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L’ETÀ DELLA RAGIONE Il Seicento era stato il “secolo di ferro”, dominato da: Fanatismo Intolleranza Censura Analfabetismo Privilegi Ignoranza e superstizione.

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Presentazione sul tema: "L’ETÀ DELLA RAGIONE Il Seicento era stato il “secolo di ferro”, dominato da: Fanatismo Intolleranza Censura Analfabetismo Privilegi Ignoranza e superstizione."— Transcript della presentazione:

1 L’ETÀ DELLA RAGIONE Il Seicento era stato il “secolo di ferro”, dominato da: Fanatismo Intolleranza Censura Analfabetismo Privilegi Ignoranza e superstizione

2 Il Settecento, invece, fu il secolo delle rivoluzioni
Economia-mondo (anche grazie alle scoperte geografiche) Rivoluzione scientifica (Galileo)

3 Intorno al 1750 nasce l’ILLUMINISMO
È un MOVIMENTO CULTURALE Nasce in FRANCIA, ma si diffonde in tutta Europa

4 Antecedenti in Inghilterra Il filosofo Locke getta le basi:
dell’empirismo (le idee derivano dall’esperienza) L’intellettuale diventa portavoce della borghesia

5 Nasce il giornalismo moderno; quotidiano inglese The Spectator (1711) vende fino a copie al giorno a Londra. Ancora pubblico di intellettuali

6 Ad esso si ispireranno le gazzette (nome della moneta veneziana, di poco valore, che serviva per acquistare il giornale) Dal 1785 nasce il Times

7 Il nome Illuminismo deriva…
dall’idea che con il “lume” della RAGIONE si possa raggiungere la Verità, cacciando le tenebre del pregiudizio e della superstizione (metafora della luce)

8 Verso la metà del 1700, in Francia,
si comincia a usare l’espressione “ages des lumières”, età dei lumi

9 È il primo movimento completamente
LAICO: lascia la fede fuori dalle sue riflessioni (ma non è per forza ateo) Gli illuministi proclamavano la tolleranza e il diritto di tutti a professare pacificamente la propria religione

10 Viene rivendicato anche il diritto
alla FELICITÀ (obiettivi terreni, non più vita vista solo come passaggio per l’aldilà) Tutti gli uomini hanno la ragione, tutti hanno il diritto di usarla per essere felici

11 Nuova fiducia nella scienza e…
nel PROGRESSO: OTTIMISMO Per gli illuministi, anche la politica deve avere come fine la felicità e creare un mondo basato sull’UGUAGLIANZA: se tutti gli uomini hanno la ragione, tutti gli uomini sono uguali

12 Nuovo ruolo dell’INTELLETTUALE
Non solo custode del sapere, ma anche maestro che deve indicare a tutti come agire secondo ragione per garantire la massima felicità al maggior numero di persone possibile

13 Anche il letterato deve creare letteratura UTILE a migliorare la società La letteratura ha una funzione SOCIALE Le conoscenze devono essere divulgate Cosmopolitismo; cultura supernazionale, che superi i confini e faccia circolare liberamente le idee

14 Gli intellettuali illuministi vogliono dare vita a un’opinione pubblica. Si definiscono philosophes e vogliono creare una conoscenza universale del sapere. Gli illuministi tentarono una descrizione completa della realtà: il Settecento è il secolo dell’enciclopedismo, dei dizionari, delle enciclopedie.

15 Esempio l’Enciclopedia, o Dizionario ragionato della scienza, delle arti e dei mestieri, pubblicata a Parigi, in 28 volumi, tra il 1751 e il 1772, sotto la direzione dei filosofi Denis Diderot e Jean D’Alembert

16 Nella premessa, scritta da D’Alembert: l’unica prospettiva è quella scientifica.
Nell’Enciclopedia vengono uniti sapere teorico e sapere pratico, si dà dignità a quelle arti e tecniche che la cultura tradizionale lasciava ai margini (es. tecniche agricole, artigianato, macchine) fu messa all’Indice nel 1759, ma Diderot continuò a pubblicarla clandestinamente e la portò a termine

17 Si diffondono gli ideali di:
Filantropismo umanitarismo

18 Aumento dell’alfabetizzazione
Sviluppo dell’editoria

19 Nuovi luoghi di diffusione della cultura:
1. Le botteghe del caffè, locali pubblici in cui si poteva gustare il caffè (coltivato inizialmente nei paesi arabi e importato già nel Cinquecento a Venezia, lungo le rotte commerciali, si era poi diffuso in tutta Europa perché coltivato nei possedimenti coloniali in America).

20 Un caffè molto famoso fu nel Settecento il Florian di Venezia

21 2. Il salotto mondano si impose invece nella Francia del Seicento, quale luogo di conversazione colta. Aperto ai nobili gentildonne, non era aperto al pubblico, ma esercitava spesso una grande influenza sulla vita culturale dell’epoca. (Immagine pag. 219 Ita)


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