spesso, permettono agli agenti di fare cose che essi altrimenti non sarebbero stati in grado di fare
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Teoria della strutturazione
La teoria della strutturazione si basa sull’idea che attori sociali e strutture rappresentino una DUALITÀ (non un dualismo). Attori sociali e strutture non sono indipendenti l’uno dall’altro, bensì sono intrecciati a tal punto che nel momento stesso in cui gli individui agiscono, essi producono e riproducono le strutture entro cui si trovano ad agire. Struttura e azione sono una dualità: nessuna delle due può esistere senza l’altra. L’attore sociale, agendo, ricrea le pratiche e le istituzioni che, a loro volta, vincolano quelle azioni, ma nello stesso tempo le trasformano
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La modernità avanzata Le società contemporanee attraversano una fase di modernità avanzata. Ciò che, in particolare, distingue le società del passato da quelle odierne è che le prime erano basate sulla comunicazione diretta. Nelle società tribali e pre-letterate, organizzate sulla comunicazione orale, le proprietà strutturali dominanti erano la tradizione e i legami di parentela. Nelle società divise in classi, tradizione e parentela restano elementi importanti, ma si separano dalle sfere della politica e dell’economia. Nelle società moderne, la scrittura e l’urbanizzazione emergono come caratteri distintivi. La scrittura permette di aumentare il grado di distanza spazio-temporale, così come la città, la quale permette una distanza spazio- temporale nettamente superiore a quella delle società tribali.
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La modernità avanzata: disembedding
Nella modernità avanzata, la tradizione viene sostituita dai sistemi esperti. I sistemi esperti creano disembedding (sradicamento, distacco). Infatti, i sistemi esperti (vale a dire, l’insieme delle tecnologie che permettono le nostre azioni) sono sempre più svincolate dal tempo, dallo spazio e dal controllo dei singoli individui, ai quali non resta che fidarsi di essi. Le persone che vivono nella contemporaneità sono costrette a sviluppare un senso di fiducia nei sistemi esperti (ad es. abbiamo fiducia che la medicina operi avendo come unica finalità la salute della popolazione; abbiamo fiducia che l’aereo su cui viaggiamo non cadrà).
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La modernità avanzata: disembedding
Tuttavia, la conoscenza dei sistemi esperti è continuamente perfezionata e può essere modificata. Più in generale, tutti gli aspetti della vita sociale e del mondo fisico possono essere sottoposti a revisione, alla luce di nuove informazioni. Questo genera un senso di precarietà e di incertezza nella società tardo- moderna. Gli attori sociali sono chiamati ad un continuo «sforzo riflessivamente organizzato»; ovverosia, la perdita della tradizione ha come conseguenza il fatto che gli individui debbano costantemente prendere decisioni sul proprio stile di vita, sulle relazioni con gli altri, sulla propria identità. La riflessività che gli attori sociali possono applicare alla loro vita quotidiana fa sì che essi abbiamo consapevolezza che tutto è suscettibile di un riesame, di una revisione o modifica.
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La modernità avanzata: rischio
La riflessività porta le persone a provare un forte senso di insicurezza, perché esse sono sempre più consapevoli dei rischi che le circondano. Le idee di Giddens sul rischio sono state influenzate da altri autori, tra cui in particolare dal sociologo tedesco Ulrich Beck. Beck sostiene che il rischio sia un concetto fondamentale per comprendere le società contemporanee, non tanto perché i rischi siano aumentati rispetto al passato, ma perché l’idea del rischio è alla base del modo in cui le persone comuni e gli esperti concepiscono ed organizzano il mondo sociale. La società è oggi definita dal rischio e dai modi in cui questo può essere prevenuto, minimizzato o canalizzato. Beck fa riferimento soprattutto ai rischi prodotti dal processo di industrializzazione, vale a dire ai rischi connessi all’inquinamento ambientale. Ciò che caratterizza i rischi odierni è il fatto che essi potenzialmente non hanno limiti di tempo e spazio. Ad esempio, un incidente nucleare come quello avvenuto nel 1986 a Chernobyl non ha colpito soltanto l’area geografica attorno all’impianto nucleare, ma ha riguardato una larga parte del mondo. Inoltre, le conseguenze si sono protratte nel tempo (alcune zone ancora oggi non sono abitabili perché contaminate dalle radiazioni).
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