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La Seconda guerra mondiale
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Le cause determinanti Germania in Europa centrale
L’ordine di Versailles Le conseguenze di medio periodo della crisi economica mondiale aggressività degli stati a regime dittatoriale che rivendicano un ruolo egemone: Germania in Europa centrale Italia nel Mediterraneo, Giappone in Estremo Oriente
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Le aree di espansione egemonica
Le alleanze tre le potenze aggressive Le aree di espansione egemonica 1936: asse Roma-Berlino 1939: Patto d’acciaio Giappone 1936: patto anti-Komintern Germania Italia A guerra iniziata il legame tra le tre potenze si chiude il 27 settembre 1940 con il Patto tripartito (Giappone-Germania-Italia) per l’instaurazione di un “nuovo ordine mondiale”
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Le aggressioni territoriali dei regimi che sottoscriveranno il “patto tripartito”
1 sett. 1939 dal 1931 1935 1939 1938 dal 1937 1939 1936 Etiopia
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La catena delle aggressioni di Hitler
: la rimilitarizzazione della Renania 1935 l’annessione della Saar per plebiscito Marzo 1938: Anschluss, annessione dell’Austria settembre 1938: annessione dei territori Sudeti Marzo 1939: protettorato di Boemia e Moravia 1° settembre 1939 23 agosto 1939: Patto Molotov-Ribbentrop (Patto di non aggressione Germania-Russia) 1° settembre: invasione della Polonia
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LE ORIGINI Marzo 1939: la distruzione dello Stato cecoslovacco determina una svolta nell’atteggiamento delle potenze occidentali che abbandonano la politica dell’appeasement Hitler rivendica il possesso di Danzica e il diritto di passaggio attraverso il «corridoio» che univa la città al territorio polacco Aprile 1939: l’Italia occupa l’Albania, base per un’ulteriore penetrazione nei Balcani Winston Churchill (succeduto a Neville Chamberlain nel 1940, nel ruolo di primo ministro inglese) diventa fautore di una linea intransigente: «Vorrei dire alla Camera, come ho detto a coloro che hanno accettato di far parte di questo Governo: «non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lagrime e sudore». Abbiamo di fronte a noi un cimitero dei più penosi. Abbiamo di fronte a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza. Se chiedete quale sia la nostra politica risponderò: di muover guerra, per terra, mare e aria, con tutto il nostro potere e con tutta la forza che Dio ci dà, di muover guerra contro una mostruosa tirannia, mai superata nell’oscuro deplorevole elenco dei delitti umani. Questa è la nostra politica. Se chiedete quale sia il nostro obiettivo vi rispondo con una parola: la vittoria, la vittoria ad ogni costo, la vittoria malgrado ogni terrore, la vittoria per quanto lunga ed aspra possa essere la via; perché senza vittoria non vi è sopravvivenza.» (W. Churchill, Discorso alla Camera dei Comuni, 13 Maggio 1940)
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LE ORIGINI Maggio 1939: Patto d’Acciaio fra Italia e Germania: se una delle due parti si fosse trovata impegnata in un conflitto (anche in veste di aggressore) l’altra sarebbe stata obbligata a scendere in campo al suo fianco Agosto 1939: Patto Ribentropp-Molotov: accordo fra due regimi ideologicamente contrapposti che si spiega come gesto di spregiudicato realismo in quanto evitava il rischio, per la Germania, di dover affrontare una guerra su due fronti e, per l’Urss, di vedersi scaricare dagli occidentali l’aggressività tedesca sui propri territori Vi era allegato un Protocollo segreto che definiva le rispettive zone di influenza nell’Europa orientale , assegnando all’Urss la parte orientale della Polonia, gran parte delle Repubbliche baltiche e la Bessarabia (attuale Moldavia) 1 Settembre 1939: le truppe tedesche attaccano la Polonia 3 Settembre: Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania L’Italia proclama la sua «non belligeranza» (astensione dal conflitto, ma non neutralità) Rispetto alla Grande guerra si accentua ulteriormente il carattere totale della guerra: lo scontro ideologico tra i due schieramenti risulta più aspro e radicale e più ampia la mobilitazione dei cittadini; vengono utilizzate nuove tecniche di guerra e nuove armi, con conseguenza ancor più tragiche sulle popolazioni degli stati coinvolti.
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Il primo anno di guerra in Europa
1 settembre 1939: Hitler invade la Polonia 17 settembre 1939: Stalin invade la Polonia; il 30 Novembre attacca la Finlandia Aprile 1940: La Germania invade Danimarca e Norvegia Maggio 1940: invasione della Francia
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LA DISTRUZIONE DELLA POLONIA E L’OFFENSIVA AL NORD
Campagna di Polonia: applicazione della guerra-lampo (Blitzkrieg), metodo di guerra basato sull’uso congiunto dell’aviazione e delle forze corazzate, a cui viene affidato il peso principale dell’attacco. L’impiego su vasta scala di carri armati e autoblindo e il loro raggruppamento in speciali reparti «meccanizzati» rendono di nuovo possibile la guerra di movimento, consentendo di impadronirsi in pochi giorni di vasti territori, tagliando fuori gli eserciti nemici dalle loro fonti di rifornimento All’inizio di Ottobre cessa ogni resistenza da parte dell’esercito polacco ; Varsavia era stata semidistrutta dai bombardamenti e i russi si erano impadroniti della parte orientale della Polonia (Patto Molotov-Ribbentrop) Tedeschi e russi impongono spietati regimi di occupazione (massacro di oltre 4000 ufficiali polacchi, per opera dei sovietici, i cui corpi verranno ritrovati nel ‘43 dai tedeschi in fosse comuni nella foresta di Katyn) La guerra ad Occidente, invece, rimane come congelata: drôle de guerre (strana guerra o guerra per finta) che consente ai tedeschi di riorganizzarsi, mentre i soldati francesi attendono l’iniziativa del nemico illudendosi che la Linea Maginot (linea difensiva lunga 400 Km, tra il confine con il Lussemburgo e quello svizzero; prende il nome da André Maginot, politico francese ideatore del progetto) possa proteggerli. I francesi compiono una serie di errori fatali dovuti ad una concezione statica della guerra, eredità del primo conflitto mondiale, e ad una certa resistenza all’idea di impegnarsi in una nuova guerra mondiale.
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LA CADUTA DELLA FRANCIA
30 Novembre 1939: l’Urss attacca la Finlandia , colpevole di aver rifiutato alcune rettifiche di confine Marzo 1940: anche se i soldati finlandesi si battono con abilità e coraggio, alla fine la Finlandia deve cedere alle richieste sovietiche, ma mantiene la sua indipendenza 9 aprile 1940: attacco tedesco alla Danimarca (che si arrende immediatamente) ed alla Norvegia, che oppone una certa resistenza, ma dovrà, comunque, cedere all’avanzata dell’esercito tedesco; Hitler voleva controllare il Mare del Nord ed il rifornimento di ferro che attraverso la Norvegia giungeva alla Germania dalla Svezia 10 Maggio 1940: attacco tedesco alla Francia; come nel 1914, l’esercito tedesco viola la neutralità del Belgio e, questa volta, anche quella dell’Olanda e del Lussemburgo; dopo aver attraversato la foresta delle Ardenne (che i francesi ritenevano invalicabili dai carri armati) i mezzi corazzati tedeschi sfondano le linee nemiche presso Sedan e puntano verso il mare, chiudendo in una sacca molti reparti francesi e belgi e l’intero corpo di spedizione inglese 29 Maggio-4 Giugno: reimbarco nel porto di Dunkerque (grazie ad un momentaneo rallentamento dell’offensiva) del grosso delle truppe britanniche e di alcuni soldati belgi e francesi 14 giugno: i tedeschi entrano a Parigi, mentre interminabili colonne di profughi si riversano verso Sud
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LA CADUTA DELLA FRANCIA: CONSEGUENZE
Cade il governo presieduto da Paul Reynaud e diventa presidente del Consiglio il maresciallo, di destra, ottantaquattrenne Philippe Pétain, che si occupa dell’armistizio, firmato il 22 giugno, a Rethondes, presso Compiégne nello stesso vagone ferroviario in cui nel Novembre del 1918 la delegazione tedesca era stata costretta a piegarsi al Diktat dei vincitori di allora (volontà di riscatto dell’umiliazione subita) La Francia viene divisa in due territori: il governo conserva la sua sovranità nella zona centro-meridionale del Paese (con capitale Vichy), dove darà vita ad un regime collaborazionista, presieduto da Pétain; il resto della Francia resta sotto la dominazione tedesca Fine della Terza repubblica (nata nel 1870, dopo la caduta dell’impero di Napoleone III)
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L’ITALIA IN GUERRA Di fronte al crollo della Francia attaccata dai tedeschi Mussolini, allettato dalla prospettiva di una facile vittoria ( in privato, parlò di «qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo della pace») riesce a piegare la resistenza di alcuni settori della classe dirigente e quella dell’opinione pubblica 10 Giugno 1940: dal balcone di palazzo Venezia a Roma il duce annuncia l’entrata in guerra dell’Italia L’offensiva sulle Alpi, contro un avversario praticamente già sconfitto si risolve, però, in una grande prova di inefficienza: 4 divisioni francesi sbarrano il passo a 28 divisioni italiane e riescono a difendere il loro terreno, con 37 morti contro 631 italiani Settembre 1940: Attacco italiano nell’Africa settentrionale contro le forze inglesi in Egitto; l’esercito italiano deve arrestarsi per l’insufficienza dei mezzi corazzati; Mussolini rifiuta, inizialmente, l’intervento tedesco, illudendosi di poter condurre una «guerra parallela» a quella della Germania nazista
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L’ITALIA IN GUERRA Ottobre 1940: l’esercito italiano, muovendo dall’Albania, attacca la Grecia Alla fine di Novembre i Greci passano al contrattacco e gli italiani sono costretti a ripiegare in territorio albanese e a schierarsi sulla difensiva Primo duro colpo all’immagine guerriera del regime fascista (disorganizzazione, carenza di equipaggiamento invernale, fenomeni di sbandamento fra le truppe) Il capo di stato maggiore Badoglio è costretto alle dimissioni Dicembre 1940: gli inglesi passano al contrattacco in Africa e conquistano la Cirenaica (parte orientale della Libia) Mussolini è costretto ad accettare l’aiuto dei tedeschi, equipaggiati con moderni mezzi corazzati e comandati dal generale Erwin Rommel che in Aprile porta a termine la riconquista della Cirenaica 6 Aprile 1941: gli inglesi occupano Addis Abeba (capitale dell’Etiopia) e restaurano sul trono il negus Hailé Selassié, ponendo fine all’impero italiano in Africa orientale Aprile 1941: Jugoslavia e Grecia vengono travolte dall’attacco congiunto delle truppe tedesche e italiane
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1939-41: l’Europa dominata da Hitler
Luglio - settembre 1940: “battaglia d’Inghilterra : l’Europa dominata da Hitler Nei primi due anni di guerra la Germania in Europa e il Giappone in Estremo oriente avanzano su tutti i fronti. Alla fine del 1941 l’Europa è quasi completamente dominata da Hitler. L’ingresso nella guerra dell’Italia il 10 giugno 1940 apre nuovi fronti di guerra nei Balcani e in Africa; ma l’esercito italiano, mal equipaggiato, non riesce a risolvere a proprio favore le operazioni militari, cosa che induce Hitler a intervenire direttamente in Iugoslavia e in Africa. Aprile 1941: invasione della Iugoslavia 22 giugno 1941: “Operazione Barbarossa”
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LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA
Winston Churchill il 18 Giugno 1940 dichiara alla camera dei Comuni: «La battaglia di Francia è finita. Ora mi aspetto che cominci la battaglia d’Inghilterra» Inizio di Luglio 1940: Hitler avvia il progetto per l’invasione dell’Inghilterra (operazione Leone marino) Si tratta della prima grande battaglia aerea della storia, finalizzata a compensare la superiorità navale della Gran Bretagna Per tre mesi circa l’aviazione tedesca (Luftwaffe) effettua incursioni contro obiettivi militari e centri industriali, bombardando ripetutamente Londra, ma gli aerei da caccia della Royal Air Force (Raf), dotati di un sistema di informazione e avvistamento radar, riescono a tenerle testa All’inizio dell’autunno l’operazione «Leone marino» viene rimandata a tempo indeterminato Spifire inglesi Bombardiere Heinkel He 111
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ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: OPERAZIONE BARBAROSSA
22 Giugno 1941: inizia l’offensiva tedesca contro l’Urss su un fronte lungo 1600 Km dal Baltico al Mar Nero Lo scontro ideologico si semplifica e si radicalizza con il venir meno dell’anomala intesa fra nazismo e comunismo sovietico I sovietici vengono colti di sorpresa ed i tedeschi riescono a penetrare a Nord, verso Leningrado, al centro, verso Mosca e al sud, verso l’Ucraina In tre mesi di guerra-lampo i tedeschi occupano le repubbliche baltiche, gran parte dell’Ucraina , la Bielorussa; si impadroniscono di un terzo dei territori coltivati, di un terzo della produzione di grano, del 50% del carbone, del 60% del ferro e dell’acciaio Sbandamento dell’Armata rossa: impreparazione militare, debolezza degli alti comandi (falcidiati dalle purghe staliniane) errori tattici causarono, già in autunno, 3 milioni di soldati russi morti o feriti e altrettanti fatti prigionieri Mussolini invia un corpo di spedizione italiano (Csir: corpo di spedizione italiano in Russia, raggiunto, nel 1942, dall’Armir: armata italiana in Russia) per partecipare alla crociata antibolscevica Attingendo ad un serbatoio umano pressoché inesauribile e riorganizzando la produzione industriale nelle regioni ad est del Volga l’Urss riesce, però, a compensare le spaventose perdite di uomini e mezzi
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ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: OPERAZIONE BARBAROSSA
La guerra-lampo si trasforma in guerra di usura e l’esercito tedesco rimane immobilizzato nelle pianure russe dove dovrà affrontare il rigido inverno e l’accanita resistenza dei russi Soldati italiani Soldati russi marciano verso Leningrado Soldati tedeschi tentano di sbloccare dalla neve un panzer IV D Donne russe scavano fossati anticarro
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IMMAGINI DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA CONDOTTA, IN SUCCESIONE DAL
Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, spesso abbreviato come CSIR, e l'8ª Armata Italiana in Russia, o ARMIR, furono le Grandi Unità del Regio Esercito impegnate, in successione, sul fronte orientale tra il luglio del 1941 e il febbraio del La partecipazione alla guerra contro l'Unione Sovietica rappresentò uno sforzo notevole per le forze armate italiane, già duramente impegnate nei Balcani e in Africa settentrionale. IMMAGINI DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA CONDOTTA, IN SUCCESIONE DAL
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ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: PRODUZIONE DI GUERRA
«Le tenaglie corazzate che accerchiarono e stritolarono le armate sovietiche nella Russia occidentale nei mesi di giugno, luglio e agosto 1941, erano strumenti di guerra in grado di assicurare il successo in battaglia che il mondo non aveva mai visto prima, ma non erano strumenti per una vittoria totale. Anche se annientarono uno dei principali strumenti bellici dell’Urss, le sue difese mobilitate in prima linea, non riuscirono a distruggere le sue risorse industriali nelle province europee. E anche mentre i panzer erano in marcia, un Soviet dell’Evacuazione, diretto dall’esperto economico A.I. Mikoyan, stava letteralmente strappando le fabbriche dalla loro direttrice d’avanzata, caricando macchinari, scorte e operai su linee ferroviarie sovraccariche, e trasferendo tutto ad est, verso nuove località al di là della portata dei carri armati tedeschi. Il trasferimento strategico dell’industria era cominciato molto prima della guerra, nello sforzo di portare la produzione della nuova zona industriale e di materie prima al di là degli Urali allo stesso livello dei centri tradizionali intorno a Mosca, Leningrado, Kiev e del bacino del Donetz. […] L’operazione Barbarossa provocò «una seconda rivoluzione industriale» nella Russia sovietica. […] Nei primi tre mesi del conflitto, la rete ferroviaria sovietica, mentre trasportava verso ovest tre milioni e mezzo di soldati, riportò verso est gli impianti di fabbriche da rimettere in funzione negli Urali (455 stabilimenti) nella Siberia occidentale (210) nella regione del Volga (200) nel Kazakistan e nell’Asia centrale (più di 250). […] Questo inizio della «seconda rivoluzione industriale sovietica fu la notizia peggiore per la Wehrmacht […]» (John Keegan, La seconda guerra mondiale Una storia militare)
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Il “nuovo ordine” nazi-fascista in Europa
Grande Germania: popoli di lingua tedesca Paesi satelliti (es. Italia e Ungheria) Territori di importanza strategica amministrati comandi militari (Francia Nord) commissari del Reich (Polonia) Stati amici autonomi (Croazia e Francia del Sud) Slavi: “razza inferiore”, sottomessi come schiavi per lavorare nelle industrie del Reich eliminati se inabili Ebrei e zingari, considerati “non uomini”, devono essere eliminati
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Il “nuovo ordine” in Estremo Oriente
In estremo Oriente il Giappone intensifica la sua guerra di espansione sulle coste asiatiche del Pacifico che già aveva ripreso dal 1931 7 dicembre 1941: i giapponesi attaccano la base americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii
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INTERVENTO DEGLI STATI UNITI
Marzo 1941: gli Stati Uniti di Roosevelt approvano la Legge Affitti e Prestiti, che consentiva la fornitura di materiale bellico a condizioni molto favorevoli a quegli stati la cui difesa fosse considerata vitale per gli interessi americani 14 Agosto 1941: incontro tra Roosevelt e Churchill a largo dell’isola di Terranova per firmare la Carta atlantica, documento in otto punti (quasi una riedizione dei Quattordici punti di Wilson) Luglio 1941: i giapponesi invadono l’Indocina francese (approfittando della sconfitta della Francia); Stati Uniti e Gran Bretagna decretano il blocco delle esportazioni (embargo commerciale) verso il Giappone L’impero asiatico, industrialmente avanzato, ma povero di materie prime, dominato da correnti belliciste, sceglie la via della guerra 7 Dicembre 1941: l’aviazione giapponese attacca la flotta statunitense ancorata a Pearl Harbor, nelle Hawaii Il 7 Dicembre era domenica e gli ufficiali avevano il permesso di dormire a terra, mentre gli equipaggi godevano di una veglia posticipata; inoltre, dall’Ottobre 1941 si trovavano in stato d’allerta permanente, ma, proprio il protrarsi del periodo di preallarme, aveva finito per ridurre l’effettiva prontezza di reazione; così il «giorno dell’infamia» come lo avrebbe definito poco dopo Roosevelt divenne uno dei più devastanti attacchi di sorpresa della storia
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OFFENSIVA GIAPPONESE NEL PACIFICO
«Otto navi da guerra vengono danneggiate o affondate, e così altre sette navi. Il 90 % delle forze aeree e di superficie degli Stati Uniti nella zona fu immobilizzato o distrutto. Altri attacchi vennero sferrati simultaneamente contro obiettivi nelle isole Wake, Guam e Midway, nelle Filippine e a Hong Kong, tutti con pari successo, e poco dopo furono assaliti e affondati in alto mare una nave da guerra e un incrociatore britannico provenienti da Singapore» (W.G. Beasley, Storia del Giappone moderno) Maggio 1942: i giapponesi controllano le Filippine (strappate agli Usa) la Malesia e la Birmania britanniche, l’Indonesia olandese, e sono in grado di minacciare l’Australia e l’India Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl Harbor (11 Dicembre 1941) Germania e Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti e rinnovano il Patto tripartito Il conflitto, a questo punto, diviene veramente mondiale Tra Dicembre 1941 e Gennaio 1942: Conferenza di Washington in cui le 26 nazioni in guerra contro Germania, Italia e Giappone sottoscrivono il Patto delle Nazioni Unite: i contraenti si impegnano a tener fede ai principi della Carta atlantica, a combattere le potenze fasciste, a non concludere armistizi e paci separate
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14 agosto 1941 Roosevelt e Churchill sottoscrivono la
Inghilterra USA e URSS contro il dominio il “nuovo ordine” definito dal patto tripartito 14 agosto Roosevelt e Churchill sottoscrivono la Carta atlantica Non ricercare conquiste territoriali “Distruggere la tirannia nazista” Garantire un ordine mondiale democratico basato: Sul principio di autodeterminazione dei popoli Libertà dei commerci e dei mari Rinuncia all’uso della forza nei rapporti fra stati Cooperazione internazionale Costituzione di una organizzazione internazionale di pace L’URSS, aggredita da Hitler, è ammessa a usufruire degli aiuti economici e militari statunitensi
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1942-43 il capovolgimento dei fronti
6 giugno 1944: sbarco in Normandia Armata Rossa avanzata Gennaio 1942 Inghilterra, USA, URSS e Cina sottoscrivono l’Alleanza delle Nazioni unite 9 luglio 1943: le truppe anglo americane congiuntesi in Tunisia sbarcano in Sicilia Gli eventi che capovolgono le sorti della guerra in Europa: ottobre 1942: El Alamein novembre 1942: sbarco americano in Marocco e Algeria novembre febbraio 1943: Stalingrado
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1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA Le prime sconfitte giapponesi
Maggio-Giugno 1942: gli americani fermano la spinta offensiva dei giapponesi nel Pacifico con le due battaglie del Mar dei Coralli e delle isole Midway, a ovest delle Hawaii Sono le prime battaglie in cui le navi si combattono a distanza, bombardandosi a vicenda con gli apparecchi che decollavano dalle portaerei Febbraio 1943: i marines conquistano l’isola di Guadalcanal e i giapponesi, da questo momento, si limitano a difendere le posizioni raggiunte
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1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA
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1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA La battaglia di Stalingrado
Agosto 1942: i tedeschi danno inizio all’assedio di Stalingrado sul Volga Novembre 1942: dopo durissimi combattimenti casa per casa, i russi contrattaccano sui fianchi dello schieramento nemico e chiudono i tedeschi in una morsa Hitler non autorizza la ritirata e sacrifica un’intera armata che, all’inizio di febbraio è costretta ad arrendersi Nell’inverno ’42-’43: le forze dell’Asse vengono decimate e l’Armata italiana in gran parte distrutta Soldati sovietici tra le rovine di Stalingrado Prigionieri tedeschi in marcia verso i campi di raccolta
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1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA La battaglia di El Alamein
Fine Ottobre 1942: il generale britannico Montgomery lancia la controffensiva nel deserto del Nord Africa, dove il contingente italo-tedesco del generale Rommel era arrivato ad El-Alamein, ad 80 Km da Alessandria Primi di Novembre: gli italo-tedeschi perdono la battaglia e iniziano la ritirata, che li costringerà a ripercorrere a ritroso tutto il litorale libico fino alla Tunisia Novembre 1942: un contingente anglo-americano sbarca in Algeria e in Marocco, stringendo le forze dell’Asse in una tenaglia Gennaio 1943: Conferenza di Casablanca, in Marocco: contro la volontà di Stalin, che desiderava attaccare subito l’Europa del Nord per allentare la pressione sull’Urss, prevale la posizione inglese e si pianifica l’attacco dell’Italia, considerata da Churchill il «ventre molle dell’Asse», sia per la sua vicinanza alla Tunisia, dove si trovavano le basi aereonavali alleate, sia per la crisi politico-militare in cui versava il regime fascista. Inoltre, viene individuato come obiettivo quello della resa incondizionata della Germania, fino alla vittoria totale, senza patteggiamenti di sorta con i tedeschi ed i loro alleati.
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L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
Marzo 1943: grandi scioperi operai scoppiano a Torino per poi dilagare nei principali centri industriali del Nord, sintomo del diffuso disagio popolare legato al caro-vita, ai disagi alimentari, agli effetti dei bombardamenti aerei alleati (inverno ‘42-’43) 12 Giugno 1943: gli anglo-americani sbarcano nell’isola di Pantelleria 10 Luglio ‘43: gli alleati sbarcano in Sicilia e in poche settimane si impadroniscono dell’isola; la popolazione non oppone alcuna resistenza e spesso li accoglie come liberatori Notte tra il 24 e il 25 Luglio 1943: un ordine del giorno presentato da Dino Grandi invita il re a riassumere le sue funzioni di comandante supremo delle forze armate, manifestando un’esplicita sfiducia nei confronti del duce 25 Luglio: Mussolini viene convocato da Vittorio Emanuele III, invitato a rassegnare le dimissioni e arrestato; al suo posto viene nominato capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio, ex comandante delle forze armate La notizia della caduta di Mussolini viene accolta con grande esultanza dalla popolazione, anche per la speranza di una repentina fine della guerra I tedeschi si affrettano a rafforzare la loro presenza sulla penisola e il governo Badoglio dichiara che nulla sarebbe cambiato nell’impegno bellico italiano, ma avvia trattative segrete con gli alleati
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L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
3 Settembre 1943: il governo italiano firma l’armistizio con gli anglo-americani a Cassibile, in Sicilia 8 Settembre: l’armistizio viene reso noto, mentre un contingente alleato sbarca a Salerno; il re e il governo fuggono da Roma e riparano a Brindisi, sotto la protezione degli alleati appena sbarcati in Puglia ed i tedeschi occupano tutta l’Italia centro-settentrionale Le truppe dell’esercito italiano, lasciate prive di ordini, si sbandano e Roma viene difesa solo da reparti isolati a cui si uniscono gruppi di civili armati (primi atti della Resistenza italiana presso Porta San Paolo); soldati italiani vengono catturati e deportati in Germania 13 Settembre 1943: inizia una battaglia tra tedeschi e soldati italiani che controllavano l’isola di Cefalonia a causa del rifiuto di quest’ultimi di consegnare le armi ai loro ex-alleati; cadono combattendo 65 ufficiali e 1250 soldati italiani, mentre vengono massacrati 189 ufficiali e 5000 tra sottoufficiali e soldati che erano stati fatti prigionieri; 3000 superstiti perdono la vita a causa dell’affondamento delle navi tedesche che dovevano deportarli in Germania. In totale le vittime dell’eccidio di Cefalonia saranno circa 9.500 In Italia i tedeschi si attestano sulla linea Gustav, una linea difensiva che andava da Gaeta alla foce del Sangro (a sud di Pescara) e aveva il suo punto nodale nella zona di Cassino
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L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
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La guerra in Italia 8 settembre 1943: è reso pubblico l’armistizio:
disgregazione dello stato dissoluzione dell’esercito Tre Italie: Il Regno del sud Italia centrale sotto il dominio tedesco fino all’estate ‘44 Italia del Nord, sino Aprile ’45, in guerra con i tedeschi e con i fascisti di Salò La lenta avanzata nella penisola: inverno : linea Gustav inverno : linea Gotica
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
12 Settembre 1943: un comando di aviatori e paracadutisti tedeschi libera Mussolini detenuto a Campo Imperatore , sul Gran Sasso Nasce la Repubblica sociale italiana (Rsi) e viene fondato il nuovo Partito fascista repubblicano, che riesuma il programma pseudo rivoluzionario delle origini del movimento fascista che si dota di un nuovo esercito per continuare a combattere a fianco dell’alleato tedesco Il nuovo Stato repubblicano, ribattezzato spregiativamente repubblichino, trasferisce i suoi uffici e le sue rappresentanza da Roma a Salò, sul Lago di Garda, da cui la denominazione di Repubblica di Salò Gennaio 1944: vengono fucilati a Verona, dopo un sommario processo, i cinque gerarchi fascisti che avevano votato l’ordine del giorno Grandi (fra questi il genero di Mussolini Galeazzo Ciano) per punire gli artefici del «tradimento» del 25 Luglio 30 Novembre 1943: viene emanato il cosiddetto Ordine di polizia n. 5, sulla base del quale le forze di polizia della R.S.I. potevano procedere all’internamento di tutti gli ebrei (italiani e stranieri) che si trovavano sul territorio nazionale. Dopo l’arresto venivano condotti in carceri o campi di concentramento, fra i quali un posto di primaria importanza assume quello di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena che, nel ‘44, sotto la gestione delle SS, diviene il principale centro di transito per gli ebrei italiani diretti ai campi di sterminio dell’Europa orientale, primo fra tutti Auschwitz.
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
La principale funzione assunta dalla repubblica di Salò è quella di combattere il movimento partigiano che nasce nell’Italia del Centro-Nord per opporsi ai tedeschi La Resistenza italiana si presenta come un fenomeno complesso che, secondo lo storico Claudio Pavone, nasce dall’intrecciarsi di tre tipi di conflitto: - una guerra patriottica, condotta per la liberazione del paese dall’occupazione tedesca - una guerra civile, che oppose partigiani e fascisti della Repubblica di Salò - una guerra di classe, che legava la lotta contro il nazifascismo all’obiettivo della rivoluzione sociale Il movimento partigiano si caratterizza, inoltre, per una grande eterogeneità della provenienza sociale e dell’appartenenza politica: vi aderirono borghesi, operai, intellettuali, militari, studenti, mossi da aspirazioni ed ideali differenti, ma uniti dal comune obiettivo della liberazione del paese e dal desiderio di riscatto e libertà. Dopo l’8 Settembre: nella parte meridionale della penisola, controllata dagli alleati nasce il Regno del sud di Vittorio Emanuele III, retto dal governo di Pietro Badoglio; «qui - sostiene lo storico Federico Chabod - non troviamo, non possiamo trovare la Resistenza» Unica eccezione: Napoli, che insorge il 27 sett e libera la città dai tedeschi
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
La dimensione politica della Resistenza si fonda sui partiti antifascisti, che si riorganizzano nell’estate del 1943: il Partito liberale, il Psiup (Partito socialista di unità proletaria), la Democrazia cristiana (fondata nel 1942 dal politico trentino Alcide De Gasperi), il Partito d’azione (erede del movimento antifascista Giustizia e libertà, fondato a Parigi nel 1929 da Carlo Rosselli) e il Partito comunista 9 Settembre 1943: questi partiti, insieme al piccolo Partito democratico del lavoro, danno vita, a Roma, al Comitato di liberazione nazionale (CLN) presieduto dal socialista riformista Ivanoe Bonomi, con il compito di organizzare la resistenza contro il nazifascismo e, in prospettiva, di assumere la guida politica del paese 28/29 Gennaio 1944: ha luogo a Bari un grande Congresso dei partiti antifascisti che chiedono l’abdicazione immediata del re e la convocazione di un’Assemblea costituente, da eleggersi appena finita la guerra Primavera 1944: svolta di Salerno, operata dal segretario del Partito comunista Palmiro Togliatti, appena rientrato dall’Urss; egli afferma che è necessario rinviare la questione monarchica al dopoguerra e costituire un governo d’unità nazionale in quanto l’obiettivo da porre come prioritario era la liberazione del Paese; si costituisce così il governo «dei sei partiti» Vittorio Emanuele III accetta di trasferire momentaneamente i suoi poteri al figlio Umberto I che nel giugno ‘44 (dopo la liberazione di Roma) assume il titolo di luogotenente del Regno
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
Il presidente del CLN, Bonomi sostituisce Badoglio alla guida del nuovo governo Le formazioni militari dipendenti dal Cln compiono numerose azioni di guerriglia e di sabotaggio; a Roma, in via Rasella un attento provoca la morte di 32 SS tedesche e, per rappresaglia, 335 italiani sono massacrati presso le Fosse ardeatine (24 marzo 1944) «[…] accanto ai partigiani (organizzati dapprima in bande, poi in divisioni e brigate con un comando generale centrale) esistono i GAP (gruppi d’azione patriottica) e le SAP (squadre d’azione patriottica). I primi si formano nel novembre 1943, per iniziativa comunista, nelle città, e svolgono attività di sabotaggio, attentati, ecc.; le seconde, sorte durante l’estate 1944 nelle campagne emiliane, sempre per iniziativa comunista, hanno uno scopo soprattutto difensivo (ma non in modo esclusivo: spesso passano anche all’attacco): difesa della popolazione contro le requisizioni, la chiamata degli uomini al servizio di lavoro, ecc.» (F. Chabod, L’Italia contemporanea ( )) All’interno del CLN si profilano diversi orientamenti politici: I liberali: pensano ad un sostanziale ritorno allo stato pre-fascista (una volta venutasi a chiudere la «parentesi» del fascismo, come la definì Benedetto Croce) Democrazia cristiana: erede del Partito popolare, era contraria a profondi rivolgimenti sociali e politici Comunisti, socialisti e azionisti: interpretavano la lotta contro il nazifascismo come il primo momento di un processo rivoluzionario che avrebbe dovuto promuovere una profonda trasformazione della società e dello stato
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
Tra il 1943 e il 1944 emerge con chiarezza la diversità di intenti fra Italiani e Alleati; come sostiene Chabod: «Gli Alleati non desiderano un apporto massiccio da parte dell’esercito regolare italiano, e tendono a limitare la sua partecipazione alla guerra contro i tedeschi; allo stesso modo, per quel che riguarda la Resistenza, essi preferiscono che le bande non siano troppo numerose e che limitino la loro attività ad azioni di sabotaggio, anziché svolgere un’azione militare di massa di considerevole importanza. Inoltre gli alleati paventano un movimento politico rivoluzionario» (F. Chabod, L’Italia contemporanea) Novembre 1944: il maresciallo Alexander dirama delle istruzioni che, nella sostanza, sono un invito alla smobilitazione, provocando malintesi e polemiche tra i capi della Resistenza, da una parte, gli alleati e il governo di Roma dall’altra. 26 Dicembre ‘44: Bonomi (presidente del Consiglio) firma a Roma un accordo con il Comitato di liberazione dell’Alta Italia (CLNAI) che completa i cosiddetti Protocolli di Roma del 7 Dicembre 1944 Il CLNAI acquista così una fisionomia «legale» e ufficiale «Il governo italiano riconosce il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) quale organo dei partiti antifascisti sul territorio occupato dal nemico. Il governo italiano delega il CLNAI a rappresentarlo nella lotta che i patrioti hanno impiegato contro i fascisti e i tedeschi nell’Italia non ancora liberata. Il CLNAI accetta di agire a tal fine come delegato del governo italiano il quale è riconosciuto dai governi alleati come successore del governo che firmò le condizioni di armistizio, ed è la sola autorità legittima in quella parte d’Italia che è già stata o sarà in seguito restituita al governo italiano dal governo militare alleato»
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
Giugno 1944: le formazioni partigiane si danno un comando militare unificato, il Corpo volontari della libertà (Cvl) riconosciuto dagli Alleati e dal governo di Roma, che ha come comandante Raffaele Cadorna (figlio del comandante delle truppe italiane durante la prima guerra mondiale, Luigi Cadorna) e come vicecomandanti l’azionista Ferruccio Parri e il comunista Luigi Longo. Primavera 1944: la Resistenza si organizza con forme di inquadramento più rigoroso, con unità, le brigate, che raggruppavano diverse centinaia di uomini; le formazioni più numerose e attive erano quelle comuniste (brigate Garibaldi), azioniste (Brigate Giustizia e libertà) e le autonome , formate in prevalenza da ex ufficiali e militari, vi erano poi le formazioni socialiste (Brigate Matteotti) e quelle democristiane. Metà ‘44: escalation dell’azione repressiva condotta dai nazifascisti che attuano, soprattutto nell’Appennino tosco-emiliano, eccidi e stragi ai danni dei civili; essere sospettati di «aiuto» ai banditi (come venivano chiamati i partigiani) comportava il rischio di deportazione in Germania o di morte Massacri più efferati: quelli di Sant’Anna di Stazzema in Toscana e di Marzabotto, in Emilia, dove tra il 29 Settembre e il 5 Ottobre ‘44 le SS sterminano 771 persone, in maggioranza donne e bambini.
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«[…] Questo è quel che oggi si chiama un partigiano, – disse un ex-alunno. – Tu resti il primo ed il migliore, – gli disse Cocito, mentre un lampo di sarcastica soddisfazione gli fendeva le lenti nebulose. Ma tutti erano intenti, ognuno per suo conto, a pesare nella sua aerea sospensione quella nuova parola, nuova nell’acquisizione italiana, così tremenda e splendida nell’aria dorata. E Cocito proseguì: – Tutto sta nell’intendersi sul vero significato della parola partigiano, – sbirciando Chiodi così sideways che la sua pupilla occhieggiò netta fuori dalla lente. E chiodi disse con forza sospirosa: – Partigiano è, sarà chiunque combatterà i fascisti – Cocito lampeggiò uno sguardo circolare su tutti quelli che avevano instantaneamente accettata la definizione di Chiodi. Poi disse: – Ognuno di voi è infallantemente sicuro di riuscire un partigiano. Non dico un buon partigiano, perchè partigiano, come poeta, è parola assoluta, rigettante ogni gradualità – Johnny sbirciava Chiodi, finiva di bere il suo aperitivo, con haevy repugnance. E Cocito: – Facciamo un esempio, di tipo scolastico, se volete, sul partigiano. Possiamo accettare la definizione di Chiodi per cui partigiano è colui che spara con buona mira, con mira definitiva, sui fascisti? Tu, Johnny: avvisti un fascista od un tedesco e ti appresti a sparargli, sempre in onore e fulfilment della definizione. Però, si presenta un però: sparandogli ed uccidendolo, può accadere che dopo un paio d’ore irrompa nella località o nei paraggi una colonna fascista o tedesca e per rappresaglia la metta a ferro e fuoco, uccidendo, dieci, venti, tutti gli abitanti di essa località. A conoscenza di una simile possibilità, tu Johnny spareresti ugualmente? – No, – disse Johnny d’impeto e Cocito rise dietro gli occhiali. – Continuiamo per questa strada irta ma istruttiva, converrete. Johnny, se tuo padre fosse fascista, e fascista attivo, al punto da poter compromettere la sicurezza tua e della tua formazione partigiana, tu ti senti di ucciderlo? – Johnny chinò la testa, ma un altro disse, con una certa foga stammering: – Ma professore, lei fa soltanto casi estremi. – La vita del partigiano è tutta e solo fatta di casi estremi. […]» (Beppe Fenoglio, Il partigiano Jhonny, Torino, Einaudi, 1968, pp )
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
5 e 9 Aprile 1945: sfondamento linea gotica, rispettivamente nel settore tirrenico e in quello adriatico e avanzata nella pianura padana delle forze alleate, convergere delle brigate sui grandi centri e mobilitazione degli operai impongono un’accelerazione alla disfatta dei nazifascisti Tra il 23 e il 26 Aprile: si liberano Genova, Torino e Milano e poi via via tutte le città del Nord, ove il CLNAI assume i poteri civili e militari 25 Aprile: data ufficiale della liberazione 28 Aprile: Mussolini, catturato dai partigiani a Dongo, sul lago di Como, mentre tenta di fuggire, viene fucilato insieme ad altri gerarchi fascisti Luglio 1943: dopo aver respinto l’ultimo attacco in forze tedesco, l’Armata rossa inizia una lenta, ma inarrestabile avanzata che si concluderà solo nell’Aprile-maggio 1945 con la conquista di Berlino Le vittorie sovietiche consentono all’Urss di accrescere il suo peso contrattuale in seno alla «grande alleanza», come emerge nella Conferenza interalleata di Teheran (Novembre-Dicembre 1943) LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
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Le conferenze interalleate: Teheran
Discussione del progetto di apertura di un secondo fronte (oltre quello italiano) nell'Europa continentale con lo sbarco in Normandia, previsto per il 1° maggio 1944 Stalin si impegna a entrare in guerra contro il Giappone Definizione dei futuri confini della Polonia: confine orientale (polacco-sovietico) sulla linea Curzon, lasciando all’URSS i territori acquisiti con l’Accordo Ribbentrop-Molotov Confine occidentale (tedesco-polacco) sull'Oder Per la Germania, oltre alle mutilazioni territoriali a beneficio della Polonia, si previde uno smembramento in vari Stati Churchill, Roosevelt e Stalin Teheran, 28 novembre – 1° dicembre 1943
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Mosca, ottobre 1944: vertice Churchill - Stalin
« Sistemiamo le nostre faccende nei Balcani; i vostri eserciti si trovano in Romania e in Bulgaria, dove noi abbiamo interessi, missioni e agenti. Non procediamo a offerte e controfferte stiracchiate. Per quanto riguarda la Gran Bretagna e la Russia, che ne direste se aveste una maggioranza del 90% in Romania e noi una percentuale analoga in Grecia e partecipassimo invece su un piede di perfetta parità in Jugoslavia?». Mentre si procedeva alla traduzione, trascrissi ciò su mezzo foglio di carta: … […] Il foglio segnato a matita era li al centro della tavola. Finalmente io dissi: «Non saremo considerati cinici per il fatto che abbiamo deciso questioni cosi gravide di conseguenze per milioni di uomini in maniera cosi improvvisata? Bruciamo il foglio». «No, conservatelo voi» disse Stalin. E cosi feci. [dalle memorie di Churchill]
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LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
6 Giugno 1944: scatta l’Operazione Overlord (nome in codice dello sbarco in Normandia) preparata da un impressionante serie di bombardamenti e da un nutrito lancio di paracadutisti I tedeschi avevano munito tutta la zona costiera con imponenti fortificazioni difensive (vallo atlantico) L’armata anglo-americana, comandata dal generale Dwight Eisenhower, sbarca sulle coste settentrionali della Francia, in Normandia: circa navi trasportavano soldati britannici, statunitensi e canadesi, mentre bombardieri alleati appoggiavano lo sbarco dalla costa "L’artigliere Charles Wilson, che apparteneva alle batterie d’appoggio della brigata, fornisce un quadro della straordinaria confusione degli ultimi momenti di navigazione e dei primi momenti dello sbarco […] «Incrociammo due mine nell’ultimo tratto , erano mine galleggianti, che non ci fermarono, ma danneggiarono la rampa e un ufficiale che era in piedi su di essa rimase ucciso. Ci arenammo su una lingua di sabbia. Il primo a saltar fuori fu un sergente dei commando con equipaggiamento completo, che sprofondò come un sasso in due metri d’acqua. Noi ci aggrappammo alla rete di corda sulla quale dovevano passare i semoventi per sbarcare e ci tuffammo dalla rampa nell’acqua gelida. La rete era assolutamente inutilizzabile nella risacca e ci stava trascinando verso alcune mine. Abbandonammo le funi e raggiungemmo la spiaggia. Nella confusione persi l’uniforme e gli scarponi e rimasi in mutande. Qualcuno ci passò delle sigarette, ma erano bagnate fradice. […] il semicingolato del comando di batteria riuscì ad arrivare a terra, seguito da un altro. La spiaggia era cosparsa di rottami, un carro armato in fiamme, mucchi di coperte e di equipaggiamenti, cadaveri e pezzi di cadaveri. Un soldato accanto a me fu tagliato in due da una granata e il suo torso ricadde a terra informe e sanguinante. Il cingolato si fermò e riuscì a mettermi addosso qualcosa».
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LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
[…] Lo sbarco a Omaha, nel complesso, fu pagato a caro prezzo: gran parte delle perdite subite dagli americani il 6 giugno 1944 si verificò in quel settore. Ma alcuni battaglioni riuscirono comunque ad avanzare e anche quelli maggiormente provati alla fine, riunirono i superstiti e proseguirono verso l’interno" (J. Keegan, La seconda guerra mondiale, Una storia militare) Fine Luglio: gli alleati riescono a sfondare le linee tedesche e a dilagare nella Francia del Nord 25 Agosto: gli anglo-americani e i reparti di De Gaulle entrano a Parigi, già liberata dai partigiani Settembre 1944: la Francia era quasi completamente liberata
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Le conferenze interalleate: Yalta
Decisa la divisione della Germania in quattro zone di occupazione (Urss, Francia, Inghilterra, Usa) e la sua denazificazione; assenso di Stalin alla creazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e ottiene che le decisioni fondamentali debbano essere prese all'unanimità [diritto di veto] dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza: [USA, URSS, Inghilterra, Cina, Francia] impegno a garantire elezioni democratiche nei paesi liberati [ma appare evidente che Stalin e Churchill considerano di fatto inevitabile la spartizione dell'Europa in due blocchi] In Polonia il governo doveva nascere da un accordo fra la componente comunista e quella filoccidentale Churchill, Roosevelt e Stalin Yalta, 4 – 11 febbraio 1945
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LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
Autunno 1944: il fronte degli alleati della Germani inizia a sfaldarsi; prima la Romania e poi la Bulgaria cambiano fronte; fra agosto e ottobre la Finlandia e l’Ungheria chiedono la firma dell’armistizio all’Urss; i russi e i partigiani jugoslavi entrano a Belgrado liberata, mentre gli inglesi sbarcano in Grecia; Un milione e mezzo di tonnellate di bombe vengono lanciate sulla Germania ; molte città tedesche vengono ridotte a cumuli di macerie (Amburgo e Dresda) "Fin dall’8 luglio 1941 Churchill aveva scritto: «C’è una sola cosa che farà cadere Hitler, vale a dire una serie di attacchi assolutamente devastanti e di sterminio effettuati da bombardieri pesanti di questa nazione contro la madrepatria nazista». […]Il 14 Febbraio lo stato maggiore dell’aeronautica diramò un ordine in cui si sottolineava che dal quel momento «le operazioni dovevano puntare a minare il morale della popolazione civile nemica, e in particolare degli operai delle industrie». Onde evitare la possibilità di malintesi, il generale d’armata aerea sir. Charles Portal scrisse il giorno seguente: «Suppongo sia chiaro che i nuovi punti da prender di mira dovranno essere le zone residenziali, non, per esempio, le banchine dei porti o le fabbriche di aeroplani…[…]" ( J. Keegan, La seconda guerra mondiale) Hitler si illude di poter rovesciare la situazione bellica grazie all’impiego di nuove armi segrete (i razzi telecomandati V1 e V2) o per un’improvvisa «rottura» dell’innaturale alleanza tra Urss e democrazie occidentali.
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1944-45: la fine della guerra in Europa
25 agosto 1944: gli alleati entrano in Parigi settembre-ottobre: l’armata rossa entra a Bucarest, Belgrado e Sofia dicembre: controffensiva tedesca nella Ardenne 17 gennaio 1945: l’armata rossa entra in Varsavia 2 maggio: l’armata rossa conquista Berlino 8 maggio: la Germania sottoscrive la resa incondizionata
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LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
Metà gennaio 1945: i sovietici, dopo aver conquistato Varsavia, attraversano tutto il restante territorio polacco in seguito l’Armata rossa caccia i tedeschi dall’Ungheria per poi puntare su Vienna, che viene raggiunte il 23 Aprile, mentre Praga viene liberata il 4 Maggio 25 Aprile 1945: le avanguardie alleate raggiungono l’Elba e si congiungono con i sovietici che stanno accerchiando Berlino 30 Aprile: mentre i russi entrano a Berlino, Hitler si suicida nel bunker sotterraneo dove avevano trasferito la sede del governo, lasciando la presidenza del Reich all’ammiraglio Karl Dönitz, che chiede subito la resa agli alleati 7 Maggio 1945: nel quartier generale alleato a Reims viene firmato l’atto di capitolazione delle forze armate tedesche
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si apre il processo contro i maggiori criminali di guerra nazisti
Gli ultimi atti: 1945 Aprile-Giugno, San Francisco: Conferenza per la costituzione dell'ONU, Firma dello statuto della nuova organizzazione che sostituisce la Società delle Nazioni. Vi fanno parte inizialmente 51 nazioni: le 50 presenti a San Francisco più la Polonia. 17 luglio - 2 agosto, Potsdam: Truman, Churchill e Stalin deliberano sul disarmo, la demilitarizzazione e la spartizione della Germania Divergenze di interessi fra gli alleati occidentali e l'Unione Sovietica, sulla formazione dei governi nei paesi liberati 20 novembre, Norimberga: si apre il processo contro i maggiori criminali di guerra nazisti
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La fine della guerra in Estremo Oriente
23-26 ottobre 1944: la più grande battaglia aeronavale della storia: 60% della flotta giapponese distrutta I giapponesi fanno ampio ricorso all’azione dei kamikaze, aviatori suicidi che si gettavano sulle navi avversarie con aeri carichi di esplosivo Il presidente americano Harry Truman decide di impiegare la nuova arma «totale», la bomba a fissione nucleare, che era stata appena sperimentata nel deserto del Nuovo Messico 6 agosto 1945: un bombardiere americano sgancia la prima bomba atomica sulla città di Hiroshima 9 agosto: l’operazione viene ripetuta a Nagasaki 15 agosto: dopo la dichiarazione di guerra dell’Urss al Giappone, l’imperatore Hirohito offre agli alleati la resa senza condizioni 2 settembre 1945: firma dell’armistizio con il Giappone
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BILANCIO DEL CONFLITTO
«Si calcola che a causa della seconda guerra mondiale abbiano perso la vita circa di persone: la natura stessa della guerra impedisce un calcolo esatto delle vittime. Le sofferenze di gran lunga maggiori fra i combattenti sono state quelle dell’Unione sovietica, che perse almeno di soldati in combattimento e altri di civili; la maggior parte di questi ultimi, soprattutto ucraini e russi bianchi, perirono per le privazioni, le rappresaglie e i lavori forzati. In termini relativi, fra le nazioni combattenti, fu la Polonia che subì le perdite maggiori: circa il 20% della sua popolazione, circa, non sopravvisse. Quasi metà delle vittime polacche erano ebrei, e gli ebrei figurano in gran numero anche negli elenchi dei morti di altre nazioni dell’Europa orientale, compresi gli stati baltici, l’Ungheria e la Romania. La guerra civile e la guerriglia causarono la morte di greci e di di jugoslavi. Il numero delle vittime, militari e civili, fu assai più elevato nell’Europa orientale che in quella occidentale, a riprova dell’intensità e della ferocia con cui furono condotte da parte tedesca la guerra e l’oppressione degli slavi. In tre nazioni occidentali, tuttavia, Francia, Italia e Olanda, le perdite furono gravi […] La Germania che aveva cominciato la guerra […] pagò un prezzo terribile per la sua colpa. Dal punto di vista materiale le sue città resistettero ai bombardamenti meglio dei fragili centri abitati giapponesi. Tuttavia, Berlino, Amburgo, Colonia e Dresda nel 1945 erano state veramente ridotte in macerie e molte località minori avevano subito danni gravissimi. […] La popolazione tedesca pagò un prezzo più elevato sul piano umano che su quello materiale […] Sotto il fuoco avversario perirono di soldati tedeschi, e civili sotto le incursioni. […] Lo sradicamento dei tedeschi dalle zone orientali comprese due fasi, entrambe tragiche nei loro effetti: la prima fu una fuga in preda al panico davanti all’Armata rossa; la seconda una deliberata espulsione delle popolazioni dalle regioni in cui i tedeschi vivevano, in alcuni casi, da più di mille anni. […] E’ probabile che di tedeschi sia morto per il freddo, gli stenti o per i maltrattamenti, nella grande fuga da Oriente nei primi mesi del 1945.» (J. Keegan, La seconda guerra mondiale)
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Percentuale di popolazione impegnata nello sforzo bellico nel 1943.
Industria delle armi Forze armate Unione sovietica 31% 23% Regno Unito 22% Germania 14% Stati Uniti 19% 16% Fonte: Alan L. Gropman, Mobilising U. S. Industry in world War, McNair Paper 50, Institute for National strategic Studies, Washington (DC) agosto 1996
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